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Messaggio  Admin Gio 2 Giu - 23:19

Toni' chissa e' na parola settecentesca. Laughing

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Messaggio  007 Ven 3 Giu - 20:16

Admin ha scritto:Toni' chissa e' na parola settecentesca. Laughing
Ma molto ...attuale... crazyrun
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Messaggio  Tonino Ven 3 Giu - 21:02

sa parola l'avija nterpretata e natramanera bohh
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Messaggio  007 Ven 3 Giu - 21:04

Ciao Tonino, meno male ... chuckle chuckle
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Messaggio  Admin Ven 3 Giu - 23:06

007 ha scritto:Santantoni e' 100 metri piu' su...la zona e' quella...faremo qualche indagine, magari troveremo qualcuno che sa....vedremo cumpa'....

E' molto probabile che la chiesetta rurale della Madonna delle Neve sia stata chiamato antecedentemente S. Antonio, la localita' e' quella. Vorrei sapere se gli archivi parrocchiali ne parlano, era pur sempre una chiesa ma chissa' se gli archivi vanno tanto indietro nel tempo.

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Messaggio  Admin Mar 29 Nov - 18:21

zagor ha scritto:Come avevo detto qualche giorno fa ..........................
In questi giorni mentre osservavo delle foto su internet attinenti ad una edizione della sagra di Sellia mi soffermo in modo particolare su una di essa che ritrae un antico stendardo custodito nella Chiesa Madre. In un primo momento mi incuriosisce molto perché malgrado durante la mia giovinezza, facendo spesso il chierichetto, ho avuto la fortuna di osservare da vicino molti oggetti sacri che mi attiravano molto, ma non mi ricordavo di aver mai visto questo particolare stendardo nel quale non viene raffigurato nessun Santo o Madonna ma in modo semplice raffigura tre coll:i uno centrale, due laterali, e sulle loro cime una rosa di colore diverso per ogni colle, il tutto sormontato dalla corona della Madonna
Mi soffermo ancora un po’ su questa foto, cerco di ingradirla, sembra che non abbia nessuna scritta. Poi mi viene in mente un piccolo passaggio di una vecchissima canzone che intonava spesso a “ scaghiuna”. Era un'anziana signora la solista, che iniziava i vari canti durante le funzioni religiose con una voce molto forte ,particolare, che ribombava all’interno della Chiesa. Sapeva perfettamente a memoria un'infinità di vecchi canti, alcuni anche in latino (per chi ha superato gli …anta come me sicuramente la ricorderà) un passo della canzone faceva più o meno cosi: I tri rosi de Maria,a ra Sellia l’avimu tutti e tria,rosi belli e profumati da Madonna L’icorunata. Ma certo ora mi sembra tutto più chiaro, la vecchia canzone si riferiva alle tre Chiese intitolate alla Madonna: Madonna del Rosario, L’Immacolata,La Madonna delle Grazie ( con l’ormai scomparso convento della congregazione di Zumpano di Santa Maria delle Grazie )Il bel stendardo raffigura l’esatta ubicazione di questi tre luoghi di culto; la rosa rossa della Madonna del Rosario la rosa centrale dell’Immacolata, l’altra laterale quella della Madonna delle Grazie che viene collocata proprio dove io ipotizzavo: cioè sopra la fermata dei pullman “sutta Santa Maria” luogo che porta questo nome proprio perchè sopra era ubicato il convento di Santa Maria delle Grazie prima che crollasse durante la rovinosa alluvione
Per vedere la foto anche se non di buona qualità vi invito di fare un salto nel blog,invitando gentilmente chiunque avesse altre foto di questo stendardo di inserirle anche sul forum.

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Conventus Sellianus (di Sellia) tit. S. Mariae Gratiarum in dioecesi Catacensi extabat an. 1527

Il convento S. Maria delle Grazie nel rione Sant'Angelo.

