Se ne parla poco.........LA SANTA
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Ludovico
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Keope
palummella
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Grillo Parlante
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Re: Se ne parla poco.........LA SANTA
Mafia, Ndrangheta, Camorra, ecc. sono le organizzazioni criminali che, con la benedizione di uno stato volutamente debole, sono diventate quelle che oggi sono: delle vere e proprie holding internazionali che rendono somme di denaro inimmaginabili ai piu'.
Uno stato come quello italiano, oggi come oggi, non ha la forza di contrastare questa egemonia, troppe infiltrazioni nelle alte stanze dello stato stesso, troppi intrecci con le potenti logge massoniche e troppo deboli le misure e le leggi che non scalfiggono nemmeno la superficie.
Tuttavia, la mia opinione e' che il malaffare puo' essere sconfitto, non ora, non con questa politica, non con queste leggi che non reprimono anzi incoraggiano chi vuole intraprendere questa strada. Un giorno tutte le mafie d'Italia saranno sconfitte, bastera' usare i loro stessi metodi: leggi adatte alla loro crudelta' e durezza. Oggi si cerca di combattere la mafia con le parole di circostanza ai funerali della gente onesta, oggi lo stato usa una piuma di gallina mentre la mafia usa le cannonate in faccia. Per far uscire l'Italia da questa morsa che l'attanaglia serve sangue versato, ancor piu' di quello che la mafia ha fatto scorrere nella gente onesta in decenni di misfatti, solo che il sangue (in senso metaforico) deve essere versato dalla sponda opposta. A mali estremi, estremi rimedi. Lo stato e' oggi complice della mafia ma non lo sara' per sempre.
La mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione e avrà quindi anche una fine.
(Giovanni Falcone)
Uno stato come quello italiano, oggi come oggi, non ha la forza di contrastare questa egemonia, troppe infiltrazioni nelle alte stanze dello stato stesso, troppi intrecci con le potenti logge massoniche e troppo deboli le misure e le leggi che non scalfiggono nemmeno la superficie.
Tuttavia, la mia opinione e' che il malaffare puo' essere sconfitto, non ora, non con questa politica, non con queste leggi che non reprimono anzi incoraggiano chi vuole intraprendere questa strada. Un giorno tutte le mafie d'Italia saranno sconfitte, bastera' usare i loro stessi metodi: leggi adatte alla loro crudelta' e durezza. Oggi si cerca di combattere la mafia con le parole di circostanza ai funerali della gente onesta, oggi lo stato usa una piuma di gallina mentre la mafia usa le cannonate in faccia. Per far uscire l'Italia da questa morsa che l'attanaglia serve sangue versato, ancor piu' di quello che la mafia ha fatto scorrere nella gente onesta in decenni di misfatti, solo che il sangue (in senso metaforico) deve essere versato dalla sponda opposta. A mali estremi, estremi rimedi. Lo stato e' oggi complice della mafia ma non lo sara' per sempre.
La mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione e avrà quindi anche una fine.
(Giovanni Falcone)
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" Chi ha il coraggio di ridere è padrone del mondo"
- Giacomo Leopardi -
palummella- Numero di messaggi : 4687
Data d'iscrizione : 01.01.09
Età : 33
Località : Papanice
Re: Se ne parla poco.........LA SANTA
A ricordo chi perse la vita per combattere la mafia
palummella- Numero di messaggi : 4687
Data d'iscrizione : 01.01.09
Età : 33
Località : Papanice
Re: Se ne parla poco.........LA SANTA
Speriamo davvero che le parole di Giovanni Falcone siano profetiche e un giorno tutte le mafie potranno cessare di esistere.
Volevo con queste frasi ricordare don Pino Puglisi, ucciso dalla mafia.
" Ho sognato un posto dove erano spariti i furti, dove non c'erano più violenze, prepotenze"
" Se ognuno di noi fa qualcosa, insieme possiamo molto"
" Mio padre dice che la gente qua è divisa in due: quelli che camminano a testa bassa e gli uomini d'onore che camminano a testa alta" - "Allora diciamo che io sono venuto qua per aiutare la gente perbene a camminare a testa alta!"
Volevo con queste frasi ricordare don Pino Puglisi, ucciso dalla mafia.
