Un quaderno

Oggi stavo facendo un po' di pulizia in soffitta e dentro una cassapanca colma di cianfrusaglie ho trovato un quaderno ingiallito e sgualcito dove molti anni fa mi dilettavo a scrivere qualcosa. Mi sono riletto qualcosa e mi sono fatto tenerezza da solo, molte sciocchezze e diversi ingenui strafalcioni.
Pero' rileggendo questa ho sorriso diverse volte e l'argomento forse piacera' anche a voi. Premetto che ero adolescente, quindi siate magnanimi.

Il contadino

Svegliarsi
con in bocca le bestemmie,
rimandate le vendemmie,
ricordarsi
di non aver seminato
e guardarsi nello specchio,
divento sempre piu' vecchio;
piu' buffo mi sento
man mano che passa il tempo.
Alzarsi
che e' ancor buio,
evitare di lavarsi:
l'acqua e' fredda
com'e fredda la compagna
li' nel letto,
coi capelli arruffati
sul guanciale
e pensare
che sembrava cosi' speciale!
Quanto tempo senza si',
il di' e' gia qui',
la siepe non c'e' piu',
e' morto pure il cane,
i calli svaniti
dalle mie mani.
Mettersi un cappotto
che mio nonno mi lascio',
un odore di muffa.
La guardo in faccia
e quasi sbotto dalle risa,
com'e 'buffa!
Dannarsi per il caffe'
che non c'e',
avrei voglia di sbattere
contro il muro
la caffettiera
comprata l'anno scorso alla fiera,
affacciarsi facendo smorfie dalla finestra
al gallo appollaiato la' vicino.
Ogni mattina
ho la sensazione d'averla sentita russare
la sera prima.
Rallegrarsi
nel vedere il cielo cupo,
rattristirsi
nel sentire una fame da lupo,
guarda un po' se adesso
non devo farmi una frittata,
ridere sotto il naso
e pensare che la frittata
l'ho gia' fatta
nello sposare questa matta;
qualche giorno se la vede brutta
sensa guardarsi nello specchio la faccia,
poi penso ad una focaccia
e la pancia si lamenta,
cosa vuoi che senta!
Sbaglio o m'ha fatto una boccaccia,
adesso la sbatto giu' dal letto
e la chiudo nella stalla
questa s.....a senza petto.
Sentirsi
sprecato il cervello,
cosi' senza problemi
senza teoremi;
rammentarsi dei semi,
dell'orto senza pomodori,
son dolori
quando arrivan quei calori.
Stropicciarsi
gli occhi cerchiati
nel vedere marmellata d'albicocca
e trattenersi dal piangere
quando trovi nel tiretto
un tozzo di pane cosi' duro
da pensare a del tritolo,
adesso la stritolo!
Ma no, ecco la' il sole
ci mancava pure lui,
lo mando a quel paese
mentre vado a prendere l'aratro,
montarsi la testa
perche' la mula m'ha sorriso,
le do' un calcio nella pancia
perche' ha messo su peso.
Poi, per strada cavalcante
sentirsi un Lancillotto,
un condottiero, un'ira di Dio,
poi la sera io ci penso
a come spreco il mio talento,
un poeta senza fama sono io.

CHAPEAU!

Considerando che la poesia è stata scritta nel periodo dell'adolescenza, non è proprio niente male, darei un 8 pieno..................
...............ma certu ca a mugghiera du contadinu nun penzu ca avia i setta bellizzi......... povarellu.......muttley.gif muttley.gif muttley.gif

...Certo, scrivere una poesia all'età adolescente come dici, eri già un fenomeno....è solo tu potevi avere l'idea di creare il Forum.

Dallo stesso quaderno-

Lancette

Sara' felice il mio primo amore?
L'altra notte urlavamo
lei il mio nome
io il suo,
cercandoci da dietro le finestre
come allora.
Che ora sara' ?
Un sogno,
ricordo l'addio
vago,
il suo capo chino
e l'abito nuovo.
Che ora e' ?
Sarebbe ora di dirsi
la verita'.

Lancette nostalgiche, amare, sarcastiche...perchè l'autore è sempre avvolgente.

Cumpari Occam, tu m'avanti pecchi' simu cumpari o pecchi' u nunnu toi e u nunnu meu eranu dui nunni ?