Il convento di S. Maria delle Grazie fu fondato nel 1570, con il consenso del vescovo di Catanzaro mons. Angelo Horabona, dal barone e dall’università locale. Ognuna delle due parti si impegnò ad assegnare ai frati un contributo di 19 ducati annui. I frati accettarono l’obbligo di mantenere una famiglia religiosa di quattro sacerdoti e due servienti con l’impegno che "due sacerdoti dovessero per ogni giorno celebrare per loro, cioè per il detto barone e università e loro discendenti". Per sopragiunte difficoltà economiche la prima parte di questa clausola rimase inapplicata; nel 1650 dimoravano nel convento tre sacerdoti e un serviente, che soddisfavano le esigenze spirituali della popolazione: "di questo sta contenta l’università e barone, vedendo la necessità, et questo ha moltissimo anni che è così".


~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Per evidenziare quanto sia difficile stabilire con esattezza le date reperibili su fondazioni di chiese, conventi ecc. riporto quello che e' stato scritto da Zagor e dal sottoscritto nel recente passato e poi riporto anche le due date, diverse fra loro, circa la fondazione del convento S. Maria delle Grazie.
Lo storico francese P. Augustin Lubin scrive che risale al 1527, mentre notizie, scritte dallo studioso contemporaneo Foca Accetta, reperite su internet, sui conventi degli Agostiniani in Calabria, attestano che la data di fondazione fu nel 1570.

Spigolando qua e la' - Pagina 9 Selianus-1-1

Riporto uno stralcio dal libro: Orbis augustinianus sive Conventuum ordinis Eremitarum S. Augustini ... Di Augustin Lubin,Alliot
Spigolando qua e la' - Pagina 9 Lubin-1

Quindi si puo' dedurre che, se si prendono per buone le credenziali di Padre Lubin ampiamente esposte sulla copertina del libro, la vera data della fondazione del convento fu nel 1527.
Per quanto riguarda il luogo esatto della sua ubicazione, dobbiamo procedere per indizi, sia quelli elencati da Zagor che quelli suggeriti dalla toponomastica, entrambi puntano sul colle oggi detto "S. Maria", o "Sutta S. Maria".
Inutile dire che notizie piu' dettagliate sono irreperibili; l'incuria, il tempo, distruzioni dovute a alluvioni e terremoti hanno fatto si' che si debba procedere per stralci di notizie incerte ed intuizioni.

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Messaggio  selliaracconta Gio 1 Dic - 22:37

Purtroppo i vari cataclismi e le incurie non ci hanno permesso di avere molte fonti scritte su Sellia. Ecco anche perché diventa importante tutte le storie,racconti che i nostri nonni si tramandavano oralmente. Sellia era un borgo bellissimo al pari anzi di più di Santa Severina. 5 chiese un monastero una casa Baronale unica immensa, un castello, vari palazzi e tanti, tanti vicoli caratteristici con parecchi archi, una fontana particolare che i nostri nonni chiamavano "U giocu e l'acqua" “a Portabella” “ u ponta” ecc... insomma un vero incanto
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Messaggio  Admin Mar 10 Gen - 18:01

ASYLIA

Privilegio concesso nella Grecia antica a persone e a templi; sta alla radice del moderno diritto di asilo. Per il singolo o per i gruppi (ambasciatori, araldi, artisti) la condizione di asylia comportava che nulla avessero a temere, neppure in caso di guerra, da parte di chi aveva loro accordato il privilegio. Nei santuari l'inviolabilità proteggeva persone e cose. L'istituto rimase estraneo al mondo romano.


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Il fascino dell'etimologia mi porta spesso ad immaginare Sellia ed il suo territorio alle origini. In mancanza di certezze assolute, si ripiega su frammenti riportati da storiografi locali e su pochi documenti antichi, sui quali si sono fatte traduzioni, a volte poco attendibili e varie riscrizioni.
Abbiamo scritto della fondazione di Sellia come luogo abitato, da parte dei profughi che abitavano l'antica citta' costiera di Trischene.
Asylia = luogo inviolabile; le possibilita' che Julo Catimero scelse il sito originario proprio per questa peculiarita' sono alte.
Ma cos'altro c'era prima che le prime rudimentarie abitazioni fossero erette? Forse il tempietto dedicato alle Dea Athena Pallade, forse semplicemente dei ruderi di qualche vecchia stazione romana.
Quello che e' certo e' che il territorio dell'istmo di Catanzaro-Lamezia e le circostanti fasce costiere furono abitate fin dalla preistoria.
Nell'ottavo secolo prima di Cristo, la regione viene colonizzata dai greci che costruirono templi e citta'-stato, la famosa Magna Grecia.
Due secoli prima di Cristo l'espansione romana porta la sua influenza in Calabria (allora Brettia) e la zona pre-silana viene disboscata perche' i romani usavano la legna dei boschi e l'abbondante e rinomata pece silana per la costruzione delle loro navi.
Prima della spoliazione boschiva, la vegetazione arrivava fino alle foci dei fiumi come l'Alli ed il Simeri e rendeva navigabili gli stessi, almeno fino ad un certo punto.
Quando le incursioni saracene fecero scappare le popolazioni costiere, non e' del tutto improbabile che il prode Catimero risali' il corso del Simeri fino a quando ritenne opportuno ripiegare sul monte ove oggi e' Sellia.

