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Maria è Madre nostra. Per te chi è Maria?

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Maria è Madre nostra. Per te chi è Maria? Empty Maria è Madre nostra. Per te chi è Maria?

Messaggio  Ospite Mer 13 Mag - 15:00

Nel giorno in cui si celebra la festa della Madonna di Fatima, desidero aprire un nuovo argomento. ti pongo una domandina semplice: Per te chi è Maria?

Quando io penso alle Vergine Maria, penso alla figura di una madre dolce, tenera che stringe tra le braccia il suo bambino e lo ama di un'amore grande, vero, pieno. il bambino non ha paura perchè c'è sempre lei.

se lui cade lei lo rialza,
se lui piange lei gli asciuga le lacrime,
se lui è triste lei lo consola,
se lui è sconfortato lei lo rassicura.

se lui gioisce lei è felice
se lui sta bene lei è felice

se lui ha bisogno lei corre in cielo e cerca a Gesù la grazia

madre nostra cara aiutaci tu.
benedici i nostri passi
rafforza la nostra fede
rinsalda la nostra speranza

fa che niente e nessuno ci faccia del male.

voglio stare sempre tra le tue braccia cara MADRE

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Maria è Madre nostra. Per te chi è Maria? Empty CHI E' MARIA ??................COSA DICE LA BIBBIA ??

Messaggio  armando mirante Gio 4 Feb - 1:59

Maria (madre di Gesù)

Definizione: Donna altamente favorita che fu scelta da Dio per dare alla luce Gesù. Nella Bibbia si parla di altre cinque Marie. La madre di Gesù discendeva dal re Davide, della tribù di Giuda, ed era figlia di Eli. La prima volta che ci è presentata nella Scrittura, è fidanzata con Giuseppe, anch’egli della tribù di Giuda e discendente di Davide.

Cosa possiamo imparare dal racconto biblico relativo a Maria?

(1) Una lezione di prontezza ad ascoltare ciò che Dio dice tramite i suoi messaggeri, anche se ciò che udiamo potrebbe dapprima turbarci o sembrarci impossibile. — Luca 1:26-37.
(2) Il coraggio di agire in armonia con ciò che si apprende circa la volontà di Dio, confidando fermamente in lui. (Vedi Luca 1:38. Come indicato in Deuteronomio 22:23, 24, la ragazza nubile ebrea trovata incinta poteva andare incontro a serie conseguenze).
(3) Il fatto che Dio è disposto a impiegare una persona a prescindere dalla sua condizione sociale. — Confronta Luca 2:22-24 con Levitico 12:1-8.
(4) Mettere al primo posto gli interessi spirituali. (Vedi Luca 2:41; Atti 1:14. Non era richiesto che le mogli ebree accompagnassero i mariti nel lungo viaggio fino a Gerusalemme che si faceva ogni anno in occasione della pasqua, ma Maria lo fece).
(5) Apprezzamento per la purezza morale. — Luca 1:34.
(6) Scrupolosità nell’insegnare ai figli la Parola di Dio. (Lo si nota da ciò che Gesù fu in grado di fare all’età di 12 anni. Vedi Luca 2:42, 46-49).

Maria rimase vergine fino a quando partorì Gesù?

Luca 1:26-31 (CEI) narra che fu a “una vergine” di nome Maria che l’angelo Gabriele portò questa notizia: “Concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù”. A questo punto, secondo il versetto 34, “Maria disse all’angelo: ‘Come è possibile? Non conosco uomo [“la conoscenza è il rapporto coniugale”, CEI, nota in calce; “Non ho rapporti con un uomo”, NM]’”. Matteo 1:22-25 (CEI) aggiunge: “Tutto questo avvenne perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: ‘Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele’, che significa ‘Dio con noi’. Destatosi dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa, la quale, senza che egli la conoscesse,* partorì un figlio, che egli chiamò Gesù”. (*Non ebbe, cioè, con lei relazioni matrimoniali prima del parto”[/color], Con, nota in calce).
È ragionevole questo? Non era certo impossibile per il Creatore, che progettò gli organi riproduttivi umani, far sì che una cellula uovo nel seno di Maria venisse fecondata con mezzi soprannaturali. Geova trasferì miracolosamente la forza vitale e la personalità del suo celeste Figlio primogenito nel seno di Maria. La forza attiva di Dio, il suo spirito santo, protesse lo sviluppo del bambino nel seno di Maria così che questi poté nascere come uomo perfetto. — Luca 1:35; Giov. 17:5.

Maria rimase sempre vergine?