" Ho sognato un posto dove erano spariti i furti, dove non c'erano più violenze, prepotenze"
" Se ognuno di noi fa qualcosa, insieme possiamo molto"
" Mio padre dice che la gente qua è divisa in due: quelli che camminano a testa bassa e gli uomini d'onore che camminano a testa alta" - "Allora diciamo che io sono venuto qua per aiutare la gente perbene a camminare a testa alta!"
Keope- Numero di messaggi : 2053
Data d'iscrizione : 26.01.09
Re: Se ne parla poco.........LA SANTA
bbravo KKeope bell'esempio
Grillo Parlante- Numero di messaggi : 96
Data d'iscrizione : 31.08.09
Re: Se ne parla poco.........LA SANTA
NO ALLA 'NDRANGHETA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Keope- Numero di messaggi : 2053
Data d'iscrizione : 26.01.09
Re: Se ne parla poco.........LA SANTA
Grazie Keope per questo video che ho guardato con attenzione. Purtroppo c'e' ancora gente che davanti ad un microfono si rifiuta di esprimere la propria opinione, meno male che poi ci sono quelle persone che sono scese per strada per solidarieta'.
Questo del malaffare per me e' un tasto che mi tocca in modo particolare perche' credo che cambiando ed inasprendo le leggi in modo drastico la mafia si puo' distruggere, e quando scrivo mafia non intendo solo la parte che mette le bombe davanti ai portoni delle questure ma sopratutto quelli che agiscono a ranghi molto piu' alti. Per rendere la mafia ad un triste ricordo bisogna prima cambiare il modo di fare politica in Italia, essendo il mondo della politica la piu' grande e costosa casta, bisognerebbe riscrivere la costituzione e cominciare da zero. Partendo da li' si passa all'azione contro la mafia. Forse la mia opinione puo' sembrare semplicistica ma e' proprio qui' il problema ed e' che secondo me lo stato e' flaccido e si trastulla con le masturbazioni mentali quando servirebbero delle leggi semplici: per ogni reato di stampo mafioso, dopo un processo per direttissima, si prendono le persone e si mettono in un penitenziario di massima sicurezza, possibilmente su delle isole, mettendo a lavoro duro i reclusi e non farli uscire piu'.
Per crimini mafiosi di una certa efferatezza, come ad esempio quelli che sciolsero nell'acido un bambino di undici anni, sarei anche favorevole alla pena di morte, forse non per aver la testa mozzata come insiste il nostro simpatico Roddy, ma sono sicuro che, nonostante si dica in giro che la pena di morte non sia un deterrente contro il crimine, la acque si calmerebbero e di molto. La mafia si puo' sconfiggere, basta volerlo.
Questo del malaffare per me e' un tasto che mi tocca in modo particolare perche' credo che cambiando ed inasprendo le leggi in modo drastico la mafia si puo' distruggere, e quando scrivo mafia non intendo solo la parte che mette le bombe davanti ai portoni delle questure ma sopratutto quelli che agiscono a ranghi molto piu' alti. Per rendere la mafia ad un triste ricordo bisogna prima cambiare il modo di fare politica in Italia, essendo il mondo della politica la piu' grande e costosa casta, bisognerebbe riscrivere la costituzione e cominciare da zero. Partendo da li' si passa all'azione contro la mafia. Forse la mia opinione puo' sembrare semplicistica ma e' proprio qui' il problema ed e' che secondo me lo stato e' flaccido e si trastulla con le masturbazioni mentali quando servirebbero delle leggi semplici: per ogni reato di stampo mafioso, dopo un processo per direttissima, si prendono le persone e si mettono in un penitenziario di massima sicurezza, possibilmente su delle isole, mettendo a lavoro duro i reclusi e non farli uscire piu'.
Per crimini mafiosi di una certa efferatezza, come ad esempio quelli che sciolsero nell'acido un bambino di undici anni, sarei anche favorevole alla pena di morte, forse non per aver la testa mozzata come insiste il nostro simpatico Roddy, ma sono sicuro che, nonostante si dica in giro che la pena di morte non sia un deterrente contro il crimine, la acque si calmerebbero e di molto. La mafia si puo' sconfiggere, basta volerlo.
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un pò di buon esempio...
