FATTI E FATTARELLI DI SELLIA .......E DINTORNI

Ho visto le belle fotografie di Zagor riguardanti il Castello di Sellia.
Lo sapevate, mi riferisco a quelli che sono lontani dal paesello perchè immagino che quelli che tutt'ora lo abitano, me ne daranno conferma.
Un pò di anni fa il nostro castello era abitato dai "porci" nel vero senso della parola.
I genti ce facianu i "zimmuni "pecchì atri posti un c'inneranu il paese era così piccolo!
Ecco la grande considerazione che avevano dei nostri beni, della nostra storia, cultura etc. poi successe che il sindaco Accoti, se non ricordo male, decise di toglierli ma in cambio dovette dare un posto dove c'è l'antenna.
Ovviamente quasi tutti rifiutarono in quanto era un po' distante dal primo "alloggio" passatemi il termini e così rimasero senza niente.
Ricordo che la gente che veniva a Sellia di passaggio e non facevano un salto al castello, prendevano una pietra dello stesso come souvenir e se lo portavano a casa.
Addirittura c'è chi ha fatto degli scavi e ha trovato delle monete antiche, questo tutto rigorosamente all'insaputa dei vari enti,autorità e via discorrendo.

Rileggendo quello che ho scritto sopra, ho visto che ho fatto un bel po' di errori ma mo' m'incrisciu ma u tornu a scrivira comunque aviti capitu no? Ciao

Zeus, i porcili al castello non me li ricordo ma mi ricordo bene quelli che erano sotto l'antenna perche' per andare a giocare al vecchio campo, " u frigoriferu", dovevamo passare proprio davanti "ari zimmuni". Non ho ragione di dubitare di quello che scrivi perche' il degrado e' generale e quindi il nostro paesello non era ed e' il solo a distinguersi.
Per quanto riguarda gli scavi e le monete antiche ritrovate, quando ero un ragazzino si diceva che qualcuno aveva trovato qualcosa ma mi chiedo se e' vero oppure sono le solite dicerie, non credo si siano fatti scavi ma forse qualcuno trovo' qualche moneta arruginita e poi si sa come queste storie vanno ingrandite. Anch'io ero affascinato da queste storie ed a volte, insieme ad un mio amico, andavamo a curiosare sotto i ruderi del castello per vedere se eravamo abbastanza fortunati per trovare chissa' quale tesoro. Sono d'accordo che si dovrebbe trovare il modo per cercare di salvare il salvabile, i ruderi sono ormai ridotti ad un cumulo di pietre e mi chiedo se qualcuno dei nostri amministratori un giorno decidera' di fare qualche azione di recupero.

Admin ha scritto:Grillo, quando ero bambino mia madre ogni tanto mi raccontava qualche rumanzella di magari. Queste rumanzelle spesso mi facevano azara u pilorciu e poi stavo tutta la notte con la testa sotto le coperte. Questa me la ricordo vagamente ma visto che hai richiesto a magara, te la racconto in dialettu ca forzi ti fa n'atru effettu.

