IL SANTO DEL GIORNO
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Re: IL SANTO DEL GIORNO
io non ci ho capito niente ma mi aggrego agli auguri... se si fanno vuole dire che comunque qualcuno festeggia qualcosa...
dirramatore- Numero di messaggi : 6372
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Località : Pianeta Terra
Re: IL SANTO DEL GIORNO
San Giuseppe Sposo della Beata Vergine Maria
19 marzo
Questa celebrazione ha profonde radici bibliche; Giuseppe è l'ultimo patriarca che riceve le comunicazioni del Signore attraverso l'umile via dei sogni. Come l'antico Giuseppe, è l'uomo giusto e fedele (Mt 1,19) che Dio ha posto a custode della sua casa. Egli collega Gesù, re messianico, alla discendenza di Davide. Sposo di Maria e padre putativo, guida la Sacra Famiglia nella fuga e nel ritorno dall'Egitto, rifacendo il cammino dell'Esodo. Pio IX lo ha dichiarato patrono della Chiesa universale e Giovanni XXIII ha inserito il suo nome nel Canone romano.
Patronato: Padri, Carpentieri, Lavoratori, Moribondi, Economi, Procuratori Legali
Etimologia: Giuseppe = aggiunto (in famiglia), dall'ebraico
Emblema: Giglio
Martirologio Romano: Solennità di san Giuseppe, sposo della beata Vergine Maria: uomo giusto, nato dalla stirpe di Davide, fece da padre al Figlio di Dio Gesù Cristo, che volle essere chiamato figlio di Giuseppe ed essergli sottomesso come un figlio al padre. La Chiesa con speciale onore lo venera come patrono, posto dal Signore a custodia della sua famiglia.
http://www.parrocchie.it/sellia/
19 marzo
Questa celebrazione ha profonde radici bibliche; Giuseppe è l'ultimo patriarca che riceve le comunicazioni del Signore attraverso l'umile via dei sogni. Come l'antico Giuseppe, è l'uomo giusto e fedele (Mt 1,19) che Dio ha posto a custode della sua casa. Egli collega Gesù, re messianico, alla discendenza di Davide. Sposo di Maria e padre putativo, guida la Sacra Famiglia nella fuga e nel ritorno dall'Egitto, rifacendo il cammino dell'Esodo. Pio IX lo ha dichiarato patrono della Chiesa universale e Giovanni XXIII ha inserito il suo nome nel Canone romano.
Patronato: Padri, Carpentieri, Lavoratori, Moribondi, Economi, Procuratori Legali
Etimologia: Giuseppe = aggiunto (in famiglia), dall'ebraico
Emblema: Giglio
Martirologio Romano: Solennità di san Giuseppe, sposo della beata Vergine Maria: uomo giusto, nato dalla stirpe di Davide, fece da padre al Figlio di Dio Gesù Cristo, che volle essere chiamato figlio di Giuseppe ed essergli sottomesso come un figlio al padre. La Chiesa con speciale onore lo venera come patrono, posto dal Signore a custodia della sua famiglia.
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lux- Numero di messaggi : 6054
Data d'iscrizione : 12.10.09
Re: IL SANTO DEL GIORNO
Santa Lea
22 marzo
Morta a Roma nell’anno 384
La vita di questa santa ci è nota solo attraverso gli scritti di san Girolamo, che ne parla in una lettera alla gentildonna Marcella, animatrice di una comunità femminile di tipo quasi monastico nella sua residenza sull'Aventino. Anche Lea è di famiglia nobile: rimasta vedova in giovane età, pareva che dovesse poi sposare un personaggio illustre, Vezzio Agorio Pretestato, chiamato ad assumere la dignità di console. Ma lei è entrata invece nella comunità di Marcella, dove si studiano le Scritture e si prega insieme, vivendo in castità e povertà. Con questa scelta, Lea capovolge modi e ritmi della sua vita. Marcella ha in lei una fiducia totale: tant'è che le affida il compito di formare le giovani nella vita di fede e nella pratica della carità nascosta e silenziosa. Quando Girolamo ne parla, nel 384, Lea è già morta.
Etimologia: Lea = leonessa, dal latino
Martirologio Romano: Commemorazione di santa Lea, vedova romana, le cui virtù e la cui morte ricevettero la lode di san Girolamo.
http://www.parrocchie.it/sellia/marzo.html
22 marzo
Morta a Roma nell’anno 384
La vita di questa santa ci è nota solo attraverso gli scritti di san Girolamo, che ne parla in una lettera alla gentildonna Marcella, animatrice di una comunità femminile di tipo quasi monastico nella sua residenza sull'Aventino. Anche Lea è di famiglia nobile: rimasta vedova in giovane età, pareva che dovesse poi sposare un personaggio illustre, Vezzio Agorio Pretestato, chiamato ad assumere la dignità di console. Ma lei è entrata invece nella comunità di Marcella, dove si studiano le Scritture e si prega insieme, vivendo in castità e povertà. Con questa scelta, Lea capovolge modi e ritmi della sua vita. Marcella ha in lei una fiducia totale: tant'è che le affida il compito di formare le giovani nella vita di fede e nella pratica della carità nascosta e silenziosa. Quando Girolamo ne parla, nel 384, Lea è già morta.
Etimologia: Lea = leonessa, dal latino
Martirologio Romano: Commemorazione di santa Lea, vedova romana, le cui virtù e la cui morte ricevettero la lode di san Girolamo.
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lux- Numero di messaggi : 6054
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Re: IL SANTO DEL GIORNO
San Turibio de Mogrovejo Vescovo
23 marzo
Mayorga de Campos - León (Spagna), 16 novembre 1538 (1536?) - Saña (Perú), 23 marzo 1606
Turibio de Mogrovejo (1538-1606) fu chiamato all'episcopato da laico, mentre era giurista all'Università di Salamanca e alla corte di Filippo II di Spagna. Su richiesta di questi Gregorio XIII nel 1580 lo inviò a Lima, in Perù. Aveva 42 anni. Giunse alla sede l'anno dopo e iniziò subito un'intensa attività missionaria. Nei suoi 25 anni di episcopato organizzò la Chiesa peruviana in otto diocesi e indisse dieci sinodi diocesani e tre provinciali. Nel 1591 a Lima sorgeva per sua volontà il primo seminario del continente americano. Incentivò la cura parrocchiale anche da parte dei religiosi e fu molto severo con i sacerdoti proni ai conquistadores. Fu, infatti, strenuo difensore degli indios. Morì tra loro in una sperduta cappellina al nord del Paese. E' santo dal 1726.
Patronato: Vescovi Missionari
Emblema: Bastone pastorale
Martirologio Romano: San Turibio di Mogrovejo, vescovo di Lima: laico originario della Spagna, esperto di diritto, eletto a questa sede andò in America; mosso da ardente zelo apostolico, visitò più volte, spesso a piedi, la sua vasta diocesi provvedendo assiduamente al gregge a lui affidato; debellò con dei sinodi gli abusi e gli scandali nel clero; catechizzò e convertì gli indigeni, finché a Sanna in Perù trovò l’estremo riposo.
http://www.parrocchie.it/sellia/marzo.html
23 marzo
Mayorga de Campos - León (Spagna), 16 novembre 1538 (1536?) - Saña (Perú), 23 marzo 1606
Turibio de Mogrovejo (1538-1606) fu chiamato all'episcopato da laico, mentre era giurista all'Università di Salamanca e alla corte di Filippo II di Spagna. Su richiesta di questi Gregorio XIII nel 1580 lo inviò a Lima, in Perù. Aveva 42 anni. Giunse alla sede l'anno dopo e iniziò subito un'intensa attività missionaria. Nei suoi 25 anni di episcopato organizzò la Chiesa peruviana in otto diocesi e indisse dieci sinodi diocesani e tre provinciali. Nel 1591 a Lima sorgeva per sua volontà il primo seminario del continente americano. Incentivò la cura parrocchiale anche da parte dei religiosi e fu molto severo con i sacerdoti proni ai conquistadores. Fu, infatti, strenuo difensore degli indios. Morì tra loro in una sperduta cappellina al nord del Paese. E' santo dal 1726.
Patronato: Vescovi Missionari
Emblema: Bastone pastorale
Martirologio Romano: San Turibio di Mogrovejo, vescovo di Lima: laico originario della Spagna, esperto di diritto, eletto a questa sede andò in America; mosso da ardente zelo apostolico, visitò più volte, spesso a piedi, la sua vasta diocesi provvedendo assiduamente al gregge a lui affidato; debellò con dei sinodi gli abusi e gli scandali nel clero; catechizzò e convertì gli indigeni, finché a Sanna in Perù trovò l’estremo riposo.
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lux- Numero di messaggi : 6054
Data d'iscrizione : 12.10.09
Re: IL SANTO DEL GIORNO
...Scusami Lux, se mi sono permesso...
franco- Numero di messaggi : 4969
Data d'iscrizione : 27.02.09
Età : 69
Località : Sesto Calende
Re: IL SANTO DEL GIORNO
Hai fatto benissimo Franco...........................oggi non ho avuto tempo!
lux- Numero di messaggi : 6054
Data d'iscrizione : 12.10.09
Re: IL SANTO DEL GIORNO
San Riccardo di Pontoise Martire
25 marzo
+ 25 marzo 1179
I cronisti del regno di Filippo Augusto, Roberto di Torigny e Guglielmo il Brettone, riportarono la menzione di parecchie uccisioni di bambini cristiani che sarebbero state operate dagli Ebrei, cosa che valse a questi ultimi l’espulsione dalla Francia nel 1182. Nel numero di queste pretese vittime figura un bambino, Riccardo, originario di Pontoise, che sarebbe stato ucciso il 25 marzo 1179, e il cui corpo fu trasportato a Parigi nella chiesa dei Santi Innocenti, dove, alla vigilia della Rivoluzione, si trovava ancora la testa. Roberto Gaguin, generale dell’Ordine dei Trinitari (m. 1502) ne scrisse un’orazione funebre passata negli Acta Sanctorum. La realtà storica e l’interpretazione di questi pretesi crimini sono oggi assai contestate e sarà bene attenersi a una valutazione prudente sull’esempio di Vacandard.
