Uno spazio per l'attività amministrativa

Crisi vuol dire opportunità...Che sia la volta buona che una crisi (quella di Sellia), nella crisi (quella Italiana)...nella crisi (quella Europea), darà il via a qualcosa ormai quasi insperato? Se son rose fioriranno.

Sono d'accordo con te Adm. Interpretando la parola "confine" alla lettera, dico che bisognerebbe lanciare l' "operazione Ulisse" e far leva, invogliando, informandolo, chi sta all'estero e trasformargli quel qualcosa (una casa a Sellia) che non percepisce più come necessità in un desiderio. Questo non significa che chi sta lontano da Sellia entro i confini nazionali non sia il benvenuto, ma chi risiede oltre confine e, magari, oltre oceano, offre, quindi, ha, in in animo suo, più "leve" da azionare.

Tutto questo non può che far piacere DOC, per Sellia e, presumo, per tua soddisfazione personale. Tuttavia, la strada è ancora lunga. Non tanto, seppur necessari, del o nel "fare", cioè nell' intraprendere e portare a termine un progetto (per sua natura con arco temporale breve o, al massimo, medio) dopo l'altro che dovrebbe essere sinergicamente legato ad altri e formare un'idea di insieme. Ma, invece, così almeno a me pare, è ancora dannatamente lunga nel voler, nel saper progettare, implementare e, ce lo si auspica, riuscire a raggiungere una stessa "lunghezza d'onda comunitaria". E' lunga, la strada, almeno nel cominciare a intravedere nella parte politicamente avversaria di turno, un sincero riconoscimento e spirito di condivisione per progetti, iniziative e risultati oggettivamente, pensati, intrapresi ed efficacemente ed efficentemente raggiunti dalla controparte in maggioranza, o, come preferisco chiamarla, dalla controparte "onorata di gestire" la res publica, ovvero il Bene pubblico. Sellia ha bisogno di pensare un progetto culturale che scardini le puerilità, le meschinità, gli intrallazzi e i pregiudizi di fondo che alcune menti, consapevoli e inconsapevoli, ristrette, che, a loro modo, si ritengono "allargate" per il proprio tornaconto, ma, per definizione, "corte" e miope, continuano a tenere in vita e, allo stesso tempo, a "sequestrare", a prevenire Sellia dall'effettuare quel salto, quel soprassalto che la faccia sussultare e decollare, lasciandosi, quindi, alle spalle questo stato da moribonda. E' come dirsi: "E' questo gap, è questa sfida che, come primo cittadino, vorrei, da parte mia, voler e poter colmare. E' questo tipo di sfida che vorrei accettare". Visione azzardata? Missione difficile? You bet, dicono gli americani, ci puoi scommettere DOC, diciamo noi italiani. Perchè, chi si candida e poi vince le elezioni e occupa, esercitando, le funzioni di primo cittadino, di guida amministrativa, questi azzardi, queste difficoltà se li dovrebbe andare a cercare. Un certo Ezra Loomis Pound scriveva: "Se un uomo non è disponibile a correre qualche rischio per le proprie idee, o le sue idee non valgono nulla o è lui che non vale nulla." Come sindaci si è "chiamati" a correre qualche rischio...che si rivelerebbe tale e a discapito solo se ci si era candidati per la poltrona..., altrimenti, diciamocela tutta, si è solo chiamati ad avere il privilegio dallo stesso o stessa deliberatamente rincorso, ad onorare la fiducia concessagli o concessale dalla comunità che ha detto di rispettare, aiutare e amare. Fare il sindaco di una comunità...così piccola come Sellia dovrebbe, per chi si sente indelibilmente "segnato" e predestinato, essere un'opportunità agognata e sognata. E' in quel tragico "rischio" che si vive per davvero, e ci si rende conto che "L’opera umana più bella è di essere utile al prossimo". Lo dice Sofocle nella più tragica delle tragedie: Edipo re. Personalmente, DOC, penso che i tempi siano abbastanza maturi affinchè questa sfida possa essere abbracciata e questo divario possa essere a Sellia colmato. In bocca al lupo.