L'ultima volta

L'ultima volta
che eravamo soli
poche parole uscite da labbra
aride e formanti
tristi abbozzi di sorrisi
poco convincenti.
E' l'ultima volta
che ti affido
alla notte di primavera
senza averti prima dato
ragione di credere
alla mia malcelata vanita'.
L'ultima volta
che tu eri qui'
avevi bevuto forse troppo
ed io troppo poco
per aprirmi ed offrirti
il mio subconscio
ma l'ultima volta
che tu eri qui
eri come un pezzo di ghiaccio
ed io un recipiente
troppo stretto di collo,
il tempo non bastava
e non c'era sole.
L'ultima volta
avevo in testa piu' o meno
le stesse idee di adesso
ed e' per questo
che le collezioni si arricchiscono
di nuovi articoli.
L'ultima volta
che eri con me
ti crescevano i baffi
col passare dei minuti.

(sempre dallo stesso quaderno)

Da mastrina quale sono keope ,mi trovi in disaccordo io a un mio alunno avrei dato massimo 6 1/2 non per il contenuto ma per la forma...che prof. generoso che sei......

Cat ho voluto premiare lo sforzo intellettuale di Admin nel concepire quella poesia....... ,
sono di larghe vedute
Ciao cara maestrina, ti sei dimenticata una E

PER NON DIMENTICARE
La terra dove riposano i nostri cari è intrisa di lacrime e preghiere. Mille lapidi...mille foto con lo sguardo fisso su di noi. E oggi ogni lapida è profumata di crisantemi, illuminata dalla luce di piccole fiammelle. A cosa serve?... a riaccendere il dolore... a profumare il nostro pianto. Ai nostri cari solo suppliche e preghiere. Non sarà una lapide a ricordarci di loro, non fiori o lumini, ma il cuore dove essi albergano. I loro ricordi vivono in noi con la profonda luce dei loro occhi, che spenti alla terra, ancora illuminano i nostri giorni più tristi.

Una sera

Pioggia, nevischio, freddo
ma esco all'imbrunire
mi nascondo nel cappotto
scendo dalle scale antiche
le storie non escono dalle finestre serrate
la gente dimora nelle case
luci fioche ombre lunghe
mi sembra di appartenere veramente dove sono
soffitti bassi e luci di focolai
un contadino trova riposo
sul gradino dell'uscio e mi saluta
chiamandomi per nome a voce bassa
come solo sanno fare i contadini
odore di carne alla brace
muschio e fieno bagnato
sorrido...
Passo davanti ad un uscio socchiuso
una voce mi chiama
si parla d'andare via
dalla finestra si vede la vita
che scorre semplice e lenta
voci e sorrisi
poi la notte mi ingoia
guardo l'orizzonte fatto di colli
anche questo e' una vita
soffermarsi pensare
il giorno il mese
gli attimi e gli odori
seduto sulla panchina non vedo le stelle
ma sono contento lo stesso
perche' domani ci saranno
ed io ci saro'.

- @dmin -

Cantiamo

A cosa servono quegli urli a squarciagola
quando per le strade c'e' solo
qualche cane con l'aria di chi
ha avuto dalla vita soltanto bastonate.
Nei loro letti la gente ci udira',
i loro sussulti ora fanno parte
di questo coordinato sistema
che noi, con la nostra malcelata disperazione,
cerchiamo di alterare e cantiamo forte,
e cantiamo forte, ci fa male la gola
e le stelle da lassu' ci guardano
quasi ironicamente e loro sono insensibili,
come quei corpi avvinchiati nel buio,
in ogni angolo oscuro troviamo riparo
da occhi scrutanti dalle fessure dei muri,
e sui tetti noi saliamo per sentirci
piu' vicini alla luna e perche'
ci sentiamo piu' protetti dai fantasmi,
dalla notte che mai sentimmo.
Noi ci arrampichiamo sugli alberi
e cantiamo le canzoni della nostra
non lontana fanciullezza, quella che
noi incredibilmente desecrammo
restandocene chiusi in quelle prigioni
dei nostri piu 'scabrosi labirinti
fatti di limiti e di pazzi divieti,
come ad esempio l'impossibilita'
di restare come eravamo.
Lungo le strade deserte
noi cantiamo
con le lacrime agli occhi,
perle nel buio,
ingoiando le pietre del selciato,
dell'esistenza forzata
dall'avversita' di quei luoghi,
canzoni tristi, canzoni d'altri tempi
e noi siamo come quei frutti acerbi
non appartenenti ne' alle estati
ne' agli inverni,
...e ci fa male la gola
ma non ce ne curiamo
e cantiamo.

@dmin

Ricevo e pubblico questa poesia inviatami da un utente del forum che vuole mantenere l'anonimato.