25 marzo
+ 25 marzo 1179
I cronisti del regno di Filippo Augusto, Roberto di Torigny e Guglielmo il Brettone, riportarono la menzione di parecchie uccisioni di bambini cristiani che sarebbero state operate dagli Ebrei, cosa che valse a questi ultimi l’espulsione dalla Francia nel 1182. Nel numero di queste pretese vittime figura un bambino, Riccardo, originario di Pontoise, che sarebbe stato ucciso il 25 marzo 1179, e il cui corpo fu trasportato a Parigi nella chiesa dei Santi Innocenti, dove, alla vigilia della Rivoluzione, si trovava ancora la testa. Roberto Gaguin, generale dell’Ordine dei Trinitari (m. 1502) ne scrisse un’orazione funebre passata negli Acta Sanctorum. La realtà storica e l’interpretazione di questi pretesi crimini sono oggi assai contestate e sarà bene attenersi a una valutazione prudente sull’esempio di Vacandard.
lux- Numero di messaggi : 6054
Data d'iscrizione : 12.10.09
Re: IL SANTO DEL GIORNO
Santi Emanuele, Quadrato e Teodosio Martiri in Anatolia
26 marzo
Anatolia, III secolo ?
Emblema: Palma
Martirologio Romano: In Anatolia, nell’odierna Turchia, santi Emanuele, Sabino, Codrato e Teodosio, martiri.
Questo gruppo di martiri, riportato nel ‘Martirologio Romano’ al 26 marzo, subì il martirio in Anatolia; ma di essi se ne parlava già nei Sinassari bizantini, chiamandoli genericamente come ‘orientali’ e raggruppati nel seguente ordine: Manuele (Emmanuel nel Martirologio Romano) Codrato (diventato Quadrato sempre nel Martirologio Romano) e Teodosio.
Uno dei Sinassari narra, che spinti dall’esempio e dal coraggio dei cristiani, al cui martirio avevano dovuto assistere, si presentarono spontaneamente al governatore della loro provincia, dichiarandosi cristiani. Vennero così arrestati e messi in prigione e giacché la morte, a quei tempi era una pena troppo lieve, furono prima torturati e alla fine decapitati.
Un altro Menologio, che fra l’altro li commemora distintamente, racconta che Quadrato (Codrato) era vescovo di una sede imprecisata e in un tempo non identificato; fu scacciato dai pagani e minacciato di morte se avesse continuato il suo ministero; il vescovo non li ascoltò e continuò come prima ad esercitare il suo apostolato, visitando e battezzando i prigionieri.
Quando fu scoperto dai persecutori fu arrestato, torturato e decapitato; Manuele e Teodosio non tollerarono tale violenza e pur sapendo di andare incontro a sicura morte, si schierarono con il loro vescovo e si presentarono al governatore per difenderlo, professandosi cristiani e come già detto, subirono anch’essi il martirio, presumibilmente nel III secolo.
Emanuele deriva dall’ebraico Immanuel e significa “Dio con noi”; è anche il nome con cui il profeta Isaia chiama il futuro Messia e per questo fu usato come appellativo di Gesù.
Molto diffuso in Italia sia nel maschile che nel femminile, come anche nelle forme abbreviate di Manuele e Manuela e nelle versioni spagnole di Manuel, Manolo. Inserito spesso nei nomi composti della tradizione di Casa Savoia: Emanuele Filiberto, Vittorio Emanuele, Carlo Emanuele, ecc.
26 marzo
Anatolia, III secolo ?
Emblema: Palma
Martirologio Romano: In Anatolia, nell’odierna Turchia, santi Emanuele, Sabino, Codrato e Teodosio, martiri.
Questo gruppo di martiri, riportato nel ‘Martirologio Romano’ al 26 marzo, subì il martirio in Anatolia; ma di essi se ne parlava già nei Sinassari bizantini, chiamandoli genericamente come ‘orientali’ e raggruppati nel seguente ordine: Manuele (Emmanuel nel Martirologio Romano) Codrato (diventato Quadrato sempre nel Martirologio Romano) e Teodosio.
Uno dei Sinassari narra, che spinti dall’esempio e dal coraggio dei cristiani, al cui martirio avevano dovuto assistere, si presentarono spontaneamente al governatore della loro provincia, dichiarandosi cristiani. Vennero così arrestati e messi in prigione e giacché la morte, a quei tempi era una pena troppo lieve, furono prima torturati e alla fine decapitati.
Un altro Menologio, che fra l’altro li commemora distintamente, racconta che Quadrato (Codrato) era vescovo di una sede imprecisata e in un tempo non identificato; fu scacciato dai pagani e minacciato di morte se avesse continuato il suo ministero; il vescovo non li ascoltò e continuò come prima ad esercitare il suo apostolato, visitando e battezzando i prigionieri.
Quando fu scoperto dai persecutori fu arrestato, torturato e decapitato; Manuele e Teodosio non tollerarono tale violenza e pur sapendo di andare incontro a sicura morte, si schierarono con il loro vescovo e si presentarono al governatore per difenderlo, professandosi cristiani e come già detto, subirono anch’essi il martirio, presumibilmente nel III secolo.
Emanuele deriva dall’ebraico Immanuel e significa “Dio con noi”; è anche il nome con cui il profeta Isaia chiama il futuro Messia e per questo fu usato come appellativo di Gesù.
Molto diffuso in Italia sia nel maschile che nel femminile, come anche nelle forme abbreviate di Manuele e Manuela e nelle versioni spagnole di Manuel, Manolo. Inserito spesso nei nomi composti della tradizione di Casa Savoia: Emanuele Filiberto, Vittorio Emanuele, Carlo Emanuele, ecc.
lux- Numero di messaggi : 6054
Data d'iscrizione : 12.10.09
Re: IL SANTO DEL GIORNO
San Ruperto Vescovo
27 marzo
m. 27 marzo 718
Originario dell'Irlanda, figlio di una famiglia di origini nobili, Ruperto è il patrono di Salisburgo. Dopo aver ricevuto una formazione monastica irlandese, infatti, attorno al 700 si recò in Baviera dove si dedicò alla predicazione e alla testimonianza monastica itinerante, ottenendo buoni risultati a Regensburg e Lorch. Con l'appoggio del conte Theodo di Baviera, Ruperto fondò prima una chiesa dedicata a san Pietro sul lago Waller e poi un monastero sul fiume Salzach, nei pressi dell'antica città romana di Juvavum. Fu questo il nucleo della nuova Salisburgo («la città del sale»), che lo riconosce non solo come primo vescovo ma anche come ri-fondatore. L'iconografia lo rappresenta, infatti, con un barile o un secchio pieno di sale. Morì il 27 marzo, il giorno di Pasqua, dell'anno 718
Patronato: Salisburgo
Emblema: Bastone pastorale, Sale
Martirologio Romano: A Salisburgo in Baviera, nell’odierna Austria, san Ruperto, vescovo, che, abitando dapprima a Worms, su richiesta del duca Teodone giunse in Baviera e costruì a Salisburgo una chiesa e un monastero, che governò come vescovo e abate, divulgando da lì la fede cristiana.
Salisburgo, la bella città austriaca la cui fama è collegata con quella del suo figlio più illustre, Wolfgang Amadeus Mozart, trae il suo nome dalle vicine ricche miniere di salgemma: esso significa infatti "città del sale". Anche il suo primo vescovo e principale patrono, S. Ruperto, viene rappresentato con una saliera in mano (o con un barile, ricolmo appunto di sale e non di vino, come pensa qualche studioso non ben informato). Egli è l'unico santo locale festeggiato, oltre che nelle zone di lingua tedesca, anche nell'Irlanda: in realtà, fu anch'egli un tipico rappresentante dei " monaci irlandesi" itineranti.
S. Ruperto discendeva dai Robertini o Rupertini, un'importante famiglia che dominava col titolo di conte nella regione del medio e alto Reno. Da questa famiglia nacque anche un altro S. Ruperto (o Roberto), di Bingen, la cui vita venne scritta da S. Ildegarda. I Robertini erano imparentati con i Carolingi e centro della loro attività era Worms. Qui S. Ruperto ricevette la sua formazione di stampo monastico irlandese. Verso il 700, come i suoi maestri, si sentì spinto alla predicazione e alla testimonianza monastica itinerante e si recò perciò in Baviera, ottenendo buoni risultati a Regensburg e Lorch. Appoggiato dal conte Theodo di Baviera, sul lago Waller, 10 km a nord-est di Salisburgo, là dove ora è Seekirchen, fondò una chiesa, dedicata a S. Pietro. Ma il luogo non appariva adatto ai progetti di S. Ruperto che chiese al conte un altro territorio sul fiume Salzach, nei pressi dell'antica e cadente città romana di Juvavum.
Il monastero che vi costruì, dedicandolo a S. Pietro, è il più antico di tutta l'Austria e insieme il nucleo della nuova Salisburgo. Il suo sviluppo fu opera anche di dodici collaboratori che Ruperto fece venire dalla sua terra d'origine: tra essi Cunialdo e Gislero, onorati come santi. Non lontano dal monastero di S. Pietro, sorse pure un monastero femminile, affidato alla direzione dell'abbadessa Erentrude, nipote di Ruperto.