DOC, metto in evidenza e condivido i suddetti passaggi e proprio per questo rinnovo l'opportunità che bisognerebbe battere il ferro quando è caldo...andando oltre l'ordinaria amministrazione. Anche e, soprattutto, così si giustifica il proprio modo innovativo di voler amministrare affermato in campagna elettorale e lo si conferma poi, ora, in esercizio. L'ho detto tante volte. Un amministratore starordinario deve aver la forza di veder il proprio "investimento" al momento infruttuoso, ma sapere di aver pintato un seme per il futuro di Sellia.

Ciao Adm.
Lungi da me la prosopopea di saper e, quindi, poter facilmente tirar fuori un'unità d'intenti da un contenitore di spaccature caratteriali e familiari infarcite da una buona dose di cronico pregiudizio e invidia reciproca. E' questo che mi chiedi Adm, vero? Come a voler bonariamente alludere al fatto che dopo tanto ciarlare non rimangano (solo) le parole. Se ne è già parlato molte volte, ma lo ribadisco: Chi non vive a Sellia può solo esprimere la propria opinione con la speranza che questa possa contribuire positivamente. Chi vive a Sellia ha il coltello dalla parte del manico e può segnare il destino suo, dei propri cari e non. Per quanto mi riguarda, durante i periodi vissuti a Sellia, non mi sono interessato compiutamente alla risoluzione dei problemi di Sellia: di ciò me ne rammarico, ma ormai è fatta. Anche se, credo, c'era da capirmi, preso come ero dal mio “vagabondaggio romantico” tra le sponde dell'atlantico. Tuttavia, ciò non toglie che è stato uno sbaglio. Dai trenta ai quaranta l'energia è al massimo, bisognerebbe rendersene conto o, almeno, avere la fortuna di avere qualche "messia" in loco che supplisce.

Comunque, qual'è la mia tesi/speranza? La seguente. Sellia, come in altri luoghi, ha, penso, più del 50% della popolazione che è prossima o si sta approcciando al fatidico trapasso 8non voglio essere, ovviamente, malagurante, ma questa è statistica). Altra percentuale, anche se inferiore alla prima, è composta di giovanissimi e di giovani che, consapevolmente o inconsapevolmente, spingono verso il rinnovamento. Bisognerebbe cercare di sfruttare gli stati d'animo dei primi provocati dai propri consuntivi o bilanci di vita, che portano ad “ammorbidirsi” su posizioni ostinatamente e orgogliosamente mantenute in passato verso altre situazioni e persone. Bisognerebbe arrivare alla pancia più che al cuore o al cervello. Bisognerebbe, senza farsene accorgere per non ledere la dignità personale, poter sfruttare l' “energia” che il concetto “timorato da Dio” comincia, in chi crede, a “rilasciare” passati i cinquant'anni, e, così facendo, renderlo più concreto, "fattuale", nel quotidiano, cioè sul piano inter-personale e non solo su quello intra-personale. Se i giovani pieni di vita vedessero che lo zoccolo duro, che il più delle volte ha contribuito direttamente e pesantemente a formargli quel seme caratteriale di pregiudizi e invidie di parte, si stesse, alla lunga, ravvedendo, "sciogliendo", allora per i “messii” di Sellia sarebbe molto più facile ispirare, progettare e implementare un progetto culturale che omogenizzi gli intenti, sul che cosa fare per Sellia, lasciando libera scelta per il come e armonizzare questo attraverso il dialogo continuo. Chi meglio di un sindaco, di un parroco, con le proprie rispettive abilità e influenze, può contribuire a far passare questo messaggio? Entrambi sono chiamati alla manutenzione “straordinaria” del convivere civile, delle anime. Bisognerebbe, insomma, che entrambi concertassero un piano d'azione tale da portare “a galla” la manifesta contraddizione selliese, e cioè l'ipocrisia di fondo che a fronte dell'essere tutti d'accordo nel fare il bene di Sellia, si è, invece, giunti allo stato di abbandono in cui versa Sellia oggi. E' vero, la situazione del pastore locale è risultata, ultimamente, a Sellia piuttosto instabile. Speriamo che si possa al più presto usufruire di quell'appoggio in maniera stabile. Questo è il motivo per il quale sto sobbarcando il nostro primo cittadino di un ulteriore carico di responsabilità. Il cittadino sognatore si aspetta molto, ma molto di più da un PRIMO cittadino. E questo significa che gli si riconsce le potenzialità.

