Mestieri Scomparsi

Acquarolu, e' una parola che non ho mai sentito...

Ancora non ho capito bene se Zagor lo sa o no come si chiamava quello che portava l'acqua.

Buona sera cumpa', i effetti Zagor ci ha lasciati con il dubbio....

Ciao cumpa', a questo proposito Zagor mi ha fatto ricordare un aneddoto che pero' non riguarda Sellia ma ha a che fare con lo stesse mansioni e cioe' del ragazzo che portava l'acqua ai lavoratori, solo che in questo caso costoro erano i primi emigranti in America che lavoravano anch'essi nei campi, per la costruzione di strade, ferrovie ,ecc.
Come ben sai, i primi emigranti erano per lo piu' contadini del sud che a malapena capivano l'italiano, quasi tutti parlavano il dialetto delle loro regioni, figurati se afferravano l'inglese, qualche parola veniva usata ma era di solito una storpiatura che non veniva nemmeno capita dagli americani stessi.
Tornando al discorso del ragazzo che con le borracce portava l'acqua; appena lo vedevano comparire, quelli che parlavano inglese lo apostrofavano con "HEY BOY" (ehi ragazzo) facendogli segno di avvicinarsi a loro per dargli da bene, i poveri emigranti italiani avevano storpiato anche queste due semplici parole ed era diventato "RE BOIA", quindi il ragazzo dell'acqua per loro era "u re boia". Tutto vero.

Bella storia Adim.............ritornando all'acquarolu io ricordavo questo nome ma avevo dei dubbi non suonava bene come dialetto, ma vedo che anche tu ricordo questo nome, dunque penso che il mestiere del ragazzo che portava l'acqua fresca ai lavoratori durante le calde giornate estive si chiamava proprio " ACQUAROLU".

Ma il ragazzo che portava l'acqua qualche spicciolo lo racimolava o no? Ne dubito... Invece anni fa in alcune citta' come Napoli ma anche in Sicilia, l'acquaiolo era un vero e proprio mestiere. Era facile vedere costui con un asinello carico di damigiane adagiate in ceste di vimini (" i fiscini") e con una buona scorta di limoni. Niente di meglio di un buon bicchiere di acqua fresca e limone nelle calde giornate estive.

...Mi viene in mente un'altro mestiere curioso.Siccome negli anni cinquanta,e anche prima,tanta gente era
analfabeta;avevamo tanti emigrati e l'unico sistema di comunicazione erano le lettere.quindi ci voleva lo
scrivano.Io ricordo Anciulinu Sacco che leggeva e scriveva le lettere ai genitori o mogli dei loro cari.
qualcuno si rivolgeva,anche,al prete.

Qualche volta, per soddisfare questa esigenza, si ricorreva anche all'officiala e posta.

Ricordo che da ragazzino anch'io, nel mio piccolo, ho fatto lo scrivano

...QUANNU VENIA U CODARARU:

Si metteva davanti "ufurnu di placidi",allora la strada era di terra battuta.
Stagnava le pentole,padelle e anche codari,allora erano di rame.Se erano
bucate ci metteva una pezza.Erano bravi artigiani,costruivano vari oggetti con la latta( a lannia)
stari ,lanniuni,ciocculateri,mmuti,ojjaluri,lucerne,lanterne e altre cose.
Io ricordo mastru genio che veniva da crichi.A noi ragazzini,se gli
giravamo la mantice per alimentare il fuoco,ci regalava nu frschetticchiu,
fatto da lui con la latta.

Toto', mi ricordo come fosse un sogno che "u codararu" ari palazzini si mintia vicinu duva c'era u furnu na vota (per intenderci, dirimpetto dove ora c'e' il generi alimentari di Antonella e Albino). Le persone che dovevano "stagnare" qualcosa si passavano la voce : "vida ca e' venutu u codararu" e si recavano tutti la'. M'arrecordu puru quannu passavanu i zingari chi circavanu pasta, pana, e altra roba da mangiare e loro barattavano con qualche paletta e ferru o tribonu, molte persone non le facevano entrare in casa per paura che rubassero qualcosa o perche' "si spagnavanu e ncuna magaria o malocchju".
(Ma mo' chissu e' n'atru discursu chi avia de mintira a "Come eravamo", ma mo' mi trovavi cca'...

...Ciao romantico,vedo che ti ricordi molti particolari,complimenti!
Io,però, scrivo anche meno dettagli perchè sono lento a scrivere.
Grazie perchè completi tu,cosi diamo una informazione più
dettagliata,e poi,magari, ti ricordi dei particolari che io non ricordo.
In quanto a te admin,se scavi nei cassetti della memoria,anche tu hai
molte cose da raccontare.Buon pomeriggio a tutti.

Admin ha scritto:Ancora non ho capito bene se Zagor lo sa o no come si chiamava quello che portava l'acqua.

u cotrarellu chi portava l'acqua si chiamava acquaiolu

A proposito dell'impagliatore di damigiane descritto da Romantico oggi la protezione del vetro è del tutto diversa non esistendo più l'impagliatore si realizza in plastica o con filo intrecciato ma sempre di plastica

...Sempre a causa dell'analfabetismo: quando alcuni pensionati dovevano
riscuotere la pensione e non sapevano firmare,cerano Attilio e Callipo
che:il titolare faceva il segno di croce sul mandato,e loro in qualità di
testimoni mettevano la firma. La ricompensa,se non ricordo male,era
di lire 25 a testa.Anche questo era un mestiere!!

Una notevole fonte di reddito un tempo a Sellia proveniva dall'allevamento del baco da seta.
Un paio di anni addietro in quel di Simeri Crichi abbiamo riprodotto l'intero processo di allevamento. Abbiamo acquistato
le uova e poi seguito il tutto fino a ricavare il filo di seta, chiaramente filmando e fotografando ogni particolare.
Anticipo qualche foto

Il forum e' cultura...bravo Cuvalo54...

007 ha scritto:Il forum e' cultura...bravo Cuvalo54...

grazzi cumpà
documentare il tutto, preservare e tramandare la nostra storia affinchè non vada perduta

Azzorrait......

A propositu e siricu

https://www.youtube.com/watch?v=Qsu0GQHMPms&playnext=1&list=PL888B9FC7DD69DBAE&feature=results_video




Baco da seta

Non si finisce mai d'imparare...

https://www.youtube.com/watch?v=WTOTpkzYfO8&playnext=1&list=PLBE70B8C8F45508C7&feature=results_video





SPARTU-JINOSTRA =GINESTRA