Fu questo manipolo di coraggiosi che fece sorgere la nuova Salisburgo, che a giusto titolo riconosce in Ruperto il proprio ri-fondatore: "La sua figura mostra come una personalità piena di forza e di sensibilità, affondando le radici nelle profondità dello spirito cristiano, è in grado di impedire con intelligenza e senza limiti geografici qualsiasi decadimento sia interiore che esterno " (J. Henning). S. Ruperto morì il giorno di Pasqua, e cioè il 27 marzo del 718. Le sue reliquie vengono conservate nella magnifica cattedrale di Salisburgo edificata nel sec. XVII.
27 marzo
m. 27 marzo 718
Originario dell'Irlanda, figlio di una famiglia di origini nobili, Ruperto è il patrono di Salisburgo. Dopo aver ricevuto una formazione monastica irlandese, infatti, attorno al 700 si recò in Baviera dove si dedicò alla predicazione e alla testimonianza monastica itinerante, ottenendo buoni risultati a Regensburg e Lorch. Con l'appoggio del conte Theodo di Baviera, Ruperto fondò prima una chiesa dedicata a san Pietro sul lago Waller e poi un monastero sul fiume Salzach, nei pressi dell'antica città romana di Juvavum. Fu questo il nucleo della nuova Salisburgo («la città del sale»), che lo riconosce non solo come primo vescovo ma anche come ri-fondatore. L'iconografia lo rappresenta, infatti, con un barile o un secchio pieno di sale. Morì il 27 marzo, il giorno di Pasqua, dell'anno 718
Patronato: Salisburgo
Emblema: Bastone pastorale, Sale
Martirologio Romano: A Salisburgo in Baviera, nell’odierna Austria, san Ruperto, vescovo, che, abitando dapprima a Worms, su richiesta del duca Teodone giunse in Baviera e costruì a Salisburgo una chiesa e un monastero, che governò come vescovo e abate, divulgando da lì la fede cristiana.
Salisburgo, la bella città austriaca la cui fama è collegata con quella del suo figlio più illustre, Wolfgang Amadeus Mozart, trae il suo nome dalle vicine ricche miniere di salgemma: esso significa infatti "città del sale". Anche il suo primo vescovo e principale patrono, S. Ruperto, viene rappresentato con una saliera in mano (o con un barile, ricolmo appunto di sale e non di vino, come pensa qualche studioso non ben informato). Egli è l'unico santo locale festeggiato, oltre che nelle zone di lingua tedesca, anche nell'Irlanda: in realtà, fu anch'egli un tipico rappresentante dei " monaci irlandesi" itineranti.
S. Ruperto discendeva dai Robertini o Rupertini, un'importante famiglia che dominava col titolo di conte nella regione del medio e alto Reno. Da questa famiglia nacque anche un altro S. Ruperto (o Roberto), di Bingen, la cui vita venne scritta da S. Ildegarda. I Robertini erano imparentati con i Carolingi e centro della loro attività era Worms. Qui S. Ruperto ricevette la sua formazione di stampo monastico irlandese. Verso il 700, come i suoi maestri, si sentì spinto alla predicazione e alla testimonianza monastica itinerante e si recò perciò in Baviera, ottenendo buoni risultati a Regensburg e Lorch. Appoggiato dal conte Theodo di Baviera, sul lago Waller, 10 km a nord-est di Salisburgo, là dove ora è Seekirchen, fondò una chiesa, dedicata a S. Pietro. Ma il luogo non appariva adatto ai progetti di S. Ruperto che chiese al conte un altro territorio sul fiume Salzach, nei pressi dell'antica e cadente città romana di Juvavum.
Il monastero che vi costruì, dedicandolo a S. Pietro, è il più antico di tutta l'Austria e insieme il nucleo della nuova Salisburgo. Il suo sviluppo fu opera anche di dodici collaboratori che Ruperto fece venire dalla sua terra d'origine: tra essi Cunialdo e Gislero, onorati come santi. Non lontano dal monastero di S. Pietro, sorse pure un monastero femminile, affidato alla direzione dell'abbadessa Erentrude, nipote di Ruperto.
Fu questo manipolo di coraggiosi che fece sorgere la nuova Salisburgo, che a giusto titolo riconosce in Ruperto il proprio ri-fondatore: "La sua figura mostra come una personalità piena di forza e di sensibilità, affondando le radici nelle profondità dello spirito cristiano, è in grado di impedire con intelligenza e senza limiti geografici qualsiasi decadimento sia interiore che esterno " (J. Henning). S. Ruperto morì il giorno di Pasqua, e cioè il 27 marzo del 718. Le sue reliquie vengono conservate nella magnifica cattedrale di Salisburgo edificata nel sec. XVII.
lux- Numero di messaggi : 6054
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Re: IL SANTO DEL GIORNO
San Leonardo Murialdo Sacerdote
30 marzo - Comune
Torino, 26 ottobre 1828 - 30 marzo 1900
Leonardo Murialdo nasce a Torino il 26 ottobre 1828 da una famiglia borghese. Studia dai padri Scolopi di Savona e alla Regia Università di Torino laureandosi in Teologia. Viene ordinato sacerdote nel 1851 e dedica i primi 14 anni del suo ministero ai giovani torinesi nell'oratorio di San Luigi a Porta Nuova. Nel 1867 fonda la confraternita laicale di San Giuseppe per aiutare i ragazzi poveri e abbandonati. Nel 1871 dà vita all'Unione operai cattolici di cui diventa successivamente assistente ecclesiastico. È anche il fondatore dell'Associazione della Buona stampa e tra gli ideatori del giornale «La voce dell'operaio». Viaggia spesso nel Sud Italia per conoscere le realtà assistenziali delle altre città. Muore nel capoluogo piemontese, colpito dalla polmonite, il 30 marzo 1900. Viene beatificato da Paolo VI nel 1963 e canonizzato nel 1970.
30 marzo - Comune
Torino, 26 ottobre 1828 - 30 marzo 1900
Leonardo Murialdo nasce a Torino il 26 ottobre 1828 da una famiglia borghese. Studia dai padri Scolopi di Savona e alla Regia Università di Torino laureandosi in Teologia. Viene ordinato sacerdote nel 1851 e dedica i primi 14 anni del suo ministero ai giovani torinesi nell'oratorio di San Luigi a Porta Nuova. Nel 1867 fonda la confraternita laicale di San Giuseppe per aiutare i ragazzi poveri e abbandonati. Nel 1871 dà vita all'Unione operai cattolici di cui diventa successivamente assistente ecclesiastico. È anche il fondatore dell'Associazione della Buona stampa e tra gli ideatori del giornale «La voce dell'operaio». Viaggia spesso nel Sud Italia per conoscere le realtà assistenziali delle altre città. Muore nel capoluogo piemontese, colpito dalla polmonite, il 30 marzo 1900. Viene beatificato da Paolo VI nel 1963 e canonizzato nel 1970.
lux- Numero di messaggi : 6054
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Re: IL SANTO DEL GIORNO
San Francesco da Paola Eremita e fondatore
2 aprile
Paola, Cosenza, 27 marzo 1416 - Plessis-les-Tours, Francia, 2 aprile 1507
Già la sua nascita ebbe i colori del miracolo: i suoi genitori non si aspettavano più un figlio. L’aveva tanto desiderato da chiedere l’intervento del Santo d’Assisi, in onore del quale, quando inaspettatamente arrivò, lo battezzarono con il nome di Francesco.. La sua era una famiglia di poveri contadini. Allevato senza agi, Francesco rimase fedele ad un suo ideale di vita austera e impose in seguito, un esistenza dura anche ai suoi seguaci, tanto che la sua “regola” fu criticata anche dagli ecclesiastici per la severità. Morì a novantuno anni.
Patronato: Calabria, Naviganti, pescatori.
Etimologia: Francesco = libero, dall'antico tedesco
Martirologio Romano: San Francesco da Paola, eremita: fondò l’Ordine dei Minimi in Calabria, prescrivendo ai suoi discepoli di vivere di elemosine, senza possedere nulla di proprio né mai toccare denaro, e di mangiare sempre soltanto cibi quaresimali; chiamato in Francia dal re Luigi XI, gli fu vicino nel momento della morte; morì a Plessy presso Tours, celebre per la sua austerità di vita.
http://www.parrochiasellia.altervista.org/aprile/2.htm
2 aprile
Paola, Cosenza, 27 marzo 1416 - Plessis-les-Tours, Francia, 2 aprile 1507
Già la sua nascita ebbe i colori del miracolo: i suoi genitori non si aspettavano più un figlio. L’aveva tanto desiderato da chiedere l’intervento del Santo d’Assisi, in onore del quale, quando inaspettatamente arrivò, lo battezzarono con il nome di Francesco.. La sua era una famiglia di poveri contadini. Allevato senza agi, Francesco rimase fedele ad un suo ideale di vita austera e impose in seguito, un esistenza dura anche ai suoi seguaci, tanto che la sua “regola” fu criticata anche dagli ecclesiastici per la severità. Morì a novantuno anni.
Patronato: Calabria, Naviganti, pescatori.
