Il lettore scrive

Lettere scritte da lettori ai direttori dei giornali, proposte sul Forum come spunti di riflessione.



Se un ebreo salva la vita a un fascista

Sono figlio di un ebreo. Mio padre che aveva smesso di navigare nella Marina Mercantile per impiegarsi all’Inps fu cacciato nel ’38 per le leggi razziali. Più tardi ho scoperto che sarei stato battezzato all’età di due anni, cioè qualche settimana prima di quelle leggi. Dunque il parroco, che pare non fosse nemmeno simpatico, aveva commesso un falso per aiutarmi. Papà riprese a navigare per mantenere la famiglia e quando nel ’44 le cose cominciarono a mettersi male fu nascosto da un cugino fascista di mia mamma nell’officina riparazioni del Ministero della Guerra a Roma. Qualcuno se ne accorse e denunciò il cugino che fuggì al nord. Papà fu chiamato da un questore che gli disse che il cugino, se catturato, sarebbe stato fucilato per tradimento; aggiunse: «Guarda che da un momento all’altro potrebbero chiamarti per interrogarti». Alla sua ingenua risposta «Ma io non ho niente da dire» ribatté: «È peggio che tu non abbia niente da dire, perché coi nostri metodi ti roviniamo e poi dobbiamo finirti». Papà finalmente capì e raggiunse il cugino al nord. Venne il maggio del ’45 e a Trieste le truppe di Tito snidavano i fascisti per buttarli nelle foibe. Papà accolse il cugino a casa nostra e spiegò a noi bambini che se qualcuno ce lo avesse chiesto dovevamo dire che era un “sinistrato” cui affittavamo una stanza. Riassumendo: un prete commise un falso per aggirare una legge sciagurata; un fascista rischiò la vita per il cugino acquisito ebreo; un questore avvertì l’ebreo del rischio che correva; un ebreo rischiò la via sua e della sua famiglia per salvare un fascista.

(LA REPUBBLICA)

Buongiorno, sono un cittadino britannico trasferito a Milano per un periodo di lavoro. Conosco abbastanza la vostra lingua, ma scrivo la lettera con l’aiuto di un amico italiano. Da ciclista appassionato qual sono ho deciso di portare con me la mia bella bici inglese che, sfortunatamente, mi è stata rubata la settimana scorsa, di giorno e in pieno centro. Vado, dunque, alla polizia per sporgere denuncia e lì mi si è aperto un mondo sconosciuto, quello di un posto di polizia italiano: nessun film me lo aveva mai raccontato con tanto, irresistibile, colore. Mi riceve dunque un agente che, mentre espongo il mio caso, continua a parlare con qualcuno nella stanza accanto raccontando della sua vacanza fuori stagione. Poi, forse perchè sa che nella lingua inglese il lei non esiste, mi dà subito del tu, anche se proprio un ragazzo non sono più. Pazienza. Tralascio il tempo che ci abbiamo messo a fare lo “spelling” del mio nome (che tanto difficile non mi sembra: Peter Bolton), io a dettare (ho imparato): Bologna, Otranto, Livorno, Torino, Napoli, lui a battere e ribattere a macchina, Mentre siamo così intenti a stendere la denuncia, si affaccia un poliziotto che urla: “C’è qualcuno che sa l’inglese? Qui ci sono due turisti derubati”. Il “mio” poliziotto, che per scrivere Peter Bolton ci ha messo il suo tempo, elevandomi a suo collega, mi apostrofa: “Vai a dirgli che tra due minuti sono da loro!”. Prima di congedarmi mi suggerisce di fare un sopraluogo sabato alla fiera di Senigallia, di cercare la mia bici e, trovandola, di rivolgermi a uno dei tanti poliziotti presenti sul posto con la mia denuncia in mano. Ho seguito i suggerimenti. Poliziotti in giro non ne ho visti, se c’erano, erano in borghese e quindi non li ho riconosciuti. Come mi aveva raccomandato il mio poliziotto, sono rimasto calmo, facendo finta di niente ma decidendo di riprendermi il maltolto. Fortunatamente i tre maghrebini “padroni” delle bici hanno deciso a un certo punto di andare al vicino bar per un bicchiere lasciando la merce incustodita: ne ho approfittato e, piegato in due affinché da dietro il banco del bar non mi si vedesse, sono arrivato alla mia bici, sono balzato in sella e mi sono messo a pedalare come un pazzo nel traffico di Porta Genova. Ho rubato al ladro, insomma?

