Basta coi "Manciaficu"

Quando si tratta di sogni, cioè la cosa più concreta che esista...non posso tirarmi indietro e, all'improvviso le dita delle mani scorrono da sole sulla tastiera...Varie volte ho detto che è un problema di percezione. In Italia (quindi non solo a Sellia) chi sogna è nu cunnu, chi sogna è considerato una nullità. E' il giovane, solitamente, quello che viene così additato o demoralizzato. Lui o lei, dato che non hanno ancora avuto il tempo di fare abbastanza esperienze nella vita e scontrarsi con la "giungla", hann dentro di sè tante speranze e ambizioni. Hanno tanti, tanti sogni. Ma, grazie alla mentalità Italiana...sono i giovani, sono i semi a pagare per primi e poi tutti gli altri sognatori "intiepiditi", dai quarantenni in su che, guarda caso non gradiscono che si sappia che sono ANCORA dei sognatori. Ma. se non si sogna non si può pianifiare nulla, non si può immaginare nulla...torniamo indietro: attenzione, c'è in atto una involuzione al posto dell'evoluzione della specie. Un sogno può essere lungo una vita...per questo, se si ha ...anta anni non ci si deve vergognare di sognare. I sogni sono la risposta della mente al grigiore della vita, c’è chi sogna mentre lavora, chi sogna mentre passeggia, c’è chi sogna con una foto tra le dita mentre una lacrima gli solca la guancia, c’è chi sogna mentre abbraccia un cuscino memore di tanti notti insonni e di tanti pianti soffocati nel silenzio assordante della notte, quella notte immensa che guarda da lontano, e che ascolta impotente i nostri desideri. La funzione dei sogni è quella di permetterci di aspirare a qualcosa di diverso per noi, per i nostri cari o perché no qualcosa di più grande, ci permettono di non rassegnarci allo stato delle cose e di sperare in un futuro o in una realtà più affine al nostro modo di essere, di pensare. Non sono credente ma agnostico, ma se è vero che Dio ci ha creati a sua immagine e somiglianza è proprio questa abilità di sognare che ci rende simili a lui, quel tocco di divino che ci permette in qualche modo di creare interi universi, dove le leggi che li controllano sono dettate dalla nostra volontà, realtà parallele dove siamo al tempo stesso registi e attori. Ecco il sogno è quella zona franca dove ci rifuggiamo quando siamo travolti dagli eventi quotidiani, dalla routine. I sogni, però, hanno la brutta tendenza a restare tali, difficilmente si avverano, spesso infatti restano una sorta di cuscino dove ci si culla a fine giornata al rientro dal lavoro, una sorta di coperta di Linus che ci protegge dalla quotidianità. Perché, questa difesa mentale dell’uomo è proprio quella che ci permette di vivere veramente, ci permette di non essere passivi di fronte alla vita, di crearci degli obiettivi. Alcune culture hanno fatto del sogno la loro filosofia di vita per rimarcare l’importanza di questa pratica spesso osteggiata. Spesso quando si vedono quei ragazzi con la testa tra le nuvole e li forziamo quasi a cambiare atteggiamento, a restare con i piedi per terra, mentre loro vorrebbero solo raccontarci i loro universi e, perché no, un aiuto per cercare di concretizzare i loro sogni, magari, noi, facendo sì che, parlandogli, solo parlandogli e ascotandoli...veramente, trovino da sè la strada giusta. Questo perché il mondo appartiene ai sognatori, e i loro sogni sono la linfa dell’universo. Chiudo con una riflessione pertinente:

E' bello essere contraddetti...ma essere capiti lo è ancora di più! Anche se, sono sicuro, capirete il mio non voler stare troppo a lungo nei due "stati" dell' "essere contraddetti" e dell' "essere capiti", cioè, stimolati a far capire e stimolati dall'essere stati capiti: è questo il ciclo virtuoso, il volano intangibile che vuole e deve sfociare nel tangibile e a cui ognuno di noi dovrebbe anelare, e vedere e toccare poi con mano atti, opere, situazioni, uomini, donne e bambini che viaggiano, in coerenza con ciò che, da sempre, affermiano essere: una specie evoluta.

Il discorso è molto semplice e, al contempo, molto complicato. Mi sono già espresso in merito (vedi sopra) e anche abbastanza lungamente…al punto di annoiare, spero non al punto di alienare, le nuove (?) leve di Sellia. Questa volta sarò più breve...ma più profondo, così, forse, non annoierò. Dunque, ognuno di noi ha, FONDAMENTALMENTE, tre "fossi" da saltare, di cui i primi due di "scelta", l'altro, il terzo, ci è imposto da Crono...Il tema è quello dell'OPPORTUNITA' UNICA che noi tutti abbiamo e della SOLIDARIETA' UMANA che, paradossalmente, a Sellia, “gruppo in difficoltà”, dal punto di vista comunitario non c’è o non ce ne è abbastanza. Di solito, dove vi è difficoltà, c’è la necessità che aguzza l’ingegno…che forma solidarietà che, poi, fa ripartire il ciclo…che ricomincia. Non ho molto tempo, quindi vado al dunque. Fermo restando che "saltando" il primo "fosso" che io chiamo "di quantità" scelgo di vivere, devo passare al secondo che chiamo "di qualità", e qui scelgo di essere contemporanei a Cristo (non alla chiesa), allla risoluzione del problema del singolo essere umano mio simile. Quello di quantità lo si salta decidendo di abbracciare la vita, quello di qualità se si vuol dare valore a quello di quantità...e non sperperare il dono della vita accorgendoci, quando giunge il momento del terzo "salto", che non si è vissuto...Se si è seri circa il fare del bene, bisogna prendere coscienza del fatto e dare atto che Camus aveva e HA ragione quando apre Il mito di Sisifo dicendo:

Dico che SE si vuole VERAMENTE risolvere certi tipi di situazioni, tipo Sellia, ( lo dico in maniera estremamente sintetica) ci si deve chiedere quale strada io, come individuo, voglio intraprendere, cioè da protagonista, da supporter, da collaboratore o da semplice spettatore che si augura il miglioramento oggettivo. Questo chiedersi, questo interrogarsi, significa sentire, a livello di “pancia”, l’inesorabile conto alla rovescia che ci fa sentire vivi e ci dice, ci ricorda che ho già superato quel mio problema serio: il suicidio.

Quelli che non si chiedono quale strada intraprendere per Sellia, sono quelli che vanu vidennu quala furnu fuma…e nenta chjiù!

...Keope, vedo che sei, fondamentalmente del mio stesso avviso, ci differenzia una c, quella di chiesa, tu la fai grande e io piccola (con i dovuti distinguo dei grandi "preti coraggio")...ma, questo, non è molto importante.

Non penso che Albachiara si riferisse al forum circa lo squallore (ma mi posso sbagliare)...circa il tipo d'intervento sono super d'accordo con Adm: si ha bisogno di tutti e di tutte le opnioni e prospettive possibili...SEMPRE!