Etimologia: Francesco = libero, dall'antico tedesco
Martirologio Romano: San Francesco da Paola, eremita: fondò l’Ordine dei Minimi in Calabria, prescrivendo ai suoi discepoli di vivere di elemosine, senza possedere nulla di proprio né mai toccare denaro, e di mangiare sempre soltanto cibi quaresimali; chiamato in Francia dal re Luigi XI, gli fu vicino nel momento della morte; morì a Plessy presso Tours, celebre per la sua austerità di vita.
http://www.parrochiasellia.altervista.org/aprile/2.htm
lux- Numero di messaggi : 6054
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Re: IL SANTO DEL GIORNO
San Pietro da Verona Sacerdote e martire
6 aprile
Verona, sec. XII
Nato da genitori eretici manichei, l’innata rettitudine del cuore gli fece intuire subito da che parte si trovasse la verità. A sette anni imparò alle scuole dei cattolici il Credo, che per lui non sarà una formula qualunque, ma un principio di vita e una luce che rischiarerà per sempre il suo cammino. Entrato nell’Ordine, anelante le sante lotte per la fede, nei lunghi anni di preparazione al futuro apostolato, mise le basi di quella robusta santità che fece davvero di lui un atleta di Gesù Cristo. Un giorno confidò a un confratello che da quando era sacerdote, celebrando la S. Messa, alla elevazione del calice aveva sempre chiesto al Signore la grazia di morire martire, tale era l’ardore della sua fede e della sua carità. Nominato nel 1242 Inquisitore Generale per la Lombardia, combatté senza posa gli eretici con la spada della divina parola, finché fu ucciso per loro mano, come egli aveva predetto, sulla strada da Como a Milano.
Etimologia: Pietro = pietra, sasso squadrato, dal latino
Emblema: Pugnale, Ferita al capo, Palma
Martirologio Romano: Presso Milano, passione di san Pietro da Verona, sacerdote dell’Ordine dei Predicatori e martire, che, nato da genitori seguaci del manicheismo, abbracciò ancor fanciullo la fede cattolica e divenuto adolescente ricevette l’abito dallo stesso san Domenico; con ogni mezzo si impegnò nel debellare le eresie, finché fu ucciso dai suoi nemici lungo la strada per Como, proclamando fino all’ultimo respiro il simbolo della fede.
http://www.parrochiasellia.altervista.org/aprile/6.htm
6 aprile
Verona, sec. XII
Nato da genitori eretici manichei, l’innata rettitudine del cuore gli fece intuire subito da che parte si trovasse la verità. A sette anni imparò alle scuole dei cattolici il Credo, che per lui non sarà una formula qualunque, ma un principio di vita e una luce che rischiarerà per sempre il suo cammino. Entrato nell’Ordine, anelante le sante lotte per la fede, nei lunghi anni di preparazione al futuro apostolato, mise le basi di quella robusta santità che fece davvero di lui un atleta di Gesù Cristo. Un giorno confidò a un confratello che da quando era sacerdote, celebrando la S. Messa, alla elevazione del calice aveva sempre chiesto al Signore la grazia di morire martire, tale era l’ardore della sua fede e della sua carità. Nominato nel 1242 Inquisitore Generale per la Lombardia, combatté senza posa gli eretici con la spada della divina parola, finché fu ucciso per loro mano, come egli aveva predetto, sulla strada da Como a Milano.
Etimologia: Pietro = pietra, sasso squadrato, dal latino
Emblema: Pugnale, Ferita al capo, Palma
Martirologio Romano: Presso Milano, passione di san Pietro da Verona, sacerdote dell’Ordine dei Predicatori e martire, che, nato da genitori seguaci del manicheismo, abbracciò ancor fanciullo la fede cattolica e divenuto adolescente ricevette l’abito dallo stesso san Domenico; con ogni mezzo si impegnò nel debellare le eresie, finché fu ucciso dai suoi nemici lungo la strada per Como, proclamando fino all’ultimo respiro il simbolo della fede.
http://www.parrochiasellia.altervista.org/aprile/6.htm
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Re: IL SANTO DEL GIORNO
San Giovanni Battista de La Salle Sacerdote
7 aprile
Reims (Francia), 30 aprile 1651 - Saint-Yon (presso Rouen), 7 aprile 1719
Nasce a Reims il 30 aprile 1651 da genitori nobili, ma non ricchi, e con dieci figli. Si laurea in lettere e filosofia; è sacerdote nel 1678, e a Reims assume vari incarichi, collaborando anche all'attività delle scuole fondate da Adriano Nyel, un laico votato all'istruzione popolare. Scuole gestite però da maestri ignoranti e senza stimoli. E proprio dai maestri parte la sua opera. Riunisce quelli di Nyel in una casa comune, vive con loro, studia e li fa studiare, osserva metodi e organizzazione di altre scuole. Insgna un metodo e abolisce le lezioni in latino, introducendo in ogni disciplina la lingua francese. Nel 1680 nasce la comunità dei «Fratelli delle Scuole Cristiane». In genere non sono preti, vestono una tonaca nera con pettorina bianca, con un mantello contadino e gli zoccoli, e sotto la guida del La Salle aprono altre scuole. Nel 1687 hanno già un loro noviziato. Nel 1688 sono chiamati a insegnare a Parigi dove in un solo anno i loro allievi superano il migliaio. A causa di critiche e ostacoli esterni da Parigi dovrà portare la sua comunità nel paesino di Saint-Yon, presso Rouen, dove morirà il 7 aprile 1719. (Avvenire)
Patronato: Insegnanti
Etimologia: Giovanni = il Signore è benefico, dono del Signore, dall'ebraico
Martirologio Romano: Memoria di san Giovanni Battista de la Salle, sacerdote, che a Rouen in Normandia in Francia si adoperò molto per la formazione umana e cristiana dei bambini, in particolare quelli poveri, e istituì la Congregazione dei Fratelli delle Scuole Cristiane, per la quale sostenne molte tribolazioni, divenendo benemerito davanti al popolo di Dio.
7 aprile
Reims (Francia), 30 aprile 1651 - Saint-Yon (presso Rouen), 7 aprile 1719
Nasce a Reims il 30 aprile 1651 da genitori nobili, ma non ricchi, e con dieci figli. Si laurea in lettere e filosofia; è sacerdote nel 1678, e a Reims assume vari incarichi, collaborando anche all'attività delle scuole fondate da Adriano Nyel, un laico votato all'istruzione popolare. Scuole gestite però da maestri ignoranti e senza stimoli. E proprio dai maestri parte la sua opera. Riunisce quelli di Nyel in una casa comune, vive con loro, studia e li fa studiare, osserva metodi e organizzazione di altre scuole. Insgna un metodo e abolisce le lezioni in latino, introducendo in ogni disciplina la lingua francese. Nel 1680 nasce la comunità dei «Fratelli delle Scuole Cristiane». In genere non sono preti, vestono una tonaca nera con pettorina bianca, con un mantello contadino e gli zoccoli, e sotto la guida del La Salle aprono altre scuole. Nel 1687 hanno già un loro noviziato. Nel 1688 sono chiamati a insegnare a Parigi dove in un solo anno i loro allievi superano il migliaio. A causa di critiche e ostacoli esterni da Parigi dovrà portare la sua comunità nel paesino di Saint-Yon, presso Rouen, dove morirà il 7 aprile 1719. (Avvenire)
Patronato: Insegnanti
Etimologia: Giovanni = il Signore è benefico, dono del Signore, dall'ebraico
Martirologio Romano: Memoria di san Giovanni Battista de la Salle, sacerdote, che a Rouen in Normandia in Francia si adoperò molto per la formazione umana e cristiana dei bambini, in particolare quelli poveri, e istituì la Congregazione dei Fratelli delle Scuole Cristiane, per la quale sostenne molte tribolazioni, divenendo benemerito davanti al popolo di Dio.
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Re: IL SANTO DEL GIORNO
Santa Maria Rosa Giulia Billiart Suora
8 aprile
Cuvilly (Dipartimento Oise, Francia), 12 luglio 1751 - Namur (Belgio), 8 aprile 1816
Nacque il 12 luglio 1751 da una famiglia agiata a Cuvilly (Francia), sedici anni dopo, la miseria colpì la famiglia e Giulia fu costretta a lavorare. A 22 anni, fu colpita dalla paralisi alle gambe e, sotto la guida del suo parroco, si dedicò alle pratiche di pietà e al catechismo dei bambini. Costretta alla fuga, durante la Rivoluzione Francese, perché accusata di nascondere dei sacerdoti, si diresse ad Amiens, dove incontrò padre Varin, superiore dei Padri della Fede, il quale la convinse a fondare un'organizzazione per l'educazione cristiana delle fanciulle. Cominciò nel 1803 la vita in comune con alcune compagne, pronunciando i voti nel 1804, anno in cui avvenne la miracolosa guarigione delle sue gambe. Superiora nel 1805, allargò la sua opera fondando scuole dappertutto in Francia e Belgio, nel 1809 a causa di false calunnie fu costretta a lasciare la sua Casa, ma tutta la Comunità la seguì a Namur in Belgio. Nel frattempo cambiarono il nome in «Suore di Nostra Signora di Namur». E anche in Belgio seppe diffondere le sue fondazioni. Fervente devota al Sacro Cuore ebbe anche il dono di estasi e miracoli, morì a Namur l'8 aprile 1816.
Etimologia: Maria = amata da Dio, dall'egiziano; signora, dall'ebraico
Martirologio Romano: A Namur lungo la Mosa nel Brabante, nell’odierno Belgio, santa Giulia Billiart, vergine, che fondò l’Istituto di Santa Maria per la formazione della gioventù femminile e propagò con zelo la devozione verso il Sacratissimo Cuore di Gesù.
Leggere la vita di santa Giulia, sembra di leggere la vita di altre sante o beate fondatrici anch’esse di Congregazioni religiose, tanto gli episodi salienti sono quasi uguali. Nacque il 12 luglio 1751 da una famiglia agiata a Cuvilly (Francia), sedici anni dopo, la miseria colpì la famiglia e quindi Giulia fu costretta a lavorare anche con lavori manuali pesanti.