La mafia si puo' sconfiggere, basta volerlo.[/quote] E' vero le mafie possono essere sconfitte, ma otre alle repressione attraverso la magistratura, le forze dell'ordine e le leggi speciali non guasterebbe un pò di buon esempio. Ricordo a me stesso e a tutti la frase del ministro delle infrastrutture Lunardi (e sappiamo quanto sugli appalti le mafie lucrano) del secondo governo Berlusconi che osò dire che "bisognava abituarsi a convivere con la mafia!!!"E che dire della presensa al governo del sottosegretario con delega al CIPE (organismo che eroga i fondi statali) indagato per associazione camorristica!!!
DOC- Numero di messaggi : 202
Data d'iscrizione : 09.01.09
Re: Se ne parla poco.........LA SANTA
La criminalità dei colletti bianchi è assassina, misconosciuta, impunita.
......" la criminalità dei colletti bianchi è impunita, anche perché misconosciuta e nonostante sia spesso assassina. I motivi sono molteplici ed anche facilmente intuibili. Innanzitutto la possibilità di scoprire e provare questo tipo di crimine è in larga misura possibile soltanto ai poteri pubblici, che teoricamente hanno i mezzi per scalfire il muro di omertà, di connivenza. di protezione che circonda questo tipo di crimini. Gli stessi poteri pubblici sono però in larga misura connessi con le stesse persone che dovrebbero perseguire. La connessione contempla un grande numero di possibilità, che vanno dalle parentele vere e proprie alle parentele più efficaci in questo ambito: affari in comune, favori reciproci, divisioni di un bottino che spesso proviene dalla pingue mangiatoia della politica e dell'intervento pubblico. Il latte della mamma per la criminalità dei colletti bianchi è la collusione con i poteri pubblici, dunque come può meravigliare che il potere pubblico nelle sue molte facce (di vigilanza e di controllo, di investigazione e di repressione) lasci spesso impunita questo tipo di criminalità?"
Sutherland
......" la criminalità dei colletti bianchi è impunita, anche perché misconosciuta e nonostante sia spesso assassina. I motivi sono molteplici ed anche facilmente intuibili. Innanzitutto la possibilità di scoprire e provare questo tipo di crimine è in larga misura possibile soltanto ai poteri pubblici, che teoricamente hanno i mezzi per scalfire il muro di omertà, di connivenza. di protezione che circonda questo tipo di crimini. Gli stessi poteri pubblici sono però in larga misura connessi con le stesse persone che dovrebbero perseguire. La connessione contempla un grande numero di possibilità, che vanno dalle parentele vere e proprie alle parentele più efficaci in questo ambito: affari in comune, favori reciproci, divisioni di un bottino che spesso proviene dalla pingue mangiatoia della politica e dell'intervento pubblico. Il latte della mamma per la criminalità dei colletti bianchi è la collusione con i poteri pubblici, dunque come può meravigliare che il potere pubblico nelle sue molte facce (di vigilanza e di controllo, di investigazione e di repressione) lasci spesso impunita questo tipo di criminalità?"
Sutherland
Keope- Numero di messaggi : 2053
Data d'iscrizione : 26.01.09
Re: Se ne parla poco.........LA SANTA
Siamo messi male, chi controlla i controllori , viviamo un brutto momento, non vedo via d'uscita per il momento,
politicamente ,credo che questo e' il momento peggiore per l'Italia, ognuno tira l'acqua al propio mulino ,non c'e' una classe politica di qualita' e di unione, i nostri politici sono soldati di ventura, al soldo di tutte le bandiere.
politicamente ,credo che questo e' il momento peggiore per l'Italia, ognuno tira l'acqua al propio mulino ,non c'e' una classe politica di qualita' e di unione, i nostri politici sono soldati di ventura, al soldo di tutte le bandiere.
007- Numero di messaggi : 26248
Data d'iscrizione : 29.11.08
Re: Se ne parla poco.........LA SANTA
Credo che i politici collusi siano sia a destra che a sinistra, è la storia che lo dice. Ogni colore di partito ha avuto le sue magagne nella storia, chi più chi meno, è difficile trovare dei puritani.
Anche se bisogna dire che tante persone hanno perso la vita per lottare contro la criminalità organizzata, non mancano gli esempi.