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Messaggio  selliaracconta Gio 2 Feb - 23:41




Febbraio il mese più corto ma anche più freddo dell’anno anche nell’antico borgo di Sellia.


La neve non era
certo un evento eccezionale come nei nostri giorni ma faceva la sua comparsa molto spesso durando anche per diverse settimane, spesso diveniva impossibile uscire di casa anche per giorni sia per la spessa coltre nevosa sia per il ghiaccio che rendeva scivolosi e molto pericolose le varie viuzze. La strada principale nel tratto da “putica e Coppoletta sino a “ra curva da posta” rimaneva ghiacciata anche per settimane rendendo difficile il suo attraversamento ma diveniva la gioia dei ragazzi che armati di slittini improvvisati si dilettavano in spericolate gare; proprio vicino a “putica e Coppoletta” i ragazzi facevano il pupazzo di neve “u babbu e niva” più grande del paese che rimaneva li con il suo guardo rigoroso anche per dei mesi per gli occhi due “cocci d’olivi” un vecchio cappello bucato in testa, una grossa scopa fatta di “Scupularu” (pianta spontanea che ancora cresce in alcune zone) e in bocca non mancava mai una bella pipa finemente intagliata fatta dall’unico artigiano che all’epoca usava le varie radici per realizzare delle ottime pipe. I bambini che nascevano durante questo periodo (ovviamente nelle proprie case) venivano spesso registrati all’ufficio anagrafe del comune anche diverse settimane dopo proprio perché spesso si era impossibilitati di raggiungere il comune. Le varie famiglie si riunivano “a ra rasa du focularu” dove il più anziano spesso era anche il più bravo oratore iniziando così nel raccontare tante storie, i bambini rimanevano a bocca aperta trasportati dalla fantasia di queste storie (non esistevano i tanti mezzi tecnologici che abbiamo adesso: tv,radio,cellulari, internet ecc.. anzi non era arrivata ancora neppure la corrente elettrica, le case venivano illuminate dai vari lumini ad olio eppure non si ci annoiava mai oggi abbiamo tutte queste super tecnologie eppure siamo sempre annoiati. I vari lavori nei campi erano molto limitati ma certo non si aspettava il bel tempo per andare in campagna anche perché si sapeva benissimo che il bel tempo sarebbe arrivato solo da marzo in poi dunque. Spesso si vedevano persone che raccoglievano le olive sotto la neve andando a scovare i vari “”cocci d’oliva” sotto il manto nevoso. Era proprio in questo periodo che anche approfittando dell’impossibilità nel recarsi nei campi e dall’aria sanizza che si facevano le provviste di maiale, i bambini sentendo le varie grida dei maiali correvano di ruga in ruga per assistere in prima fila all’uccisione “du porco” ( oggi si griderebbe alla barbarie e all’inciviltà verso questi antichi riti) Al rito partecipava tutta la famiglia ognuno aveva un compito ben preciso da compiere: chi teneva il secchio per raccogliere “u sangua”, chi affilava i coltelli in attesa dei vari lavori, chi era addetto “a ra codara” sempre bollente mentre un l’esperto che avrebbe con un solo colpo ucciso il maiale per poi con un operazione precisa (chirurgica) avrebbe provveduto a dividere in varie parti che una volta a casa si provvedeva nelle varie preparazioni di salatura per u salatu,u vosciullaru,a pancetta ecc… ed anche il vecchio nonno non restava...

