Sellia- Un posto nel cuore
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Sellia: economia e brigantaggio....

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Messaggio  domperignon Sab 10 Gen - 14:27

Amo tantissimo la storia e spero piaccia anche a voi sapere ciò che avveniva dai primi dell'800 a fine 800 nel nostro paese e nei dintorni
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Messaggio  domperignon Sab 10 Gen - 14:34

Nel 1799, il regno di Napoli fu sottratto ai Borboni e venne proclamata la Repubblica Partenopea. In Calabria si crearono due opposte reazioni: i conservatori che si mantennero fedeli ai Borboni e coloro che, invece, auspicavano un cambiamento della forma di governo. Taverna e Catanzaro promossero l’adesione alla Repubblica Partenopea. Sellia, invece, si mostrò fedele ai Borboni e prese parte attiva ai rivolgimenti politici, durante la rivolta contro le truppe francesi. Proprio qui venne, infatti, istituito un corpo di armati per iniziativa di Nicola Rocca e Francesco Finelli, che impedirono ai giacobini catanzaresi di entrare nel paese. Il borgo ebbe, dunque, un momento di notorietà al passaggio delle truppe del Cardinale Ruffo, fervente borbonico e vicario generale del regno di Napoli, che era stato incaricato di restaurare la monarchia borbonica e di ristabilire l’ordine nel paese. Uomini di ogni condizione sociale, fedeli alla dinastia borbonica, seguirono il Cardinale Ruffo fino alla presa di Napoli, seminando ovunque morte e distruzione. Anche il Rocca ed il Finelli si arruolarono al seguito del Cardinale Ruffo e furono premiati per la loro condotta militare. Il Rocca fu nominato primo tenente, mentre il Finelli ottenne il grado di cadetto nel Reggimento Reale Calabria. Quando, dopo la conquista di Napoli, i Borboni tornarono a governare nel Regno, regnava in Calabria una situazione di semi-anarchia e di profonda agitazione. L’estrema miseria, che dominava in particolare la vita nelle campagne, l’esosità fiscale ed il disordine amministrativo in cui versava la regione, favorirono il dilagare del brigantaggio, fenomeno sviluppatosi nell’Italia Meridionale durante il 1800, che insanguinò le nostre contrade, portando lutti e terrore nell’intero Sud della penisola. Vere e proprie bande armate, saccheggiarono i Casali ed i centri abitati fino a scontrarsi con le truppe regolari. Nelle campagne calabresi agivano, infatti, bande di briganti, che si resero colpevoli di ogni tipo di atrocità e barbarie. Nel 1809 la banda del brigante Bartolo operava nella fascia presilana e tutti i paesi vivevano sotto l’incubo del suo arrivo: innumerevoli furono gli episodi di eccessi, di rovine e di morte. A Crichi misero a ferro e a fuoco il villaggio, uccidendo vecchi, donne e bambini. Anche Sellia si rese protagonista di questa triste pagina storica. Qui si distinse tra gli altri, per crudeltà ed efferatezza, il famoso brigante detto "Macellajo". A tale proposito va ricordato un aneddoto. Si racconta che, un giovane prete di Sellia, dopo aver celebrato messa in Catanzaro, fu assalito, sulla via del ritorno, dai briganti capeggiati da Turino di Taverna, che volle distinguersi inventando un genere di morte fino ad allora sconosciuta. "Fece tagliare al povero prete le dita con cui aveva consacrato, poi, gli fece scorticare l’occipite ed, infine, postolo come bersaglio, lo uccise a colpi di pietra"
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Messaggio  domperignon Sab 10 Gen - 14:45