Anche se bisogna dire che tante persone hanno perso la vita per lottare contro la criminalità organizzata, non mancano gli esempi.
Keope- Numero di messaggi : 2053
Data d'iscrizione : 26.01.09
Re: Se ne parla poco.........LA SANTA
Admin ha scritto: La mafia si puo' sconfiggere, basta volerlo.
il problema giace nel fatto che non vogliono
Ludovico- Numero di messaggi : 639
Data d'iscrizione : 25.10.09
Re: Se ne parla poco.........LA SANTA
Admin ha scritto:
Per crimini mafiosi di una certa efferatezza, come ad esempio quelli che sciolsero nell'acido un bambino di undici anni, sarei anche favorevole alla pena di morte, forse non per aver la testa mozzata come insiste il nostro simpatico Roddy, ma sono sicuro che, nonostante si dica in giro che la pena di morte non sia un deterrente contro il crimine, la acque si calmerebbero e di molto. La mafia si puo' sconfiggere, basta volerlo.
adm--vedo che sei d'accordo cone me--sei uno che la sa lunga--ti dico e stradico che non c'é mezzo migliore della lama per agiustare le cose--il terrore non si combatte con le chiacchiere ma con un terrore magiore e non esiste terrore piu grande di una lama tagliente che sta per mozzarti la testa--in un anno la Calabria e le altre regioni dove comanda la mafia sarebbero libere--assicurato al 100%-- bravo 7 +
roddy- Numero di messaggi : 681
Data d'iscrizione : 04.01.09
'NDRANGHETISTI PAGLIACCI!
Voglio esprimere la mia piena condivisione alle parole usate oggi dall' Arcivescovo di Reggio Calabria, mons. Mondello che ha attaccato duramente gli affiliati alla 'ndrangheta definendoli "pagliacci".
DOC- Numero di messaggi : 202
Data d'iscrizione : 09.01.09
Re: Se ne parla poco.........LA SANTA
Perché la N’drangheta vuole colpire la magistratura calabrese
Non è stato solo un messaggio allo Stato, ma anche un segnale alle altre cosche. La bomba davanti alla Procura Generale di Reggio Calabria era un avvertimento indirizzato all’esterno e all’interno del N’drangheta.
Che si può tradurre così: sappiate che siamo (ancora) potenti. E che vogliano esserlo sempre di più. La firma è con tutta probabilità quella delle più grandi cosche dell’hinterland reggino. Che per la prima volta si muovono come un soggetto unico, quasi federato.
Nella storia dell’organizzazione criminale calabrese siamo davanti a uno spartiacque. Lo dice a Panorama.it Alberto Cisterna, magistrato di punta della direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, massimo esperto di N’drangheta del nostro Paese.
La sua è una chiave di lettura che permette di comprendere come sta evolvendo la natura di quello che sta diventando il più radicato, misterioso e potente gruppo criminale italiano. Che ora - forte anche dei suoi rapporti strettissimi con i narcos colombiani - sta per assumere caratteristiche per certi versi simili, anche se non uguali, a quelle di Cosa Nostra. E’ una trasformazione dettata dalla necessità di adattarsi ai nuovi tempi, dopo i colpi inferti dallo Stato nell’ultimo anno.
Cisterna, insomma, non ha dubbi: la bomba alla Procura deve essere “letta” in molteplici modi. Prima di tutto l’avvertimento rispetto allo Stato. Ma c’è anche dell’altro.
Quali erano i veri obiettivi dell’attacco alla Procura?
Tenete conto che tra poco in quel tribunale si celebreranno importanti processi, primo tra i quali l’appello per l’omicidio di Francesco Fortugno. Poi, io penso, chi ha deciso di far esplodere quell’ordigno aveva in mente anche di “preparare” il terreno per i prossimi, importanti, appuntamenti. Ricordiamoci che tra poco si vota qui in Calabria. In questo senso la bomba potrebbe essere un segnale alle altre cosche. Come dire: possiamo e vogliamo contare di più imponendo le nostre condizini
Quindi non è l’annuncio dell’inizio di una strategia stragista contro lo Stato, come fecero i corleonesi?
