Ch siamo oggi lo dobbiamo a dove siamo stati ieri
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Ch siamo oggi lo dobbiamo a dove siamo stati ieri
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8 agosto, 1978
Tomba del 35° Pres. degli Stati Uniti d'America: John Fitzgerald Kennedy-20 gennaio 1961 - 22 novembre 1963 @ Cimitero Nazionale di Arlington, Washington, D.C.,VA, USA
OCCAM- Numero di messaggi : 1303
Data d'iscrizione : 09.09.08
Età : 65
Località : Yuma, AR, USA
Re: Ch siamo oggi lo dobbiamo a dove siamo stati ieri
"Ask not what your country can do for you; ask what you can do for your country."
"Non chiederti cosa può fare il tuo paese per te, chiediti cosa puoi fare tu per il tuo paese"
Questa è forse una delle frasi più famose della storia del XIX secolo. La pronunciò Kennedy il giorno del suo insediamento alla Casa Bianca, il 20 gennaio 1961.
(mi sembra di conoscere questo giovin signore)
"Non chiederti cosa può fare il tuo paese per te, chiediti cosa puoi fare tu per il tuo paese"
Questa è forse una delle frasi più famose della storia del XIX secolo. La pronunciò Kennedy il giorno del suo insediamento alla Casa Bianca, il 20 gennaio 1961.
(mi sembra di conoscere questo giovin signore)
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" Chi ha il coraggio di ridere è padrone del mondo"
- Giacomo Leopardi -
Re: Ch siamo oggi lo dobbiamo a dove siamo stati ieri
Forse sarò un pò fuori "stanza" o tema, ma Adm. mi ha dato il "la" ha un qualcosa che volevo manifestare già da un pò di tempo. Un qualcosa che si sposa con il tema suggerito da Occam e con la frase postata, appunto, da Adm. Questo qualcosa è riferito a Sellia. Come per tutti noi e per tutte le comunità, il suo oggi sarà il suo passato, quindi...cittadino di Sellia "Non chiederti cosa può fare il tuo paese per te, chiediti cosa puoi fare tu per il tuo paese"!
SelliaLaSuperba- Numero di messaggi : 145
Data d'iscrizione : 29.12.10
Re: Ch siamo oggi lo dobbiamo a dove siamo stati ieri
Il posto è il campus dell'Università Statale dello Stato di New York a Plattsdburgh, cittadina statunitense vicino al confine canadese (a circa 100 Km da Montreal). L'intento di questo post non è tirarsela, ma compartire, con chi ne ha voglia, alcune mie nostalgie...
Pepè Lamanna- Numero di messaggi : 141
Data d'iscrizione : 26.04.10
Re: Ch siamo oggi lo dobbiamo a dove siamo stati ieri
pepè lamà eiu essi cosi mericani unnè capisciu datu ca signu natu ara sellia pasciuto cadi e moru cà. ma na cosa ta pozzu dira ara sellia cè nammidia chi dio ma nè libbara. china un duna tanta confidenza e cioè un lavara faccia allatrii udè benavolutu. tanti auguri pè ru prossimu annu.
Muttley- Numero di messaggi : 162
Data d'iscrizione : 20.11.11
Re: Ch siamo oggi lo dobbiamo a dove siamo stati ieri
"...Vorrei toccare ancora l’estasi della poesia ma la poesia sembra non specchiarsi più in questi nostri anni senza luce.
I giorni sono volgari. I giorni colano denaro facile e miseria. I giorni ci regalano cadaveri familiari e cadaveri di guerre mai finite. I giorni ci tolgono respiro e voglie.
La società ci dice che la ricchezza (la presunta ricchezza) non è il paradiso reclamizzato.
I vecchi consumano ore in preoccupata attesa e nascondono il tanto o il poco che hanno.
I politici sono precari confusi: nella confusione, spesso affidano i loro pensieri a gazze ladre tecnologiche che non volano quasi mai nei cieli del sogno umanitario.
I giovani precari hanno la chiarezza senza speranza: una luce che rischiara solo un oggi da vivere all’ultimo sangue.
La famiglia è calvario con poche vie d’uscita. I filosofi parlano di spersonalizzazione.
I poeti di dispersione. Disperdono parole e esistenza verso l’oscurità del silenzio, della scomparsa, delle tracce che non segnano più il passaggio dell’uomo.
Le Chiese predicano la carità e benedicono troppi morti abbandonati alla carità del caso e della violenza.
Il dono prezioso del volontariato sarà sufficiente a vincere le nostre incertezze e le nostre paure?
Il Pianeta è sottosopra ma noi che ci viviamo dentro non sappiamo più raccogliere un fiore di campo..."
(Luigi Bianco)
I giorni sono volgari. I giorni colano denaro facile e miseria. I giorni ci regalano cadaveri familiari e cadaveri di guerre mai finite. I giorni ci tolgono respiro e voglie.
La società ci dice che la ricchezza (la presunta ricchezza) non è il paradiso reclamizzato.
I vecchi consumano ore in preoccupata attesa e nascondono il tanto o il poco che hanno.
I politici sono precari confusi: nella confusione, spesso affidano i loro pensieri a gazze ladre tecnologiche che non volano quasi mai nei cieli del sogno umanitario.
I giovani precari hanno la chiarezza senza speranza: una luce che rischiara solo un oggi da vivere all’ultimo sangue.
La famiglia è calvario con poche vie d’uscita. I filosofi parlano di spersonalizzazione.
I poeti di dispersione. Disperdono parole e esistenza verso l’oscurità del silenzio, della scomparsa, delle tracce che non segnano più il passaggio dell’uomo.
Le Chiese predicano la carità e benedicono troppi morti abbandonati alla carità del caso e della violenza.
Il dono prezioso del volontariato sarà sufficiente a vincere le nostre incertezze e le nostre paure?
Il Pianeta è sottosopra ma noi che ci viviamo dentro non sappiamo più raccogliere un fiore di campo..."
(Luigi Bianco)
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