(Corriere della Sera)

All'italiana.....se qui ti rubano la macchina e fai la denuncia ti dicono dove andare... ti metti daccordo e.......

Se te la rubano a CZ devi andare a contattare gli zingari per riaverla, praticamente pagare il riscatto...

Invece se rubano a Sellia...tutto tace.....

Pure a Sellia ci stanno gli zingari?

Una pagella del 1932 e l’incubo ritorna

(La Stampa)

Conservo una pagella dell’anno scolastico 1932-1933, classe V scuola elementare, della mia cara mamma nata nel 1920. In copertina è riportato un disegno di un uomo che semina il grano imbardato di fucile ed elmetto con la dicitura “Ministero dell’educazione nazionale opera balilla”. All’interno oltre ai dati della scolara, sono riportati il numero di pagella, il numero di tessera dell’opera nazionale balilla e l’anno XI dell’era fascista. Tra le sedici materie di studio figurano: nozioni varie e cultura fascista, storia e cultura fascista oltre a “lavori donneschi e manuali”. Come donna, ogni volta che rileggo quelle pagelle provo umiliazione e rabbia per la condizione di quelle bambine istruite e giudicate a scuola sui “lavori donneschi” e costrette, per necessità delle famiglie, a cucinare, accudire i più piccoli e fare tante altre cose. E ricordo i tristi racconti di mamma e nonne sulle condizioni vissute in quella tragica epoca da donne che hanno sopportato enormi fatiche per tirare avanti in mancanza di uomini spediti a fare guerre senza senso, imposizioni e maltrattamenti di tutti i tuoi senza diritti di protestare o esprimere opinioni. Che hanno patito sofferenze disumane per aver perso i figli o mariti in guerra, in molti casi senza riuscire a riprendersi fino a morire esse stesse per il dolore. Senza parlare di uno zio di poco più di vent’anni mai ritornato, di un padre che non s’è mai ripreso dai traumi della guerra, di un suocero che ha patito nei campi di prigionia tedeschi, di tante famiglie di conoscenti toccati da quelle tragedie. Può un uomo che ha provocato tali sofferenze, aver fatto qualcosa di bene? No, decisamente no.

Precari e somari


Ho 32 anni e un dottorato di ricerca in lingue straniere. Per sbarcare il lunario e pagare l’affitto dell’appartamento che condivido con il mio compagno ho accettato di dare lezioni private a un quattordicenne svogliato e apatico. Di fronte alla mia ennesima esortazione a cercare il significato di un verbo sul vocabolario di latino, il ragazzo si oppone perché “tanto è come dico io...” (in latino ha la media del 4). Cerco di spiegargli con calma che per migliorare è necessario uno sforzo maggiore - compreso quello di sfogliare le pagine del vocabolario - ma lui niente. Allora lo riprendo con maggiore enfasi, dicendogli che nello studio c’è bisogno anche di un po’ di umiltà. Diventa viola dalla rabbia, assume il tono della vittima e mi sbatte la porta di casa in faccia. Il giorno dopo ricevo un sms dalla madre del ragazzino. Afferma di avere constatato il turbamento del figlio a seguito delle mie ingiuste critiche. E mi spiega che il rimprovero non è un approccio corretto verso un ragazzo che andrebbe invece appassionato allo studio. In conclusione mi ha “licenziata”. Noi giovani disoccupati viviamo costantemente sotto ricatto: di un contratto a tempo, di un datore di lavoro che sfrutta la tua condizione precaria e perfino di un ragazzino viziato la cui pigrizia è alimentata da genitori che lo giustificano. Se fossi stata zitta e l’avessi assecondato, adesso avrei ancora quel lavoro. Malgrado questo, una parte di me si rallegra di avere ricevuto un’educazione diversa.



Lettera firmata, Roma

Lettera di un lettore di Repubblica a Corrado Augias, fustigatore del M5S e dei loro recenti comportamenti.  Naturalmente questo articolo e' aperto a dibattito da parte di chiunque nel forum.


http://www.repubblica.it/politica/2014/02/01/news/i_guerrieri_dell_insulto-77487537/?ref=search

E a proposito di Corrado Augias la foto dl suo libro che brucia mi ha colpito molto mi ha fatto tornare con la mente al secolo scorso quando si bruciarono migliaiia di libri

http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/02/03/m5s-i-libri-che-bruciano-e-la-rabbia/867104/