Come eravamo

Toto Bruno ha scritto: Il baratto. :
...Venivano da Taverna donne con una sporta in testa,piena di ortaggi:citruli,cucuzzi longhi,nsallata e
altro.C'era nella sporta anche un recipiente,dove mettevano l'olio che gli veniva dato in cambio
della verdura.Accettavano anche fichi secchi,o qualche lira.Così erano quei tempi!

"Tutta Taverna tavule e tijilli
fungi e muntagna e cucuzzelli
si te vo' addunare ca su' illi
hannu a faccia de li povarelli"

Essendo un paese di montagna, Taverna produceva poca frutta ed olive, Sellia si'...Molti di Sellia si recavano a piedi, o chi era fortunato a dorso di asino, a Taverna ed in Sila per barattare i prodotti locali. Erano tempi duri, se oggi glielo racconti ad uno sbarbatello, ti ride in faccia e neanche ci crede. Chi nne sapiti vui !

romantico ha scritto:

Admin ha scritto:

Toto Bruno ha scritto: In quanto a te, Admin,sei troppo giovane per ricordarti certe cose.
".

Troppo buono Toto', sono un po' incanutito ma na cirmella e olivi ancora ma mpesu subbra i spalli

Admin u sapimu ca ancora na cirmella ta mpesi, ma no dolivi! Chilla cirmella cchi ti mpesi na vota u misa e, chilla china e sordi chi porti ara Banca per non destare sospetti a occhi indiscreti?

Romantico, a cirmella chjna e barbettuni un pisa de nenta, infatti ma ligu a nu jiritu, atru ca subbra i spalli...Per quanto riguarda a cirmella pisanta, (quella con le monete) tegnu na cariola e lignu fatta apposta, cosi' non mi devo sforzare molto.
Fammi sapere che tipo di marmellata davi ari tavernisi, forzi e cutugni?

Admin chi parla e la bocca della verità Marmellata di pera, di mele, di ciliege, di prugna, di pesche, di uva, tutta produzione propria......Provviste che facevamo tutti gli anni... poi dato che la nostra casa era grande? in soffitta per l'inverno mettevamo le castagne palermitane dentro la sabbia, i fichi infornati in due casse capienza 50 kg ciascuna, fichi bianchi e fichi neri e sul tavolato qualche ql di fichi d'india con la palella, come pure le mele e le pere invernali nella paglia, avevamo 10 -12 conigli anche due capre caserecci che ci producevano tanto latte, come vino avevamo anche la vigna? io non ho mai patito la fame in tempo di guerra: e neppure mi mancavano i vestiti e neppure la Radio anno 1937 quando gli amici di mamma venivano a casa nostra sentivano parlare oppure cantare, dicevano ma dentro questo scatolo ci sono gente che parla? mamma ma chi staio sintennu e, quando si facevano dei matrimoni a Sellia andavo io a mettere i disci per fare ballare gli invitati perche ce lo chiedevano in prestito? Queste sono cose vere no cutugni come tu dici e, tante cose ancora che i vecchi di Sellia non possono dimenticare il bene che a fatto mi padre quando faceva il collocatore. questo non è un vanto e la verità di una famiglia che a sempre lavorato onestamente con un capo famiglia che a combattuto una guerra mondiale partendo volontario il 1935 torna 1945 senza contare 24 mesi di militare un uomo premiati con la medaglia di bronzo e la Croce di guerra. capo cannoniere. Sergente maggiore di Fanteria. questo era il frutto che davo quando potevo ai miei amici poveri quando potevo non solo la marmellata di cutugni ma anche la pasta il latte nestlè e ogni tanto anche i gnocchi alle undici di notte, famiglia di tre persone che ha vissuto nella mia casa per ben 2 anni o più Caro Admin non potevamo mangiare sapendo che loro morivano di fame e allora basta continuare perche solo a pensare che quando buttavo il torsolo della mela del balcone i bambini che nonostante di frutta io gli la davo, scendeaono le scale per raccoglie e mangiare quello che io buttavo dal 3 piano in mezzo tanta sporcizia. se ci penso mi viene da piangere. Buona Notte a tutti.....

...Mi ricordo anche,che alcune donne di sellia,andavano ,con una sporta china e ficu e ficcunniani
mpesata ara cupu (cura curuna),in sila,per barattarla con patate.Quindi,erano carichi sia all'andata che al ritorno.