Universalmente noto persino ai viaggiatori stranieri, ai quali i briganti apparivano spesso come un elemento folcloristico dell'Italia centro-meridionale, tale fenomeno colpiva, però, negativamente il comune sentimento morale di buona parte della popolazione locale, che condannava apertamente la ferocia dei furti, degli assassinii, dei rapimenti di persone a scopo di estorsione, nonché dei saccheggi indiscriminati messi in atto dalle varie bande nascoste nei boschi o sulle zone montane spesso impervie ed inaccessibili. Nel febbraio del 1806, un’armata francese, al comando del generale Massena, invase per la seconda volta il Regno di Napoli. Cominciò, quindi, il decennio francese, che vide il Regno di Napoli prima sotto la guida di Giuseppe Bonaparte e poi di Gioacchino Murat. Giuseppe Bonaparte, fratello di Napoleone, fu nominato re di Napoli dallo stesso fratello. Il suo breve regno, durato fino al 1808, fu caratterizzato da provvedimenti volti a dare nuove strutture civili e sicurezza interna al Regno. Un notevole cambiamento fu rappresentato dalla nuova divisione amministrativa del territorio. Nella nuova ripartizione amministrativa del Regno, la Calabria continuava ad essere divisa in due provincie: Citeriore (era cosi detta la parte Settentrionale della regione) ed Ulteriore (come era chiamata la parte meridionale a sud di Catanzaro). Entrambe le provincie furono, a loro volta, suddivise in distretti e governi (detti poi circondari). Inizialmente Sellia fece parte, con Simeri e Crichi, della provincia di Monteleone (l’attuale Vibo Valentia) nel distretto di Catanzaro. Quando, successivamente, Catanzaro fu elevata a rango di provincia, Sellia, assieme a Simeri, entrò a far parte del Circondario di Soveria. Il 1806 segnò anche la fine del feudalesimo. Le leggi napoleoniche eliminarono, infatti, gli antichi privilegi feudali in tutti i territori occupati. I baroni furono, quindi, spogliati da ogni diritto a prestazioni personali, a contribuzioni dirette ed indirette che avevano fino ad allora preteso; fu concesso loro di conservare solo i titoli nobiliari ed i patrimoni terrieri. L’attuazione delle leggi eversive della feudalità liberò, così, le masse contadine dalle prestazioni personali e dalle varie tasse feudali. Le terre demaniali vennero espropriate e quotizzate, cioè, ridotte a "quote" e divise tra i soli cittadini nullatenenti o piccoli proprietari. Nacque allora a Sellia, come a Simeri e a Crichi, la piccola proprietà contadina, cioè le "lenze" e le "vigne". Nel 1806, promulgata la legge per l’abolizione del feudo, anche Sellia si emancipò dalla dipendenza dei baroni. Fu allora che si verificò la cospirazione contro i Perrone, tristemente detta la "strage di Sellia". Nottetempo alcuni sicari appiccarono il fuoco attorno alla casa annessa al castello, dove risiedeva la famiglia Perrone, in modo che nessuno dei componenti della famiglia si salvasse. I sicari penetrarono, poi, nell’abitazione ed uccisero a pugnalate i coniugi Perrone, la figlia Isabella ed il figlio Francesco Antonio. L’unico sopravvissuto alla strage fu Nicola, un altro figlio dei Perrone, miracolosamente salvato dalla domestica di fiducia della famiglia.
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Messaggio  domperignon Sab 10 Gen - 14:48

l bimbo fu tenuto nascosto in Sila per circa 20 anni. Divenuto adulto, il giovane, aiutato dal liberale Assanti, riscattò parte dei suoi legittimi averi. Con l’ordinamento civile introdotto dai francesi, nel 1811, Sellia venne riconosciuta Comune nel Circondario di Soveria. Il primo registro comunale di Sellia di atti vari risale, però, al 1809 quando il paese faceva ancora parte della provincia di Monteleone. La dominazione francese in Italia si concluse nel 1815 con la fucilazione di Murat a Pizzo Calabro e la restaurazione della dinastia borbonica sul trono di Napoli con Ferdinando IV. Nacque, così, il Regno delle due Sicilie costituito dalla fusione dei due regni di Napoli e di Sicilia, governati da Ferdinando IV di Borbone, che assunse il nome di Ferdinando I. In questi anni andarono formandosi i primi focolai carbonari ma, per la condizione di miseria della gente del luogo, il Risorgimento Italiano restò estraneo alle grandi masse, interessando solo l’élite del censo e della cultura. Ciò nonostante, Sellia non rimase estranea alle idee che si agitavano in tutta Italia. Il paese svolse, infatti, il suo ruolo nelle vicende risorgimentali italiane. Durante i moti liberali di Napoli e della Sicilia del 1820 furono molti i carbonari calabresi che si unirono alle truppe di Guglielmo Pepe, chiedendo a gran voce la promulgazione della Costituzione. Fra i tanti vi era anche Domenico Pontieri di Sellia
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Messaggio  domperignon Sab 10 Gen - 14:51