Non credo. Penso che il percorso sia più elementare. Qualcuno vuol fare capire agli altri di essere più forte. Non tutti i gruppi delle 165 cosche del N’drangheta sono in grado di ragionare e colpire in questo modo. Probabilmente le più forti - due o tre gruppi federati tra di loro - vogliono far sapere di poterlo fare. Lanciando messaggi alle istituzioni e alle altre cosche minori
La Ndrangheta come Cosa Nostra, con una struttura verticistica e padrinale?
No, è improbabile pensare che ci siano trenta capi che si trovano e decidono insieme una strategia comune. Piuttosto siamo di fronte a un tentativo di riorganizzazione interna alla N’drangheta calabrese
Quali sono queste cosche emergenti?
Penso a gruppi del’hinterland o della provincia. Che hanno basi logistiche nel centro della città. E’ evidente che sono sul territorio. Se la N’drangheta riesce a comprarsi locali famosi e rinomati a Roma, pensa che non possa comprarsi un piccolo bar a Reggio Calabria? Pensa che la bombola e tutto l’occorrente per l’ordigno l’abbiano portato per qualche chilometro in auto? No, probabilmente hanno fatto soltanto qualche centinaio di metri. E a piedi. Insomma, godono di ampie connivenze
Ma questa volontà di affermazione potrebbe portare a una guerra tra cosche?
Non credo.Tutti i clan hanno i propri interessi. L’Ndrangheta prospera, fa affari miliardari. Nessuno vuole vuole arrivare a uno scontro suicida interno. E poi, le guerre tra i clan si sono sempre aperte con l’omicidio del capo o di uno dei boss della cosca rivale, come è accaduto negli anni ‘80 fino al ‘91. No, qui siamo proprio di fronte a una svolta strategica e a una situazione nuova. Ma non ci sarà nessuna guerra perchè questi gruppi federati approfitteranno della debolezza delle altre cosche (colpite dallo Stato) per imporre la loro forza, senza per forza andare ad un conflitto con spargimenti di sangue
Comunque siamo di fronte ad uno spartiacque nella storia di questa organizzazione criminale?
Penso proprio sì. Non c’era mai stato un fatto così eclatante. L’Ndrangheta è ora una organizzazione moderna, molto lontana dal folklore dei vecchi capi mafia. I gruppi più grandi cercano di “lavorare insieme” visto che la struttura molto frantumata dei clan alla fine risulta essere più vulnerabile ai colpi inferti dello Stato (per lo più con la confisca dei beni). Quindi, probabilmente hanno deciso di agire per rafforzarsi stringendo rapporti e alleanze tra le famiglie vincenti
La struttura anarchica e frantumata della ndrangheta è destinata dunque a venir meno?
I boss passano le giornate a studiare le strategie per sopravvivere, rafforzarsi. E ora è probabile che le cosche vincenti tenderanno a imporre le loro condizioni nei confronti degli altri clan. Per farlo devono dimostrare di essere in grado di fare azioni che nessun altro ha mai fatto in passato, come la bomba alla Procura di Reggio Calabria. Ma la struttura piramidale della mafia è un’altra cosa
Martedì 5 Gennaio 2010
Non è stato solo un messaggio allo Stato, ma anche un segnale alle altre cosche. La bomba davanti alla Procura Generale di Reggio Calabria era un avvertimento indirizzato all’esterno e all’interno del N’drangheta.
Che si può tradurre così: sappiate che siamo (ancora) potenti. E che vogliano esserlo sempre di più. La firma è con tutta probabilità quella delle più grandi cosche dell’hinterland reggino. Che per la prima volta si muovono come un soggetto unico, quasi federato.
Nella storia dell’organizzazione criminale calabrese siamo davanti a uno spartiacque. Lo dice a Panorama.it Alberto Cisterna, magistrato di punta della direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, massimo esperto di N’drangheta del nostro Paese.
La sua è una chiave di lettura che permette di comprendere come sta evolvendo la natura di quello che sta diventando il più radicato, misterioso e potente gruppo criminale italiano. Che ora - forte anche dei suoi rapporti strettissimi con i narcos colombiani - sta per assumere caratteristiche per certi versi simili, anche se non uguali, a quelle di Cosa Nostra. E’ una trasformazione dettata dalla necessità di adattarsi ai nuovi tempi, dopo i colpi inferti dallo Stato nell’ultimo anno.