Na vota c'era na fimmina a nu paisa chi potia d'essara a Sellia. Sa fimmina era na povarella, un s'avia mai spusatu, ud'avia figghj e stavia sula. Facia na vita miserabila e l'unica cosa chi facia era quannu a chiamavanu ara jornata a ncuna campagna e certi voti partia puru sula ma jia e si trovava na pocu e ligna ppe ru focularu. Nu jornu e vernu si partiu e scinniu verzu a hjumara pemma trova ncunu mazzu e fraschi ma si portava ara casa; si ficia l'ambrunuta e ccu nu mazzu e fraschi ara capu si stavia partennu da hjumara ma si nne torna ara casa.
Tutta a na vota videtta na cotrarella seduta subbra na petra bella ranna a chillu settu propriu vicinu l'acqua, s'abbicinau e li dissa: "Figghjama e ca tu cchi fai locu, duv'e mammata?". A cotrarella a guardau intr'a faccia ccu du' occhi ranni ma 'un respunnia e sa fimmina continuava ma li facia tanti domanni ma illa nenta, stavia queta e ra guardava. Allura sa fimmina s'a pigghjau da manu e sa portau ccu d'illa aru paisa. Arrivati ara casa, volia ma ci facia manciara ncuna cosa, ma illa ne' parrava e ne'manciava. Quannu si ficia l'orariu ma vanu e si curcanu, ara cotrarella a ficia curcara aru lettu ccu d'illa e avia fattu gia' na penzata ca chilla cotrarella volia ma sa tena illa, magari era stata abbannunata e ncuna zzingara e potia d'essara a figghja chi nud'avia mai avutu. Aru sonu e menzannotta, sa fimmina si respigghjau ca sentiu na vucia e fimmina gridara, ma era na vucia chi ud'avia mai sentutu prima, na vucia chi nun venia d'a ruga ma paria ca venia portata e luntanu d'u ventu. U gridu era chissu: "Anchinella e mammata figghjama, Anchinella e mammata figghjama!" Quannu sentiu sa vucia, sa fimmina cuminciau ma trema e s'avia gia' pentutu e chillu chi avia fattu. A vucia si ficia chju' forta e dicia: " Domana matinu torna lla' e lassala duva a trovasti". E poi nenta cchju'.
A matina prestu chilla fimmina pigghjau a cotrarella di manu e a portau ara jhumara, ara stessa petra duva l'avia trovata a sira primu e si nne scappau ara casa e nu passau cchju' de chillu postu.

Admin, avevi qualche dubbio sulla donna che aveva trovato quella bambina alla jhumara hai scritto che forse poteva essere di Sellia.
Ti dico per certo che è di Sellia rione "palazzine" ed esattamente abitava nella casa di "Bettina" o a quella a fianco. E' da un po' che lo volelo scrivere ma poi mi è passato di mente.Ciao

Ed io che credevo fosse solo una rumanzella subbr'i magari!!!

Sapete il significato storico o leggendario del "jus primae noctis" ? Sul Bolg nu fattarellu che si raccontava na vota attinente al diritto della prima notte da parte del barone. http://selliaracconta.blogspot.com/

Vi voglio raccontare questa storia, successa a Sellia intorno agli anni 1940/42 , in pieno conflitto mondiale.
Come tutti sapranno , l'Italia alleata della Germania , fu coinvolta pesantemente in pieno conflitto , essendo una nazione non ricca come la Germania , per poter mantenere uno stato militare piu' o meno decente, chiese " Aiuto" al propio popolo in tanti modi.
A parte i tanti giovani che dovettero partire per il fronte , il regime di allora " invitava" la popolazione
a dare anche dei contributi materiali, oro , argento, farina , olio e quanto poteva servire per la giusta causa......
Parlando con un nostro compaesano ultrasettantenne , ieri sera mi ha raccontato che a Sellia (anche in altri paesi) la gente era obbligata a dare tutto quello che di oro e argento e rame, avessero in casa , compreso la fede nuziale.
Le pentole di rame che ognuno aveva in casa , venivano sequestrate e portate in un deposito " ara cona du casu", vicino il vecchio macello, dove le "famose " camice nere , le caricavano sui camion e le portavano via
Dopo questa premessa , mi avvicino al fatto che vi voglio raccontare, a Sellia come in ogni paese ,in quel periodo c'erano dei magazzini dove venivano depositati tutti i beni che il popolo doveve versare .
Sellia come si sa e' ricca d'olio , allora i nostri compaesani , genitori ,nonni, zii , erano costretti a portare
la maggior parte dell'olio prodotto im questi magazzini chiamati "AMMASSU",che serviva per quanto prima detto, queto "ammassu" era al centro del paese , piu' avanti l'arco che si sale alla chiesa madre e prima del vecchio bar .
Quello che vi voglio raccontare e' una storia che in parte sapevo e che ieri mi son fatto raccontare da questo nostro compaesano che allora aveva piu' o meno 7 anni.
In una notte stellata, nell'estate tra il 1940/42 , verso le ore 23.00 , il silenzio della notte fu interrotto dalle grida di alcuni giovani, " anu sgasciatu l'ammassu , anu sgasciatu l'ammassu", in pochi minuti , tutto il paese, quartiere dopo quartiere si sveglio', le stradine i vicoli brulicavano di gente che correva e gridava:
" tutti all'ammassu , tutti all'ammassu", ognuno correva in quella direzione , ogni contenitore era buono ,per arraffare qualche litro del "loro" olio, secchi, bottiglie barili di legno , nel giro di poche ore,
l'olio ritornavano da dove era era venuto, le stradine e i vicoli erano tutti unti dell'olio che cadeva dai recipienti di fortuna.
Anche questo signore , bambino allora , in compagnia del fratello piu' piccolo ,andava in quella direzione,
avevano entrambi una "ciarrottella" di creta , "iamu ca ni l'inchimu puru nui" disse al fratello piu' piccolo,
arrivarono vicino "a putica e Coppuletta", trovarono tante persone , cercarono d'intrufolarsi nel locale,
non ci riuscirono, un calcio ben assestato alle loro "ciarrotte", infranse il loro desiderio di riempirle di olio , rimanendo con i manici in mano, troppo piccoli erano, ritornarono alla loro casa senza il loro "desiderato bottino".
Dopo quell'avvenimento , oltre 35 persone furono denunciate, ma pare che non subirono conseguenze penali.