A ventidue anni, fu colpita dalla paralisi alle gambe, pur in quelle condizioni, sotto la guida del suo parroco, si dedicò alle pratiche di pietà e all’insegnamento del catechismo ai bambini. Costretta alla fuga, durante la Rivoluzione Francese, perché accusata di nascondere dei sacerdoti restii alle nuove norme civili, si diresse ad Amiens, dove incontrò padre Varin, superiore dei Padri della Fede, il quale la convinse a fondare un’organizzazione dedita all’educazione cristiana delle fanciulle.
Cominciò nel 1803 la vita in comune con alcune compagne, pronunciando i voti nel 1804, anno in cui avvenne la miracolosa guarigione delle sue gambe. Superiora nel 1805, allargò la sua opera fondando scuole dappertutto in Francia e Belgio, nel 1809 il vescovo di Amiens, dando credito a voci calunniose su di lei, ordinò che lasciasse la sua Casa, ma tutta la Comunità la seguì e si istallarono a Namur in Belgio, sotto la protezione del locale vescovo; nel frattempo cambiarono il nome in “Suore di Nostra Signora di Namur”.
Pur essendo d’istruzione limitata, seppe diffondere le sue fondazioni in Belgio, formando anche schiere di maestre. Fervente devota al Sacro Cuore ebbe anche il dono di estasi e miracoli, morì a Namur l’8 aprile 1816. Beatificata da s. Pio X il 13 maggio 1906 e dopo il riconoscimento di due miracoli avvenuti uno in Belgio e l’altro in Brasile è stata canonizzata il 22 giugno 1969 da papa Paolo VI.
8 aprile
Cuvilly (Dipartimento Oise, Francia), 12 luglio 1751 - Namur (Belgio), 8 aprile 1816
Nacque il 12 luglio 1751 da una famiglia agiata a Cuvilly (Francia), sedici anni dopo, la miseria colpì la famiglia e Giulia fu costretta a lavorare. A 22 anni, fu colpita dalla paralisi alle gambe e, sotto la guida del suo parroco, si dedicò alle pratiche di pietà e al catechismo dei bambini. Costretta alla fuga, durante la Rivoluzione Francese, perché accusata di nascondere dei sacerdoti, si diresse ad Amiens, dove incontrò padre Varin, superiore dei Padri della Fede, il quale la convinse a fondare un'organizzazione per l'educazione cristiana delle fanciulle. Cominciò nel 1803 la vita in comune con alcune compagne, pronunciando i voti nel 1804, anno in cui avvenne la miracolosa guarigione delle sue gambe. Superiora nel 1805, allargò la sua opera fondando scuole dappertutto in Francia e Belgio, nel 1809 a causa di false calunnie fu costretta a lasciare la sua Casa, ma tutta la Comunità la seguì a Namur in Belgio. Nel frattempo cambiarono il nome in «Suore di Nostra Signora di Namur». E anche in Belgio seppe diffondere le sue fondazioni. Fervente devota al Sacro Cuore ebbe anche il dono di estasi e miracoli, morì a Namur l'8 aprile 1816.
Etimologia: Maria = amata da Dio, dall'egiziano; signora, dall'ebraico
Martirologio Romano: A Namur lungo la Mosa nel Brabante, nell’odierno Belgio, santa Giulia Billiart, vergine, che fondò l’Istituto di Santa Maria per la formazione della gioventù femminile e propagò con zelo la devozione verso il Sacratissimo Cuore di Gesù.
Leggere la vita di santa Giulia, sembra di leggere la vita di altre sante o beate fondatrici anch’esse di Congregazioni religiose, tanto gli episodi salienti sono quasi uguali. Nacque il 12 luglio 1751 da una famiglia agiata a Cuvilly (Francia), sedici anni dopo, la miseria colpì la famiglia e quindi Giulia fu costretta a lavorare anche con lavori manuali pesanti.
A ventidue anni, fu colpita dalla paralisi alle gambe, pur in quelle condizioni, sotto la guida del suo parroco, si dedicò alle pratiche di pietà e all’insegnamento del catechismo ai bambini. Costretta alla fuga, durante la Rivoluzione Francese, perché accusata di nascondere dei sacerdoti restii alle nuove norme civili, si diresse ad Amiens, dove incontrò padre Varin, superiore dei Padri della Fede, il quale la convinse a fondare un’organizzazione dedita all’educazione cristiana delle fanciulle.
Cominciò nel 1803 la vita in comune con alcune compagne, pronunciando i voti nel 1804, anno in cui avvenne la miracolosa guarigione delle sue gambe. Superiora nel 1805, allargò la sua opera fondando scuole dappertutto in Francia e Belgio, nel 1809 il vescovo di Amiens, dando credito a voci calunniose su di lei, ordinò che lasciasse la sua Casa, ma tutta la Comunità la seguì e si istallarono a Namur in Belgio, sotto la protezione del locale vescovo; nel frattempo cambiarono il nome in “Suore di Nostra Signora di Namur”.
Pur essendo d’istruzione limitata, seppe diffondere le sue fondazioni in Belgio, formando anche schiere di maestre. Fervente devota al Sacro Cuore ebbe anche il dono di estasi e miracoli, morì a Namur l’8 aprile 1816. Beatificata da s. Pio X il 13 maggio 1906 e dopo il riconoscimento di due miracoli avvenuti uno in Belgio e l’altro in Brasile è stata canonizzata il 22 giugno 1969 da papa Paolo VI.
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Re: IL SANTO DEL GIORNO
Santa Casilda di Toledo Vergine
9 aprile
Toledo-Briviesca (Spagna), secolo XI
Casilda è una giovane musulmana, figlia del governatore di Toledo, l'allora capitale religiosa della Spagna, che gli Arabi hanno conquistato nel 711, e che resterà in mano musulmana fino al 1085. (Secondo certi racconti, suo padre sarebbe addirittura «re» di Toledo). In città tutti conoscono la ragazza per la sua generosità, e soprattutto perché è sempre pronta a soccorrere i cristiani prigionieri, porta soccorsi, e insospettisce suo padre, che comincia a farla controllare. Un giorno la sorprendono mentre porta del pane a quegli infelici; ma, al momento della perquisizione, le pagnotte che porta con sé si trasformano in rose. Accade poi che Casilda sia colpita da una malattia misteriosa, che nemmeno i più famosi medici arabi del tempo riescono a curare. Consigliata dai suoi amici cristiani, lei si fa portare nella zona di Burgos, a Briviesca, per immergersi nell'acqua della fonte San Vincente. Quell'acqua la guarisce, e Casilda decide di farsi cristiana. Ma senza clamore: ricevuto il battesimo, abbandona la vita della città e dei palazzi, scegliendo la condizione anacoretica. Si ritira cioè in un eremo, come ha sentito raccontare che facessero gli antichi Padri del deserto. E nel suo eremo rimane fino alla morte.
Martirologio Romano: In località San Vicente vicino a Briviesca nella Castiglia in Spagna, santa Casilde, vergine, che, nata nella religione musulmana, aiutò con misericordia i cristiani detenuti in carcere e in seguito visse cristianamente in un eremo.
San Liborio Vescovo di Le Mans
9 aprile
Sec. IV
Secondo alcune fonti antiche Liborio sarebbe stato il quarto vescovo di Le Mans in Francia, ma non è possibile tracciarne una cronologia precisa. Il suo pontificato durò 49 anni, intorno al 380. Secondo alcuni documenti un suo successore, il vescovo Aldrico, consacrando la cattedrale nell'835 volle che uno degli altari fosse dedicato ai santi di Le Mans fra cui Liborio. Nell'836 il vescovo di Paderborn inviò una delegazione a Le Mans per avere delle reliquie del santo. In occasione della traslazione avvennero dei miracoli. San Liborio divenne così patrono anche di Paderborn. L'iconografia lo rappresenta come un vescovo anziano, caratterizzato dalla presenza di piccole pietre: è, infatti, protettore dei malati di calcolosi renale. Viene raffigurato anche assieme a un pavone o a qualche penna di pavone in ricordo del leggendario uccello che accompagnò la traslazione delle reliquie. Il culto è particolarmente diffuso in Francia, Germania, Spagna e Italia.
Emblema: Bastone pastorale
http://www.parrochiasellia.altervista.org/aprile/9.htm
9 aprile
Toledo-Briviesca (Spagna), secolo XI
Casilda è una giovane musulmana, figlia del governatore di Toledo, l'allora capitale religiosa della Spagna, che gli Arabi hanno conquistato nel 711, e che resterà in mano musulmana fino al 1085. (Secondo certi racconti, suo padre sarebbe addirittura «re» di Toledo). In città tutti conoscono la ragazza per la sua generosità, e soprattutto perché è sempre pronta a soccorrere i cristiani prigionieri, porta soccorsi, e insospettisce suo padre, che comincia a farla controllare. Un giorno la sorprendono mentre porta del pane a quegli infelici; ma, al momento della perquisizione, le pagnotte che porta con sé si trasformano in rose. Accade poi che Casilda sia colpita da una malattia misteriosa, che nemmeno i più famosi medici arabi del tempo riescono a curare. Consigliata dai suoi amici cristiani, lei si fa portare nella zona di Burgos, a Briviesca, per immergersi nell'acqua della fonte San Vincente. Quell'acqua la guarisce, e Casilda decide di farsi cristiana. Ma senza clamore: ricevuto il battesimo, abbandona la vita della città e dei palazzi, scegliendo la condizione anacoretica. Si ritira cioè in un eremo, come ha sentito raccontare che facessero gli antichi Padri del deserto. E nel suo eremo rimane fino alla morte.
Martirologio Romano: In località San Vicente vicino a Briviesca nella Castiglia in Spagna, santa Casilde, vergine, che, nata nella religione musulmana, aiutò con misericordia i cristiani detenuti in carcere e in seguito visse cristianamente in un eremo.
