FATTI E FATTARELLI DI SELLIA .......E DINTORNI

Sono sicuro che ci potrebbero fare un pensierino, con tutto il vino che producono.....ho saputo che Admin e' venuto a trovarti....chi sa quanti scalpi avra' portato a casa...

Chissa' quanti anni di servizio negli Texas Rangers gli rimangono a Occam, mi scordavi ma cciu' domannu quannu glivi m'u trovu...Quello e' pure un lavoro usurante, ppe mma tagghj sempra chilli troppe e capilli, ppe mma scappi chilli praterie praterie e deserti sutta chillu settu e sula, u sa' quanta purberata respiri...Mah, speriamu ma si congeda prestu.

“IN VIAGGIO DA SELLIA VERSO LA SILA…. E RITORNO” narra la storia di un viaggio, il suo primo viaggio di un bambino di circa 10 anni che insieme al suo papà e suo zio partono con i due asinelli carichi di “ficu tosti” diretti in Sila dove li baratteranno con delle patate. Durante il viaggio incontreranno diversi pericoli dovuti all’epoca in cui il racconto si svolge, siamo infatti all’imminente spedizione dei mille che ci porteranno dal regno delle due Sicilie, con la dominazione dei borboni ,all’annessione del regno d’Italia
si svolge su un itinerario relativamente breve,quasi banale,addirittura monotono visto nel contesto dell’epoca in cui viviamo in cui tutti abbiamo la macchina, anche più di una. Oggi andare da Sellia in Sila ci vuole al massimo tre quarti d’ora; strada un po’ tortuosa ma tranquilla al massimo come imprevisto possiamo trovare un po’ di neve ma con le catene montate tutto si risolve. Se invece ritorniamo indietro nel tempo nell’epoca in cui il racconto si svolge, tutto cambia. L’asino era l’unico mezzo di locomozione per il trasporto di persone o cose, il territorio era infestato di ladri, farabutti, briganti che non avevano alcun scrupolo, allo stesso modo si comportavano i borboni sempre più lontani dalle esigenze della popolazione, sempre più tiranni, prepotenti. Oggi per avere delle patate basta andare dal fruttivendolo o al massimo al supermercato; una volta bisognava armarsi di coraggio, forza di volontà ed affrontare lunghi viaggi per poter barattare i prodotti locali con altri meno presenti. Il racconto oltre a descrivere i vari posti percorsi durante il viaggio e anche un susseguirsi di situazioni molto rischiose, con un bambino di 10 anni ( all’epoca bisognava crescere in fretta) che ci racconta tutto il viaggio di andata e ritorno, due giorni pieni d’avventure, pieni di rischio ma anche pieni di dignità di una popolazione al limite della miseria, ma mai senza dignità. Mi farebbe piacere se dedichereste 5 minuti visitando il blog . Buona lettura

Complimenti Zagor, per tutto l'impegno che metti per il forum e il tuo "BLOG", c'e' competenza e passione verso la storia del nostro paese, sei una colonna del forum.
Grazie

Beh! io non faccio che ripeterlo, Zagor è davvero un personaggio importante ,senza i suoi racconti, saremmo all'oscuro di fatti veramente importanti che concernano il nostro paesello!!

Sono daccordo LUx, Zagor merita tutti questi complimenti, e' veramente innamorato del suo paese.

Per gli amici che vogliono fare un tuffo nel passato
http://selliaracconta.blogspot.com/2010/11/alcune-antiche-usanze-di-partecipazione.html

lux ha scritto:Beh! io non faccio che ripeterlo, Zagor è davvero un personaggio importante ,senza i suoi racconti, saremmo all'oscuro di fatti veramente importanti che concernano il nostro paesello!!

Più seguo Zagor e più do ragione a Lux

Lux,Cuv. un complimento fatto dal Re e dalla Regina del forum mi sprona nel proporre,trascrivere i tanti racconti,la tradizione,i riti molti dei quali ormai dimenticati. Che ho avuto la fortuna di raccogliere molti anni fa

Noi siamo pronti a raccogliere il frutto del tuo impegno

Complimenti Zagor...continua cosi...

Leggo il blog di Zagor ogni giorno e lo ammiro per la costanza e la genuina pazienza che ha vuto nel raccogliere quei preziosi appunti in quel benedetto quaderno. Oggi, tutti noi ne traiamo beneficio, venendo a conoscenza di molti fatti che prima non conoscevamo.