Voglio ringraziare questa persona ,che con molto entusiasmo mi ha raccontato quello che successe allora.
Saluti 007

Le pentole di rame che ognuno aveva in casa , venivano sequestrate e portate in un deposito " ara cona du casu", vicino il vecchio macello

Ho appreso un'altra cosa, che alla "cona du casu" c'era il macello, ma esattamente dove ?

Il mattatoio era in locale appena dopo l'attuale municipio, prima da forgia e Tutù dove quest'estate abbiamo fatto il buffet del Memorial

Ad un certo punto non c'era pure una fontana in questo posto o sbaglio?

mah, a funtana un mma recordu

O forzi c'era un lavatoio dove le donne lavavano i panni ?
( 0 forzi mi l'aju sonnatu ?)

mi sa che il lavatoio c'era davvero prima del macello, e quindi un ti sonnasti nenta

Eh cumpa', malu signu quannu t'arrecordi chillu chi c'era prima du macellu, e' daveru "nu macellu" ...

vordira ca ncun'annu l'haiu

Eju dicia a mmia e no a ttia ...

Ah ecco, menu mala

Mister OCCAM , e come il figliol prodico il tuo cavallo ritornò a casa
so che ci tenevi e non puo' che farmi piacere , sai in questo pazzo mondo
le furbate sono all'ordine del giorno e nessuno riesce a fermarle
a ben risentirci

Ho appreso la notizia della scomparsa del cavallo del signor Occam e capisco oltre che la sua amarezza il disagio di trovarsi in quei luoghi senza il naturale mezzo di locomozione.
Apprendere che lo stesso stesso abbia ritrovato la via di casa e il Signor Occam possa salire ancora sulla sua groppa non può che farmi enormemente piacere
Saluti caro Occam

Grazie Cuv. La vita è fatta di saliscendi...da cavallo!

Ritorniamo a raccontare qualche fatterello "selliotu". Quello che segue e' un racconto registrato su un nastro negli anni 80, la persona che lo raccontava, preso dall'euforia e dall'allegria di chi lo stava a sentire, ha mischiato due fatterelli diversi, capitati a due persone diverse e ne fece un cocktail perfetto. Leggendolo si perde molta spontaneita', a voce e' tutta un'altra cosa. I nomi sono volutamente di fantasia.