Cisterna, insomma, non ha dubbi: la bomba alla Procura deve essere “letta” in molteplici modi. Prima di tutto l’avvertimento rispetto allo Stato. Ma c’è anche dell’altro.
Quali erano i veri obiettivi dell’attacco alla Procura?
Tenete conto che tra poco in quel tribunale si celebreranno importanti processi, primo tra i quali l’appello per l’omicidio di Francesco Fortugno. Poi, io penso, chi ha deciso di far esplodere quell’ordigno aveva in mente anche di “preparare” il terreno per i prossimi, importanti, appuntamenti. Ricordiamoci che tra poco si vota qui in Calabria. In questo senso la bomba potrebbe essere un segnale alle altre cosche. Come dire: possiamo e vogliamo contare di più imponendo le nostre condizini
Quindi non è l’annuncio dell’inizio di una strategia stragista contro lo Stato, come fecero i corleonesi?
Non credo. Penso che il percorso sia più elementare. Qualcuno vuol fare capire agli altri di essere più forte. Non tutti i gruppi delle 165 cosche del N’drangheta sono in grado di ragionare e colpire in questo modo. Probabilmente le più forti - due o tre gruppi federati tra di loro - vogliono far sapere di poterlo fare. Lanciando messaggi alle istituzioni e alle altre cosche minori
La Ndrangheta come Cosa Nostra, con una struttura verticistica e padrinale?
No, è improbabile pensare che ci siano trenta capi che si trovano e decidono insieme una strategia comune. Piuttosto siamo di fronte a un tentativo di riorganizzazione interna alla N’drangheta calabrese
Quali sono queste cosche emergenti?
Penso a gruppi del’hinterland o della provincia. Che hanno basi logistiche nel centro della città. E’ evidente che sono sul territorio. Se la N’drangheta riesce a comprarsi locali famosi e rinomati a Roma, pensa che non possa comprarsi un piccolo bar a Reggio Calabria? Pensa che la bombola e tutto l’occorrente per l’ordigno l’abbiano portato per qualche chilometro in auto? No, probabilmente hanno fatto soltanto qualche centinaio di metri. E a piedi. Insomma, godono di ampie connivenze
Ma questa volontà di affermazione potrebbe portare a una guerra tra cosche?
Non credo.Tutti i clan hanno i propri interessi. L’Ndrangheta prospera, fa affari miliardari. Nessuno vuole vuole arrivare a uno scontro suicida interno. E poi, le guerre tra i clan si sono sempre aperte con l’omicidio del capo o di uno dei boss della cosca rivale, come è accaduto negli anni ‘80 fino al ‘91. No, qui siamo proprio di fronte a una svolta strategica e a una situazione nuova. Ma non ci sarà nessuna guerra perchè questi gruppi federati approfitteranno della debolezza delle altre cosche (colpite dallo Stato) per imporre la loro forza, senza per forza andare ad un conflitto con spargimenti di sangue
Comunque siamo di fronte ad uno spartiacque nella storia di questa organizzazione criminale?
Penso proprio sì. Non c’era mai stato un fatto così eclatante. L’Ndrangheta è ora una organizzazione moderna, molto lontana dal folklore dei vecchi capi mafia. I gruppi più grandi cercano di “lavorare insieme” visto che la struttura molto frantumata dei clan alla fine risulta essere più vulnerabile ai colpi inferti dello Stato (per lo più con la confisca dei beni). Quindi, probabilmente hanno deciso di agire per rafforzarsi stringendo rapporti e alleanze tra le famiglie vincenti
La struttura anarchica e frantumata della ndrangheta è destinata dunque a venir meno?
