Sellia- Un posto nel cuore
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Messaggio  Admin Mer 10 Set - 19:15

Le notizie storiche su Sellia sono poche e frammentarie; sotto questo titolo ci proponiamo, in qualche modo di metterle in risalto e discuterne. Molte notizie utili sono raccolte nel libro "Sellia culla d'arte" - La storia, l'arte e le tradizioni di un paese da riscoprire a cura della Parrocchia S. Nicola di Bari e nel seguente sito della parrocchia.

http://www.parrocchie.it/sellia/
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Messaggio  Admin Mer 10 Set - 20:06

SELLIA- TRA STORIA E REALTA'

Sellia, ridente paesino della pre-Sila catanzarese, posto a metà strada tra Simeri Crichi e San Pietro Magisano, ha alle sue spalle una lunga storia che porta lo stesso ad essere, oltre che uno dei più antichi insediamenti della zona, anche ad avere punti di contatto con le vicissitudini storiche di Catanzaro e Taverna..
Si narra, infatti, che la Contessa Clemenza di Catanzaro, la quale unitamente ad altri nobili calabresi si era ribellata a Guglielmo il Malo, re di Sicilia e di Calabria, per sfuggire alla vendetta di questi, si era asserragliata nel castello di Taverna.
Dopo lunga e gagliarda resistenza il castello fu espugnato e raso al suolo e Clemenza, unitamente alla madre Segelgarda e ai principi Aldero e Tommaso furono fatti prigionieri; anzi, la vendetta fu tale che, subito, tagliò le mano ai principi e mentre li portavano a Palermo, per incarcerarli, a Reggio li fece impiccare.
Questo avvenimento fu uno dei tanti nei quali si trovò al centro Taverna, della quale abbiamo dovuto necessariamente accennare perché gli abitanti, anche per evitare le continue scorrerie dei Saraceni e per sfuggire alle persecuzioni degli invasori, si rifugiarono sui colli di Asilia che, per la posizione geomorfologica, si prestavano bene alla difesa dagli attaccanti.
Si venne allora a creare un casale che volgarizzando il nome del colle fu chiamato Sellia.
Su tale dizione, però, c'è da dire che alcuni storici non sono d'accordo perché affermano che Sellia esisteva prima della venuta di questi fuggiaschi da Taverna e ne attribuiscono il nome o alla vicinanza aerea con la Sila (pare che il paese si chiamasse prima Silia e dopo Sellia) o alla conformazione del luogo ove sorge che ha appunto la forma di una sella.
Però, motivi storici ed archeologici inducono a far credere che Sellia esistesse fin dai tempi antichissimi.
Infatti, nei dintorni del paese, vi è una località detta “il burrone Pàllara” , ove esisteva un tempietto dedicato alla Dea Pallade; vi fu un ritrovamento di una scure classificata ad epoca antecedente a quella ritrovata nel vallone del Coscile, dove fu ubicata la città di Sibari e per ultima la testimonianza dell' arciprete D. Giuseppe Rosi il quale rilevò che, sull'altare della chiesetta di S. Angelo - da tempo scomparsa a causa di rivolgimenti tellurici - si trovavano incise queste parole: “Hoc transiit Timotheus”.
Ora, come è anche noto , considerando che San Timoteo visse ne 1° secolo dell'era volgare; che fu discepolo di S. Paolo e che lo seguì a Roma, dove Nerone lo martorizzò., si può senz'altro dare credito a quanto affermato dagli storici sull'esistenza di Sellia sin dai tempi del paganesimo.
Fino agli anni '50 Sellia era un comune diviso tra il centro vero e proprio, detto Sellia Superiore e la sua più importante e consistente frazione Sellia Marina distante diversi chilometri la quale era divisa dal comune madre da ben due comuni intermedi : Simeri Crichi e Soveria Simeri.
Da quando, però, negli anni '50 Sellia Superiore, perdendo la sua frazione Marina (diventato comune autonomo),riacquistò il nome originario di Sellia si è dovuti assistere ad un lento ed inesorabile declino del centro dovuto in maggior parte all'atavica esigenza di lavoro della terra calabra che ha portato all'incremento del fenomeno dell'emigrazione e poi al trasferimento di molti abitanti verso zone logisticamente più favorevoli.