GIUSEPPE SOGNA

Colui che cercava un rettangolo di cielo
per fare una doccia di stelle,
solo era li'.
Aveva durante il giorno
infilzato le more dei suoi ricordi
in una spiga di solitudine.
Ora la notte lo inghiottiva
ed una felpa di cipresso
gli leni' quel groppo a mezza gola.
Guardo' dalla collina
uno sfavillio di lucciole nella valle
e lo intorpidi' l'eco dei perche'.
Un pensiero ineluttabile lo acciglio',
annuendo ad una brezza di felci
un'assurdita' gli cadde sul sentiero
e rotolo'.
Ando' via e la luna sugli ulivi dormi',
al mattino i suoi cari abbraccio',
poi mise il cuore nella valigia e spari'.

bella questa poesia , complimenti al nostro caro utente

Dietro richiesta di un forumista inserisco questa foto. Con l'avvicinarsi delle feste ci ritornano con piu' intensita' i ricordi dei nostri cari che non sono piu' fisicamente con noi, sicuramente il loro ricordo non ci abbandonera' mai.
Approfitto di questa occasione per inserire una mia poesia che dedico alla memoria delle madri di tutti i forumisti che non sono piu' fisicamente fra noi.



Madri lontane

Il tempo ci ha cambiati,
la lontananza ha diviso le vie,
rari momenti lieti ci sono stati
e molte le tue angosce che furon mie.

Scavar nella memoria a volte e' greve,
quando piccin in braccio mi stringevi,
una nenia ricordo sgorgar lieve,
oppur quando anche nel rimprovero ridevi.

Quanto vorrei adesso riparare
per quegli affanni della mia gioventu',
sempre in ansia ti facevan stare,
rimpiango lei e te, distanti sempre piu'.

Amatele, voi che avete le madri accanto
e nei loro occhi trovate ristoro dalla vita,
poiche' posson cambiare in riso il pianto
ed in dolce declivio la salita.

Tu, col tuo sorriso, mamma, mi ritorni in mente,
a volte gaia, piu' sovente mesta,
un giorno spero d'averti vicino finalmente
e far si' che ogni di' sia la tua festa.

poesia molto bella

Bel quadro familiare, bella poesia cumpa'...

Admin la poesia molto bella , la foto ....un bel quadro ... a volte dimentichiamo che.......
La mamma e' la persona con la quale ti confidi,
la mamma è come una rosa senza spine: non ti farebbe mai del male.
La mamma è come la radice dell'albero: sostiene il tronco,rafforzando i rami e tenendoli uniti.
La mamma solo se ti guarda negli occhi ti trasmette: amore, fiducia, gioia e serenità e con la sua semplicità ti fa sorridere.
La mamma è come l'acqua che nasce dalla sorgente:naturale, limpida, fresca, pura e a volte effervescente che ti fa rallegrare la mente.
La mamma è sempre pronta ad aspettarti a braccia aperte, per qualsiasi avversità e difficoltà.
La parola mamma è l'unica che quando si pronuncia le labbra si baciano fuoriuscendo una dolce melodia.....
Ricorda la mamma è l'unica che ti fa sognare,ma è anche l'unica che ti sa amare.....

Non risposte trovai
ma case vuote,
notti di silenzi
e rughe.
Non conforto cercai
ma strade solitarie,
colli arsi
ed il mare.
Non conosco chi ormai
odia ed ama,
canta e ride
e straniero mi chiama.
Non un fiore toccai
per questo sangue che pulsa,
viandante smarrito per te
che sorridi e che vai,
incurante di chi
al tuo cuore bussa.
Con la luna parlai
del tempo che tutto cancella
poi alle stelle confidai
che fra tutte, sei la piu' bella.

(utente anonimo)

molto bella , a volte i quaderni ci regalano dei stati d'animo che ci apparttengono
complimente al forumista Anonimo

Ode al pino selliese

La fortuna, pensavi, del nascere in collina,
il destino in una mano pietosa
quando ancora era fresco
il ricordo delle frane.
Guardavi da lontano
le alture silane,
pensando al vento, alle nevi,
al volo dei rapaci,
mentre allegro crescevi
tra lentischio e ginestre,
ospite gradito di quercia ed ulivo,
amico di gazze e viole.
Mai avresti pensato
a questo giorno fatale di primavera,
a quelli che si svegliano sin dall'alba
con un arido cuore.
Il poeta non e' mai solo,
ricorda che ci sono i diversi,
quelli che ancora ricordano le pietre,
il fruscio del vento tra i cipressi,
rapiti dai riflessi dei raggi sui rami,
incastonati in eterno
tra ruderi e ricordi;
quelli che
in un tramonto d'estate
torneranno per parlare
con le radici ed il ceppo.

-Admin-