I boss passano le giornate a studiare le strategie per sopravvivere, rafforzarsi. E ora è probabile che le cosche vincenti tenderanno a imporre le loro condizioni nei confronti degli altri clan. Per farlo devono dimostrare di essere in grado di fare azioni che nessun altro ha mai fatto in passato, come la bomba alla Procura di Reggio Calabria. Ma la struttura piramidale della mafia è un’altra cosa
Martedì 5 Gennaio 2010
Tonino- Numero di messaggi : 9586
Data d'iscrizione : 26.04.09
Re: Se ne parla poco.........LA SANTA
Panorama.it Home Forum Panorama TV Edicola Archivio LoginRegistrati Feed Rss Italia Mondo Economia Cult Hitech e Scienza Auto Libri Opinioni Foto EPOCA Maroni: “La ‘Ndrangheta fa business per 45 miliardi all’anno”
Tags: business, Confindustria, Gioia-Tauro, Mafia, Ministero-Interno, ndrangheta, patrimonio, Roberto-Maroni
“Quarantacinque miliardi di euro: è questo il fatturato annuo della ’ndrangheta Spa. Quasi tre punti di Pil”. È il dato fornito dal ministro dell’Interno Roberto Maroni, intervenendo al convegno su sviluppo e sicurezza promosso a Catanzaro da Confindustria. Una fotografia del business della criminalità organizzata impietosa, quella che fa il ministro.
Questo è, ha aggiunto Maroni: “Il contesto in cui si muovono le forze dell’ordine: una straordinaria potenza economica che investe, fa innovazione, condiziona i mercati e che può contare anche su una componente militare di controllo del territorio, intimidazione. Ma non è solo questo, la ’ndrangheta è diversa dalle altre perché ci sono le ’ndranghete e per questo l’attacco deve essere attuato in modo diverso da quello che si porta avanti contro le altre consorterie. Credo che nell’ambito delle forze dell’ordine e della magistratura tutti sappiano fare bene il loro mestiere. In Calabria proprio di recente sono stati messi a segno colpi molto forti con arresti di latitanti e smantellamento di situazioni criminose con connessioni anche nel mondo delle amministrazioni”.
L’attacco vero alla criminalità organizzata “che può segnare la svolta” è l’attacco ai patrimoni, dice Maroni. “È l’insegnamento di Falcone ed è quello che abbiamo iniziato a fare con il pacchetto sicurezza che prevede norme più rapide ed efficaci per la confisca e la messa a disposizione dei beni”.
L’iniziativa di Confindustria Sicilia di espellere chi non denuncia il pizzo “è la strada giusta…”, il ministro dell’Interno non ha dubbi sul ruolo che possono giocare le imprese e loro associazioni. “Dobbiamo coinvolgere le imprese” ha aggiunto il ministro Maroni “per respingere l’attacco della criminalità. Chi denuncia il pizzo non lotta solo per non pagare, ma combatte una criminalità che vuol far passare l’idea che è in grado di garantire la sicurezza. Così non è”.
Il ministro punta poi dito sul porto di Gioia Tauro, la porta d’ingresso della droga utilizzata dalla ’ndrangheta “scelta come referente dai cartelli colombiani per il traffico di stupefacenti. Sui 45 miliardi di euro di fatturato della criminalità organizzata” ha specificato Maroni “il 60% viene dal narcotraffico”. Al riguardo Maroni ha rivolto un invito al presidente della Regione, Agazio Loiero, e a quello di Confindustria Calabria, Umberto De Rose, a “fare una riflessione insieme per focalizzare quali iniziative sono da prendere sul Gioia Tauro”.
redazione
Lunedì 20 Ottobre 2008
Tags: business, Confindustria, Gioia-Tauro, Mafia, Ministero-Interno, ndrangheta, patrimonio, Roberto-Maroni
“Quarantacinque miliardi di euro: è questo il fatturato annuo della ’ndrangheta Spa. Quasi tre punti di Pil”. È il dato fornito dal ministro dell’Interno Roberto Maroni, intervenendo al convegno su sviluppo e sicurezza promosso a Catanzaro da Confindustria. Una fotografia del business della criminalità organizzata impietosa, quella che fa il ministro.
Questo è, ha aggiunto Maroni: “Il contesto in cui si muovono le forze dell’ordine: una straordinaria potenza economica che investe, fa innovazione, condiziona i mercati e che può contare anche su una componente militare di controllo del territorio, intimidazione. Ma non è solo questo, la ’ndrangheta è diversa dalle altre perché ci sono le ’ndranghete e per questo l’attacco deve essere attuato in modo diverso da quello che si porta avanti contro le altre consorterie. Credo che nell’ambito delle forze dell’ordine e della magistratura tutti sappiano fare bene il loro mestiere. In Calabria proprio di recente sono stati messi a segno colpi molto forti con arresti di latitanti e smantellamento di situazioni criminose con connessioni anche nel mondo delle amministrazioni”.