Sta di fatto che oggi, non essendo più bastevole all'economia locale l'agricoltura, che si basa quasi esclusivamente sull'olivicoltura, si tenta di riscoprire le antiche glorie del passato attraverso l'invito alla conoscenza dei ruderi del locale castello e delle intricate e caratteristiche trame di vicoli e viuzze della vecchia città feudale.
Sellia, è vero, benché di vetusta origine, non ha potuto acquistare quell'importanza di cui è meritevole, a causa della località rupestre dove venne edificata..
Sellia riacquistato il nome di Sellia, vanta famiglie di patrioti e si distingue per cordiale ospitalità, laboriosità e correttezza di costumi. Ma, purtroppo, deve assistere al suo inesorabile declino.
L'unico modo di potere risorgere è il passato: passato che, però, deve essere rinverdito, rivalutato e ,perché no, riscoperto.
Esistono i ruderi di un importante castello, che Ruggero Normanno, padre di Guglielmo il Malo, dopo avere ripreso i punti rivoltosi della Calabria, ve lo fece edificare nel 1057.
Alcuno in contrasto con tale tesi afferma che l'edificazione sia avvenuta ad opera di Roberto Guiscardo il quale, nel 1060, fece costruire quello di Catanzaro ed anche il famoso monastero di Corazzo, dove fecero dimora l'Abate Gioacchino da Celico, noto come Giovanni da Fiore, che l'Alighieri disse “di spirito profetico dotato” ed il celebre filosofo Bernardino Telesio, che vi scrisse le nuove teorie antiaristoteliche.
Il fortilizio di Sellia fu in seguito sede sicura di baroni fino all'epoca dell'invasione francese, quando venne abolito il feudalesimo e ristretta la proprietà dei vassalli.
Abbiamo detto che Sellia può rinascere. La storia è dalla sua parte. “Sellia, luoco piccolo, ma molto forte di sito, e di fabrica, posto in luoco sublime..” come scrisse alcuno, può rivivere nella visione del suo castello, nel ricordo dell'antica sorgente della Salinella da cui sgorgava un'acqua dagli effetti purgativi e che ,imbottigliata, veniva fornita ai militari dello Stato italiano, alla visione della Pietà ,situata nella Chiesa matrice di S. Nicola che sembra avere origini seicentesche o di manifattura del Gaggini.
Non abbiamo elementi per indicare, cronologicamente, i nomi dei feudatari che assunsero il titolo di “Barone di Sellia”;
Sta di fatto che notizie storiche risalgono all'epoca angioina, allorché Sellia appare infeudata alla famiglia De Sellia (da cui potrebbe avere origine anche il nome)..
Passata nel 1464 nel dominio dei Sersale, che alcuni la fanno originaria di Sorrento ed altri dal cosentino, fu tenuta da questi sino al 1657. Fu infeudata , per cinque anni, alla famiglia catanzarese dei Marincola e, poi, dal 1662 al 1806 ai Perrone.
Sotto il governo dei Perrone, e cioè verso il 1760, un gruppo di abitanti di Sellia, ribellandosi sl dispotismo baronale, migrò nella contrada Crichi, dando origine al comune attuale.
Il casale di Crichi, in principio, dipese da Simeri, che trovasi a 5 km. Di distanza ed è l'antica e rinomata Simeris di origine attica, patria di S. Bartolomeo e feudo di baroni i quali, a loro difesa, vi costruirono un fortilizio i cui avanzi sono oggi proprietà della famiglia De Nobile di Catanzaro.
Simeri andò sempre più decadendo, ed ora, larva della sua prisca grandezza, è divenuta frazione di Crichi e perciò, detto comune, ha assunto la denominazione di Simeri Crichi.
L'invito, e di questo bisogna dare atto alla corrente Amministrazione, è operato attraverso programmi di sagre che riscoprendo i “sapori antichi di una volta” permette, oltre alla degustazione, di visitare ed ammirare tutto ciò che di antico rimane.

