Per gli utenti "in chiaro"

Come tanti ho saputo, tramite il forum, di questa mozione di sfiducia. Premetto che, volutamente, non ho parlato con nessuno. Non so, quindi, le versioni, più o meno ufficiali, date dalle parti. Personalmente, non ne farei un dramma, ma mi concentrerei ancor di più sul confronto...che deve rimanere vivo affinché si portino a termine ciò che si era programmato. Come tutti, conosco, chi più chi meno, le persone di entrambi gli schieramenti ed è per questo che non posso pensarli irresponsabili. Ognuno con la loro testa, giustamente, ma non irresponsabili.

Ciao Tommaso, è un piacere sentirti...soprattutto perché sei lontano. Si certo, ci si augura che qualche altro forumista in loco informato dei fatti, delle percezioni e del "si dice in giro" possa per questo mettere della carne al fuoco, cosa che entrambi non possiamo permetterci data la nostra non quotidianità in Sellia. Certo è che ci sono alcuni forumisti che affermano, legittimamente, che chi vive altrove, cioè non a Sellia, non dovrebbe profferire parola alcuna sulla stessa. A me pare un pochino esagerato pensare che una persona nata a Sellia, ma domiciliata altrove, non possa esprimere un parere generale, anche se, sono d'accordo, non certo pertinente alla quotidianità, agli umori, o al cambiamento (non necessariamente in meglio) che c'è, che ci deve pur essere, in una pur piccola comunità come Sella, ma che noi, non vivendoci,  non potremmo e non possiamo percepire. Ne consegue che l'onere "interventistico" cade su chi vive a Sellia.

Circa la situazione politica attuale,  che dire? Niente! O meglio, dal punto di vista del merito nulla, in quanto, come ho già detto, bisognerebbe vivere con la squadra e respirare l'aria dello spogliatoio per poter esprimere un parere. Altrimenti sono solo chiacchere da bar. Certo è che, come persona nata a Sellia, non posso che esprimere rammarico, in quanto è senz'altro Sellia, la comunità...dei giovani, dei giovanissimi che continueranno a pagare un prezzo salatissimo.

Cosa voglio dire con questo. Semplicemente che chi si propone di guidare una comunità fa perno e fa presa presentandosi ai potenziali elettori come LA verità...e l'altro/a come LA menzogna. Entrambi gli schieramenti hanno avuto un leader, un personaggio, cioè, che sostanzialmente ha avuto e, tutt'ora, penso, avrà un ascendente sugli altri, che ha, cioè, un diritto di parola in più. Questo perché questi è capace di dire e vedere la verità: la parrasia, questo era e dovrebbe essere il grande requisito del politico democratico, il motivo per cui un politico viene scelto dai cittadini. Una persona che ama  e si batte per  la verità. Una personalità avente una loquacità che va di pari passo con il piacere di confrontarsi e, se necessario, riconoscere del merito nell'avversario che deve essere riconosciuto come tale e non come un nemico. Insomma, tornando ai Nostri, speriamo che abbiano a parrasìa se non di riprendere, almeno "aggiustare" e non 'ncavunara il salvabile.

"...Forse sarò ingenuo e certamente sono un profano dei sotterfugi politici..."

E su questa conclusiva e, quasi, senza pretese frase che ...casca l'asino. Mi spiego. Si sta dicendo da più parti sui media (talk-show, giornali e piccole e grandi agorà) che forse l'Italia si stia liberando di Berlusconi, ma non certo del sistema, cioè del "berlusconismo". Un sistema, come lo definiscono i suoi detrattori, che ha preso piede nel comportamento dell'italiano medio e che, così facendo, porta questi a prediligere, appena può, le apparenze alla sostanza.
Ritornando al tuo post, tu chiosi con tre termini, ovvero, "ingenuo", "profano" e "sotterfugi". I primi due denotano, purtroppo, una "debolezza" di fondo, percepita non tanto a carico di chi le pronunci, quanto, piuttosto, a carico di quella persona a cui fanno riferimento. L'ultimo, invece, denota una forza, una "risorsa", un'astuzia. Di conseguenza, dato che si vive nell'era dell'arrivismo apparente, cioè, l'importante è mostrare, far credere di avere - mi viene in mente l'aneddoto dell'emigrato nostrano che da Milano fa ritorno al suo paesello per le sospirate vacanze e arriva cu nu machinuna...affittatu. Il figliol prodigo, ovviamente, non dirà che l'ha noleggiato, ma lo (u machinuna) farà passare per sua proprietà.
Ora, dato che penso che si sia capita l'antifona e non voglio tediare più di tanto, secondo te Tommaso (la questio è rivolta a tutti) quanti sarebbero e/o sono disposti a fare del Bene per Sellia senza necessariamente apparire? O pensi che, più realisticamente, si possa parlare e avere la speranza che, almeno, ci sia, tra le nuove leve di Sellia, chi vuole, effettivamente, fare del Bene e nutrire un interesse "passionato", ovvero dis-interessato e, comprensibilmente, sentirsi gratificato e riconosciuto per questo?
Concludo: chi, come "missionario/a", è veramente e idealisticamente interessato/a al Bene di Sellia, vale a dire a quel luogo dove lui/lei ha visto i natali o vi è cresciuto/a e ivi si è innamorato/a, questi dovrebbe pensare sì al presente, ai problemi urgenti da risolvere, ma sopratutto dovrebbe pensare, ad avere una visione di Sellia futura, di una Sellia che lui o lei non potrà vedere, ma in cui, camminandoci e incontrandosi peri vii eri vinelli, potranno, i posteri, evocare il suo di operato, il suo di nome, riconoscendogliene l'oggettivo miglioramento.  
E' a questo oggettivo e trasversale riconoscimento postumo che il/la candidato/a dovrebbe mirare. E' a questo tipo di "profitto" a cui si dovrebbe tendere, non a quello arrogante, supponente, immanente ("...ossia ciò che risiede nell'essere, ha in sé il proprio principio e fine..."-Wikipedia) e immediato perché parte, strumento e, quindi, vittima del sistema di cui sopra. Ma c'è un problema reale. Gli amministratori di oggi sono lontani anni luce da ciò che essi predicano. E questo perché sono ignari, dis- e in-educati a termini e concetti come la trascendenza ("...una realtà concepita come ulteriore, "al di là" rispetto a questo mondo...ciò che è superiore ad ogni altro nello stesso genere..." - Wikipedia) che non alberga in loro e per questo motivo più avvezzi, più assuefatti al sotterfugio che al naturale e realistico compromesso.