FATTI E FATTARELLI DI SELLIA .......E DINTORNI

Ti ricordi che l'estate ad agosto c'erano film alle 10 di mattina appuntamento con tutti i coetanei a qualche casa che aveva la tv. Poi sabato oggi le comiche bei tempi

In collegio si spegneva il televisore dopo carosello

Agli inizi degli anni 60 poche persone a Sellia avevano il televisore. Ho abbastanza anni sul groppone da ricordare chi ne possedeva uno. I ragazzini di allora si riunivano un po' prima della TV dei Ragazzi per decidere in quale casa si dovevano recare.

- "Chillu lla' ajeri sira ud'apariu mancu a porta"
- "Allura jamu duva Semproniu ca l'atra simana ni deza puru i garamelli"

Pare di sentire quelle parole ancora oggi... Si andava in cinque, sei, a volte anche in gruppo piu' numeroso, si bussava alla porta: - "C'e' permessu" e subito lo sguardo cercava l'angolo di casa con la scatola magica per vedere Rintintin, Lassie, Olio e Stalio, Zorro e via dicendo.
Ci si accomodava sul pavimento perche' le sedie erano occupate e con la fantasia tipica dei bambini, anche noi diventavamo i protagonisti.

Dici bene Admin, ricordo molto bene...qualcuno non era ospitale ,ma tanti si.....

Bei tempi e ricordi indimenticabili. Cu nenta aviamu tuttu

Anni 60, un gruppo di ragazzi gioca dalle parti del castello, lato che guarda alla montagna. Il castello era da sempre meta dei nostri giochi, le sue antiche mura ed i racconti dei nostri nonni lo rendevano un luogo fantastico, si immaginava che li' un giorno o l'altro ci si imbatteva in qualche tesoro nascosto. Lo avevamo sentito spesso: " Li' sopra dalla parte di levante, proprio da dove nasce il sole, la' c'e' nascosto un tesoro".
I ragazzi d'allora non avevano giocattoli, i piu' fortunati avevano qualcosa fatto col legno dal padre, in compenso c'era molta fantasia ed ognuno si arrangiava da se'; una fionda, un arco fatto col ramo dell'ulivo.
Uno di noi, uno dei piu' intraprendenti, si era arrampicato lassu' molto in alto, il muro del castello non poteva essere scalato ma il suo intento non era quello , bensi' aveva notato un buco all'altezza delle sue spalle e quindi sarebbe stato capace di infilare dentro la mano, chissa' la' dentro ci sarebbe stato il tanto sospirato tesoro.
Io lo avevo guardato in faccia e intimamente avevo pensato che dalla sua espressione, avrei capito quando la sua mano avrebbe raggiunto la scatola, la "pignata" piena di monete, il forziere da aprire.
Ecco, l'avevo immaginato ! L'espressione era proprio quella di chi tocca con mano qualcosa di concreto ma quello che tiro' fuori non erano monete, ne' pignate magiche, era infatti una specie di lungo proiettile ed all'improvviso tutti se la diedero a gambe, anche lui che l'aveva tirato fuori dal buco; il proiettile l'aveva lasciato cadere per terra e tutti giu' per la scarpata a correre verso la piazza.
Allora, li' in quel proprio momento, non sapevamo bene il motivo della nostra paura, era forse la paura che quel lungo e grosso proiettile sarebbe scoppiato, o forse ancora la consapevolezza delle botte che avremmo preso dai nostri genitori, quando avrebbero saputo di questa nostra avventura.
Sulla piazza decidemmo che la cosa migliore da fare era recarsi da Giovanni, lui per noi era come una specie di giovane papa', o meglio, un fratello maggiore navigato e levigato dalle peripezie della vita.
Infatti, ci recammo a casa sua e lo trovammo che stava sedendosi a tavola per mangiare, gli raccontammo tutto ma lui ci disse subito che avremmo dovuto aspettare che lui avesse prima finito di mangiare e poi ci avrebbe detto quello che si doveva fare, infatti tutti noi sapevamo che anche se il mondo stava per crollare, Giovanni sarebbe rimasto li' curvo sul piatto a finire quello che c'era dentro.
Dopo che ebbe finito, ci disse : "Sentite, devo andare ad avvisare i carabinieri, questo e' materiale per loro". In quel periodo la caserma dei carabinieri era situata nel palazzo dei Placida, appena dopo la curva sulla sinistra, Giovanni si era messo in testa al gruppo e tutti gli altri dietro.
Dopo aver riferito tutto al carabiniere che apri' la porta, tutti ci recammo di nuovo al castello ma solo i carabinieri andarono li' sotto il muro indicato, quello col buco da dove era uscito fuori il proiettile. Noi da lontano osservavamo uno dei carabinieri che prima aveva scrutato il buco e poi ci aveva infilato dentro la mano.
Ogni volta che tirava fuori la mano dal buco, la stessa tirava fuori qualcosa, infatti notavamo che prima la mostrava al suo collega e poi la deponeva per terra, mentre dal nostro gruppetto, giu' sulla via, si levava un brusio ogni volta che questo gesto si ripeteva.
Il carabiniere continuo' a tirare fuori oggetti per un bel pezzo ed ognuno nella propria testa faceva chissa' quali fantasiose supposizioni. Un carabiniere scese verso di noi e l'altro rimase lassu', subito dopo il carabiniere disse a Giovanni che nel buco c'erano diciassette proiettili ed a noialtri ci intimo' di non salire piu' fino a lassu' perche' c'era un grosso pericolo.
Tutti ritornammo a casa perche' era quasi l'imbrunire, eravamo su' di giri per il continuo susseguirsi di emozioni durante quel pomeriggio, eravamo contenti, come quando nei films, gli eroi tornavano a casa col sorriso sulle labbra, consapevoli di aver sconfitto il nemico e salvato l'innocente.