- Armando Giorno -
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Messaggio  Admin Lun 15 Set - 2:55

Sull'etimologia del nome SELLIA, tendo a credere alla ricostruzione storica che attribuisce alla latinita' di rito la fondazione di Sellia. I gruppi che vivevano nell'antica Trischene (Tre Chiese) erano in discordia, divisi basicalmente tra greci e latini. Dopo le incursioni saracene e la distruzione della citta', si cercava nell'entroterra un luogo sicuro. Il gruppo fondatore del paese con a capo Julo Catimero era latino, infatti la radice del nome latino classico e' ASYLUM (asilo, luogo sicuro, inviolabile) poi volgarizzato in ASYLIA e quindi divenuto SELLIA.

Un indizio di un certa valenza puo' anche essere dato al fatto che ancora oggi, nel nostro dialetto noi diciamo non Sellia ma "A-sellia" (es: duve vai? - Vaju a r'A-Sellia) oppure (E duve si? - signu d'Asellia).
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Messaggio  Admin Mar 16 Set - 4:07

Prendo spunto dall'amico Robin sull'altro argomento "Frana" dove menziona la "Fera d'a Madonna da Niva che si svolgeva fino agli anni sessanta nel detto rione e che consisteva semplicemente in una fiera di animali, principalmente suini; molte erano le persone che li compravano e crescevano per poi farsi la provvista della carne per tutto l'anno.

Negli anni antecedenti una grande fiera di bestiame si teneva annualmente nel tratto del fiume Simeri, (jhumara e Marvianu) sotto S.Pietro Magisano, era detta "Fera e Trinchisi". Questa fiera che comprendeva ben altri prodotti e necessita', negli anni dell'antica opulenza commerciale di Trischene si svolgeva sul litorale ed era frequentata da mercanti che venivano anche dal lontano oriente. Quando la citta' venne distrutta dai Saraceni, le popolazioni si rifugiarono nell'interno ma si portarono dietro riti ed usanze, come appunto la fiera. Da notare come i toponimi tipo Marvianu (dall'antico nome Marvotrinchison che era l'unione dei due torrenti Marviano e Trinchise che insieme formano il fiume Simeri) oppure Trinchise stesso che e' la deformazione dell'originale Trischene, la citta' delle tre etnie e delle tre chiese.
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Messaggio  Admin Dom 5 Ott - 2:24

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Messaggio  Admin Dom 5 Ott - 2:40

Alcune attrazioni di Sellia sono la Chiesa Madre intitolata a San Nicola di Bari risalente al XVI secolo con un mezzo busto settecentesco del santo di Mira, la Chiesa del S.S. Rosario risalente al XVII secolo che custodisce la statua della Madonna con un prezioso abito ricamato a mano, i ruderi del castello medievale, un suggestivo frantoio risalente ai primi dell'ottocento, gli argenti, i diversi libri preziosi presenti nella biblioteca parrocchiale. La Chiesa Madre conserva una statua marmorea della Pieta' attribuita al Montorsoli, allievo di Michelangelo. Il caratteristico e suggestivo borgo vanta una storia illustre ed un passato ricco di gloria. Addentrandosi nelle viuzze e nei suggestivi scorci del centro storico e' facile, con un po' di fantasia, immedesimarsi nella storia del popolo selliese dei tempi passati con usanze, costumi e tradizioni propri. Le varie ricchezze paesaggistiche, storiche, culturali, religiose sono anche testimoniate nel libro qui sopra rappresentato.
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Messaggio  Admin Dom 5 Ott - 5:41

Da: Il Quotidiano della Calabria
Sellia - La festa del S. Rosario

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Spigolando qua e la' Empty U Tummulieri (Tu in mulieribus)