Matt. 13:53-56, CEI: “Terminate queste parabole, Gesù partì di là e venuto nella sua patria insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: ‘Da dove mai viene a costui questa sapienza e questi miracoli? Non è egli forse il figlio del carpentiere? Sua madre non si chiama Maria? E i suoi fratelli [greco, adelfòi] Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle [greco, adelfài] non sono tutte fra noi?’” (Stando a questi versetti, direste che Gesù era l’unico figlio di Maria o che questa avesse altri figli e figlie?)
Un’enciclopedia cattolica (New Catholic Encyclopedia, 1967, Vol. IX, p. 337) ammette che i termini greci adelfòi e adelfài, usati in Matteo 13:55, 56, “significavano nel mondo di lingua greca del tempo dell’Evangelista fratello e sorella consanguinei e in questo senso sarebbero stati naturalmente intesi dal lettore greco. Verso la fine del 4° secolo (c. 380) Elvidio, in un’opera andata perduta, evidenziò questo fatto per attribuire a Maria altri figli oltre a Gesù, così da farne un esempio per le madri di famiglie numerose. San Girolamo, animato dalla fede tradizionale della Chiesa nella perpetua verginità di Maria, scrisse un trattato contro Elvidio (383 d.C.) in cui formulò una spiegazione . . . tuttora in auge fra gli studiosi cattolici”.
Mar. 3:31-35, CEI: “Giunsero sua madre e i suoi fratelli e, stando fuori, lo mandarono a chiamare. Tutto attorno era seduta la folla e gli dissero: ‘Ecco tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle sono fuori e ti cercano’. Ma egli rispose loro: ‘Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?’. Girando lo sguardo su quelli che gli stavano seduti attorno, disse: ‘Ecco mia madre e i miei fratelli! Chi compie la volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e madre’”. (Qui si fa una chiara distinzione tra i fratelli carnali di Gesù e i suoi fratelli spirituali, i discepoli. Nessuno sostiene che il riferimento alla madre di Gesù significhi qualcosa di diverso da ciò che è detto. È ragionevole quindi pensare che i suoi fratelli carnali non fossero tali, ma forse cugini? Quando non ci si riferisce ai fratelli, ma ai parenti, è usata un’altra parola greca [syggenòn], come in Luca 21:16).

Maria era la Madre di Dio?

L’angelo che la informò della futura nascita miracolosa non disse che suo figlio sarebbe stato Dio. Le disse: “Concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo; . . . Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio”. — Luca 1:31-35, CEI; il corsivo è nostro.
Ebr. 2:14, 17, CEI: “Poiché dunque i figli hanno in comune il sangue e la carne, anch’egli [Gesù] ne è divenuto partecipe . . . Perciò doveva rendersi in tutto simile ai fratelli”. (Se fosse stato un Uomo-Dio, sarebbe stato “in tutto simile ai fratelli”?)
Come ammette un testo cattolico, “Maria è veramente la madre di Dio a patto che siano soddisfatte queste due condizioni: Che ella sia realmente la madre di Gesù e che Gesù sia realmente Dio”. (New Catholic Encyclopedia, 1967, Vol. X, p. 21) La Bibbia dice che Maria era la madre di Gesù, ma Gesù era Dio? Fu nel IV secolo, molto tempo dopo che la Bibbia era stata completata, che la Chiesa formulò la sua dottrina della Trinità. (Enciclopedia Cattolica, Città del Vaticano, 1948-1954; Vol. VIII, col. 1830; vedi pagina 403, alla voce “Trinità”). A quel tempo, nel Simbolo niceno, la Chiesa definì Gesù Cristo “Dio vero”. In seguito, nel 431 E.V., al Concilio di Efeso, Maria fu proclamata dalla Chiesa Theotòkos, che significa “Genitrice di Dio” o “Madre di Dio”. Comunque, né l’espressione né il concetto si trovano nel testo di alcuna traduzione biblica. (Vedi le pagine 165-169, alla voce “Gesù Cristo”).

Fu Maria immacolata, immune cioè dal peccato originale fin dall’istante in cui sua madre la concepì?


Un’enciclopedia cattolica (New Catholic Encyclopedia, 1967, Vol. VII, pp. 378-381), parlando dell’origine di questa dottrina, ammette: “. . . l’Immacolata Concezione non è insegnata esplicitamente nella Scrittura . . . I primi Padri della Chiesa consideravano Maria santa ma non del tutto senza peccato. . . . È impossibile indicare una data precisa in cui questa dottrina fu considerata materia di fede, ma pare che entro l’VIII o il IX secolo sia stata generalmente accettata. . . . [Nel 1854 papa Pio IX definì il dogma] secondo cui ‘la Beatissima Vergine Maria fin dal primo istante del suo concepimento fu preservata immune da ogni macchia di peccato originale’”. Questa dottrina è stata riconfermata dal Concilio Vaticano II (1962-1965). — I Documenti del Concilio Vaticano II, Edizioni Paoline, II edizione, 1966, p. 138.
Da parte sua la Bibbia dice: “Come a causa di un solo uomo [Adamo] il peccato è entrato nel mondo e con il peccato la morte, così anche la morte ha raggiunto tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato”. (Rom. 5:12, CEI; il corsivo è nostro). Inclusa Maria? La Bibbia riferisce che, in conformità a quanto richiesto dalla Legge mosaica, 40 giorni dopo la nascita di Gesù Maria presentò nel tempio di Gerusalemme un’offerta per la purificazione. Anche lei aveva ereditato da Adamo il peccato e l’imperfezione. — Luca 2:22-24; Lev. 12:1-8.