Nel marzo del 1832, uno dei ricorrenti terremoti colpì vaste zone della Calabria. Simeri, Soveria, Zagarise, Cropani e Sersale subirono diversi danni. Furono gli abitanti di Sellia, che chiesero con supplica a S.M. D.C. la sede del Regio Giudicato che era a Soveria. L’intendente De Liguoro disattese la domanda, giudicando severamente chi voleva approfittare delle disgrazie altrui. Questi, però, pressato dal Ministro, a cui si erano rivolti i Selliesi, dette seguito alle procedure. Intanto avanzava analoga richiesta il Comune di Zagarise [4]. Nel mese di giugno del 1832, nel Comune di Zagarise si riunì, quindi, il Decurionato (era detto così l’ufficio dei membri dell’amministrazione comunale) del Comune medesimo per discutere al riguardo ed esaminare le richieste dei Comuni di Sellia e Zagarise.. Viene qui di seguito riportata la richiesta del Comune di Sellia: "Il Comune di Sellia ha domandato di esser dichiarato capoluogo di Circondario in vece di Soveria e ciò per i seguenti motivi: siccome il comune capoluogo trovasi danneggiato a causa del terribile flagello del tremuoto dell’otto marzo, così è difficile di rifazione. Inoltre, il detto comune di Soveria non è centrale e all’incontro Sellia non dista dai comuni limitrofi quattro miglia da Simeri, da Zagarise cinque, sei da Soveria e non sono interrotti da alcun fiume e che la popolazione delli due Comuni di Simeri e Sellia ascendono a tremila e più abitanti, due terze parti del rimanente circondario. Si aggiunge per di più, che nel detto Comune di Sellia si trovano delle persone commode con clero di otto cappellani, un aere salubre, dell’acqua migliore, un orizzonte esteso, per esser situato in veduta di una catena degli Appennini ed una parte del Ionio, l’agricoltura fiorisce ed ha un’immensa pianura ridotta, una divisione di demani feudali, particolari proprietà e popolo industrioso. Il Comune di Simeri e Crichi ha acconsentito alla domanda. In ricevere la presente, la prego di proporre l’affare al Decurionato e con apposita deliberazione farmi conoscere i risultamenti, tenendo presente il prescritto della legge in ordine al buon servizio o maggior vantaggio della popolazione. Per l’Intendente in giro - Il segretario Generale F. Lauretti" [5]. Al termine della discussione si propose e si approvò la mozione che riconosceva il Comune di Zagarise come il più adatto per essere sede del Regio Giudicato. La mozione riconosceva i vantaggi di Zagarise: l’edilizia decorosa, le numerose famiglie civili, il clima salubre, la posizione favorevole al commercio "essendo situata lungo la strada che, sulla sponda dello Ionio, conduce da Catanzaro a Crotone e agli altri ricchi paesi del Marchesato". Zagarise era, inoltre, il più popolato di tutti gli altri paesi del Circondario: "Sellia non l’eguaglia, perché è la riunione di due paesi, uno dei quali è sito nella Marina e dista dal principale circa dodici miglia. Soveria l’è inferiore. Simeri non è da paragonarsi e Crichi è del pari"
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Messaggio  OCCAM Gio 15 Gen - 21:02

Volevo far sapere a Donperignon che il suo lavoro di "storico" è letto ed è apprezzato in quanto non è importante sapere da dove veniamo, ma è importantissimo...il problema (ma questa è un'altra storia) è sapere COME, CHI, QUANDO, DOVE e PERCHE' "contestualizzare" il nostro passato nel nostro presente e futuro. Arrow
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Messaggio  domperignon Ven 16 Gen - 13:41

Macco infatti cotestuallizare il passato con il presente e il futuro è importante possiamo iniziare dal passato per arrivare ai giorni nostri e poi pensare in prospettiva futura
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Messaggio  OCCAM Mer 11 Mar - 21:44