Messaggio  Admin Ven 14 Nov - 3:02


Ave Maria, gràtia plena,
Dòminus tècum, benedìcta tu in mulièribus,
et benedìctus fructus vèntris tui, Iesus.
Sancta Maria, mater Dei, ora pro nobis peccatòribus,
nunc et in hora mortis nòstrae.
Amen


cheers cheers cheers cheers cheers
Credo che Sellia sia l'unico paese in Calabria dove ancora resista questa tradizione popolare religiosa del canto del "Tummulieri" durante la settimana santa. (Qualcuno mi corregga se sbaglio) Sellia nei secoli ha sempre mantenuto una severa osservanza delle tradizioni religiose ed a volte il sacro ed il profano si intrecciavano. Una volta fra le Confraternite c'era una sana rivalita' su chi organizzava le feste migliori, negli anni passati, durante il "Tummulieri" si sparavano in aria colpi di fucile a salve in forma di gaudio; ora dal video di You-Tube ho visto che si sparano i mortaretti.
Panta Rei.
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Messaggio  Admin Sab 15 Nov - 23:51

Spigolando qua e la' Scan0014

"Sellia, fabricato in luogo alto tra il fiume Simari e Allio, quivi nasce una terra dalla quale si fa' il colore ceruleo e si fa copia di bambaggio e sesama."

(Croniche et Antichita' di Calabria di Frate Girolamo Marafioti da Polistena -
Scritto nel 1596, accresciuto e corretto nel 1601)
*******************************************************************************
Indovina da dove e' stata scattata questa foto di Sellia, e' facile, c'era pure Lonewolf ma chissa' se si ricorda.
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Messaggio  barone Dom 16 Nov - 13:51

Curiosissimo Admin,non vorrei sbagliare,ma credo che questa foto sia stata scattata da
San Pietro Magisano(Santupetru). Smile
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Messaggio  Admin Dom 16 Nov - 23:49

Acqua...Acqua...


Ultima modifica di Admin il Sab 29 Nov - 22:42 - modificato 1 volta.
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Messaggio  Admin Mar 18 Nov - 3:21

Spigolando qua e la' Selliaacquarel

Sellia - Terra antichissima: il suo Padrone ne' tempi andati era il Primo Barone del Regno.
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Messaggio  barone Mar 18 Nov - 15:24

Certo che Admin ,va considerato da un certo punto di vista la memoria storica di Sellia, tutte queste foto e dipinti che ritraggone il nostro paese sono veramente eccezzionali,chi sa da quali fonti vengono prese,mah....


Ultima modifica di barone il Ven 28 Nov - 18:33 - modificato 1 volta.
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Messaggio  Admin Mar 18 Nov - 20:43

Troppa grazia Sant'Antoni... Memoria storica mi sembra esagerato, comunque ti ringrazio per il tuo contributo al forum con presenza e foto. Ho sempre avuto un po' di curiosita' per la storia locale ed anche questo ha contribuito alla costruzione di questa piazzetta virtuale.

A prossima vota ti cuntu nu fattarellu selliotu d'i tempi d'i briganti e d'u baruna... study
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Spigolando qua e la' Empty Episodio di brigantaggio - Fatto 1

Messaggio  Admin Mar 25 Nov - 0:50

Bruno Guzzi nutriva un odio celato contro il Barone di Sellia per due ragioni: Primo perche' era debitore della somma di circa 400 ducati, secondo perche' avendo avuto il succenanto Guzzi una causa con Giosuele Fratto, ed avendo riportato delle condanne, pretendea ingiustamente che dal Barone gli fossero retribuite le spese del giudizio: al che questi si dinego'. Per queste due ragioni il Guzzi pubblicamente minacciava il Barone, facendo comprendere che si sarebbe servito dei briganti. E non ebbe ritegno di minacciarlo per mezzo di Giovanni Pensa or detenuto, di Nicola e Giuseppe Torchia, di Caterina e Vittoria Corea. A Giuseppe Torchia disse queste parole: Io son nipote del brigante Falcione (Faccione) ed ho l'animo di far rimanere il Barone in uno stato di vera mendicita'. Su questo fatto havvi un'ampia testimonianza della intiera Sellia, ed il processo istruito dal Delegato, e dal Tenente dei Carabinieri potra' dare una luce piu' chiara.
(Continua)
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Spigolando qua e la' Empty Fatto 2