Maria ascese al cielo col corpo fisico?

Parlando di questo dogma, divenuto ufficialmente articolo di fede cattolica nel 1950, in seguito alla proclamazione fatta da papa Pio XII, il Dizionario Ecclesiastico della U.T.E.T. (1953-1958; Vol. I, p. 245) ammette: “Il dogma dell’A. [Assunzione] di Maria non è esplicitam. contenuto nella S. Scrittura”. Ciò nonostante nella bolla Munificentissimus Deus il papa affermò che questa dottrina ha “come ultimo fondamento la S. Scrittura”. — Edizioni Paoline, 1950, p. 17.
Da parte sua la Bibbia dice: “La carne e il sangue non possono ereditare il regno di Dio, né ciò che è corruttibile può ereditare l’incorruttibilità”. (1 Cor. 15:50, CEI) Gesù disse che “Dio è spirito”. Gesù, alla sua risurrezione, ridivenne spirito, essendo ora “spirito datore di vita”. Gli angeli sono spiriti. (Giov. 4:24; 1 Cor. 15:45; Ebr. 1:13, 14, CEI) Quale base scritturale c’è per dire che qualcuno abbia potuto ricevere la vita celeste con un corpo che necessita dell’ambiente fisico della terra? (Vedi le pagine 312-314, alla voce “Risurrezione”).

È appropriato pregare Maria per invocarne l’intercessione?

Gesù Cristo disse: “Voi dovete dunque pregare così: ‘Padre nostro che sei nei cieli . . .’”. Disse pure: “Io sono la via e la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. . . . Se voi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò”. — Matt. 6:9; Giov. 14:6, 14.
Possono le preghiere rivolte al Padre tramite Gesù Cristo essere accolte con la stessa comprensione e compassione che se fossero presentate mediante una persona che è stata donna e madre? Circa il Padre, la Bibbia dice: “Come è dolce un padre verso i suoi figli, così è dolce Jahve verso chi lo teme. Egli conosce il nostro fragile essere, e ricorda che siamo polvere vana!” Egli è “un Dio misericordioso e clemente, paziente, ricco nell’amore e costante nella fedeltà”. (Sal. 103:13, 14; Eso. 34:6, Mar) E di Cristo è scritto: “Non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia compatire le nostre infermità, essendo stato lui stesso provato in ogni cosa, come noi, escluso il peccato. Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ricevere misericordia e trovare grazia ed essere aiutati al momento opportuno”. — Ebr. 4:15, 16, CEI.

La venerazione delle immagini di Maria si concilia col cristianesimo biblico?

Questa pratica è stata decisamente incoraggiata dal Concilio Vaticano II (1962-1965). “Il Sacrosanto Concilio . . . esorta tutti i figli della Chiesa, perché generosamente promuovano il culto, specialmente liturgico, verso la beata Vergine, abbiano in grande stima le pratiche e gli esercizi di pietà verso di Lei, raccomandati lungo i secoli dal Magistero della Chiesa, e scrupolosamente osservino quanto in passato è stato sancito circa il culto delle immagini di Cristo, della beata Vergine e dei Santi”. — I Documenti del Concilio Vaticano II, cit., p. 143.


Cosa dice la Parola di Dio circa il farsi immagini da usare come oggetti di culto?

Eso. 20:4, 5, CEI: “Non ti farai idolo né immagine alcuna di quanto è lassù nel cielo né di quanto è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle acque sotto la terra. Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai [“né renderai loro un culto”, Ga]. Perché io, il Signore [“Jahve”, Ga], sono il tuo Dio, un Dio geloso”. Il corsivo è nostro). (Si noti che il divieto riguardava il farsi immagini e il prostrarsi davanti a loro).

Lev. 26:1, CEI: “Non vi farete idoli, né vi erigerete immagini scolpite o stele [“colonna sacra”, NM], né permetterete che nel vostro paese vi sia pietra ornata di figure, per prostrarvi davanti ad essa; poiché io sono il Signore vostro Dio”. (Non si doveva erigere nessuna immagine davanti alla quale il popolo potesse prostrarsi in adorazione).