San Liborio Vescovo di Le Mans
9 aprile
Sec. IV
Secondo alcune fonti antiche Liborio sarebbe stato il quarto vescovo di Le Mans in Francia, ma non è possibile tracciarne una cronologia precisa. Il suo pontificato durò 49 anni, intorno al 380. Secondo alcuni documenti un suo successore, il vescovo Aldrico, consacrando la cattedrale nell'835 volle che uno degli altari fosse dedicato ai santi di Le Mans fra cui Liborio. Nell'836 il vescovo di Paderborn inviò una delegazione a Le Mans per avere delle reliquie del santo. In occasione della traslazione avvennero dei miracoli. San Liborio divenne così patrono anche di Paderborn. L'iconografia lo rappresenta come un vescovo anziano, caratterizzato dalla presenza di piccole pietre: è, infatti, protettore dei malati di calcolosi renale. Viene raffigurato anche assieme a un pavone o a qualche penna di pavone in ricordo del leggendario uccello che accompagnò la traslazione delle reliquie. Il culto è particolarmente diffuso in Francia, Germania, Spagna e Italia.
Emblema: Bastone pastorale
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Re: IL SANTO DEL GIORNO
Santa Gemma Galgani Vergine
11 aprile - Comune
Lucca, 12 marzo 1878 - 11 aprile 1903
Nasce il 12 marzo 1878 a Bogonuovo di Camigliano (Lucca). La mamma Aurelia muore nel settembre del 1886. Nel 1895 Gemma riceve l'ispirazione a seguire impegno e decisione la via della Croce. Gemma ha alcune visioni del suo angelo custode. L'11 novembre 1897 muore anche il padre di Gemma, Enrico. Ammalata, Gemma, legge la biografia del venerabile passionista Gabriele dell'Addolorata (ora santo), che le appare e la conforta. Gemma nel frattempo matura una decisione e la sera dell'8 dicembre, festa dell'Immacolata, fa voto di verginità. Nonostante le terapie mediche, la malattia di Gemma, osteite delle vertebre lombari con ascesso agli inguini, si aggrava fino alla paralisi delle gambe, dalla quale però viene guarita miracolosamente. Le visioni di Gemma continuano e le viene data la grazia di condividere le sofferenza di Cristo. Nel maggio del 1902 Gemma si ammala nuovamente, si riprende, ma ha una ricaduta in ottobre. Muore l'11 aprile 1903.
Etimologia: Gemma = dal nome generico delle pietre preziose
Emblema: Giglio
Martirologio Romano: A Lucca, santa Gemma Galgani, vergine, che, insigne nella contemplazione della Passione del Signore e nella paziente sopportazione dei dolori, a venticinque anni nel Sabato Santo concluse la sua angelica esistenza.
11 aprile - Comune
Lucca, 12 marzo 1878 - 11 aprile 1903
Nasce il 12 marzo 1878 a Bogonuovo di Camigliano (Lucca). La mamma Aurelia muore nel settembre del 1886. Nel 1895 Gemma riceve l'ispirazione a seguire impegno e decisione la via della Croce. Gemma ha alcune visioni del suo angelo custode. L'11 novembre 1897 muore anche il padre di Gemma, Enrico. Ammalata, Gemma, legge la biografia del venerabile passionista Gabriele dell'Addolorata (ora santo), che le appare e la conforta. Gemma nel frattempo matura una decisione e la sera dell'8 dicembre, festa dell'Immacolata, fa voto di verginità. Nonostante le terapie mediche, la malattia di Gemma, osteite delle vertebre lombari con ascesso agli inguini, si aggrava fino alla paralisi delle gambe, dalla quale però viene guarita miracolosamente. Le visioni di Gemma continuano e le viene data la grazia di condividere le sofferenza di Cristo. Nel maggio del 1902 Gemma si ammala nuovamente, si riprende, ma ha una ricaduta in ottobre. Muore l'11 aprile 1903.
Etimologia: Gemma = dal nome generico delle pietre preziose
Emblema: Giglio
Martirologio Romano: A Lucca, santa Gemma Galgani, vergine, che, insigne nella contemplazione della Passione del Signore e nella paziente sopportazione dei dolori, a venticinque anni nel Sabato Santo concluse la sua angelica esistenza.
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Re: IL SANTO DEL GIORNO
San Zeno (Zenone) di Verona Vescovo
12 aprile (e 21 maggio)
Mauritania, IV secolo – Verona, 12 aprile 372
Proveniente dall'Africa, forse dalla Mauritania, dal 362 alla morte fu vescovo di Verona, dove fondò la prima chiesa. Dovette confrontarsi con il paganesimo e l'arianesimo, che confutò nei suoi discorsi. I suoi iscritti ricordano quelli di più affermati scrittori africani e ci danno notizie importanti su di lui e sulla sua attività pastorale. Preoccupazione primaria di Zeno fu quella di confermare e rinforzare clero e popolo nella vita della fede, soprattutto con l'esempio della sua carità, dell'umiltà, della povertà e della generosità verso i bisognosi.
Patronato: Verona, Pescatori
Etimologia: Zeno = divino, che viene da Giove, Zeus greco
Emblema: Bastone pastorale, Pesce
Martirologio Romano: A Verona, san Zeno, vescovo, dalle cui fatiche e dalla cui predicazione la città fu condotta al battesimo di Cristo.
12 aprile (e 21 maggio)
Mauritania, IV secolo – Verona, 12 aprile 372
Proveniente dall'Africa, forse dalla Mauritania, dal 362 alla morte fu vescovo di Verona, dove fondò la prima chiesa. Dovette confrontarsi con il paganesimo e l'arianesimo, che confutò nei suoi discorsi. I suoi iscritti ricordano quelli di più affermati scrittori africani e ci danno notizie importanti su di lui e sulla sua attività pastorale. Preoccupazione primaria di Zeno fu quella di confermare e rinforzare clero e popolo nella vita della fede, soprattutto con l'esempio della sua carità, dell'umiltà, della povertà e della generosità verso i bisognosi.
Patronato: Verona, Pescatori
Etimologia: Zeno = divino, che viene da Giove, Zeus greco
Emblema: Bastone pastorale, Pesce
Martirologio Romano: A Verona, san Zeno, vescovo, dalle cui fatiche e dalla cui predicazione la città fu condotta al battesimo di Cristo.
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Re: IL SANTO DEL GIORNO
San Martino I Papa e martire
13 aprile
Todi, sec. V - Chersonea, Crimea, 16 settembre 655
(Papa dal 07/649 al 16/09/655)
Fu eletto Papa nel periodo delle ultime controversie cristologiche. Per la difesa della fede in Cristo vero uomo e vero Dio, fu esiliato dall'imperatore bizantino Costanzo II in Crimea (Akherson, Ucraina), dove morì fra molti stenti.
Etimologia: Martino = dedicato a Marte
Emblema: Palma
Martirologio Romano: San Martino I, papa e martire, che condannò nel Sinodo Lateranense l’eresia monotelita; quando poi l’esarca Calliopa per ordine dell’imperatore Costante II assalì la Basilica Lateranense, fu strappato dalla sua sede e condotto a Costantinopoli, dove giacque prigioniero sotto strettissima sorveglianza; fu infine relegato nel Chersoneso, dove, dopo circa due anni, giunse alla fine delle sue tribolazioni e alla corona eterna.
13 aprile
Todi, sec. V - Chersonea, Crimea, 16 settembre 655
(Papa dal 07/649 al 16/09/655)
Fu eletto Papa nel periodo delle ultime controversie cristologiche. Per la difesa della fede in Cristo vero uomo e vero Dio, fu esiliato dall'imperatore bizantino Costanzo II in Crimea (Akherson, Ucraina), dove morì fra molti stenti.
Etimologia: Martino = dedicato a Marte
Emblema: Palma
Martirologio Romano: San Martino I, papa e martire, che condannò nel Sinodo Lateranense l’eresia monotelita; quando poi l’esarca Calliopa per ordine dell’imperatore Costante II assalì la Basilica Lateranense, fu strappato dalla sua sede e condotto a Costantinopoli, dove giacque prigioniero sotto strettissima sorveglianza; fu infine relegato nel Chersoneso, dove, dopo circa due anni, giunse alla fine delle sue tribolazioni e alla corona eterna.
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Re: IL SANTO DEL GIORNO
Santa Liduina Vergine
14 aprile
Schiedam (Olanda), 18 marzo 1380 - ivi, 14 aprile 1433
Sta pattinando con giovani e ragazze sulle distese ghiacciate presso il villaggio di Schiedam, in Olanda dove è nata nel 1380, e a un tratto cade. C'è una costola fratturata, forse con lesioni interne. Portata a casa, la mettono subito a letto. Lei ha quindici anni: e in quel letto rimarrà per altri 38. Per sempre, fino alla morte. Dopo l'incidente sopraggiungono altre malattie, in una disgraziata successione che trova impotenti i medici. Non guarisce, non muore, i dolori incrudeliscono, Liduina è a un passo dalla disperazione. Trova un senso però alle sue sofferenze grazie alle parole di un prete, Giovanni de Pot. Liduina decide di offrire il proprio dolore per la salvezza degli altri ma chiede un segno dall'alto che confermi la volontà divina: sopra il suo capo appare splendente l'Ostia eucaristica. E la vedono anche i parenti. Da quel giorno la sua casa diventa meta di pellegrinaggi da tutto il Nord Europa. La sua opera di ascolto e aiuto dei sofferenti che vanno da lei si conclude il martedì di Pasqua del 1433.
Emblema: Giglio
Martirologio Romano: A Schiedam in Geldria, nell’odierna Olanda, santa Liduina, vergine, che per la conversione dei peccatori e la liberazione delle anime sopportò con pazienza per tutta la vita le infermità del corpo, confidando solo in Dio.