Messaggio  Admin Ven 28 Nov - 23:13

Il 4 del corrente mese, giorno in cui avvenne il ricatto, il Guzzi venne in Catanzaro, e porto' una lettera al Barone indirizzatagli da suo figlio Vitaliano, il quale chiedea alcuni oggetti di casa: Il Barone preparato il tutto, verso le ore 19 dava commiato al Guzzi perche' ritornasse in Sellia. Costui dovea giungere cola' alle ore 22, ma invece arrivo' ad una ora e mezza di notte, e dopo aver consegnato gli oggetti a D. Vitaliano disse: "Compare D. Vitaliano, da qui a poco ritornero'. Dopo una mezz'ora circa il Guzzi ritorno' a casa, ed entrato s'intrattenne buona pezza a situare della frutta sopra la cucina, quando s'intese una voce, che gridava: "Compare Bruno apri"; alla quale il Guzzi rispose: " Andate perche' non e' questa l'ora." Dopo di che il Guzzi compi' l'operazione impostagli da Vitaliano, mangio' e bevve, e quindi si licenzio': quando ei stava aprendo la porta per uscire, i cinque briganti s'intromisero, come raccontava il Guzzi, con le coltella in mano, e lo trascinarono via insieme al Pirrone (Perrone) ed al Pensa. Ora e' da osservare, che due testimoni chiamati Gaetano Pappajanni l'uno, e l'altro Luigi Godino, entrambi falegnami da Catanzaro, hanno deposto innanzi al Delegato Angelelli, che il Guzzi parti' alle ore 19 da Catanzaro, e questa e' una circostanza importantissima. Si deve eziandio osservare che quella voce che gridava: "Compare Bruno apri", quando costui era rinchiuso nell'abitazione del Perrone, fu udita da diversi testimoni, i quali hanno deposto innanzi al Tenente dei Carabinieri in Sellia.

(continua)
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Spigolando qua e la' Empty Fatto 3

Messaggio  Admin Ven 5 Dic - 22:43

Allorche' i briganti trascinavano l'infelice Perrone, una donna che portava dell'acqua l'intese gridare sotto la finestra della zia, con queste parole: Zia mia, io sono in mano dei briganti; ed intese pure il Guzzi, che soggiungeva con questi accenti: Compare D. Vitaliano camminate, poiche' questa e' gente come noi.
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Spigolando qua e la' Empty Fatto 4

Messaggio  Admin Ven 5 Dic - 22:48

Venuti il Guzzi ed il Pensa in Catanzaro, si presentarono al Delegato Angelelli, per raccontare la catastrofe accaduta. Il sagace delegato li pose in disparte; ad ognuno di essi fece tante e tali dimande, che si ebbe una contraddizione si' meravigliosa, dalla quale si vede con chiarezza come il Guzzi fu l'autore del reato. Sul proposito si legga il processo istruito dal Sig. Delegato Angelelli.
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Spigolando qua e la' Empty Fatto 5

