FATTI E FATTARELLI DI SELLIA .......E DINTORNI

Allura a pagurata u dera da sellia pecchi nui u chiamamu abbattaru.

Una volta mia sorella ´dopo sposata nel 1987 andó ad abitare in via Cacciatori.... Quasi ogni notte quando arrivano 3.00... Raccantó che tutto ad un tratto gli sembrava la terra si fermasse e di colpo udiva delle voci che apparnevano ad un´altra epoca.... In quella casa che per motivi di sicurezza non nomino ci rimase 2 anni dopo di ché strasloco´.... Premetto che mia sorella non ha mai avuto paura dei fantasmi, ma se ve lo racconta lei... Fa venire i brividi

volo dell'angelo ha scritto:Allura a pagurata u dera da sellia pecchi nui u chiamamu abbattaru.

Vabbo', cerinu o abbattaru...Inzomma volia pemma accippa ra sicaretta e ha parratu...Cumpari Volu, a vui vi n'anu fatti pagurati?

la storia del fratello di Romy e' vera, perche' me lo ha raccontato di persona, era un signore distinto, con un vestito e un cappello bianco....ghli ha chiesti di accendere....

Mah! Io fantasmi non ne ho mai visti ma non vuol dire che non ci credo...Pero' ripeto che di fantasmi che parlano non ne ho mai sentito parlare, ho i miei dubbi...

Chilla fimmina un parrava, ma ti assicuro che l´ho chiamata piú di una volta, ma non mi risposto... Peró l´ho vista mi é rimasta impressa perche aveva anche il grambiule....

Oscar ha scritto:Una volta mia sorella ´dopo sposata nel 1987 andó ad abitare in via Cacciatori.... Quasi ogni notte quando arrivano 3.00... Raccantó che tutto ad un tratto gli sembrava la terra si fermasse e di colpo udiva delle voci che apparnevano ad un´altra epoca.... In quella casa che per motivi di sicurezza non nomino ci rimase 2 anni dopo di ché strasloco´.... Premetto che mia sorella non ha mai avuto paura dei fantasmi, ma se ve lo racconta lei... Fa venire i brividi

Si dice che il fantasma o lo spirito di una persona rimane anche a lungo nel posto dove ha vissuto, se la sua morte e' stata per cause violente oppure se durante la sua vita non ha ottenuto serenita' o pace. Forse il caso di tua sorella e' dovuto ad un fattore del genere.

Infatti lei ha pensato una cosa simile, li sentiva pregare, peró non capisa cosa dicessero...

Stanotta un dormu...

mi staviti facennu venira mmenta tutti i fattarelli chi si cuntavanu ara rasa du focu , ognettantu
sentu ncuna cosa da banna da costata

In passato molte persone sono morte perche' precipitati nei burroni, dunque morti improvvise e violente...

Sellia, verso la fine degli anni 30.

Il paese ha appena subito i primi smottamenti; quelli del 1937, le frane avevano costretto tante famiglie ad abbandonare le proprie case, risultate inabitabili per via di crolli o crepe.
Ai piedi del borgo erano stati costruiti dei baracconi di legno in mezzo alle vigne ed agli ulivi, dove le famiglie che avevano perduto la loro casa, abitavano in condizioni che lascio immaginare; le famiglie allora erano povere e numerose, ci si doveva arrangiare, anche se alle famiglie piu’ numerose erano state affidate delle baracche piu’ spaziose, rimaneva una condizione di precarieta’ e squallore generale.

Salvatore era un ragazzino di otto anni, vivace e testardo, molto diverso dai suoi fratelli e sorelle; era un animo ribelle e spesso il padre doveva correre ai ripari con mezzi e mani pesanti per cercare di correggere questa sua peculiare caparbieta’ nel mettersi nei guai, anche se il padre stesso sapeva bene che era l’unico figlio che gli assomigliava di piu’, lui non era esattamente uno stinco di santo.
Ogni tanto se lo portava con lui in campagna, ed era stato lui stesso un giorno ad avergli messo in mano la prima pistola per insegnargli il tiro al bersaglio verso una pala di fico d’india o qualche tronco d’albero.

Salvatore da quel giorno in poi viveva in un mondo diverso, sparare con una pistola vera era stato come aver abbandonato anzitempo la fanciullezza ed esser entrato nel mondo dei grandi dalla porta principale; aveva sparato con una pistola vera ed il padre era rimasto soddisfatto della sua mira.
Vivere nelle baracche comportava molti disagi e paure per adulti e specialmente per i bambini; per esempio Salvatore piu’ di una volta aveva visto nella piccola cucina, una grossa biscia giallastra, la cosidetta “lofita” che forse attirata dall’odore del latte era entrata, strisciando attraverso qualche buco o fessura ed invano il padre aveva preparato una trappola per ucciderla; una specie di tagliola con un pezzo di pane inzuppato nel latte come esca. La “lofita” gli era strisciata sopra ma la trappola non era scattata con grande disdetta di Salvatore che aveva assistito con paura ed apprensione all’evolversi dell’evento, con la biscia che era poi scomparsa in qualche buco.