Romantico, ho capito tutto...Mio padre e la sua famiglia hanno patito le difficolta' di quegli anni, cosi' come il resto delle persone dei nostri paesi, chi piu' chi meno hanno dovuto tirare la cinghia e lavorare duro. Se ha volte scrivo con un po' d'ironia, non voglio minimamente sminuire quello che le persone hanno sofferto, ne' prendermi gioco di nessuno. Spesso il mio "sfruculiare" e' inteso a far si' che qualche memoria storica, come te, Toto' o qualcun altro, si lasci andare lungo il sentiero della memoria, sia che esso conduca a cose tristi o liete.

Toto Bruno ha scritto:...Mi ricordo anche,che alcune donne di sellia,andavano ,con una sporta china e ficu e ficcunniani
mpesata ara cupu (cura curuna),in sila,per barattarla con patate.Quindi,erano carichi sia all'andata che al ritorno.

Hai ragione, e' difficile immaginarlo oggi ma sono state cose veramente accadute, una fatica immane da parte delle generose donne di Sellia che si sacrificavano per poter rendere meno dura la vita dei propri figli.

...Comfermo,Genoeffa era la prima sarta di sellia.Cuciva anche gli abiti da sposa .Andava anche nelle case"ara jornata.
Cosa che ai tempi facevano tutti i bravi artigiani.Lo facevano sia i sarti che i calzolai.
La sera prima,si andava a prendere la macchina da cucire e si portava nella casa dove il
giorno dopo andava a lavorare,a volte era necessario stare anche più di un giorno.Dipendeva da quanta roba aveva la famiglia da cucire.Allora si recuperava un po tutto.Nel caso del calzolaio,
si andava a prendere il "bancarello" con gli attrezzi.
Genoeffa ha anche cucito l'abito della Madonna Immacolata.
La farmacia,la prima, era sotto il comune,vicino la falegnameria di Ercole"aru serruna.

Bravo Toto Bruno per tutti questi ricordi della storia di Sellia di qualche ...anno fa...

007 ha scritto:Bravo Toto Bruno per tutti questi ricordi della storia di Sellia di qualche ...anno fa...

...Ciao 007,sono ben contento di far sapere ai giovani,come eravamo qualche... anno fa.
Di quello che riesco a ricordare dal '47 in poi.Buona notte.

E' la storia di sellia piu' recente, che sono sicuro e' molto apprezzata, buona notte a te.

Come mai a Sellia quasi nessuno si occupa di come eravamo? Leggo con piacere i ricordi di Bruno e romantico.

...A proposito di cimiteri.Raccontava mia nonna,nata nel 1876,però non ricordo se ai suoi tempi o a
quelli dei suoi genitori;che i morti venivano seppelliti sotto il pavimento della chiesa del Rosario
cera una botola e si accedeva al sotterraneo.se qualcuno ne sa di più?

Toto', ne abbiamo gia' discusso in passato; l'usanza di seppellire i morti sotto le chiese venne proibita con la legge Napoleonica del 1808.
Inoltre credo che questa usanza interessasse solo i personaggi piu' rappresentativi del paese, benestanti, religiosi che facevano parte di confraternite, ecc. mentre gli altri venivano sepolti fuori dal paese.
Immaginate il fetore nelle chiese, specialmente nei mesi estivi. Anche questa e' storia e non chiacchiere.

...Ciao Admin,non lo sapevo.In quanto a fetore,sono daccordissimo!!!
Buona serata.

