DAL ...... SOGNO......... ALLA.... REALTA'

Il successivo post sarà uno di quelli piuttosto prolissi. Mi scuso, già fin d'ora, con chi farà lo sforzo di leggerlo e, quindi, vi dedicherà parte del suo prezioso tempo. Ma vi assicuro che chi lo posta pensa che possa avere un nesso utile al contesto selliese.

“Io sono un uomo ridicolo. Loro mi chiamano pazzo, adesso.[...]una circostanza che era ormai superiore a tutta la mia persona:precisamente, la convinzione formatasi in me che dappertutto nel modo tutto è indifferente[...] La verità la conobbi ...in una fosca sera. [...]gettai uno sguardo al cielo[...]Ed ecco, mentre guardavo il cielo, mi afferrò a un tratto per il gomito quella bambina[...]Era atterrita [...]Ma io non la seguii, al contrario mi venne ad un tratto l'idea di scacciarla. [...]Ma ella improvvisamente giunse le manine e singhiozzando, ansando...gridò:"signore, signore...”poi di colpo mi lasciò e a precipizio attraversò la via:era apparso...qualche altro passante.[...]Salii al quinto piano. Io abito da un affittacamere.[...]Sedetti, accesi una candela e mi misi a pensare [...]Sapevo che in quella notte mi sarei sparato ormai di sicuro...E certamente mi sarei sparato, se non fosse stato per quella bambina. [...]Mi addormentai senza accorgermene. I sogni, sappiamo, sono davvero strani: qualcosa magari ci appare straordinariamente chiaro, minuzioso come la cesellatura di un orafo, su altre cose invece si passa sopra senza notarle neppure, come per esempio lo spazio e il tempo. Credo che i sogni nascano non dalla ragione, ma dal desiderio, non dalla testa, ma dal cuore, anche se la mia ragione in sogno si è esibita qualche volta in ingegnosi voli non da poco. Certo è che in sogno accadono cose del tutto incomprensibili. [...] E va bene, ammettiamolo pure, è un sogno, ma questa vita che viene tanto esaltata, io volevo finirla suicidandomi, invece il mio sogno, oh! Esso mi ha indicato una vita nuova. [...] Li pervertii tutti! Sì, sì, finì che li pervertii tutti! [...] Essi impararono a mentire e amarono la menzogna e conobbero la bellezza della menzogna. [...] Poi, nacque la sensualità, la sensualità generò la gelosia, la gelosia la crudeltà...Oh, non so, non capisco, ma presto, ben presto sprizzò il primo sangue: essi si meravigliarono e inorridirono, e presero a separarsi e disunirsi. Comparvero le unioni, ma ormai l'una contro l'altra. [...] Cominciò la lotta per la separazione, per l'individuazione, per la personalità, per il mio e il tuo.[...] Allora comparve presso di loro la scienza. [...] "Il sapere è superiore al sentimento, la coscienza della vita è superiore alla vita. La scienza ci darà la sapienza, la sapienza ci rivelerà le leggi, e la conoscenza delle leggi della felicità è superiore alla felicità". Ecco quel che dicevano, e dopo parole siffatte ciascun prese ad amare se stesso più di tutti, nè potevan fare altrimenti. Ciascuno divenne tanto geloso della propria personalità che con tutte le forze cercava soltanto di abbassarla e diminuirla negli altri; e in ciò riponeva la propria vita. Comparve la schiavitù...i deboli si assoggettavano volentieri ai più forti, a patto solo che questi li aiutassero a opprimere quelli che erano ancor più deboli di loro. Apparvero dei giusti...li si derideva o li si lapidava.[...] In compenso presero ad degli uomini che si diedero a immaginare come tutti avrebbero potuto unirsi daccapo·..e in tal guisa vivere tutti insieme, come in una società armoniosa. Intere guerre si scatenarono per questa idea.[...] ...comparvero i superbi e i voluttuosi...Comparvero le religioni...[...] Dicevo loro che ero stato io a far tutto ciò, io solo; ch'ero stato io a portare la depravazione, il contagio e la menzogna! li supplicavo di crocifiggermi [...]Ma essi ridevano soltanto di me e alla fine presero a tenermi in conto di strambo. Mi giustificavano...mi dichiararono che stavo diventando pericoloso per loro [...] Allora la tristezza entrò nell'anima mia...e qui appunto mi destai.[...] Per prima cosa, balzai su in preda a straordinaria meraviglia...d'un tratto ni balenò davanti la mia rivoltella...ma io in un attimo la scostai da me! Oh, adesso vivere, vivere![...]Sì, vita e predicazione! Io vado a predicare...che cosa? La verità, giacché l'ho veduta.[...] Ed ecco da allora appunto vado predicando! Inoltre, amo quanti ridono di me più di tutti gli altri.[...] Loro dicono che io ora già sono fuori di strada.[...] ma ascoltate: chi mai non si svia? [...] Dopo il mio sogno ho perduto l'uso delle parole. Per lo meno, di tutte le parole essenziali, delle più necessarie. Ma sia; andrò e parlerò sempre, instancabilmente, perché ho pur tuttavia veduto con i miei occhi [...] Ma, ecco, questo appunto i beffeggiatori non capiscono: "Un sogno-dicono- hai visto, un delirio, un'allucinazione" Eh! forse che questa è sapienza? E loro tanto s'inorgogliscono. Un sogno? Che è un sogno? E la nostra vita non è un sogno? [...] Soprattutto: ama gli altri come te stesso, ecco quel che è essenziale, ed è tutto, non occorre proprio nulla in più: subito troverai che contenerti.[...] E lotterò. Sol che tutti lo vogliano, e tutto si assesterà. E quella piccola bimba l'ho scovata...E io andrò! Andrò!”