14 aprile
Sant' Alfonso da Siviglia Religioso mercedario
Santi Antonio, Giovanni ed Eustazio Nobili lituani, martiri
Sant' Asaco (Asico) Vescovo
San Benedetto di Hermillon
San Bernardo di Tiron Abate
Sante Bernica, Prosdoca e Domenica Martiri
Beato Filippo di Vercelli Domenicano
San Frontone Abate in Egitto
San Giovanni di Montemarano Vescovo
Beata Isabella (Josefina Calduch Rovira) Vergine e martire
San Lamberto di Lione Vescovo
San Pietro Gonzales (detto S. Telmo) Domenicano
Santi Tiburzio, Valeriano e Massimo Martiri di Roma
Santa Tomaide d'Alessandria Martire
14 aprile
Schiedam (Olanda), 18 marzo 1380 - ivi, 14 aprile 1433
Sta pattinando con giovani e ragazze sulle distese ghiacciate presso il villaggio di Schiedam, in Olanda dove è nata nel 1380, e a un tratto cade. C'è una costola fratturata, forse con lesioni interne. Portata a casa, la mettono subito a letto. Lei ha quindici anni: e in quel letto rimarrà per altri 38. Per sempre, fino alla morte. Dopo l'incidente sopraggiungono altre malattie, in una disgraziata successione che trova impotenti i medici. Non guarisce, non muore, i dolori incrudeliscono, Liduina è a un passo dalla disperazione. Trova un senso però alle sue sofferenze grazie alle parole di un prete, Giovanni de Pot. Liduina decide di offrire il proprio dolore per la salvezza degli altri ma chiede un segno dall'alto che confermi la volontà divina: sopra il suo capo appare splendente l'Ostia eucaristica. E la vedono anche i parenti. Da quel giorno la sua casa diventa meta di pellegrinaggi da tutto il Nord Europa. La sua opera di ascolto e aiuto dei sofferenti che vanno da lei si conclude il martedì di Pasqua del 1433.
Emblema: Giglio
Martirologio Romano: A Schiedam in Geldria, nell’odierna Olanda, santa Liduina, vergine, che per la conversione dei peccatori e la liberazione delle anime sopportò con pazienza per tutta la vita le infermità del corpo, confidando solo in Dio.
14 aprile
Sant' Alfonso da Siviglia Religioso mercedario
Santi Antonio, Giovanni ed Eustazio Nobili lituani, martiri
Sant' Asaco (Asico) Vescovo
San Benedetto di Hermillon
San Bernardo di Tiron Abate
Sante Bernica, Prosdoca e Domenica Martiri
Beato Filippo di Vercelli Domenicano
San Frontone Abate in Egitto
San Giovanni di Montemarano Vescovo
Beata Isabella (Josefina Calduch Rovira) Vergine e martire
San Lamberto di Lione Vescovo
San Pietro Gonzales (detto S. Telmo) Domenicano
Santi Tiburzio, Valeriano e Massimo Martiri di Roma
Santa Tomaide d'Alessandria Martire
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Re: IL SANTO DEL GIORNO
San Marone Martire
15 aprile
Le più antiche notizie rinviano al tempo in cui a Roma sul trono imperiale sedeva Domiziano (81-96), della dinastia dei Flavi. Apparteneva alla famiglia dei Flavi anche Domitilla, giovanissima cugina dell'imperatore, "pecora nera" nella famiglia imperiale, perché cristiana. Promessa sposa, già da bambina, ad Aureliano, di nobile famiglia senatoria, venne dissuasa dalle nozze da Marone, insieme ai suoi amici Eutiche e Vittorino, cristiani anch'essi. Aureliano spinse così l'imperatore a condannarla all'esilio sull'isola di Ponza. Accompagnarono Domitilla, per curarne la formazione, anche i tre amici cristiani Marone, Eutiche e Vittorino, che agli occhi di Aureliano apparvero come i responsabili del rifiuto da parte di Domitilla. Marone fu condannato ai lavori forzati e inviato sulla Salaria, a 130 miglia da Roma, dove morì nell'anno 100.
Patronato: Civitanova Marche
Emblema: Palma
Martirologio Romano: Sul Monte d’Oro nelle Marche, san Marone, martire.
15 aprile
Le più antiche notizie rinviano al tempo in cui a Roma sul trono imperiale sedeva Domiziano (81-96), della dinastia dei Flavi. Apparteneva alla famiglia dei Flavi anche Domitilla, giovanissima cugina dell'imperatore, "pecora nera" nella famiglia imperiale, perché cristiana. Promessa sposa, già da bambina, ad Aureliano, di nobile famiglia senatoria, venne dissuasa dalle nozze da Marone, insieme ai suoi amici Eutiche e Vittorino, cristiani anch'essi. Aureliano spinse così l'imperatore a condannarla all'esilio sull'isola di Ponza. Accompagnarono Domitilla, per curarne la formazione, anche i tre amici cristiani Marone, Eutiche e Vittorino, che agli occhi di Aureliano apparvero come i responsabili del rifiuto da parte di Domitilla. Marone fu condannato ai lavori forzati e inviato sulla Salaria, a 130 miglia da Roma, dove morì nell'anno 100.
Patronato: Civitanova Marche
Emblema: Palma
Martirologio Romano: Sul Monte d’Oro nelle Marche, san Marone, martire.
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Re: IL SANTO DEL GIORNO
Santa Bernardetta Soubirous Vergine
16 aprile - Comune
Lourdes, 7 gennaio 1844 - Nevers, 16 aprile 1879
Quando, l'11 febbraio del 1858, la Vergine apparve per la prima volta a Bernadette presso la rupe di Massabielle, sui Pirenei francesi, questa aveva compiuto 14 anni da poco più di un mese. Era nata, infatti, il 7 gennaio 1844. A lei, povera e analfabeta, ma dedita con il cuore al Rosario, appare più volte la «Signora». Nell'apparizione del 25 marzo 1858, la Signora rivela il suo nome: «Io sono l'Immacolata Concezione». Quattro anni prima, Papa Pio IX aveva dichiarato l'Immacolata Concezione di Maria un dogma, ma questo Bernadette non poteva saperlo. La lettera pastorale firmata nel 1862 dal vescovo di Tarbes, dopo un'accurata inchiesta, consacrava per sempre Lourdes alla sua vocazione di santuario mariano internazionale. La sera del 7 Luglio 1866, Bernadette Soubirous decide di rifugiarsi dalla fama a Saint-Gildard, casa madre della Congregazione delle Suore della Carità di Nevers. Ci rimarrà 13 anni. Costretta a letto da asma, tubercolosi, tumore osseo al ginocchio, all'età di 35 anni, Bernadette si spegne il 16 aprile 1879, mercoledì di Pasqua.
Patronato: Pastori
Etimologia: Bernardetta = ardita come orso, dal tedesco
Emblema: Giglio
Martirologio Romano: A Nevers sempre in Francia, santa Maria Bernarda Soubirous, vergine, che, nata nella cittadina di Lourdes da famiglia poverissima, ancora fanciulla sperimentò la presenza della beata Maria Vergine Immacolata e, in seguito, preso l’abito religioso, condusse una vita di umiltà e nascondimento.
16 aprile - Comune
Lourdes, 7 gennaio 1844 - Nevers, 16 aprile 1879
Quando, l'11 febbraio del 1858, la Vergine apparve per la prima volta a Bernadette presso la rupe di Massabielle, sui Pirenei francesi, questa aveva compiuto 14 anni da poco più di un mese. Era nata, infatti, il 7 gennaio 1844. A lei, povera e analfabeta, ma dedita con il cuore al Rosario, appare più volte la «Signora». Nell'apparizione del 25 marzo 1858, la Signora rivela il suo nome: «Io sono l'Immacolata Concezione». Quattro anni prima, Papa Pio IX aveva dichiarato l'Immacolata Concezione di Maria un dogma, ma questo Bernadette non poteva saperlo. La lettera pastorale firmata nel 1862 dal vescovo di Tarbes, dopo un'accurata inchiesta, consacrava per sempre Lourdes alla sua vocazione di santuario mariano internazionale. La sera del 7 Luglio 1866, Bernadette Soubirous decide di rifugiarsi dalla fama a Saint-Gildard, casa madre della Congregazione delle Suore della Carità di Nevers. Ci rimarrà 13 anni. Costretta a letto da asma, tubercolosi, tumore osseo al ginocchio, all'età di 35 anni, Bernadette si spegne il 16 aprile 1879, mercoledì di Pasqua.
Patronato: Pastori
Etimologia: Bernardetta = ardita come orso, dal tedesco
Emblema: Giglio
Martirologio Romano: A Nevers sempre in Francia, santa Maria Bernarda Soubirous, vergine, che, nata nella cittadina di Lourdes da famiglia poverissima, ancora fanciulla sperimentò la presenza della beata Maria Vergine Immacolata e, in seguito, preso l’abito religioso, condusse una vita di umiltà e nascondimento.
lux- Numero di messaggi : 6054
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Re: IL SANTO DEL GIORNO
San Roberto di Molesme Abate di Citeaux
17 aprile
Troyes, Francia, 1024 circa – Molesme, Francia, 21 marzo 1111
San Roberto di Molesme fu come il chicco di frumento che deve morire per portare frutto e la sua “morte” avvenne per mano dei suoi stessi confratelli. Fondata Molesme infatti, si trovò circondato da numerosi fratelli, i quali non nutrivano più la sua stessa aspirazione alla rinuncia alle ricchezze e al prestigio. Tentò allora di dar vita a una nuova fondazione: lo fece a Citeaux con la collaborazione dell’inglese Santo Stefano Harding, ma i confratelli invidiosi lo fecero ritornare a Molesme, senza tuttavia consentirgli di realizzare le necessarie riforme. Forse fu proprio il suo sacrificio, analogo a quello di Abramo, che permise a Stefano Harding prima e poi soprattutto al grande San Bernardo di avviare e consolidare l’esperienza riformatrice di Citeaux, con la sua vita povera e austera, in una rigorosa fedeltà alla regola benedettina, di cui si riprendeva anche l’invito a mantenersi col lavoro delle proprie mani.