2 Cor. 6:16, CEI: “Quale accordo [c’è] tra il tempio di Dio e gli idoli? Noi siamo infatti il tempio del Dio vivente”.

1 Giov. 5:21, Ga: “Figlioletti, guardatevi dagli idoli [“idoli”, EP, PIB; “falsi dèi”, CEI]!”[/size]

Cosa pensa Dio delle immagini cui viene prestato un culto?

Il falegname stende il regolo, disegna l'immagine con il gesso; la lavora con scalpelli, misura con il compasso, riproducendo una forma umana, una bella figura d'uomo da mettere in un tempio.
Egli si taglia cedri, prende un cipresso o una quercia che lascia crescere robusta nella selva; pianta un frassino che la pioggia farà crescere. Tutto ciò diventa per l'uomo legna da bruciare; ne prende una parte e si riscalda o anche accende il forno per cuocervi il pane o ne fa persino un idolo e lo adora, ne forma una statua e la venera. Una metà la brucia al fuoco, sulla brace arrostisce la carne, poi mangia l'arrosto e si sazia. Ugualmente si scalda e dice: "Mi riscaldo; mi godo il fuoco".
Con il resto fa un dio, il suo idolo; lo venera, lo adora e lo prega: "Salvami, perché sei il mio dio!".
Non sanno né comprendono; una patina impedisce agli occhi loro di vedere e al loro cuore di capire.
Essi non riflettono, non hanno scienza e intelligenza per dire: "Ho bruciato nel fuoco una parte, sulle sue braci ho cotto perfino il pane e arrostito la carne che ho mangiato; col residuo farò un idolo abominevole? Mi prostrerò dinanzi ad un pezzo di legno?"
. ISAIAH 44:13-19 CIA



Maria era oggetto di onori particolari nella congregazione cristiana del I secolo?

L’apostolo Pietro non la menziona affatto nei suoi scritti ispirati. L’apostolo Paolo non la chiama per nome nelle sue lettere ispirate, ma ne parla solo come di “una donna”. — Gal. 4:4.

Quale esempio diede Gesù stesso nel rivolgersi a sua madre?

Giov. 2:3, 4, CEI: “Venuto a mancare il vino [alla festa nuziale di Cana], la madre di Gesù gli disse: ‘Non hanno più vino’. E Gesù rispose: ‘Che ho da fare con te, o donna? Non è ancora giunta la mia ora’”. (Da bambino, Gesù era sottomesso alla madre e al suo padre adottivo. Ma ora che era cresciuto rifiutò benevolmente, ma in modo deciso, la guida di Maria, la quale accettò umilmente la correzione).
Luca 11:27, 28, CEI: “Mentre [Gesù] diceva questo, una donna alzò la voce di mezzo alla folla e disse: ‘Beato il grembo che ti ha portato e il seno da cui hai preso il latte!’. Ma egli disse: ‘Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!’” (Per Gesù questa sarebbe stata di certo un’ottima occasione per rendere un onore particolare a sua madre, se ciò fosse stato appropriato. Ma non lo fece).

Quali sono le origini storiche del culto di Maria?

Andrew Greeley, un sacerdote cattolico, afferma: “Maria è uno dei più potenti simboli religiosi nella storia del mondo occidentale . . . Il simbolo di Maria collega direttamente il cristianesimo con le antiche religioni delle dee madri”. — The Making of the Popes 1978 (USA, 1979), p. 227.
Vale la pena di ricordare il luogo in cui fu confermata la dottrina secondo cui Maria sarebbe la Madre di Dio. “Il Concilio di Efeso si riunì nella basilica della Theotokos nel 431. Lì più che in qualsiasi altro luogo, nella città così famosa per la sua devozione ad Artemide, la Diana dei romani, dove la sua immagine si diceva fosse caduta dal cielo, all’ombra del grande tempio dedicato alla Magna Mater sin dal 330 a.C. e contenente, secondo la tradizione, una dimora temporanea di Maria, il titolo di ‘Genitrice di Dio’ non poteva che essere confermato”. — The Cult of the Mother-Goddess, di E. O. James, New York, 1959, p. 207.


Ultima modifica di armando mirante il Mar 9 Feb - 1:37 - modificato 19 volte.
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Maria è Madre nostra. Per te chi è Maria? Empty Re: Maria è Madre nostra. Per te chi è Maria?