Ragione hai, cumpà, molte "storie" sarebbero rimaste "ammucciate"

Ragione hai, cumpà, molte "storie" sarebbero rimaste "ammucciate"

Anche a Sellia (com'era consuetudine in tutto il meridione) i defunti venivano seppelliti all’interno della Chiesa Madre usanza rimasta sino agli inizi del 1900. Vicino all’altare principale c’era una botola enorme in cui si accedeva nella cripta dove venivano sistemati i vari defunti,. questa botola veniva utilizzata per le persone più benestanti del paese come baroni,notai,dottori, sacerdoti,commercianti….mentre un'altra botola era sistemata vicino la porta d’ingresso dove venivano sepolti tutte le altre categorie dagli artigiani,agricoltori,pastori, ecc.. Dunque anche da morti bisognava attenersi alle varie categorie del ceto sociale...........................continua sul blog

Quando c'era ancora questa usanza, a Sellia una volta aprendo la botola per calarci dentro un deceduto si trovo' appoggiata una testa contro la botola stessa dalla parte sottostante, era una donna che era stata calata dentro molto tempo prima perche' era stata data per morta ma non lo era.
La poverina probabilmente aveva avuto qualche malore, oppure dichiarata morta per mancanza di segni vitali ma poi era tornata in vita dopo essere stata messa dentro la cripta. Aveva cercato di sollevare la pesante botola ma non ci era riuscita, fu trovata infatti mummificata, con un pezzo di tessuto arrotolato sulla testa ('a curuna) che purtroppo non le era servito per cercare di fare piu' forza nel sollevarla.

Anch'io ho sentito spesso parlare di questa persona che a causa della sua morte apparente, fu sepolta viva. Effettivamente come diceva Zagor, anche nella sepoltura vi era e vi è, purtroppo ancora oggi, differenza di classe.

Guaglio' mo vi cuntu na storia e pagurati pero' numma vi spagnati quannu nesciti a sira tardu o sentiti ncunu rumura quannu siti suli ara casa.

Ve la racconto come l'ho sentita "ara rasa du focularu".

Maritu e mugghjera avianu jutu di palazzini ara Sellia ccu ra lambretta ma trovanu ara mamma e poi verzu a 'mbrunuta si nne stavianu scinnennu, comu s'usava nna vota "a motora spentu", illu davanti e illa d'arretu. Arrivati ara curva da Frischia, ara mugghjera li vanu l'occhi verzu subbra, praticamenta ara curva e Custantinu e ti vida na perzuna chi stavia ferma all'allirta e chillu spuntuna, sa perzuna si jetta de lla' e cumincia ma vula ccu ri manu aperti, chjanu chjanu verzu sutta e verzu illa. Quannu sa perzuna chi vulava stavia arrivanu a pochi metri ccu ri manu avanti comu quannu ca a volia acchjappara, illa si misa ma grida u numa du maritu: "Nico', Nico'"...
Appena si sentiru si du' paroli, chill'ominu chi vulava avia sperutu.

chisà chi era sa perzuna chi vulava cu i vrazza aperti????

Sul blog [u]Selliaracconta[/u] siamo arrivati alla penultima parte del racconto del mese di marzo.

...........Per parecchi giorni non uscii di casa, non si poteva “E’ scornu ma ti vidanu jocara subitu dopo chi è moruta nannata” Mi sembrava di essere in prigione, ne soffrivo molto, ero ansioso di rivedere la foto, per fortuna c'era nonno che mi disse molte cose sul vecchio borgo di Sellia il quale franò rovinosamente nel 1943, ma tutto questo non faceva altro che aumentare la mia smania di rivedere la foto. Finalmente mamma dopo un paio di giorni mi disse che potevo uscire, mi recai subito "a ra chjazza" il vecchietto era li al suo solito posto, ma anche i miei amici erano li. Non giocavo da diversi giorni ma sapevo benissimo da chi dovevo andare per primo....... dai miei amici ovviamente! Anche perchè avevano racimolato chissà dove un pallone vero, certo un pò sgonfio ma era un pallone,un pallone vero! ...............................

Hai ragione zagor pallone sgonfio. Io lo facevo gonfiare ara forgia. Comunque era bonu pe u vecchiu campu sportivu ara ntenna

Poi quannu c'era nu funerala in famiglia nun si potia accippara mancu u televisora pe nu misa

Giusto Attilio...........ma a noi non mancava più di tanto, anche perche i canali erano solo 2 con le trasmissioni che iniziavano alle 13 per terminare verso le 24

Adesso ci siamo modernizzati...almeno in questo! la tv si accende ma si tiene bassa sinnò è scornu pecchina senta..non rinunciamo alla ns. telenovelas.