Molti anni fa Nicola faceva una vita di miseria a Sellia, niente lavoro, se non in quelle rare occasioni di bracciante alla giornata, era dura mantenere un famiglia. Un suo amico era emigrato a Milano mesi prima ed un bel giorno gli fece sapere che nella ditta dove lavorava stavano assumendo personale, Nicola si decise, fece la valigia e parti'. Non era mai stato fuori dal paese, era analfabeta, la vita della citta' lo spaventava ma la voglia di racimolare uno stipendio fisso vinse su dubbi e nostalgie. Era un tipo solitario, schivo, taciturno e non solo per carattere ma sopratutto per cercar di nascondere agli altri le sue incapacita', gli sembrava che tutti sapessero delle sue mancanze, gli occhi di chi lo guardava sembravano leggergli dentro e tutto cio' gli arrecava un senso di rabbia ed inadeguatezza che a volte lo portavano ad avere degli incontrollabili scatti rabbiosi.
Si mise a lavorare e dopo una settimana, un dirigente gli disse di passare dall'ufficio, l'aspetto del viso di Nicola divenne subito corrucciato, gia' si immaginava chissa' che cosa, mentre si trattava soltanto della normale routine che coinvolgeva i nuovi assunti.
Arrivo' nell'ufficio e subito l'addetto gli spiego' alcune cose circa il lavoro e la retribuzione.
- "Dunque, signor XXXX le dico senza perdere molto tempo che la paga e' mille lire all'ora..."
Le parole che seguirono quella cifra rimasero inascoltate da Nicola perche' gli rimbombavano da una parte all'altra della capoccia senza saperne il significato e gli sali' una fiamma dallo stomaco al cervello e chissa' perche' si senti' preso in giro, quella cifra gli sembrava irrisoria e subito penso' che lo volevano fregare e per non fare la fine del fesso disse in dialetto:
- "Seh, ma vui vi criditi c'aju venutu da Sellia ma mi pigghjati ppe fissa? Parramuna chiaru, o mi dati 750 liri o sinno' ncacchju e mmi nne vaju !"
Udite queste parole, il dirigente rimase a bocca aperta e gli ripete' che la ditta gli dava 1000 lire e non 750 ma Nicola era gia' in preda ad uno dei suoi piccoli deliri e quindi apri' la porta e scappo' via.
Aveva deciso di tornare a Sellia ed a prendere il primo treno per il sud. Arrivato alla stazione ed avendo del tempo prima dell'orario stabilito, vedeva che molte persone che andavano all'edicola per comprare qualche rivista o giornale e per non sembrar da meno decise di andare a comprare un quotidiano. Arrivo' il treno e trovo' posto in uno scompartimento dove c'erano altre persone, gente giovane, spigliata, rumorosa ed allegra e quasi tutti avevano un giornale. Lui apri' il suo ma si tradi' subito aprendolo sottosopra. Un suo vicino noto' il fatto e lo osservava stupito, Nicola sfogliava il giornale, faceva finta di leggere per un paio di minuti e poi sfogliava nuovamente, il vicino di posto non stava piu' nella pelle e gli disse:
- " Signore, guardi che il giornale e' sottosopra", lui sentendosi nuovamente inadeguato rispose: " Un vi preoccupati ca china sa' lejira lejia puru capusutta" .
Si creo' un'aria un po' tesa perche' tutti stavano ridendo sotto i baffi e Nicola dentro aveva un tumulto, una specie di tremore vulcanico che bastava un nonnulla per farlo tramutare in una vera e propria eruzione cataclismica.
Ad un certo punto la conversazione tra le persone era passata agli indumenti intimi, si parlava di calzoncini, giarrettiere, reggiseni, mutande ecc...
Nicola si senti' preso per i fondelli, naturalmente penso' che si stavano prendendo gioco di lui perche' sentiva dire: "Mah chissa' se le porta, non le porta, ne puo' fare a meno...Magari loro parlavano di qualche attricetta sulle riviste ma per Nicola era ovvio che parlavano di lui ed alzandosi in piedi, davanti a tutti comincio' a sbottonarsi i pantaloni e naturalmente in selliotu grido' :

" Seh! Guardati ca eju i mutanni i portu, i viditi duve sunu !!! "

Scappo' via come un matto e rimasero solo persone con la bocca aperta.

...sta avvidira ca i mutanni chi portava Nicola eranu e Pizzu..!

buona sera Occam, buone nuove dall'Arizzona...