certo a guardare ma iniziava a soffiare dentro “a vussica” da appendere perché sarebbe servita a rattoppare le varie soppressate o sozizzi che durante la riempitura si sarebbero bucate. Con arrivo di Febbraio si conosceva con certezza che tempo avrebbe fatto per i prossimi 40 giorni (altro che previsioni moderne con satelliti ecc..) infatti un vecchio detto diceva “Ppe a cannilora 40 intra o 40 fora” oppure "Da Cannilora, cu on avi carni s'impegna a figghjiola"

Frevàru curtu e amaru, scurcia lu vecchiu allu foculàru
http://selliaracconta.blogspot.com/2012/02/lantico-borgo-di-sellia-durante-il-mese.html
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Messaggio  Admin Mar 28 Feb - 16:43

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Alcune notizie riguardanti Padre Caruso e Sellia, ricavate dal blog http://francescoantoniocaruso.blogspot.com/
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"Entrò nel Seminario di Catanzaro e vi trascorse nove anni. Si dimostrò un seminarista modello: era rispettoso ed ubbidiente e studiava con profitto. Per tali motivi, si guadagnò la stima e la simpatia sia dei superiori che degli altri seminaristi. Francesco fu ordinato sacerdote il 18 Aprile del 1908 e, un anno dopo, nel 1909, venne nominato parroco di Sellia. Entrò in questa parrocchia come il buon Pastore, col preciso proposito di ricondurre all'ovile le pecorelle smarrite a somiglianza del Pastore Divino. Egli considerava, infatti, la parrocchia non un beneficio economico ma una porzione della mistica vigna del Signore, che il sacerdote doveva diligentemente coltivare. Iniziò, quindi, il suo lavoro, accostando i parrocchiani per conoscerne l'indole, le abitudini, il grado di istruzione ed il livello della vita cristiana. Diede molta importanza all'istruzione religiosa, specialmente al catechismo dei fanciulli. Per meglio attirare i bambini al catechismo ed invogliare i genitori a mandarli, mezz'ora prima dell'ora stabilita, Don Francesco Caruso faceva suonare la campana più piccola di quelle presenti nella torre campanaria della chiesa di S. Nicola di Bari. Ai ragazzini accorsi per primi al suono della campana, egli consegnava un campanello ed essi, scuotendolo a ritmo accelerato, dovevano percorrere le vie del paese, cantando questa strofetta paesana: " padri e madri mandate i vostri figli alla dottrina cristiana, che è l'Angelo Custode che li chiama…". In lui l'amore per i fanciulli era così sentito che, tutte le sere, dopo la santa messa, si intratteneva con loro, giocando e narrando loro piacevoli aneddoti sulla vita dei Santi. Promosse, inoltre, la frequenza ai sacramenti e la devozione alla Madonna. Devotissimo al Rosario, raccomandò tale preghiera ai suoi fedeli come arma infallibile contro il male. Egli si mise al servizio di tutti i suoi parrocchiani ed era sempre in continua attività: assisteva con ogni cura gli infermi, soccorreva i poveri con generosità e con grandi sacrifici personali, insegnava a leggere e scrivere e, chiamato di notte, accorreva ad assistere i moribondi. Curò, perfino, i restauri della Chiesa di S. Nicola di Bari, rifacendone il pavimento. Tale lavoro si presentò, però, molto difficile e costoso, perché fu necessario scavare fino alla profondità di quattro metri per rimuovere tutte le ossa dei cadaveri lì sepolti. Padre Caruso, che amava molto il Signore, amò molto anche il prossimo. Amava tutti i suoi parrocchiani ugualmente, senza lasciarsi vincere dal sentimentalismo, dalle simpatie o dalle antipatie personali. Nell'amministrare il sacramento della Confessione, si mostrava molto comprensivo dei limiti e delle debolezze umane, infondendo fiducia nella misericordia di Dio. Fu, però, anche molto severo con se stesso e con gli altri, ma la sua austerità era temperata dalla sua grande bontà e motivata da un benevolo intento. A Sellia fu stimato da tutti proprio perché non si risparmiava per il bene delle anime. Tuttavia, durante il suo ministero sacerdotale in questa parrocchia, egli conobbe anche le spine, suggello dell'opera di Dio. Benché cercasse, con modi garbati e parole dolci, di eliminare i tanti sconcertanti abusi introdotti dalle Confraternite contro alcune norme liturgiche, subì, per questo, lotte ed ingiurie da parte dei dirigenti di tali associazioni. Il popolo Selliese apprezzava, però, la rettitudine, lo zelo ed il lavoro dell'arciprete e, perciò, lo venerava e lo seguiva. Tutti lo consideravano un Santo. Il profumo della sua santità traspariva nella celebrazione della santa messa, si notava il contatto con Dio. Egli saliva sull'altare santamente compenetrato del mistero che si accingeva a celebrare. Le sue omelie erano semplici ed istruttive, permeate da una pietà e da un fervore che si comunicava ai fedeli, i quali si persuadevano, facilmente, che colui che parlava doveva essere un "Sacerdote tutto di Dio". Durante i quattro anni qui trascorsi, anche Don Francesco Caruso si affezionò ai suoi parrocchiani, che corrispondevano, generosamente, alle sue cure e, quando, nell'Ottobre del 1912, per ubbidienza a S. E. il Vescovo De Maria, dovette lasciare la parrocchia di Sellia, sentì fortemente lo strazio di quel distacco. Non avendo il coraggio di licenziarsi dal suo popolo e per evitare, nella sua modestia, manifestazioni esterne in suo favore, egli salutò i suoi figlioli spirituali con una bella lettera, sostanziosa nel contenuto e permeata di affetto, qui trascritta per intero, perché rivela tutti i sentimenti squisiti del suo nobile animo".