C'era una volta, non molto tempo fa, quando la vita scorreva lenta ed il tempo era scandito dal continuo ripetersi delle tradizioni locali, dalla vita nei campi e la condizione umana era legata alle ristrettezze dei tempi, alla natura stessa.
Se vogliamo dare uno sguardo a quegli anni, lo potremmo fare insieme; naturalmente con l'aiuto di chi ha qualche annetto piu' di me ma non solo, il dialogare sul passato comporta anche esperienze dirette, purtroppo pero' quelle persone che hanno vissuto quegli anni non hanno molta dimestichezza col PC, anche se qualche sforzo in piu' non guasterebbe.
Il riandare a ritroso con la mente non e' nostalgia, rimpianto, non e' rancore verso l'oggi, dove tutto si ha e niente ci basta, ma e' dimostrazione di attaccamento alle proprie radici, e' rivivere un patrimonio comune che, anche se in tono minore, diventa storia locale, rivelando riti e tradizioni che hanno, attraverso antiche etnicita' e varie vicissitiduni, delineato la nostra diversita' e ci ha condotti a quello che siamo oggi.
Il mio scopo e' quello di rivivere un po' di quel tempo, abbinando i lavori di campagna, i riti, le feste religiose di Sellia, le tradizioni, ai diversi mesi dell'anno. Spero che alcuni di voi contribuiranno anche con ricordi propri, vissuti, esperienze dirette che io purtroppo non ho.
Quel poco che ricordo (anni sessanta e settanta) era gia' stato intaccato dalla modernita', il tempo che aveva gia' stravolto la vita contadina degli anni precedenti.
Iniziamo quindi col mese di gennaio, cercando di ricordare il lavoro di allora, abbinandolo allo scorrere delle stagioni.

Correggetemi se sbaglio, ma nei mesi invernali come dicembre e gennaio non c'erano attivita' nelle campagne e nel borgo se non quelle legate alla fine della raccolta delle olive e della mattazione del maiale.
Ricordo che a Sellia, quasi tutte le famiglie allevavano "u porcu" dentro "u zimmuna" (porcile), appena fuori dall'abitato. Gli portavano i rifiuti della cucina, i prodotti di scarto dell'orto, "a canigghjata" (crusca), le ghiande molto abbondanti nel territorio.
Lascio un po' di spazio anche a voi, ricordando che a Sellia, ma non solo, quando si ammazzava il porco, c'era l'usanza di dare in dono ad amici e vicini di casa, un pezzo di filetto e del fegato, un segno di amicizia che veniva poi reciprocato quando qualcun altro della "ruga" ammazzava il proprio.
C'era un nome per questo dono, ne abbiamo gia' discusso, Cuvalo e qualcun altro addentrato negli anta, se lo ricordera' sicuramente !

Effettivamente ricordo bene di che si tratta:
nu paru e denti e logna, nu pezzu e ficatu ccu ru velu (chjippu)

il tutto si chiama "dazzu"

E a proposito e porcu, ancora oggi qualcuno fa ancora u sanguinazzu ccu ri nuci e ru vinicottu. Io ho avuto la fortuna di assaggiarlo l'anno scorso

U sangu e porcu, una volta era un rito, quando si uccideva il maiale , la prima cosa era recuperare il sangue in una pentola, aggitarlo con una "cucchiara" di legno e poi usarlo per fare il fomoso" sanguinaccio", con le noci e quant'altro...ora credo non lo faccia piu' nessuno...peccato....

Febbraio:

Si diceva: " a frevaru sparta paru", per indicare che le notti duravano quanto il giorno, gia' si cominciava a pensare che la primavera era quasi dietro l'angolo. I preparativi in campagna consistevano nel ripulire gli ulivi dagli eccessivi arbusti. In paese c'erano i festeggiamenti della Cannilora e Carnalevara e si facevano le "farze" per le strade.
Invito le "memorie storiche" del forum (Romantico, Toto', Uragano ecc.) ad andare a ritroso nel tempo per cercare di ricordare qualche particolare riguardante il mese di febbraio.

...Di febbraio non ho ricordi particolari,se no quelli che hai citato.Ricordo un detto che mi pare recitasse
così:"Pera cannilora chinu ha carna ammazza i fijjoli"mi sembra.Come dire che quel giorno bisognava
mangiare carne.Un'altra cosa ,ricordo ,diceva mia nonna,che ai suoi tempi il mercoledì delle ceneri
si lavavano i denti eper tutta la quaresima fino al giorno di Pasqua (non cammaravanu) cioè non mangiavano nessun tipo di
carne.

Non sapevo dove postare questa foto, alla fine ho deciso di inserirla in questa sezione perchè rappresenta un "come eravamo" non molto tempo addietro.
Uno dei due personaggi, nu pocu scornusu ha volutu mascaratu, l'atru ccjhiù sbafantusu invecia se misu mposa

mi sembra na faccia canusciuta ....preparati u vrasceri......ca arrustimu i patati......

Possibile che ogni argomento debba finire a babbarelli? Pero' e' vero che quello con la vilanza ha l'aria dello "sbafantusu"... Ma sunu dui carbunari? Quello a destra mi para u cumpari Filicia Turdulicia.