E'risaputo che a Sellioutuluntanu ( e non solo) piacciono (nel senso di utilità all'uomo) gli asini, i ciucci insomma. Visto che ho cercato di inserire questo mio intervento nella sezione più appropriata, cioè di economia&brigantaggio...oggi ho sentito su TG5 una notizia curiosa. In Sicilia hanno rubato da un allevamento 6 asini di razza ragusana. Mi chiedevo se Sellioutuluntanu ne sapesse qualcosa... muttley.gif
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Messaggio  Ospite Mer 11 Mar - 23:06

OCCAM ha scritto:
E'risaputo che a Sellioutuluntanu ( e non solo) piacciono (nel senso di utilità all'uomo) gli asini, i ciucci insomma. Visto che ho cercato di inserire questo mio intervento nella sezione più appropriata, cioè di economia&brigantaggio...oggi ho sentito su TG5 una notizia curiosa. In Sicilia hanno rubato da un allevamento 6 asini di razza ragusana. Mi chiedevo se Sellioutuluntanu ne sapesse qualcosa... muttley.gif
Hai preso un abbaglio, i cunni anu e morira, tutti, e ri ciucci su cunni. A mia piacciono i MULI. Te ne se dimenticato. Questa era x Commy

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Messaggio  OCCAM Gio 12 Mar - 0:11

Hai ragione, Sellioutuluntanu, scusami...Ma, a volte, mi capita di prendere un abbaglio...quando raglio!
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Messaggio  cuvalo54 Sab 14 Mar - 0:22

selliotuluntanu ha scritto:
OCCAM ha scritto:
E'risaputo che a Sellioutuluntanu ( e non solo) piacciono (nel senso di utilità all'uomo) gli asini, i ciucci insomma. Visto che ho cercato di inserire questo mio intervento nella sezione più appropriata, cioè di economia&brigantaggio...oggi ho sentito su TG5 una notizia curiosa. In Sicilia hanno rubato da un allevamento 6 asini di razza ragusana. Mi chiedevo se Sellioutuluntanu ne sapesse qualcosa... muttley.gif
Hai preso un abbaglio, i cunni anu e morira, tutti, e ri ciucci su cunni. A mia piacciono i MULI. Te ne se dimenticato. Questa era x Commy

E finarmenta ccu sa scusa du mulu aiu capitu tuttu. A strata du voscu mavia prima confusu ma poi saggjjiennu du campanaru maiu ripresu. Un caro saluto a selliotuluntanu.
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Messaggio  Ospite Sab 14 Mar - 9:19

[quote="cuvalo54"]
selliotuluntanu ha scritto:
OCCAM ha scritto:[justify]E'risaputo che a Sellioutuluntanu ( e non solo) piacciono (nel senso di utilità all'uomo) gli asini, i ciucci
Hai preso un abbaglio, i cunni anu e morira, tutti, e ri ciucci su cunni. A mia piacciono i MULI. Te ne se dimenticato. Questa era x Commy
E finarmenta ccu sa scusa du mulu aiu capitu tuttu. A strata du voscu mavia prima confusu ma poi saggjjiennu du campanaru maiu ripresu. Un caro saluto a selliotuluntanu.
Caro cuvalu, visto che mi hai individuato, ti cordializzo con simpatia.Come ho detto in un altro pot, voi che ci avete vissuto + di me a Sellia, vi siete tutti riconosciuti, io purtroppo non riesco ad individuare le vostre personalità. ( ma sicuramente mangio lo stesso quando ho fame) Se anzicchè rispondervi al il vs. nick , vi rispondendessi con Antonio, Nicola Giuseppe ecc.ecc. sarebbe lo stesso. Importante scriversi e cordializzare, forse un giorno come promesso alla festa con il nostro distintivo sul petto, ci riconosciamo. salutoni.