Messaggio  Keope Gio 4 Feb - 23:50

Tratto da La Madonna contestata di NICOLA TORNESE


I cosiddetti fratelli di Gesù
Cavallo di battaglia per i geovisti contro la perpetua verginità di Maria è il fatto che i vangeli ci informano dell'esistenza di fratelli e sorelle di Gesù I.
Ecco ciò che dicono i vangeli:
Matteo 13, 55-56: “Non è egli (Gesù) forse il figlio del carpentiere? Sua madre non si chiama Maria? E i suoi fratelli Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle non sono tutte fra noi?”
Marco 6, 3: “Non è costui il carpentiere, il fìglio di Maria, il fratello di Giacomo, di Joses (Giuseppe), di Giuda e di Simone?”.
Luca 8, 19-20: “Un giorno andarono a trovarlo la madre e i fratelli, ma non poterono avvicinarlo a causa della folla. Gli fu annunziato: " Tua madre * i tuoi fratelli sono qui fuori e desiderano vederti ". Ma egli rispose: " Mia madre e i miei fratelli sono coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica "”.
Giovanni 2, 12: “Dopo questo fatto, discese (Gesù) a Cafarnao insieme con sua madre, i fratelli e i suoi discepoli”.
Atti 1, 14: “Tutti questi erano assidui e concordi nella preghiera, insieme con alcune donne e con Maria, la Madre di Gesù, e con i fratelli di lui”. (Cf. anche 1 Cor. 9, 5; Galati 1, 19).
Sì, tutti e quattro gli evangelisti, l'autore degli Atti, san Paolo parlano di fratelli e sorelle del Signore.
Il Vangelo è Vangelo e non si può cambiare. A tutti, comunque, incombe il dovere di leggere e spiegare la Bibbia come si conviene, a regola d'arte per così dire, e non superficialmente, ignorantemente, settariamente. La Bibbia va letta e spiegata secondo le norme indispensabili per la comprensione di un libro scritto in tempi assai lontani, in una lingua diversa dalle lingue moderne, con proprietà, sfumature, immagini, modi di dire di tempi passati, in una cultura diversa dalla nostra.
Tenendo presente questa norma, ci domandiamo: Che cosa hanno voluto dire gli autori dei vangeli con l'espressione “fratelli e sorelle di Gesù”?

Non figli di Maria
Un particolare molto significativo, che non deve sfuggire, è il fatto che gli autori ispirati par- lano solo e sempre di fratelli di Gesù, mai di figli di Maria. Solo Gesù è detto figlio di Maria (cf. Marco 6, 3) e Maria è detta solo e sempre madre di Gesù, e non di altri (cf. Giovanni 2, 1; 19, 25; Atti 1, 14).
Esaminiamo brevemente quest'ultimo testo del libro degli Atti (1, 14), dove l'autore sacro dice che nel cenacolo, assieme agli Apostoli, c'era “nominatamente Maria madre di Gesù, e con i fratelli di lui” (Garofalo). Se quei fratelli fossero veramente figli di Maria, lo scrittore avrebbe detto meglio: “C'era Maria madre di Gesù con gli altri suoi fìgli”. Noi Egli ha preferito dire in modo più appropriato: “C'era Maria madre di Gesù, e con i fratelli di lui”.
In chi legge i vangeli come si conviene, questo particolare: “,fratelli di Gesù e non figli di Maria”, dovrebbe far sorgere il dubbio che i cosiddetti “fratelli di Gesù” non siano necessariamente “fìgli di Maria”. Il dubbio diventa certezza se leggiamo tutta la Bibbia e non solo alcuni testi, ignorando od omettendo deliberatamente tanti altri come fanno abitualmente i tdG .

Tutti mi diranno beata ….(Luca 1,48)
L’errore:

Insistono i tdG: “Le stesse espressioni dell’angelo e di Elisabetta sono usate riguardo ad altre”. Per provare la loro affermazione i geovisti ricorrono ad altri due testi biblici dell’Antico Testamento, facendone un uso improprio, atto solo a creare confusione nella mente di chi mopm capisce.
Eccoli:
Gen. 30: 9, 10, 13, NA “Lea, vedendo che aveva cessato di partorire, prese Zilpa, sua serva, e la dette a Giacobbe per moglie. E Zilpa, serva di Lea, partorì un figlio, ... Lea disse: 'Questo è per mia felicità, perché le donne mi chiameranno beata'. Perciò lo chiamò Aser”.
Giud. 5: 24, NA “Benedetta sia fra le donne Jael, moglie di Heber Kenita, benedetta sia fra le donne che sono nelle tende”.
La verità:
Questa insistenza geovista non ha nessun valore probativo per due ragioni in particolare:
La prima. Chiunque abbia una minima conoscenza del Nuovo Testamento sa benissimo che vi ricorrono assai spesso espressioni e perfìno parole dell'Antico Testamento. Gli evangelisti, san Paolo, gli altri Apostoli avevano una grande familiarità con le Scritture e spesso si esprimono con le stesse immagini e parole dei Profeti, dei Salmi, dei Libri Storici, dando un significato diverso.
La seconda. Nel caso di Maria l'espressione “benedetta fra le donne”, anche se presa dall'Antico Testamento, ha evidentemente un significato nuovo, completamente diverso da quello dei testi citati. Basta leggere la Bibbia nei luoghi citati per convincersene.
In Genesi 30, 9-13 e in Giudici 5, 24-27 le don- ne, di cui si parla, sono quelle del clan o gruppo di famiglie legate da parentela: le donne della tenda! (Giudici 5, 24). Esse dicono “sia benedetta”, ossia si congratulano con una della loro tribù o perché ha dato un figlio al suo padrone in un contesto di rivalità femminile (Genesi 30, 9-13), oppure perché ha ucciso un nemico con astuzia (Giudici 5, 24-27).
Completamente diverso è il contesto e quindi il significato delle parole usate dall'angelo e da Elisabetta nei riguardi di Maria. Sia l'angelo che Elisabetta esaltano Maria, la chiamano benedetta, a motivo della scelta che Dio fece di Lei a essere - Madre del Signore” (Luca 1, 43). Questa scelta divina conferisce a Maria un posto e una dignità unica “tra le donne”, cioè tra tutte le donne (Luca 1, 42).
Perciò Maria, rispondendo alle parole di Elisabetta, esalta la bontà del Signore “perché ha guardato l'umiltà della sua serva” (Luca 1, 48). E poiché di tanta bontà divina è benefìciaria tutta l'umanità, Maria può affermare che tutte le generazioni la chiameranno beata (Luca 1, 48). Qui l'orizzonte è infinitamente più vasto di quello di Genesi 30, 9-13 e Giudici 5, 24-27.



Venerazione di Maria
L'errore:
Perché non possiamo venerare Maria?
Perché. - rispondono i geovisti - “i riferimenti scritturali a lei come 'benedetta' non indicano che fosse adorata (sic)”. Come prova citano due testi del Vangelo di san Luca.
- Luca 1: 28, 30, NA “L'Angelo, essendo entrato presso di lei, le disse: 'Ave, o piena di grazia, il Signore è, con te! (Benedetta tu fra le donne) '. L'Angelo le disse: 'Non temere, Maria, perché tu hai trovato grazia davanti a Dio '”.
- Luca 1: 41-48, NA “Elisabetta fu ripiena di Spirito Santo; ed esclamò ad alta voce dicendo: 'Benedetta tu fra le donne, e benedetto è il frutto del tuo seno! ' ... Allora Maria disse: 'L'anima mia magnifica il Signore ... ecco che fin d'ora tutte le generazioni mi chiameranno beata”
La verità:
a – E’ chiaro, prima di tutto, che nessun serio studioso della Bibbia e tanto meno la Chiesa Cattolica hanno dato alle parole dell'angelo e di Elisabetta riferite da Luca il significato di vera adorazione. Questa è una falsa supposizione dei tdG ed un'astuta insinuazione. Gli angeli, Elisabetta, i cattolici prestano la vera adorazione soltanto a Dio.
b - Al contrario, sia l'angelo che Elisabetta, salutando Maria come la Benedetta fra le donne, celebrano in Lei il favore o grazia di Dio effusa senza limiti, nella sua pienezza: “Ave, o piena di grazia!”. Questi sono autentici gesti di venerazione verso Maria e danno pienamente ragione ai cattolici e a centinaia di milioni di altri cristiani, che venerano Maria, ripetendo quelle stesse parole.
C – Questa spiegazione è talmente vera ed esatta che Maria la conferma dicendo: “Ecco che fin d’ora tutte le generazioni mi chiameranno beata”. Chiamare beata Maria equivale ad esaltare con parole e gesti le meraviglie che Dio ha operato in Lei, vale a dire venerarla (non adorare): “Poiché grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente e Santo è il suo nome” (Luca 1,49).
La venerazione di Maria è pienamente giustificata dalla Bibbia.