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Messaggio  Admin Mer 29 Feb - 15:58

"Curò, perfino, i restauri della Chiesa di S. Nicola di Bari, rifacendone il pavimento. Tale lavoro si presentò, però, molto difficile e costoso, perché fu necessario scavare fino alla profondità di quattro metri per rimuovere tutte le ossa dei cadaveri lì sepolti. "
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Qua' si parla all'incirca della primo ventennio del 1900; infatti le sepolture sotto le chiese erano gia' state vietate un secolo prima.
Mi ricordo di alcuni aneddoti sentiti da ragazzino circa le cripte sotto la chiesa; qualcuno sa se la botola che si usava per scendere e' stata definitivamente sigillata? Ricordo pure che quando l'Arciprete Durante fece costruire il garage per l'auto si trovarono pure delle ossa.

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Messaggio  Attilio Citrino Mer 29 Feb - 22:17

Admin ha scritto:"Curò, perfino, i restauri della Chiesa di S. Nicola di Bari, rifacendone il pavimento. Tale lavoro si presentò, però, molto difficile e costoso, perché fu necessario scavare fino alla profondità di quattro metri per rimuovere tutte le ossa dei cadaveri lì sepolti. "
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Qua' si parla all'incirca della primo ventennio del 1900; infatti le sepolture sotto le chiese erano gia' state vietate un secolo prima.
Mi ricordo di alcuni aneddoti sentiti da ragazzino circa le cripte sotto la chiesa; qualcuno sa se la botola che si usava per scendere e' stata definitivamente sigillata? Ricordo pure che quando l'Arciprete Durante fece costruire il garage per l'auto si trovarono pure delle ossa.
Ricordo bene Questo episodio perchè ero sempre presente in Chiesa. Una cosa che mi ha comunque scioccato, visto la mia età, quando gli operai mentre stavano labvorando sul muro, dove poi è stato realizzato il garage, trovarono l'ossario - c'era una donna in ginocchio a mezzo il cumulo di ossa che stava pregando era rimasta cosi forse l'avevano buttata dentro perchè pensavano fosse morta - era questa la sepoltura di una volta?????
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Messaggio  Admin Mer 29 Feb - 22:52

Atty, del fatto della donna ne abbiamo gia' parlato ma credo che quella scoperta fu fatta molto tempo fa, e non quando tu eri ragazzino...Forse quello che ricordi tu e' stata una cosa diversa.

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Messaggio  Oscar Mer 29 Feb - 22:54

Shocked Cosa leggo...
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Messaggio  Admin Mer 29 Feb - 23:12

Admin ma quella storia del ritrovo delle ossa a quanto tempo risale?...

La prima volta che ho sentito raccontare questa storia e' stato negli anni 60, e gia' si parlava di una cosa accaduta molti decenni prima, non so il periodo esatto. Una donna era stata erroneamente evidentemente sepolta ma non era deceduta e poi era stata ritrovata, molti anni dopo con un panno attorcigliato sulla testa, nell'intento di sollevare la pesante botola.