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Messaggio  cuvalo54 Sab 14 Mar - 12:27

[quote="selliotuluntanu"]
cuvalo54 ha scritto:
selliotuluntanu ha scritto:
OCCAM ha scritto:[justify]E'risaputo che a Sellioutuluntanu ( e non solo) piacciono (nel senso di utilità all'uomo) gli asini, i ciucci
Hai preso un abbaglio, i cunni anu e morira, tutti, e ri ciucci su cunni. A mia piacciono i MULI. Te ne se dimenticato. Questa era x Commy
E finarmenta ccu sa scusa du mulu aiu capitu tuttu. A strata du voscu mavia prima confusu ma poi saggjjiennu du campanaru maiu ripresu. Un caro saluto a selliotuluntanu.
Caro cuvalu, visto che mi hai individuato, ti cordializzo con simpatia.Come ho detto in un altro pot, voi che ci avete vissuto + di me a Sellia, vi siete tutti riconosciuti, io purtroppo non riesco ad individuare le vostre personalità. ( ma sicuramente mangio lo stesso quando ho fame) Se anzicchè rispondervi al il vs. nick , vi rispondendessi con Antonio, Nicola Giuseppe ecc.ecc. sarebbe lo stesso. Importante scriversi e cordializzare, forse un giorno come promesso alla festa con il nostro distintivo sul petto, ci riconosciamo. salutoni.

Sei un grande. Hai perfettamente ragione non è importante chiamarsi Antonio, Nicola ecc. quanto invece lo è esserci e soprattutto esserci in qualche modo reincontrati. A presto e arrivederci da uno che ammirava quel mulo.
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Messaggio  Ospite Sab 14 Mar - 16:08

Sei un grande. Hai perfettamente ragione non è importante chiamarsi Antonio, Nicola ecc. quanto invece lo è esserci e soprattutto esserci in qualche modo reincontrati. A presto e arrivederci da uno che ammirava quel mulo.[/quote]
Alto come un nano del circo equestre: 1,63 ( la media dei teroni, da Roma in giù): Riguardo il chiamarsi, CICCIO: comu u porcu, e comu nu ciuccio!!!! ( che modi della minchia di chiamarci al paeselle!) Figuriamoci la proporzione grandezza!!!!!
Ma sono felicissimo x il mio caro mulu poichè te lo ricordi, la chiamavo cardillo, era un fenomeno, appena vidia na cunna e ciuccia, mi faceva sudare sette camicie per tenerlo a bada! se vuoi indicarmi qualche particolare in + sulla - pm - forse potrei anche capire le tue generalità. Sai xchè, se ricordi il mio mulo, avrai poco meno oppure uguale la mia età, altrimenti x me è impossibile individuarti. ciao. ben reicontrato!!! cheers.gif cheers.gif cheers.gif

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Messaggio  uragano Sab 14 Mar - 20:31

Selliotuluntanu, ma cacci na curiosità. u mulu è n'incrociu tra nu ciucciu e na cavalla ( jumenta) o o tra nu cavallu e n'asina?
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Messaggio  Ospite Dom 15 Mar - 0:25

uragano ha scritto:Selliotuluntanu, ma cacci na curiosità. u mulu è n'incrociu tra nu ciucciu e na cavalla ( jumenta) o o tra nu cavallu e n'asina?
Hai indovinato, tutti e due. Se la madre è una asina, mio papà mi diceva che era ciuccignu, migliore come soma poichè + robusto, se invece la madre era una cavalla, cavallina, + delicato, meno duro, + signorino, ma sempra mulu era, no cunnu comu nu ciucciu.

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Messaggio  uragano Dom 15 Mar - 11:49

Selliotuluntanu, grazie per il chiarimento, sei stato molto gentile:. però si u mulu è apparentatu ccuru ciucciu , udè puru illu nu pocu cunnu comu i ciucci? almenu aru 50%. CChì dici?
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Messaggio  Ospite Dom 15 Mar - 14:51

uragano ha scritto:Selliotuluntanu, grazie per il chiarimento, sei stato molto gentile:. però si u mulu è apparentatu ccuru ciucciu , udè puru illu nu pocu cunnu comu i ciucci? almenu aru 50%. CChì dici?
Dicu ca si nu paraculu, ce minti sempra a pulicia. Vai vidennu u pilu nell'ovo. Guarda sulu i pilu, l'ovo lassula stara. In una famiglia c'e sempre china è + cunnu e natru, i cunni anu e morira tutti, cussì i saputi si arrangianu e ccuna volta faticanu puru illi. Tu che io ti ho detto sempre dotto, saggio ec.ecc., china e nesciutu primu l'ovu o a gallina? Aspettu a risposta.