(Storia realmente accaduta)

Siamo dalle parti du voscu o da lenza anni 60.Due nostri compaesani che io chiamero'cumpari TOTU e cumpari NICOLA.Era d'estate ed erano dediti alla coltivazione dei faggioli che promettevano bene. U giorno quando i faggioli erano pronti per essere raccolti,arrivano due persone da PENTONE e chiesero aru cumpari NICOLA se potevano raccogliere come si usava dire na MINESTRELLA ,e lui senza esitare gli disse che potevano raccogliere quanto ne volevano. Dopo aver raccolto a minestrella le due persone ringraziarono i due nostri compaesani invitandoli a casa loro ,durante i festeggiamenti in onore della MADONNA DI TERMINI per ricambiare la cordialita'.E si diedero appuntamento per un tale giorno.Mancavano piu' o meno una settimana per la data che loro avevano accordato ,e quando Nicola incontrava Totu per la strada gli ricordava che la data si stava avvicinando .E nicola con il sorriso gli ricordava che gia da una settimana si nutriva solo con acqua e pane e totu doveva fare lo stesso.Finalmente arrivo' il giorno dell'invito a pranzo a PENTONE .Moglie Marito accolsero i nostri conpaesani con grande gratitudine imbandendo il tavolo di tante primizie. A principio erano timorosi scornusi , ma dopo un incoraggiamento da parte dei padroni di casa ,tipo mangiate......... fate come se foste a casa vostra ......... non abbiamo parole per ringraziarvi per il vostro buon cuore........ i nostri conpaesani iniziarono a mangiare con grande diligenza. MA i loro occhi erano puntati sulle SOPPRESSATE, che la padrona di casa continuava a tagliare.Ogni qualvolta il piatto era vuoto la donna domandava se doveva tagliarne un'altra e loro rispondevano eh.....ehhh....sicce fussa natra ..........e si contnuava cosi fino a quando la donna incavolata intimava al marito di non portare piu' SELLIOTI a casa sua che lei poteva fare a meno da MINESTRELLA.E cosi i nostri paesani s'incamminarono verso il nostro paesello .U CUMPARI NICOLA CU RU PIZZUARRISU VERSO U CUMPARI TOTU.........TU DISSI CA CI FACIAMU PAGARA A MINESTRELLA ....................................................................

Il racconto di Volo me ne ha fatto ricordare un altro, veramente accaduto a Sellia attorno ai primi anni settanta.

Turuzzu era un accanito fumatore ma la moneta era scarsa per questo suo vizio. Negli ultimi tempi andava su tutte le furie perche' le sigarette sembrava che aumentassero di prezzo piu' spesso e se la prendeva col tabaccaio, che secondo lui era il principale colpevole per questi rincari; fra' se' e se' pensava: "Eju tegnu u vizzu e chissu si n'approfitta pemma i ncara ogne vota".
Questo suo risentimento verso il tabaccaio era quasi diventato odio: "Ma insomma si sicaretti quannu a spicci pemma i ncari?", diceva al tabaccaio, e quest'ultimo abbozzava, conoscendolo per una persona irascibile ma principalmente Turuzzo era un semplicione ed il tabaccaio non aveva nessun interesse a replicare alle sue dimostranze.
Un bel giorno Turuzzu decise che doveva fargliela pagare al tabaccaio e siccome aveva lavorato piu' del solito negli ultimi tempi, si trovava in tasca abbastanza soldini; cosicche' si reca "aru tabacchinu" e, con lo stupore del tabaccaio, si compra 20 pacchetti di sigarette, che allora costavano 200 lire. Si mette le sigarette in una busta e sale verso la piazza da "Mmaculata", arrivato al muretto, toglie le sigarette dalla busta, le mette in fila e si siede. Passano pochi minuti ed incominciano ad arrivare incuriosite le prime persone; - "Chi fu' cumpari Turu'? " E lui:" Vinnu sicaretti, si boliti ma vi l'accattati, i vinnu a 150 liri u pachettu pe' dispettu du tabacchinaru".