Beato il seno che ti ha portato (Luca 11, 27-28)L'errore:
Pessimo uso fanno pure i geovisti delle belle parole di Gesù riportate sia da san Luca sia da san Matteo e da san Marco (Mt. 12, 46-50; Mc 3, 31-35).
Citiamolo da san Luca:
Luca 11, 27-28: “Mentre Gesù così parlava, una donna alzò la voce di mezzo alla folla e gli disse.- " Beato il seno che ti ha portato e le mammelle che hai succhiato! ". Ma egli disse. " Beati piuttosto quelli che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica "”.
Spiegando male queste parole della Bibbia i tdG dicono che “Gesù mostrò che la venerazione di Maria era sbagliata”.
La verità:
Non è sbagliata la venerazione di Maria, ma piuttosto è completamente sbagliata la spiegazione che i tdG danno del testo citato di san Luca.
a - Gesù si trova in piena attività pubblica. La predicazione della Parola lo impegna a tempo pie- ne. Molti l'ascoltano, lo seguono, divengono suoi discepoli. Vi sono uomini, vi sono donne (Luca 8, 1-3).
Tra coloro che l'ascoltano e lo seguono vi è anche Maria. La vediamo all'inizio (Giovanni 2, 1-12), durante (Luca 8,20) e alla fìne della vita pubblica di Gesù (Giovanni 19, 25-27).
Maria segue e ascolta Gesù perché è suo fìglio. Ma anche e soprattutto perché ha creduto a “quanto le è stato detto da parte del Signore” (Luca 1, 45), ha meditato sul comportamento di quel Figlio (Luca 2, 19). Perciò Maria è divenuta una delle prime e più fervorose discepole di Gesù.
b - Possiamo perciò e dobbiamo distinguere in Gesù due modi di guardare e considerare Maria. Egli la ama perché è sua madre. Non l’ha mai rinnegata. Come poteva farlo Egli che ebbe parole dure contro coloro che trattano male i loro genitori? (Marco 7, 10-13).
Tuttavia all'amore di figlio si aggiunge in Gesù un amore e una venerazione di ben altra natura verso Maria. Egli la ama e la venera perché Maria ha creduto alla Sua Parola e si è impegnata a metterla in pratica più di qualsiasi altro discepolo di Cristo.
Gesù vuol mettere in risalto la grande fede di Maria. Vuol far capire che la vera grandezza di Maria, fondata sui vincoli del sangue, poggia soprattutto sui vincoli soprannaturali d'una nuova parentela (Giovanni 1, 12-13).
c - La donna del popolo che grida: “Beato il seno che ti ha portato!” offre a Gesù un'occa- sione propizia. Correggendo la mentalità umana di quella donna, Egli esalta Maria e la chiama beata ancor di più perché aveva creduto in Lui. Forse Maria era tra la folla (Luca 8, 21).
E’ chiaro che con ciò Gesù non ha affatto discreditato sua madre, non ha affatto mostrato che la venerazione di Maria è sbagliata. Anzi mette in evidenza i meriti di Maria e la vera ragione per cui deve essere detta beata, cioè venerata. Non è errato pensare che un'eco di queste parole di Gesù ci sia stata conservata nel cantico di Maria: Tutti mi diranno beata! (Luca 1, 48).
Venerare vuol dire riconoscere le virtù cristiane di chi ascolta e mette in pratica la Parola. Gesù stesso riconosce in Maria queste virtù. Egli è il primo a venerarla. Noi possiamo e dobbiamo fare lo stesso. Questo e non altro significa per noi cristiani la venerazione di Maria.

