Sellia: economia e brigantaggio....

Erano richieste fra "amici".......

Si, i pigghjavanu ccu ru bbonu...   Poi ne mettero' altre.

Un'altra banda chiede:

"Caro do Fortinato con questo mio bigletto vi priego mandarmi la vostra carabina inargentata che mi bisogna nicesaria piu' mandatami dieci canne di castoro fino piu' mandatami venti canne di barracane e brincento bottoni alla cacciatore vi priego mandatemile senza meno".

Dopo aver ricevuto il materiale chiesto, la stessa banda rimprovera il destinatario per la pessima qualita' degli oggetti:

"Caro D. Furtonato di tante cose vi o scritto non avete mandato nulla di qualita' mo vi priego mandateme una canna di castoro fino piu' mandateme una pezza de velotino larigo e dua capello".

Respingere le richieste dei briganti, in questo caso da parte di Gaetano De Rose, sarebbe pericoloso poiche' equivarrebbe a ripudiarne l'amicizia:

"Caro Do Tomasi vi priego se volete essere amici mandatemi le due cento piastre che ci resta la amicizia si no ne avete morto danno da dieci mila ducati ed avete finito".

Nelle seguenti lettere i briganti minacciano danni e dispiaceri:

"Il domani dopo mezzo giorno si attendono tali oggetti in casi contrari subbito faremo il destino"

Oppure:

"mandatemi quatro cento dochati...in contrario vedete il mondo nero"

In caso di rifiuto i briganti minacciano di devastare campi, vigne, case o di sterminare greggi. Ecco l'intimazione del brigante Campagna a Rosario Grano di Belcastro:

"Manda subito la deta somma di docati quaranta...che sino perdio vi amaze tuti li bovi non ndi fati il dimenio che sino capitereti vo e la vostra massaria brogiata".

Altra lettera :

"Caro Salbatore con questo mio bigletto vi priego mandatemi la soma di due cento piastre altrimenti vi tagliero' la vigna e brugero' le terre".

Lettera ad un certo Giacomo Saccoliti che non aveva ritenuto di non prendere sul serio un precendente messaggio:

"Caro do Giapico mi pare che le mie parole le tenite per scherzo io fra breve breve vi andero' a brugiare il casino di serra di palazo mo vi priego mandatemi le due cento piastre che giorni a dietro vi o' scritto e sino penzero' io il mezo per farti cinqe o sei mila docati di danno".

(continua)

Brave persone....

ed infatti veniva richiesto tutto educatamente

Il capobrigante Vincenzo Perri minaccia la sua vittima di turno:

"Caro Amico avisti natra basciata de mie e pigliasti papare mandane sessanta pezze ca si no cingnu dalle gregne e finisciu alli vui, i tajo tratato damicu e tu me stai trattandu de facci de cazzu penzaci.  Vincenzo Perri culla cumpagnia".

Il famigerato Giovanni Guzzo, alias Falcione, scrivendo a Tommaso Dalta di Tiriolo lo esorta a provvedere alla svelta alle esigenze della banda:

"carissimo Tomaso Data stimato vi prego di mandarmi cinqanta piastre alla comitiva di facone che siamo in bisogno non fate il contrario altrimenti ricevi danno ai alli mancusi due casette e la panura vigna e terra non credere che no ci saccio che io dove meno ti pienzi sono non altro subito risposta Giovanni Guzzo di Migliarina".

Oggigiorno i briganti sono altri

E' bene ricordare che il Brigante calabrese non era un ignobile scioperone o un pervertito ladruncolo ma quasi sempre un fiero ed onesto contadino che si ribellava alla prepotenza dei "nobili", o dei "signori", che si vendicava per i torti ricevuti, fiero del suo onore e di quello della propria famiglia:

Sentiamolo in questo canto:

Nu jornu fu apprizzata la mia pella
de unu chi 'un 'mbalia nu tri cavalli;
tutta la notta ammolava curtella,
dicennu ca de mia vulia na spalla.
'Un mi spagnu 'e tia ne de curtella,
ca sulu 'a morte mia sara' na palla;
si hai curaggiu nescia a sta vinella,
quantu ti fazzu russa la taccaglia.

Cenni su una presunta figlia del brigante albese Pietro Corea, che viveva a Sellia.

http://catanzaropolitica.it/storie-di-briganti-pietro-corea-il-crudele-capo-degli-albesi/

... La Calabria è stata da sempre attraversata dal fenomeno del brigantaggio, sin dal tempo delle rivolte contro Roma da parte degli schiavi
e dei pastori bruzi...  i contadini e i pastori calabresi facevano esplodere il loro sordo rancore contro i tiranni e i grassatori, come pure contro i galantuomini usurpatori delle terre demaniali e degli usi civici...
da:IL BANDITO ANGELONE E LE SUE STORIE TRUCI di Marcello Barberio

Briganti si mora!