Messaggio  Admin Ven 5 Dic - 23:39

Il Tenente dei Carabinieri conscio che il Guzzi non era stato solo alla attuazione del reato, scopri' che i fratelli Giuseppe e Nicola Costantino, celebri e vecchi manutengoli aveano messo tutta l'opera loro. Ed infatti su dei fratelli Costantino vi furono diverse dichiarazioni.
1) Antonio Fratto di Sellia deponeva essere in piena sua conoscenza che i fratelli Costantino e Nicola Marino di Giuseppe, tempo dietro ebbero dai briganti due piastre per cadauno, come caparra del tradimento.
2) Il Tenente dei Carabinieri, per convincersi maggiormente, chiamo' i due figlioletti di Nicola Costantino, e con carezze e minaccie interrogolli, se il Guzzi era in grande intrinsechezza col padre loro; ed essi senza cadere in contraddizione l'uno con l'altro, dichiararono che il Guzzi sempre stava in casa loro, dove parlavano segretamente, tanto che per non avere interrotti i loro colloqui, li mandavano or qua' or la', ed aggiungevano i due fanciulli, che il Guzzi andava sempre in campagna a ritrovare il padre e lo zio. Si osservi che il fondo dei fratelli Costantino e' limitrofo col bosco Baracco, nido sicuro delle orde brigantesche. Dichiaravano eziandio che in quella sera, in cui doveva compiersi il tradimento, quando il Guzzi veniva da Catanzaro, si fermo' con l'asino sulla pubblica via, e dopo aver domandato ad uno dei ragazzi di Giuseppe e di Nicola, ando' a ritrovare il secondo di essi, che tagliava legna nel bosco limitrofo, dove l'intrattenne a parlare per buona pezza. E' in conoscenza del Brigadiere Ciampa, che i fratelli Costantino aveva promesso a Muraca di far catturare i briganti gimiglianesi; ma dopo tanto promettere, lo ingannarono. Agostino Colao da Pentone, abbenche' non abbia deposto innanzi le autorita' pure dice sapere molto da vicino i fratelli Costantino, ed asserisce essere questi due terribili manutengoli, i quali fin da due anni dietro aveano macchinato con Guzzo il ricatto del Barone di Sellia, quando andava ad assegnare la fronda serica.

(continua)
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Spigolando qua e la' Empty Fatto 6

Messaggio  Admin Lun 8 Dic - 21:59

I briganti nel sequestrare il Perrone condussero con loro il Guzzi ed il Pensa, che lasciarono quando giunsero nel molino del Sig. De Riso; essi non furono frettolosi ad avvisare la famiglia e la pubblica forza, la quale al certo avrebbe potuto troncare i passi, ma invece andarono a riposarsi fuori le porte di Catanzaro in casa di una loro compaesana; e qui' vennero dopo due ore. Cio' risulta dalla loro stessa confessione.
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Spigolando qua e la' Empty Fatto 7

Messaggio  Admin Lun 8 Dic - 22:07

Il Guzzi per due giorni non fu quasi veduto da nessuno, tanto che la moglie istessa andava dicendo: "Sono due giorni che Bruno mio non riposa affatto." Ed e' ancora in conoscenza di tutti, che allorquando il Guzzi arrivo' da Catanzaro, con una fretta incredibile lascio' l'asino innanzi la sua casa ed ando' via, senza brigarsi che la moglie gli avea messo nel piatto la minestra per farlo mangiare.
Da questi fatti e da molti altri innumerabili, che leggonsi nei diversi processi istruiti, risulta la verita' risplendente piu' che il sole del meriggio, come il Guzzi ed i fratelli Costantino siano stati gli autori del reato. La giustizia, sicura della reita' di costoro, non li lascera' impuniti.


(il documento e' senza data)
Da "L'ultima Plebe" di Ilario Principe
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Spigolando qua e la' Empty Le "cricche" di Sellia

Messaggio  Admin Mar 9 Dic - 20:52

Spigolando qua e la' Campana

Alcuni studiosi di storia locale credono che verso la prima meta' del 1700 alcuni contadini di Sellia, approfittando di un forte aumento di prezzi con conseguente svalutazione monetaria che favori' i debitori di censi, trassero grande utilita' da questa realta' e approfittarono dell'occasione di avere, a condizioni molto vantaggiose il possesso dei fondi e percio' alcuni trasferirono le loro famiglie nelle vicine terre ricevute in concessione formando nuovi insediamenti.
Una tradizione popolare vuole che alcuni abitanti di Sellia, nella ricorrenza di una festivita' cristiana, "s'incriccaru" (si adirarono) con i "saracini ch'avianu ammazzatu a Cristu" (forse una comunita' di ebrei che viveva nella giudecca, attorno ad una rudimentale sinagoga). Seguirono scontri cruenti e alla fine la fazione piu' debole dovette abbandonare il paese. Quelli che "s'incriccaru" furono detti i "cricchi" e Crichi il loro villaggio.