Sposi a corto di vino (Giovanni 2, 1-12)
Un altro appiglio contro la venerazione di Maria i tdG lo trovano nel vangelo di Giovanni nell'episodio delle nozze di Cana (Giovanni 2, 1-12). Nelle parole che Gesù rivolge a Maria in quella circostanza egli avrebbe mostrato - a parere dei tdG - che la venerazione di Maria è sbagliata.
La verità:
Per evidenziare la verità analizziamo brevemente quest'episodio assai noto del quarto vangelo.
1 - Il contesto. Se si eccettuano i cosiddetti vangeli dell'infanzia (Matteo cc. 1 e 2; Luca cc. 1 e 2), nel vangelo di Giovanni troviamo i maggiori riferimenti a Maria, la madre di Gesù. All'inizio del suo vangelo Giovanni presenta Maria assieme a Gesù e ai suoi primi discepoli, in occasione d'uno sposalizio a Cana di Galilea:
“Il terzo giorno, in Cana della Galilea si celebrò un festino di nozze, e la madre di Gesù si trovava là. Alle nozze fu invitato anche Gesù con i suoi discepoli' Ed essendo venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli dice: "Non hanno più vino". Gesù le rispose: "Che vuoi, o donna? 7 La mia ora non è ancora venuta". La madre di lui dice ai servi: " Fate qualunque cosa vi dirà "” (Giovanni 2, 1-5, Garofalo).
2 - Significato delle parole di Gesù. il problema consiste nel determinare il signifìcato delle parole che Gesù dice a sua madre. Indicano quelle parole che Gesù mostrò disapprovazione dell'intervento di Maria e quindi anche della nostra vene- razione di Lei? Oppure, al contrario, mostrano che egli accondiscese alla richiesta di sua madre, dando chiari segni di venerazione nei suoi riguardi?
Di queste due domande è vera la seconda, non la prima, come apparirà dalle seguenti precisazioni.
a - Dopo le parole di Gesù, Maria, serena e fiduciosa, dice ai servi: “Fate quello che vi dirà”. Le parole di Gesù non la turbano. Ella non dubita affatto che quanto ha chiesto sarà ottenuto. Non giudica un rifiuto e tanto meno un rimprovero la risposta di Gesù alla sua richiesta.
b - In effetti, Gesù accoglie la richiesta di Maria, e in che modo! Dice ai servi. “Riempite d'acqua le ànfore”. E poi soggiunge: “Attingete e servite”. Non c'era più acqua, ma vino squisito.
Appare chiaro, al di là d'ogni dubbio, che l'intervento di Maria è stato positivo a tutti gli efffetti. Gesù non l'ha umiliata con un rifiuto, non ha affatto mostrato che non fosse degna di stima e di venerazione. Tutt'altro! E’ lecito pensare che i due sposi, i loro parenti ed amici, appena saputo com'erano andate le cose, abbiano colmato di rispetto, di ammirazione, di venerazione quella Donna. Grazie a Lei, Gesù aveva tolti da un noioso impiccio con un gesto umanamente inspiegabile. Altro che disapprovazione, altro che rimprovero!
c - Alla luce di questi fatti è impossibile pensare che il titolo di Donna che Cristo usa verso sua madre indichi mancanza di rispetto e tanto meno un rimprovero. Questo modo di esprimersi di Gesù è più appropriato alla circostanza, molto di più che se l'avesse chiamata madre o mamma.
Perché?
Perché Gesù vuol far capire che quanto sta per compiere non è dovuto tanto ai vincoli di sangue che lo legano a Maria, quanto piuttosto alla fede di Lei e al suo impegno per la causa del Regno.
Gesù parla a Maria e la esaudisce nella sua richiesta non come suo :figlio, ma come Figlio di Dio, come Redentore del genere umano, che dà inizio con un segno alla sua opera di salvezza universale. Perciò Giovanni osserva: “Gesù manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui” (Giovanni 2, 11).
In questo contesto soprannaturale, Gesù non dà a sua madre un titolo confidenziale e privato, ma di rispetto e di venerazione. Quel Donna può essere espresso in italiano con la parola Signora.
Anche dalla Croce Gesù chiamò Maria con lo stesso appellativo di Donna (Giovanni 19, 26). E’ assurdo pensare che in quell'ora di supremo dolore per Maria Egli abbia voluto mancare di rispetto a sua madre e aggiungere dolore a dolore.
d - Anche le parole che seguono: “che cosa a me e a te?”, considerate nello stesso contesto, non indicano mancanza di rispetto. Sono piuttosto in armonia col titolo di Donna che Cristo dà a sua madre.

A parere di non pochi autorevoli interpreti antichi e moderni, con quelle parole Gesù volle far capire che era disposto a fare più di quanto Maria chiedeva. Egli voleva dire: “Signora, stai tranquilla, non ti preoccupare”.
In realtà, per la grande considerazione verso Maria, Gesù apre la serie dei segni prodigiosi e manifesta la sua gloria (Giovanni 2, 11). La frase “Non è ancora giunta l'ora mia” (Giovanni 2, 4) indica appunto che fu la preghiera di Maria a fai iniziare la manifestazione della gloria di Gesù.
L'ora di Gesù è quella della sua glorificazione nella morte e risurrezione (Giovanni 7, 30; 8, 20; 132 1; 17, 1). Tuttavia l'intercessione di Maria che ottiene il primo segno fa sì che quell'ora sia anticipata e prefigurata nel miracolo che Gesù fa a Cana di Galilea grazie appunto alla preghiera di Maria.
Dall'analisi coscienziosa del racconto evangelico riguardante le nozze di Cana risulta evidente il sommo rispetto che Gesù ebbe per sua madre, indicando chiaramente anche a noi come dobbiamo comportarci verso Maria. Proprio l'opposto di quanto affermano settariamente i contestatori della venerazione della Madonna.
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Maria è Madre nostra. Per te chi è Maria? Empty Re: Maria è Madre nostra. Per te chi è Maria?

Messaggio  armando mirante Dom 7 Feb - 18:09

Molte sono le bellezze della vera religione e sono accessibile a chiunque abbia un cuore umile, non sono riservate solo a chi è dotato di intelligenza superiore.


In quel tempo Gesù disse: "Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. Matteo 11:25 CIA


Considerate infatti la vostra chiamata, fratelli: non ci sono tra voi molti sapienti secondo la carne, non molti potenti, non molti nobili. Ma Dio ha scelto ciò che nel mondo è stolto per confondere i sapienti, Dio ha scelto ciò che nel mondo è debole per confondere i forti, Dio ha scelto ciò che nel mondo è ignobile e disprezzato e ciò che è nulla per ridurre a nulla le cose che sono corinti 1 1:26-28 CIA
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Maria è Madre nostra. Per te chi è Maria? Empty Re: Maria è Madre nostra. Per te chi è Maria?

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