L’attacco vero alla criminalità organizzata “che può segnare la svolta” è l’attacco ai patrimoni, dice Maroni. “È l’insegnamento di Falcone ed è quello che abbiamo iniziato a fare con il pacchetto sicurezza che prevede norme più rapide ed efficaci per la confisca e la messa a disposizione dei beni”.
L’iniziativa di Confindustria Sicilia di espellere chi non denuncia il pizzo “è la strada giusta…”, il ministro dell’Interno non ha dubbi sul ruolo che possono giocare le imprese e loro associazioni. “Dobbiamo coinvolgere le imprese” ha aggiunto il ministro Maroni “per respingere l’attacco della criminalità. Chi denuncia il pizzo non lotta solo per non pagare, ma combatte una criminalità che vuol far passare l’idea che è in grado di garantire la sicurezza. Così non è”.
Il ministro punta poi dito sul porto di Gioia Tauro, la porta d’ingresso della droga utilizzata dalla ’ndrangheta “scelta come referente dai cartelli colombiani per il traffico di stupefacenti. Sui 45 miliardi di euro di fatturato della criminalità organizzata” ha specificato Maroni “il 60% viene dal narcotraffico”. Al riguardo Maroni ha rivolto un invito al presidente della Regione, Agazio Loiero, e a quello di Confindustria Calabria, Umberto De Rose, a “fare una riflessione insieme per focalizzare quali iniziative sono da prendere sul Gioia Tauro”.
redazione
Lunedì 20 Ottobre 2008
Tonino- Numero di messaggi : 9586
Data d'iscrizione : 26.04.09
Re: Se ne parla poco.........LA SANTA
i tentacoli della la piovra sono dapertutto possono fare il bello e cattivo tempo della borsa italiana
leggo che raggiungono il 3% del prodotto interno lordo, sommando le percentuali delle altre piovre regionali
possono superare il 10% del Pil , una vera potenza.
leggo che raggiungono il 3% del prodotto interno lordo, sommando le percentuali delle altre piovre regionali
possono superare il 10% del Pil , una vera potenza.
Tonino- Numero di messaggi : 9586
Data d'iscrizione : 26.04.09
Re: Se ne parla poco.........LA SANTA
Giusta analisi toni .Dove girano parecchi soldi lì di sicuro la mafia entrerà nel giro oppure sarà il capo della giostra.
Re: Se ne parla poco.........LA SANTA
ascoltando queste parole l'indignazione e poca cosa
giusto ribbellarsi ma come.." quando il potere politico , il potere giudiziario e il potere
invisibile camminano pari passo" ormai gli invisibili sono come la gramegna , la puoi estirpare in tanti modi
ma alla fine vince in tutti i campi , spuntando sempre piu' di prima.....
giusto ribbellarsi ma come.." quando il potere politico , il potere giudiziario e il potere
invisibile camminano pari passo" ormai gli invisibili sono come la gramegna , la puoi estirpare in tanti modi
ma alla fine vince in tutti i campi , spuntando sempre piu' di prima.....
Tonino- Numero di messaggi : 9586
Data d'iscrizione : 26.04.09
Re: Se ne parla poco.........LA SANTA
Oggi a Milano si è svolta la XV Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime delle mafie.
Per non dimenticare...........mai............
Per non dimenticare...........mai............
Keope- Numero di messaggi : 2053
Data d'iscrizione : 26.01.09
don Luigi Ciotti, una risorsa per l'Italia Onesta...
Ho conosciuto di persona don Luigi Ciotti, animatore infaticabile di "Libera". Davvero una persona dal grande carisma impegnato fortemente nel sociale. Libera sempre!!!
DOC- Numero di messaggi : 202
Data d'iscrizione : 09.01.09
Re: Se ne parla poco.........LA SANTA
Consiglio a tutti la lettura del nuovo libro del Magistrato antimafia Nicola Gratteri, "La Malapianta". Un grande calabrese.
DOC- Numero di messaggi : 202
Data d'iscrizione : 09.01.09
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