Ultima modifica di Admin il Mer 29 Feb - 23:41 - modificato 1 volta.

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Messaggio  Oscar Mer 29 Feb - 23:14

Che tragedia... Ma stiamo parlando della chiesa dell´Immacolata o del Rosario?
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Messaggio  Admin Mer 29 Feb - 23:48

Immacolata

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Messaggio  selliaracconta Lun 26 Mar - 23:23

Sellia...........non solo Sellia







Selliaracconta blog nato nel 2009

 per far conoscere la
storia,i racconti,le tradizioni di un antica popolazione  che ha dato anche le origini  ad alcuni
paesi del circondario.


 Fin dalla sua nascita ha tenuto un occhio di riguardo
per i comuni del nostro comprensorio, ultimamente grazie al contributo attivo di
due utenti le notizie che riguardano i vari paesi a noi vicino sono di molto
aumentati, con interessanti servizi su tutto ciò che succede  di importante per
quando concerne i comuni di Simeri Crichi, Sersale, Taverna, Zagarise, Magisano,
Albi, Pentone, Sellia Marina….
Ma anche per il nostro capoluogo Catanzaro che
molti di noi per vari ragioni di studi, lavoro ecc.. vi  ci rechiamo giornalmente. Il
blog riesce nel pubblicare giornalmente circa tre servizi dei quali ( come
abbiamo detto precedentemente)  spesso
grazie al contributo di questi due nostri amici interessano i comuni  di Sersale,Simeri Crichi, Taverna ecc.. servizi
inviati tramite e-mail a selliaracconta@gmail.com

Ovviamente il lavoro di recupero, di valorizzazione nel far conoscere la
bellissima storia millenaria di Sellia continua con inserimento di nuovi articoli
attinenti a tante curiosità sul nostro borgo; ma nello stesso tempo selliaracconta
guarda sempre con più interesse tutto ciò che succede nei paesi del nostro
comprensorio per rendere il blog sempre più interessante.Tutto questo si concretizza con un continuo
aumento di visite giornaliere che ci riempie di gioia, ma nello stesso tempo ci
sprona nel offrire ai nostri visitatori un sito sempre aggiornato. Nel
ringraziare pubblicamente questi  due nostri nuovi amici  che già ci hanno fatto pervenire attimi articoli molto letti: ci
auguriamo che saranno ancora tanti i vari servizi sui paesi in cui vivono.Colgo l'occassione nell'invitare tutti quelli che volessero
inviare articoli,curiosità notizie ecc.. sui propri paesi di inviarci il
materiale tramite e-mail o direttamente su facebook  il tutto verrà inserito su selliaracconta
secondo le vostre indicazioni. Vi saluto con un forte grazie! Per il  crescente affetto verso questo blog che
credetemi.........

costa giornalmente tanta fatica e tempo  per mantenerlo sempre aggiornato, ma questo
lavoro viene ripagato dalle tante visite dai tanti messaggi di sprono,di riconoscenza.


Grazie a tutti voi da Zagor……..Selliaracconta
selliaracconta
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Messaggio  cuvalo54 Lun 26 Mar - 23:38

Non ho dubbi sul gravoso compito che Selliaracconta si sobbarca quotidianamente, il risultato di tanto lavoro lo si può notare dalle visite che giornalmente ci sono nel suo blog.
Grazie Selliaracconta
cuvalo54
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Messaggio  Admin Mer 29 Ago - 22:02

Sul link qui sotto si puo' leggere una testimonianza su Padre Caruso. Interessante apprendere che fu lui ed a proprie spese, a rifare il pavimento della Chiesa dell'Immacolata ed a far rimuovere le ossa che vi si trovavano.
Inoltre, fino alla fine degli anni sessanta ricordo che per far andare i ragazzini alla Dottrina, un gruppetto di bambini andava in giro per le strade del paese suonando una campanella, recitando proprio le strofe di P. Caruso e per finire, il suo trasferimento da Sellia a CZ, dopo soli tre anni dovuto allo "ncriccamentu" tipicamente selliotu di un priore della Confraternita dell'Immacolata.