Occam, e si storielli ci nne' cchju' de una...Na vota m'arrecordu ca vinna ru rugagnaru ara chiazza di Palazzini e na signora volia ma s'accatta n'oggettu ppe ra cucina e li domannau aru principala quantu custava, mi para ca era na cassarola...Chillu ci dissa ca custava 2,000 liri e ra signora ci respunniu ca era troppu cara e ra volia ppe 3,000.
- "si mm'a dati ppe tria ma pigghju sinno' va teniti"

Allora vorrei Cogliere l occassione per raccontarvi la Vera storia,descritta in Modo non corretto in questo prepost.questo signore allora era un ragazzo fidanzato nel paese vicino.non sveglio Sua moglie ma bensi tutta la palazzina,tremava dalla festa in giu come se avrebbe veramente visto u lupipampinu,pensate Che arrivarono anche i carabinieri Di. Crichi,fatto sta Che il Giorno dopo invece Di. Dire Che se Lera fatta a dosso,racconto il discorso Che lui avrebbe messo paura a le altre persone,

Cumpari Selliasup, facitiva sentira chju' aru spissu...A mmia, quannu sentu rumanzi e lupipampini, mi s' arrizzanu i capilli du cozzettu.
Numma faciti passara n'atri sei misi!

Anch'io proprio ieri l'altro ho sentito parlare di quella vecchia storia du Casinu e Girunna e del fatto che le persone che ci abitavano udivano musica, hanno fatto pure il nome della famiglia ma e' preferibile raccontare i fatti senza fare nomi, oppure se proprio non se ne puo' fare a meno del nome inventarsene uno a caso. Invito Romy a raccontarci le storie della Portabella e quella da Timpa e Pallara.

Sono tutta orecchie....

Ho trasferito qua' il post lasciato da Romy nella stanza della Buonasera.

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Nuovo messaggio romantico 1 Oggi a 17:32
Prendiamo a paurata di mio fratello! Lui era fidanzato con l'attuale moglie però lavorava a Catanzaro come meccanico di moto, il sabato pomeriggio tornava ha casa dovo essersi lavato e cambiato andava dalla ragazza e non si ritirava se non scoccava la mezza notte, la famiglia sorrentino come quasi tutti sanno in quegli anni abitava alla Parta bella appena scesi 6 gradoni dal x Bar Biamonte Gigino, una bella notte di Domenica come al solito da la buona notte saluta tutti e si avvia a salire i primi gradoni come sappiamo tutti in prossimità dell'ultima rampa c'è sempre uno spiazzo piano di sosta: appare un signore distinto e dice buona sera... mio fratello risponde come di dovere, all'ora lui chiede a mio fratello se ha da accendere ? mio fratello risponde di si! pensando con la scusa approfitto della compagnia per fumare pure io una sigaretta all'ora lui fumava le tre stelle, ma quando fa per accendere il cerino pensando? adesso lo guarderò in faccia, per vedere chi è a questo punto il signore scompare lui rimane con il cerino in mano lascio a voi immaginare quanti secondi mio fratello ha impiegato per arrivare a casa, dato che la nostra casa era situata muro e muro con il palazzo placida e Perrone al terzo piano i 20 gradini per salire immagino se li avrà fatti volando e arrivato ha casa che non respirava più dopo dall'ora la sera rincasava molto prima e armato di una verga di ferro

Avevo circa 11 o 12 anni, quando un giorno come tanti in un pomeriggio verso le ore 17 e qualcosa sono andata in cerca di mia mamma, perché ero stanca dal giocare e volevo andare a casa. Sono scesa per il magazzino, credendo che mia mamma era li per dare da mangiare alle galline o maiale che avevamo. Arrivata li mi sono accorta che era tutto chiuso, persino le galline erano giá a nanna e cosi dopo aver chiamato piú volte, decisi di ritornarmene di nuovo a giocare fino a quando i miei tornavano a casa. Mentre risalivo la stradina che portava al magazzino ho intrvisto una donna vestita di scuro. Io credevo fosse una certa "Cummari" che li vicino aveva anche il suo maialino e cosí la chiamai piú volte come mi era solito fare. Questa benedetta cummari peró non mi dava risposta, ma si avvicinava verso di me. Ad un tratto si é accostata sulla sua sinistra verso un palo della luce credevo volesse buttare qualcosa ed invece é scomparsa come se si fosse infilata dentro quella parete di terra vicino quel palo della luce. Volete sapere la mia reazione?
Mi sono strofinata prima gli occhi per capire se mi stavo sognando, ma visto che non era un sogno, me la sono data a gambe piú che potevo e non sono piú andata al magazzino per parecchio tempo...

Ne ho sentite di queste storie accanto al focolare nelle serate d'inverno...Oscar, secondo te chi era quella signora di nero vestita?

La sora Oscar ma ffattu spagnara daveru....

Mi s'a azatu u pilorciu, chju' assai da storia e Romy.

mo vaiu e nserru porta e finestri , m'aviti fattu spagnara

Avrei voluto, anzi meglio non sapere, visto che é sparita nel nulla.... Ancora oggi ci penso... Io non vorrei crederci alle pagurate, ma ne ho sentite e subite diverse.....

Ma voi ci credete ai fantasmi?...

L'anu fattu a ...pagurata....

Se non sbaglio i fantasmi non parlano, eppure quello della storia di Romy aveva chiesto un cerino...Forse non era un fantasma vero, che dite?