A proposito di "Sellia culla d'arte".

Mi meraviglio non poco come si sia potuto intitolare un libro: "Sellia culla d'arte".
Suvvia, non esageriamo! Amiamo tutti il nostro ridente ed accattivante paesello, ma bisogna avere il senso della misura. Neanche se Sellia fosse stata Atene, o Roma, o Firenze o Assisi... ! Solo per qualche modesto quadro, un titolo tanto roboante che ci fa cadere tutti nel ridicolo. Così non si esalta Sellia.
Con tutto l'affetto per Sellia.
Alberto

A voler fare facile ironia mi verrebbe da dire che si sia errata vocale:
la C al posto della N.
Rimaniamo modesti ed esaltiamo il bello che c'e'.
A proposito qualche anima pia mi potrebbe dire che fine ha fatto quella bifora del Convento dei Cappuccini di S. Angelo?
Qualcuno dovrebbe interessarsi a farla rimuovere da dove si trova e tenerla in chiesa in attesa di avere un giorno una stanzina per poterci costruire un piccolo museo.
Praticamenta, tornati u santu arretu...

Caro Alberto per un messaggio o una opinione così intelligente potevi anche non scrivere.Sai per te uomo di mondo sicuramente non è niente ma per noi poveri paesani di un piccolo paesino ci voglòiamo gasare così.Suvvia non perdere tempo e scrivi sui forum di Atene,Roma e Firenze

Questa bifora dove si trova?
Credo che Alberto non voleva criticare assolutamente il libro, che secondo me e' ben fatto, ma solo il titolo. Un po' di modestia a volte aiuta piu' della prosopopea.

Bellissima,ma penso che fino a quando Sellia non riesca a fare tesoro del suo passato aimè forse è meglio che rimanga lì,e forse perchè è lì che è ancora intatta,Comunque Alberto scusa lo stesso,anche se non penso che la tua era una critica costruttiva

Dirramatore condivido quello che dici,il libro e' fatto bene e bisogna complimentarsi con chi lo ha pensato e realizzato,poi visto che questo lavoro e' stato fatto da persone di Sellia ,per noi e' motivo di orgoglio,bisogna apprezzare chi da un contributo culturale e in altri campi, per il propio paese.
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Qualcuno si dovrebbe interessare per tutelare quel po' di bello che e' rimasto a Sellia, quella bifora non sarebbe mai dovuta finire come ornamento di una casa privata perche' appartiene alla poca storia di Sellia.
Con lo stesso ragionamento, a Capo Colonna hanno rovinato il tempio di Hera Lacinia, ce restau sulu na colonna, ccu latri i genti si ficiaru i casi.

admin pero' sono convinto che se quella bifora non fosse stata messa li dai Mannarino a quest'ora Sellia non potrebbe vantare di averla, sarebbe andata trafugata da chi sa chi o persa come tutto il convento

Sarei felice se chi scrive di storia (presumendo che sia tale) avesse l'onestà intellettuale di citare le Fonti donde trae determinati assunti. Senza bibliografia uno scritto non ha alcun valore. Io, ad es., potrei dire che Sellia è stata fondata da un certo Ulisse... o da Giulio Cesare in persona!
Il castello è di epoca tardo medioevale e non antichissimo... La stessa Sellia, strutturata inizialmente in modesto villaggio, comincia ad urbanizzarsi nel tardo secolo XV. Almeno così ho letto sui 'forum' di Atene, Roma e Firenze!

Grazie per l'attenzione.

Alberto

Alberto, a parte qualche scaramuccia sul titolo del libro,vedo che sei persona che ama Sellia,altrimenti non avresti scritto,come del resto tutti quelli che lo fanno.Vanno elogiate le iniziative e questa del libro lo e',il paese ha bisogno di iniziative culturali, strutture e idee che servono per dargli uno scossone,se tu hai notizie storiche su Sellia tirale fuori,cosi pure se hai delle idee che potrebbero migliorare il paese,ne trarremmo tutti giovamento.
Un cordiale saluto

Alberto,
la mancanza di fonti sicure e' il vero problema. Per quel che si legge in giro, la costruzione del castello dovrebbe risalire al periodo normanno, si dice attorno al 1060, quindi in pieno medioevo. Se tu dici che il castello e' tardo medioevale potremmo anche noi chiedere le tue fonti. Che Sellia sia stata agli inizi un modesto villaggio lo potevamo dedurre un po' tutti, anzi credo che Sellia, a livello di popolazione, non abbia mai raggiunto un numero ragguardevole.

Ti posso dire che attorno al 1450 Sellia aveva 271 fuochi (cioe' famiglie), ti cito la fonte:

Fausto Cozzetto - Mezzogiorno e Demografia nel XV secolo
Edizioni Rubbettino
Soveria Mannelli (CZ)

Katia Passante mostra la sua opera

Complimenti Katia, hai fatto un ottimo lavoro.
Saluti

Senti, sentiti, sentiti... "jettu u bannu" e mo " u bannista signu eiu", e ad alta voce GRIDO... chi è questa Katia?. Di chi è figlia?, forse e chillu cchi sè appena scrittu e ancora un parra? Cioè chillu chi chiuda l'occhi quannu si mancia a crispella ara fotu da sagra? Fatemi sapere grazie.

Meno male che c'e' Commy se no non conoscevo l'autrice del libro.

Salve a tutti, volevo sapere se qualcuno mi può illuminare sulle origini di questo articolo su fotocopia che mi fu dato dal mio defunto genitore grazie, A[img][/img]

Domenico, se vai su "Spigolando qua' e la' troverai che la fotocopia da te inserita corrisponde all'articolo di Armando Giorno inserito da me tempo fa. La tua fotocopia sara' stata fatta da qualche rivista di storia locale del tipo "Calabria Letteraria".
Ciao.

P.S.
Sellia non discende da Taverna, bensi' sono contemporanee, ma Sellia puo' vantare un nucleo storico piu' antico di Taverna che subi' distruzioni nei secoli e fu riedificata altrove, cosa che nun successe a Sellia, questo non lo dico io ma la "Cronica Trium Tabernarum" (Cronica di Taverna) di Ferrante Galas. Sul ritrovamento dell'ascia di origine greca non saprei giudicare se questo indica un'antichita' millenaria di Sellia, perche' potrebbe anche essere portata li' da qualcuno, come pure sull'ipotetico passaggio di Timoteo, bisognerebbe sapere se queste notizie tramandate per via orale corrispondono a qualche verita' o, come spesso succede, a travisamenti e distorsioni. Comunque sia Sellia e' unica. Purtroppo... come disse un napoletano sulla sua citta': " O presebbio e' bell, ma i pastori nun servono."

Grazie della risposta Admin ciao

spruzzo ha scritto:admin pero' sono convinto che se quella bifora non fosse stata messa li dai Mannarino a quest'ora Sellia non potrebbe vantare di averla, sarebbe andata trafugata da chi sa chi o persa come tutto il convento

Caro spruzzo consentimi di dissentire, la bifora l'avevano i mie nonni e Mannarino (il medico) la pretese come pagamento delle cure rivolte a mio zio che poi comunque mori dopo poco tempo!

Per chi volesse leggere notizie su Padre Francesco Antonio Caruso, puo' cliccare sul link qui' sotto. Tutto e' tratto dal libro Sellia culla d'arte a cura della Parrocchia, di Katia Passante e di Don Giuseppe Cosentino.

http://francescoantoniocaruso.blogspot.com/2012/02/la-vita-e-le-opere-di-un-santo.html