Poeticamente solo ed esclusivamente in LIMERICK

A Sellia vive il disfattista
in verità lo si può chiamare come si vuole, tranne che “fattista”
il suo credo esistenziale è “si pozzu ti futtu”
infatti, la sua massima empatia è “ti sfruttu”
ma, sapete qual'è la cosa triste? Molti (troppi) lo chiamano artista.

Salute e lodi a te, oh Ruminante!
Che hai avuto idea cosi' brillante;
ora ci provo anch'io, ho pensato
ma avendo solo queste povere righe creato,
sentomi come scolaretto innanzi a Dante.

Nacqui a Sellia ma risiedo a Yuma
tutto cominciò pè nu puma
Uno mi diceva che mangiarlo era proibito
l'Altro mimmizziava dicendomi che, invece, era saporito
vinse l'Altro, e così l'innocenza si fece schiuma.

Nacqui presso la Chiesa della Madonna della Neve,
il giorno era lungo, ora e' troppo breve;
vivo da molti lustri a Terracina,
fisso luna e stelle dalla sera alla mattina
e la coperta del cielo mai la sento greve.

"Chiamate Medusa
ca cà ara Sellia a via è petrusa",
dicono consapevolmente e in modo preoccupato i selliesi
che, svegliati da un lungo sonno, paion sinceri e cortesi.
Ma, per alcuni, son destinati a restar delusi, perchè compattarsi a Sellia non si usa.

Sotto il cavalcavia era Medusa dipinta,
L'occhio perse potere, divenendo ella stinta;
Ora chi passa da li' baldanzoso
cerca di scorgere gli occhi e rimane dubbioso;
eravamo di pietra o facevamo finta?

La chiave di volta è “vedere” Sellia come una gemma rara
e, chi può, per viverci dovrebbe fare a gara.
Ma, molti con le proprie conflittuali circostanze
si sono ritrovati lontano senza neppur prender parte alle danze.
Un vento rossastro soffia: “domani è un altro giorno” ci ricorda la O'hara.

Oh Superba! Mi ricordi Ulisse, tra pelago e riva
o simil al ramingo nel fondo di una stiva;
mentre lo sdentato rimase alle prese col biscotto,
l'altro si trascino' dietro valigia e fagotto;
chi parti' piu' non torno', chi oggi parte mai arriva.

Dire pane pane e vino al vino non paga, è risaputo
chi lo fa non è considerato saputo
Dire ciò che l'altro vuol sentire, invece, paga, è diplomazia
ma, chi lo fa usa l'altro come mercanzia
Due comportamenti: l'uno una sorta di rispetto, l'altro uno sputo.

La cicala e la formica, eccome se me la ricordo la storia!
Anche cio' che disse la "pica" sulla fatica mi torna alla memoria;
pero' d'estate fa' troppo caldo, l'inverno c'e' la neve,
in autunno cadono le foglie, la primavera e' troppo breve...
Quando tiro la corda della campana, me la suono sempre "a gloria".

Non è tanto na questione di sapere, quanto di volere
Che cosa? Risolvere il problema, e non acquisire il potere.
Nessun “sussulto” nell'esercizio dell'amministratore?
Nessun “picco” nel cuore piatto del locale spettatore.
Ma, forse mi sbaglio: é, in primis, la popolazione che deve costruire il podere.

"Lo faccio per il gusto dell'esercizio sulla rima",
l'ho sentito dire da Rumy a Medusa stamattina;
Mah! pensai, sara'...Cosa dire allora di Occam e della Superba
che dimostran ben altro che esser scrittori in erba!
E' tutta dei loro sacchi tutta questa buona farina!

E' successo! Prova che ti riprova: arriva il successo!
Poi, a ruota, la fama, la ricchezza, lo status sociale seguono esso.
Il perché é dovuto al fatto che ci si concentra su ciò che vogliamo
e non ci si rende conto di ciò che abbiamo.
E così, quando tardi ci si sveglia, un “morsa” ci attanaglia al solare plesso.

Luogo e memoria, maledizioni ed abbandoni,
fughe eterne, brevi ritorni, compromessi con le emozioni;
minuscole "Atlantidi", ricordi di un mondo scomparso:
sia villaggio, sia muro o pietra dal sole arso.
Figli di due mondi: miti ed emigrazioni.

Questo nostalgico ha sempre avuto il vizio
non posso fare nome: per voi è un Tizio
ha sempre sospirato per la sua umile e semplice terra
ma, la sorte lo ha incatenato lontano, vive vicino a Nuova Terra.
Volete conoscerlo? Lo trovate in buona compagnia alla locanda S.Uffizio.

D'acutezza prodigo, seppe esser pure lungimirante,
la saggezza non gli manca, spesso e' illuminante;
quando penso' a queste rime in limerick
gli baleno' nella mente che bastava solo un nick.
Bucolicamente cerebrale e dal muggito edificante.

Spesso ci vediam “sotto altre stelle”
le lasciate son belle limpide, queste sono a strisce grazie alle caravelle
Spesso mi dici: “mi offri un appiglio”
anche se dopo mi dici: “mi riporti cipiglio”.
Momenti, giorni, mesi, anni: ne abbiam viste delle belle.

C'è un forumista che periodicamente ci racconta l'amore e i suoi servigi,
Trascendendo il macho italiano racconta il suo amore come se fosse di Figi.
C'è un qualcosa che si dimena, spinge, affiora: siamo, dice, prima di tutto emozione,
Vedendone l'esempio vincere l'atavico imbarazzo: pensiamo a questa sua come tentazione.
Ce l'aveva già il seme, ma, son sicuro, Sellia lo ha fatto germogliare: lui si chiama Gigi.