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Messaggio  palummella Lun 16 Mar - 22:01

supre i cu..... cè campanu i zurati ( DICIAnu la antichi ) 🐱 Like a Star @ heaven drunken drunken
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Messaggio  Admin Lun 16 Mag - 15:49

domperignon ha scritto: Quando, dopo la conquista di Napoli, i Borboni tornarono a governare nel Regno, regnava in Calabria una situazione di semi-anarchia e di profonda agitazione. L’estrema miseria, che dominava in particolare la vita nelle campagne, l’esosità fiscale ed il disordine amministrativo in cui versava la regione, favorirono il dilagare del brigantaggio, fenomeno sviluppatosi nell’Italia Meridionale durante il 1800, che insanguinò le nostre contrade, portando lutti e terrore nell’intero Sud della penisola. Vere e proprie bande armate, saccheggiarono i Casali ed i centri abitati fino a scontrarsi con le truppe regolari. Nelle campagne calabresi agivano, infatti, bande di briganti, che si resero colpevoli di ogni tipo di atrocità e barbarie. Nel 1809 la banda del brigante Bartolo operava nella fascia presilana e tutti i paesi vivevano sotto l’incubo del suo arrivo: innumerevoli furono gli episodi di eccessi, di rovine e di morte. A Crichi misero a ferro e a fuoco il villaggio, uccidendo vecchi, donne e bambini.

La banda del famoso brigante Bartolo Scozzafava di Tiriolo, infatti era una delle piu' temute di allora. Il famoso fatto cruento di Crichi e' immortalato in una tela del pittore Domenico Cefaly, ora nel municipio del paese, e rappresenta l'eccidio di Crichi del 1809, o come e' piu' nota: La nuova strage degli innocenti, dove furono trucidati 25 bambini, rei soltanto di essere stati i figli dei legionari filo-francesi di Crichi che avevano opposto resistenza alla suddetta banda.



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Messaggio  cuvalo54 Ven 20 Mag - 17:52

E a proposito della tela di Cefaly che racconta dell'eccidio di Crichi ecco una foto del quadro esposto nel comune di Crichi

Sellia: economia e brigantaggio.... Strage10
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Messaggio  007 Ven 20 Mag - 17:53

Interessante questa "tela", poi se e' del Cefaly...
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Messaggio  Admin Dom 5 Giu - 21:41

Viene qui di seguito riportata la richiesta del Comune di Sellia: "Il Comune di Sellia ha domandato di esser dichiarato capoluogo di Circondario in vece di Soveria e ciò per i seguenti motivi: siccome il comune capoluogo trovasi danneggiato a causa del terribile flagello del tremuoto dell’otto marzo, così è difficile di rifazione. Inoltre, il detto comune di Soveria non è centrale e all’incontro Sellia non dista dai comuni limitrofi quattro miglia da Simeri, da Zagarise cinque, sei da Soveria e non sono interrotti da alcun fiume e che la popolazione delli due Comuni di Simeri e Sellia ascendono a tremila e più abitanti, due terze parti del rimanente circondario. Si aggiunge per di più, che nel detto Comune di Sellia si trovano delle persone commode con clero di otto cappellani, un aere salubre, dell’acqua migliore, un orizzonte esteso, per esser situato in veduta di una catena degli Appennini ed una parte del Ionio, l’agricoltura fiorisce ed ha un’immensa pianura ridotta, una divisione di demani feudali, particolari proprietà e popolo industrioso.

(Domperignon)
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
Per screditare la richiesta avanzata da Sellia ,ecco quello che scrissero coloro che la avversavano:

Zagarise affermava che:

Sellia non merita di essere Capo Circondario. Ella non e' maggiore di anime di Zagarise, non e' centrale a niuno dei paesi componenti il Circondario. Il suo territorio e' ristretto poiche' appena dista mezzo miglio da quello di S. Pietro di Taverna e nemmeno due da quello di Crichi e Zagarise. Essendo sede di Regio Giudicato maggiormente si renderebbe eccentrico avuto riguardo al confine del territorio di Soveria e Zagarise poiche' da Sellia a questo, e specialmente all'ultimo, si conterebbe la distanza di venti miglia. Il territorio di Soveria e Zagarise viene diviso da quello di Simeri e Sellia da due grossi fiumi nomati Marviano o fiume di Sellia e fiume Simeri, il che s'e' mentito dai rappresentanti de il comune di Sellia. Nello stesso non vi sono tante persone commode come si vanta al contrario di Zagarise. Se ne appella al Catasto Provvisorio.
L'aere di Sellia e' la piu' incostante del mondo. Tutti i venti la dominano e massime gli aquilonari mentre e' situata in un erto colle dirimpetto Borea, accessibile soltanto da naturali avvezzi a camminare per gli appennini. Incostanza tale d'aere che una gran folla d'individui immaturamente periscono di pleuritidi ! E come cio'? In tutto la Regia Sila coverta di neve formano l'orizzonte esteso della loro veduta. Le strade che conducono a Sellia nonche' quelle dello abitato avrebbero bisogno d'una forza Sovrana per renderle almeno praticabili! Mentre con ragione dicono d'esser situata a veduta d'una catena degli Appennini. I fabbricati sono pochi ed indecenti. Le strade interne ristrette ed erpicose. Evvi una sola fontana a serratura che a stento puo' dare il commodo agli abitanti.

Soveria affermava che:

Sellia ha esposto fatti chimerici ed ampollosi ed alieni dal vero. Per quanto riguarda la posizione, si sottolineava che Sellia "e' un luogo alpestre scosceso, che li padri di famiglia mantengono li loro figli ristretti a non trattare dentro il Comune per non precipitarsi in sopra li monti".


(tratto dal libro Simeri e i suoi casali - Marcello Giovene)
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Messaggio  007 Dom 5 Giu - 21:48

Molto interessante questo documento che avevo letto qualche tempo fa...anche allora ognuno tirava l'acqua al propio ...mulino... chuckle
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Messaggio  Admin Ven 31 Gen - 21:58

Sellia: economia e brigantaggio.... Bzb2

Lettere ricattatorie scritte da alcuni capi briganti tra il 1848-1873

Le lettere a carattere estorsivo sono scritte in un italiano approssimativo infarcito da espressioni dialettali (somigliante al nostro volgare-tamarrisco)  Laughing 

Biglietto del capo brigante Gaetano De Rose ad un possidente terriero con richiesta di merce, in cambio il suddetto s'impegna a proteggerlo:

"Caro Crocco vi priego mandatemi tutto cio' che mi dovete mandare per il presente che sarete da me protetto vi saluto e sono vostro amico".

Altra lettera dello stesso ad un altro destinatario:

" Caro Do Gepio mi pare che mi coglionate mo vi prego mandatemi la soma di cinquanta piastre e una soma di roba per tutto demani mattina...vi saluto e sono vostro amico Gaetano de Rose capo dela compagnia ogi li 18 7bre 1848".


Nelle loro lettere i briganti chiedono sopratutto denaro ma anche vettovaglie, armi e munizioni; qualche volta anche liquori o tabacco, spesso panni ed accessori per il look brigantesco: schioppo, calzoni di velluto, cappello ed ornamenti preziosi.
Il 24 marzo 1848 il capobanda Serafino Campagna scriveva ad un proprietario di Belcastro:

"caro Rosario vi priego in ricevere questa mia manda subito la deta somma di docati quaranta come vi o mandato a dire con il vostro forese che allui li o deto dove a di venire e un poco di salame di compane per dodici perzone...e un rotolo di pruve Capo della compagnia Serafino Campagna".

Lettera della comitiva di Pietro Carvelli ad Antonio Marescalco di Mesoraca:

"Caro D. Antonio la comitiva ti dice che se volete i bovi manderete canne sei castoro, opure il prezzo di esso, e oltre venti pezze un cappello ben guarnito un pajo di scarponi tri mazzi di cartucci due buttiglie di rosolio e du di rumbu due mazzi de sicari e libre 4 dico quattro tabacco un tumo di pane ben fatto cammigie numero 4 e 4 fazzoletti".

Richieste simili fatte in una lettera datata 20 giugno 1855 dal capobrigante Bruno Serafino al latofondista silano Filippo Salazar:

"Caro Salazara cercate a mandarmi cento piastre quattro canne di verde buttiglia in castoro due pistole a due botte dui rotoli de polvera dorici botiglie di rasolio dorici cammice fine buone cusute cercate a mandarmi questi ogetti subito...e sono V. amico Brun Serafino".


(continua)

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