- Simeri Crichi olim Trischene -
(di Marcello Barberio)


study study study study study study study
Per molto tempo sono stato curioso di sapere perche' il nomignolo "saracini" era stato appioppato ai cittadini di Sellia da quelli di Crichi. Mi ricordo quando frequentavo le scuole medie a Crichi, alcuni monelli sellioti a volte facevano arrabbiare con qualche marachella una vecchietta del luogo e questa ce ne diceva di tutti i colori ma quello che mi rimase piu' impresso fu: " I vi cchi su belli i saracini d'a Sellia!"
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Spigolando qua e la' Empty ciao

Messaggio  domperignon Gio 11 Dic - 14:13

Ci chiamano saracini perchè fummo invasi dai Saraceni.. e ci stà un luogo se sai che si chiama "saracinella" (sotto al cimitero) ha preso questo nome perchè una volta li fu ritrovata una ragazza saracena che si era persa
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Spigolando qua e la' Empty Re: Spigolando qua e la'

Messaggio  Admin Gio 11 Dic - 18:53

domperignon ha scritto:Ci chiamano saracini perchè fummo invasi dai Saraceni.. e ci stà un luogo se sai che si chiama "saracinella" (sotto al cimitero) ha preso questo nome perchè una volta li fu ritrovata una ragazza saracena che si era persa

Quando mancano notizie certe si cammina sul filo del mito e delle leggende. Sellia non ha avuto un cultore di storia locale come ad esempio Marcello Giovene per Simeri, Marcello Barberio per Crichi (anche se Crichi di storia ne ha ben poca, essendo inesistente fino al 1700 inoltrato) o di recente, Giuseppe Valentino per Taverna.
Fino a poco tempo fa, anche io credevo che la ragione per cui ci chiamavano "saracini" era dovuto a qualche insediamento ebraico, come scrive Barberio; poi leggendo un documento storico di notevole affidamento: Cronica di Taverna di Ferrante Galas, scritta nel 1450, che si basava su documenti ancora piu' antichi scritti originariamente in greco e quindi tradotti in latino nel 1571 ed in volgare nel 1689, dove si afferma che dopo la distruzione da parte dei saraceni delle "polis" greche sul litorale (Trischene fra esse) le popolazioni si ritirarono sui monti per ripararsi meglio dalle scorrerie piratesche. La popolazione di stirpe latina capeggiata dal prode e facoltoso Julo Catimero (potremmo definirlo il primo sellioto) vedendo un monte che sembrava molto sicuro e quasi inaccessibile penso' bene di stabilircisi. Porto' infatti su quel monte (Selion) donne, persone che non erano abili nell'arte della guerra ed anche, ATTENZIONE !!! molti saraceni che lui stesso aveva fatto prigionieri sulla costa e che porto' con se' sul monte, ritenendo che non esisteva luogo piu' sicuro.
Dunque, io tendo ora a credere che questa versione storica sia piu' attendibile dell'insediamento ebraico, anche se non e' del tutto impensabile che degli ebrei si siano poi stabiliti a Sellia, ti ricordo che nei tempi di cui stiamo discutendo il fiume Simeri era navigabile fino ad un certo punto e che la "Fiera di Trinchise" era un appuntamento da non mancare per mercanti provenienti da molteplici luoghi.
Parlando poi della discussione che tu hai avuto con Spruzzo dell'antichita' di Taverna, questo e' vero; infatti i nuclei storici dell'antica Trischene sono Simeri, Sellia, Taverna, Catanzaro ma io ti diro' di piu', Sellia e Simeri possono vantare una maggiore antichita' del sito originale dovuto al fatto che Taverna subi' due distruzioni e quindi il sito originale cambio' nel corso dei secoli e Catanzaro fu, per cosi' dire, una estensione strategica del famoso Julo che penso' bene di estendersi dal monte Selion per poter avere piu' di un luogo fortificato.
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Spigolando qua e la' Empty ciao

Messaggio  domperignon Ven 12 Dic - 9:53

Le fonti provengono dal libro " il leone rampante e il sacro Graal" parla della storia di catanzaro ma curiosamente ci stà anche Sellia
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