Scrive Antonio Rosmini nel suo “Personalismo Liberale” “...E' però...necessario dimostrare, in servigio di questi facili ad abboccar l'amo, che il sistema de' riformatori, lungi da essere consentaneo alle massime estratte che essi vengono sciorinando, e alle promesse magnifiche, tende ad oppugnar quelle ed a smentir queste:lungi dal felicitare gli uomini, scava loro l'abisso della miseria: lungi dal nobilitarli, gli ignobilita al par de' bruti: lungi dal pacificarli, introduce la guerra universale, sostituendo il fatto al diritto...:lungi da animare l'industria, l'agricoltura, le arti, i commerci, ne toglie via tutti gli stimoli, togliendo la privata volontà a e lo spontaneo lavoro: lungi da eccitare gli ingegni alle grandi invenzioni, e gli animi alle grandi virtù, comprime e schiaccia ogni elaterio dell'animo, rende impossibile ogni nobile tentativo, ogni magnanimità, ogni eroismo, ed anzi la virtù stessa è bandita, la stessa fede alla virtù è annullata: lungi...”

Adm, approfitto, a scanso di equivoci, nel voler precisare che la spina dorsale che da forma e sostiene un dato progetto è fondato, nel nostro caso, sui protagonisti locali che, recependo le proprie e altrui "direttive" si armano e cercano, entrandovi a vario titolo, di attuarlo. Somma considerazione, quindi, per persone come Franco Foglia, l'Arch Madia Salvatore, Giovannangelo Fortino (e tutte quelle splendide persone che chiamate rispondono all'appello), che, senza ombra di dubbio, rappresentano la punta di questo tentativo di avanzamento. Chi sta lontano cerca, a suo modo, di sopperire e risultare il più concreto e meno teorico possibile. L'unico mezzo sul forum che questi hanno a disposizione sono le parole che, se non "appesantite", rischiano di riamanere solo segni su di un mezzo di comunicazione. Ciò che penso è che si sta vivendo per Sellia un momento cruciale ( non starò qui a dire, annoiando chi legge, del perchè, del come e del quando...). A tal proposito, permettimi un addendum alla tua richiesta del come unire gli intenti. Ieri sera mi sono imbattuto, per un lavoro di traduzione che sto facendo, in un "rimando" letterario di Flannery O'Connor che, in (Everything that Rises Must Converge), scriveva:

Vale a dire, almeno così io la interpreto e "vedo", come un'auto che non si accende ha bisogno dei cavi collegati alle batterie per farla "sobbalzare" e farla partire, così una comunità "morta" o moribonda, ha bisogno di una "scintilla", di un gesto e di entità tale che sia proporzionale alla gravità in cui la stessa versi. Io sono ottimista per natura. "Vedo" e voglio percepire Sellia come un'auto la quale deve portarmi alla stazione per prendere il treno. Un'auto che ha, si, dei problemi nel partire, ma che non necessita, necessariamente, dei cavi (anche perchè, a volte, potrebbero non essere a bordo...), ma, piuttosto solo di una spinta che, se fatta in pochi, potrebbero anche non riuscir a far accendere l'auto vista, magari, la "corta rincorsa" che si ha a disposizione. Se chi spinge fosse molto più numeroso e compatto e potesse applicare una spinta di qualità oltre che di quantità, e fosse cosciente di quanto lungo sia il tratto di strada a disposizione e, ancor meglio, quale sia il momento cruciale dove (presso chi) esercitare il massimo dello sforzo, la maggior spinta richiesta, allora non si rischierebbe di perdere il treno. Io penso che quell'azione, che quel gesto "assolutamente inatteso" sia da fare adesso e sia il nostro Sindaco, la nostra punta di diamante, cioè il Sig Zicchinella Davide, a doverlo fare, in questo momento cruciale e di massimo sforzo per Sellia.