Etimologia: Roberto = splendente di gloria, dal tedesco
Emblema: Bastone pastorale
Martirologio Romano: Nel monastero di Molesme in Francia, san Roberto, abate, che, alla ricerca di una vita monastica più semplice e austera, già instancabile fondatore e rettore di cenobi, nonché guida di eremiti e insigne riformatore della disciplina regolare, fondò un monastero cistercense, del quale fu primo abate e, ritornato poi a Molesme in qualità di abate, qui riposò in pace.
17 aprile
Troyes, Francia, 1024 circa – Molesme, Francia, 21 marzo 1111
San Roberto di Molesme fu come il chicco di frumento che deve morire per portare frutto e la sua “morte” avvenne per mano dei suoi stessi confratelli. Fondata Molesme infatti, si trovò circondato da numerosi fratelli, i quali non nutrivano più la sua stessa aspirazione alla rinuncia alle ricchezze e al prestigio. Tentò allora di dar vita a una nuova fondazione: lo fece a Citeaux con la collaborazione dell’inglese Santo Stefano Harding, ma i confratelli invidiosi lo fecero ritornare a Molesme, senza tuttavia consentirgli di realizzare le necessarie riforme. Forse fu proprio il suo sacrificio, analogo a quello di Abramo, che permise a Stefano Harding prima e poi soprattutto al grande San Bernardo di avviare e consolidare l’esperienza riformatrice di Citeaux, con la sua vita povera e austera, in una rigorosa fedeltà alla regola benedettina, di cui si riprendeva anche l’invito a mantenersi col lavoro delle proprie mani.
Etimologia: Roberto = splendente di gloria, dal tedesco
Emblema: Bastone pastorale
Martirologio Romano: Nel monastero di Molesme in Francia, san Roberto, abate, che, alla ricerca di una vita monastica più semplice e austera, già instancabile fondatore e rettore di cenobi, nonché guida di eremiti e insigne riformatore della disciplina regolare, fondò un monastero cistercense, del quale fu primo abate e, ritornato poi a Molesme in qualità di abate, qui riposò in pace.
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Re: IL SANTO DEL GIORNO
Sant' Antusa di Costantinopoli Vergine, principessa imperiale
18 aprile
Costantinopoli, 750 ca. – 801
In data odierna il Martyrologium Romanum commemora la santa principessa Antusa, vergine, figlia dell’imperatore iconoclasta Costantino V Coprònimo. Sant’Antusa aiutò i poveri, liberò gli schiavi, costruì chiese e monasteri e ricevette l’abito monastico dal santo vescovo Tarasio. La tradizione orientale la vuole anche morta martire, ma questa versione dei fatti non è contemplata dal martirologio latino.
Martirologio Romano: A Costantinopoli, santa Antusa, vergine, che, figlia dell’imperatore Costantino Copronimo, si adoperò con ogni mezzo nell’aiutare i poveri, nel riscattare gli schiavi, nel riparare le chiese e nel costruire monasteri e ricevette la veste monacale dal vescovo san Tarasio
18 aprile
Costantinopoli, 750 ca. – 801
In data odierna il Martyrologium Romanum commemora la santa principessa Antusa, vergine, figlia dell’imperatore iconoclasta Costantino V Coprònimo. Sant’Antusa aiutò i poveri, liberò gli schiavi, costruì chiese e monasteri e ricevette l’abito monastico dal santo vescovo Tarasio. La tradizione orientale la vuole anche morta martire, ma questa versione dei fatti non è contemplata dal martirologio latino.
Martirologio Romano: A Costantinopoli, santa Antusa, vergine, che, figlia dell’imperatore Costantino Copronimo, si adoperò con ogni mezzo nell’aiutare i poveri, nel riscattare gli schiavi, nel riparare le chiese e nel costruire monasteri e ricevette la veste monacale dal vescovo san Tarasio
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Re: IL SANTO DEL GIORNO
San Leone IX Papa
19 aprile
Alsazia, 1002 - Roma, 19 aprile 1054
(Papa dal 12/02/1049 al 19/04/1054)
Il suo nome da laico era Brunone di Dagsburg e nacque in Alsazia nel 1002. Brunone discendeva con i suoi genitori da grandi vassalli. A diciotto anni divenne canonico di Saint Etienne e a 22 anni diacono. Nel 1026 fu eletto vescovo di Toul. Salì al soglio pontificio nel 1049, prendendo il nome di Leone. Combatterà durante il suo pontificato fenomeni come la simonia e scomunicherà Michele Cerulario per lo scisma della Chiesa greca. Morì a Roma il 19 aprile del 1054. La città di Benevento nel 1762 l'ha eletto a suo patrono.
Martirologio Romano: A Roma presso San Pietro, san Leone IX, papa, che dapprima come vescovo di Toul difese strenuamente per venticinque anni la sua Chiesa; eletto poi alla sede di Roma, in cinque anni di pontificato convocò molti sinodi per la riforma della vita del clero e l’estirpazione della simonia.
19 aprile
Alsazia, 1002 - Roma, 19 aprile 1054
(Papa dal 12/02/1049 al 19/04/1054)
Il suo nome da laico era Brunone di Dagsburg e nacque in Alsazia nel 1002. Brunone discendeva con i suoi genitori da grandi vassalli. A diciotto anni divenne canonico di Saint Etienne e a 22 anni diacono. Nel 1026 fu eletto vescovo di Toul. Salì al soglio pontificio nel 1049, prendendo il nome di Leone. Combatterà durante il suo pontificato fenomeni come la simonia e scomunicherà Michele Cerulario per lo scisma della Chiesa greca. Morì a Roma il 19 aprile del 1054. La città di Benevento nel 1762 l'ha eletto a suo patrono.
Martirologio Romano: A Roma presso San Pietro, san Leone IX, papa, che dapprima come vescovo di Toul difese strenuamente per venticinque anni la sua Chiesa; eletto poi alla sede di Roma, in cinque anni di pontificato convocò molti sinodi per la riforma della vita del clero e l’estirpazione della simonia.
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Re: IL SANTO DEL GIORNO
Sant' Agnese Segni di Montepulciano Vergine
20 aprile
Gracciano Vecchio, 28 gennaio 1268 - Montepulciano, 20 aprile 1317
Nata in anno incerto da famiglia nobile di Montepulciano, a nove anni è – diremmo oggi – in collegio dalle monache, dette “Saccate” dal loro particolare abito. E lì poi rimane. Cinque anni dopo accompagna la maestra delle novizie suor Margherita a Proceno (Viterbo) per fondarvi un nuovo monastero. Passa un altro anno e incredibilmente ne diventa superiora: lei, Agnese, a quindici anni, con approvazione pontificia; e "per la visibile forza esercitata dalla sua santità", come scriverà più tardi fra Raimondo da Capua nella sua entusiastica biografia di Agnese. Una santità di cui parlano tutti, e che poi i cittadini di Montepulciano “sequestrano” per sé: insistono, premono, e infine riescono a farla tornare tra loro da Proceno, per fondare nel borgo di Gracciano un monastero, nel 1306. È dedicato a Santa Maria Novella, si alimenterà della spiritualità domenicana e Agnese ne sarà la badessa fino alla morte.
Etimologia: Agnese = pura, casta, dal greco
Emblema: Giglio
Martirologio Romano: A Montepulciano in Toscana, santa Agnese, vergine, che a nove anni indossò l’abito delle sante vergini e solo quindicenne fu eletta, contro il suo volere, alla guida delle monache di Proceno nella Tuscia, dando poi nel monastero in seguito da lei fondato sotto la disciplina di san Domenico mirabile esempio di vera umiltà.
http://www.parrochiasellia.altervista.org/aprile/20.htm
20 aprile
Gracciano Vecchio, 28 gennaio 1268 - Montepulciano, 20 aprile 1317
Nata in anno incerto da famiglia nobile di Montepulciano, a nove anni è – diremmo oggi – in collegio dalle monache, dette “Saccate” dal loro particolare abito. E lì poi rimane. Cinque anni dopo accompagna la maestra delle novizie suor Margherita a Proceno (Viterbo) per fondarvi un nuovo monastero. Passa un altro anno e incredibilmente ne diventa superiora: lei, Agnese, a quindici anni, con approvazione pontificia; e "per la visibile forza esercitata dalla sua santità", come scriverà più tardi fra Raimondo da Capua nella sua entusiastica biografia di Agnese. Una santità di cui parlano tutti, e che poi i cittadini di Montepulciano “sequestrano” per sé: insistono, premono, e infine riescono a farla tornare tra loro da Proceno, per fondare nel borgo di Gracciano un monastero, nel 1306. È dedicato a Santa Maria Novella, si alimenterà della spiritualità domenicana e Agnese ne sarà la badessa fino alla morte.
Etimologia: Agnese = pura, casta, dal greco
Emblema: Giglio
Martirologio Romano: A Montepulciano in Toscana, santa Agnese, vergine, che a nove anni indossò l’abito delle sante vergini e solo quindicenne fu eletta, contro il suo volere, alla guida delle monache di Proceno nella Tuscia, dando poi nel monastero in seguito da lei fondato sotto la disciplina di san Domenico mirabile esempio di vera umiltà.
http://www.parrochiasellia.altervista.org/aprile/20.htm
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