Un giorno Salvatore stava per entrare in cucina quando vide il “lofituna” steso in tutta la sua lunghezza, forse un metro e mezzo, se ne stava tranquillo come al solito in cucina e fu’ allora che a Salvatore gli baleno’ in testa di correre nel cassettone a prendere quel pistolone americano su cui suo padre aveva messo le mani e che qualche emigrante aveva portato a Sellia dall’America, dove, da diversi decenni, vi si recavano a gruppi per lavorare “ a pala e picu”, quando andava bene nell’edilizia, nella costruzione di strade, ferrovie; mano d’opera affidabile ed a basso costo. Molti emigranti erano tornati al paese ed avevano comprato qualche pezzetto di terra e si era sparsa la voce che in America si diventava ricchi, che le strade erano lastricate d’oro; molti di loro capirono la dura realta’, quando appena messo piede in America si erano trovati a contatto con la nuda e durissima verita’. Uno di loro, uno di quelli che aveva del sale in zucca, dopo aver fatto ritorno a Sellia, racconto’ che le cose non stavano esattamente come si credeva, racconto' a tutti che in America si lavorava dall' alba alla notte e che non solo non c’era oro nelle strade ma che non c’erano nemmeno le strade e che era spettato a lui aiutare a costruirle.

Quella pistola era lunga e pesante, una specie di piccolo archibugio che si caricava con polvere da sparo, stoppa e pallini.
Salvatore prese in mano quella specie di piccolo cannone e pian piano fece ritorno verso l’entrata della cucina, il biscione era ancora li’ fermo, prese con cura la mira e cerco’ di tenere la mano ferma e tesa, come gli aveva insegnato suo padre con l’altra pistola, solo che pero’ quella era molto piu’ leggera di questa. Passarono dei secondi che gli parsero lunghissimi, poi premette il grilletto e sparo’ un colpo che sembro’ una cannonata e non vide piu’ niente; senti’ solo un dolore alla fronte, come se il colpo fosse partito e poi in qualche modo rimbalzato all’indietro per colpire lui al posto della biscia.
Si tocco’ la fronte che gli grondava copiosamente sangue e fu preso dal panico, proprio mentre, attirati dallo sparo, i suoi genitori corsero dentro per vederlo con la fronte sanguinante ed il pistolone in mano. Credettero anche loro che si fosse sparato in fronte, poi si accorsero che Salvatore indicava col dito il pavimento della cucina, dove se ne stava lungo e stecchito il biscione senza testa. In fretta e furia Salvatore fu’ portato dal medico che si pratico’ una sutura sulla fronte, la ferita gli era stata procurata dal cane del pistolone che rinculando dopo lo sparo gli aveva spaccato la fronte.

(Storia realmente accaduta)

1943

Gli anglo-americani, dopo lo sbarco in Sicilia, risalgono la penisola. Sellia non e' toccata da nessun combattimento, mentre Catanzaro viene bombardata spesso, costringendo gli abitanti a cercar rifugio nelle campagne e nei paesi del circondario.
Dopo l'armistizio, i tedeschi ritirandosi fanno pesanti rappresaglie contro gli italiani ma tutto cio' e risaputo. Nelle nostre contrade, gia' dopo i primi bombardamenti, c'e' gia' chi butta i fucili e se la da' a gambe, secoli di invasioni hanno inculcato nelle popolazioni l'idea della sopravvivenza innanzitutto, quindi: "Francia o Spagna purche' se magna".
I tedeschi di stanza sul litorale jonico si ritirano verso l'interno, con l'intento di ripiegare verso la Sila. Da Sellia passa qualche convoglio tedesco tra la curiosita' generale, si fermano ai piedi della Portabella e qualche ufficiale, con dei binocoli, guarda verso Zagarise e Magisano.
Qualcuno si chiede il perche', il giorno dopo, da Sellia si sentono dei forti boati provenienti proprio dalle parti di Magisano; per evitare di essere inseguiti, i tedeschi avevano fatto saltare i due ponti tra Zagarise e Magisano e tra quest'ultimo e S. Pietro.
Cio' pero' non ferma gli alleati che con aerei in picchiata bombardano e mitragliano i tedeschi allo sbando sulle alture silane. In localita' Monaco (Villaggio Mancuso) qualcuno ha visto enormi mucchi di cadaveri di soldati tedeschi, prima di essere sepolti in fosse comuni; fucili piantati sui cumuli di terra ne segnalano la presenza. Per molto tempo a Sellia e dintorni vengono trovati armi e munizioni che erano stati nascosti negli anfratti e nelle boscaglie, molte persone si impossessano dei residui bellici e li usano per difesa personale o per andarci a caccia. Tempo dopo, le autorita' locali emanano comunicati alle popolazioni affinche' vengano restituite armi e munizioni, pena pesanti sanzioni o carcere.