http://francescoantoniocaruso.blogspot.it/2012/05/17-testimonianza-di-sac-giuseppe.html


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Messaggio  Admin Mer 24 Ott - 21:41

Spigolando qua e la' - Pagina 9 1a1aaa1scia



Ho spesso pensato all'ascia votiva ritrovata nella "Timpa e Pallara" dall'ing. Giuseppe Foderaro, durante degli scavi effettuati nel 1880.
La foto sopra raffigura un'ascia votiva del VI sec. A.C. ritrovata nella Valle del Coscile nel comune di San Sosti (CS), quella ritrovata a Sellia si dice sia ancora piu' antica. Purtroppo non si ha nessun tipo di documentazione storica, ma si potrebbe immaginare che fosse un dono fatto al tempietto dedicato alla dea Atena Pallade,eretto da coloni greci della costa che a quell'epoca risalivano il corso del Simeri.
Intressante e' pure quello che e' il mito legato alla nascita della dea Pallade; si racconta che Atena Pallade nacque già adulta dalla testa di Zeus, che aveva inghiottito la sua prima moglie Meti per paura che gli desse un figlio a lui superiore.
Efesto (o Prometeo) aprì la testa del dio con un'ascia ed emerse Atena ricoperta da un'armatura (elmo e corazza).
La tradizione orale ci tramanda il fatto che l'ascia del burrone Pallara fu trafugata, e' molto probabile che qualche notabile se ne impossesso' per poi rivenderla a qualche collezionista privato del tempo per qualche cifra irrisoria, dubito molto che un semplice contadino selliese sarebbe arrivato a tanto.
Da non dimenticare che la Chronica Trium Tabernarum dice che Sellia nasce dal gruppo di fede latina di Iulo Catimero, con gruppi di prigionieri saraceni, che da una delle originali tre colonie sulla costa e precisamente Athenapolis (citta' di Atena Pallade), edificata tra i fiumi Marvotrinchison (Simeri) e Uria, popolata in parte da ateniesi troppo affezzionati ad Atena Pallade, per sfuggire alle razzie saracene, abbia poi risalito il corso del Simeri per poi stabilirsi nelle vicinanze dell'antico tempietto dedicato alla loro dea.

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Messaggio  007 Mer 24 Ott - 21:49

Bell'argomento, chi sa dove sara'.....
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Messaggio  Admin Mer 24 Ott - 21:52

L'ascia fu ritrovata nel 1880, non dovrebbe poi essere tanto difficile risalire ai "marioli"...

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Messaggio  Admin Dom 28 Ott - 20:39

Molto tempo fa si era accennato alla "banda di S. Martino" presente a Sellia diversi decenni fa. Di recente ho saputo che l'idea di formare questo gruppo di "drittoni" era venuta a degli uomini venuti a Sellia dalla provincia di Reggio Calabria; si trovavano li' per ragioni di lavoro; in quel tempo tutto il territorio che va dalla marina di Sellia alle falde della Sila era famoso per l'estrazione delle radiche dell'erica, i famosi "zommi", che venivano usate per costruire i fornelli delle pipe. Il carbone dello stesso legno veniva anche usato nelle officine dei fabbri (forgi).
Allora, a Sellia non c'era nemmeno la caserma dei carabinieri, che fu aperta molto tempo dopo nel palazzo Placida. Questa combriccola venne allora creata per "mantenere l'ordine" nel paese, chiunque sgarrava veniva punito a seconda della gravita' del misfatto; non si disdegnava qualche puntata di coltello sui glutei del colpevole. Dunque questi "zommari", che col tempo avevano anche trovato moglie "selliota", uniti ad un gruppo locale, si erano auto-eletti al mantenimento dell'ordine, naturalmente loro erano esenti da ogni regola.
Dopo aver scorazzato per diverso tempo nella zona, ci fu un "tradimento" da parte di un "collaboratore di giustizia" ed una mattina presto si fece una retata generale. Diversi affiliati si fecero qualche annetto di carcere, qualcun'altro dietro le sbarre ci lascio' anche la pelle.

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Messaggio  007 Dom 28 Ott - 20:55

La maggior parte di quei sventurati che assaggiarono le frustate dei ..."secondini", erano compagni di..."bettole"del borgo ...antico...dove il vino faceva da...padrone....
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