Quando c'era il Simeri

(foto Domenico Passante)

Marvianu, Gatta, Maria, Scinia e qualche altra localita' che ho dimenticato, tutti nomi che ritornano in mente pensando a "ra Hjumara", quella ad est di Sellia. Parlo di quando la popolazione di Sellia era un po' piu' numerosa di quella attuale e quando il rombo dell'acqua del Simeri lo si poteva udire da lontano, scendendo verso di essa, di quando molte persone usavano l'acqua "d'a jhumara" per irrigare gli orti che crescevano rigogliosi ai bordi, di quando le massaie andavano a fare "a lissia ccu ra vucata", ovvero il bucato lavato nelle caldaie con la cenere usata come detersivo, di quando molti "seggiari" andavano a raccogliere "a vuda e ri vrinchj", cioe' i vimini usati per impagliare le sedie, costruire panieri, ceste, ecc.
Parlo pure di quando i ragazzini di allora non avevano il lusso di essere portati al mare dai loro genitori e andavano a fare il bagno "a ru vullu", il laghetto formato dall'acqua raccolta dalle piccole dighe, "i sbrigghj".
Non dimentichiamoci delle anguille che venivano pescate deviando il corso dell'acqua quando "si siccava 'nu cornicchju" per la delizia di quelli che se le portavano a casa pregustandone gia' il sapore, anche se devo dire che a me personalmente davano lo stesso ribrezzo dei rettili. C'era una volta "a jhumara", il Simeri: il fiume dei miti, della fiera di Trinchise, dei mercanti bizantini, a detta degli storici navigabile, nella notte dei tempi.

(foto Admin)
Tratto del Simeri di oggi presso "A Salinella".

Vasche degradate della Salinella

Interno di una vasca

" A vucata"

Admin,questa e' una foto moderna....ari tempi e quannu eri piccirillu tu ,i vaschi e plastica ancora un c'eranu,c'eranu i codaruni e ri tribboni ....

Verissimo caro 007, molto perspicace. Hai ragione, infatti questa foto non e' stata scattata nei tempi che furono, ma probabilmente e' stata scattata in tempi piu' recenti. La foto non e' neanche "selliota" ma tipica dei paraggi. Infatti dalle mie rimembranze annebbiate dal tempo affiorano "i codari e ri tribboni".

storia vissuta!

Volia ma dicu na cosa a r'U Cavuna",certu ca i paroli i pisi,a potia puru dira ncun'atra cosa...si s'innaccorgia Palummella "dicia ca"avimu i manu mosci ca u scrivimu mmai...
Cordiali saluti

si recojjia a jinostra(ginestra) si vujjia intra i codaruni e si vujjia e poi ppè 40 jorni intra l'akua venia stofinatu ccù i pedi, si tajjiava a croshiula e si facia u spartu kki ppoi si filava e sinne ricavava : tila ppè lenzoli,sakki e tuvajji ppè u pana e cozetti.
kina era kkiù rikku chiantava u linu kki ppoi venia vujjutu e manganellatu e poi venia filatu e si ricavava tila kkiù morbidu....kissù mi vena a menta videndu sa fhiumara.

VI RICORDATI QUANNU NAVOTA SI JIA ARA JUMARA MASI LAVANU I PANNI,( CHI PROFUMU CHI SI SENTIA) DA LISSIA E LAVATI CURU SAPUNA E CASA , IERI SAPITI CHI EIU FATTU.? U SAPUNA E CASA COMU SI FACIA NA VOTA SI CUNU VOSAPIRA COMU SI FA ECCO. U PROGEDIMENTU: Cè VONU 20 LITRI ACQUA,1 KG POTASSU ,5 LITRI OLIO,1KG DI FARINA,(1 SCATOLA DETERSIVU FACOLTATIVU).


SCIOGLIERE IL POTASSU CON ACQUA CALDA, CUNU POCHU E ACQUA SCIOGLIERE A FARINA AGGIUNGERE OLIO ACQUA META PIù DETERSIVO E MESCOLARE LASSATILU RIPOSARE PE 24 ORE QUANNU E TOSTU TAJIATILLU A PEZZI ................... BUONU VUCATA

Quanti ricordi hai fatto riaffiorare nella mente di questo bambino di 60 anni, ho vissuto tutto e più quello che hai detto,
peccato che il tempo non si puo fermare, al limite si possono rivivere certe cose anche se non sarà mai lo stesso, comunque
grazie per le tue parole di ricordi passati ciao.

Valle del Simeri

Valle del Simeri
(Tra Sellia e Crichi)

(Guardando verso Sersale)

Guardando verso Zagarise

Calanchi

Verso la Salinella

A hjumara ccu ru fantasma d'a magarella

A hjumara ccu ru fantasma

Sicuramente tutti abbiamo sentito o visto (i lontani magari sui giornali) cosa è successo al ponte sul fiume Simeri e al fiume stesso
In queste sequenze fotografiche lo scempio perpretato negli ultimi anni.
Secoli di storia annullati in pochi mesi.
L'alveo del fiume sparito (ci vorranno di nuovo dei secoli per ripristinarlo, il ponte si ripara, la condotta si ripara: l'alveo no!!!!!!).

Qualche altra foto emblematica dei danni tremendi subiti dall'alveo (siamo al sub alveo)

L'averranu e mpennira di c........i e chillu ponta a china ficia si porcheriji ... Poveri nui chi avimu e combattira ccu si scenziati.

Un'immagine della vasca di demodulazione sul fiume Simeri a "Gonia"

Si partiva la mattina presto e si andava alla "hjiumara" con le ceste piene di biancheria sulla testa, incredibile il modo in cui venivano tenute in equilibrio, col solo aiuto della "curuna" che ne addolciva il peso. Prima che il sole imbiancasse di luce la vallata del Simeri, per noi "Gatta", Marvianu","Gonia", "Maria" e tante altre localita' che ne lambivano le sponde, le donne erano gia' coi piedi nell'acqua che arrivava ai ginocchi.
Questo era un rito che si rinnovava dalla notte dei tempi ed i modi di allora erano rimasti quasi uguali a quello delle ninfee e delle ancelle. Il fiume era anche luogo d'incontro dove, tra una sciacquata ed una strizzata, si intrecciavano i rapporti umani con scambi di informazioni, pettegolezzi, nuove amicizie potevano nascere, spesso si alzavano i canti che dal fondo valle si potevano sentire dalle alture circostanti.
Chi andava al fiume vi trascorreva una giornata intera e quindi si portava da casa "u serbiettu", con il pane fatto in casa, il capocollo, le soppressate, del buon formaggio paesano, delle belle frittate, delle abbondanti insalate di pomodori a fette e naturalmente del vino genuino.
Le donne alla fiumara erano sempre un'attrazione per i maschi di allora che si piazzavano in posti strategici per ammirare le grazie femminili che venivano messe in mostra, quelli erano i tempi che la vista di un ginocchio o di una coscia faceva parlare e sognare.
Oggi della fiumara nessuno se ne ricorda piu', forse qualche vecchietta quando con qualche coetanea va a ritroso nel tempo, ricordando sopratutto la bellezza della natura incontaminata di allora. Oggi invece i letti aridi dei fiumi sono pieni di sporcizie varie, corredate da carcasse di vecchi elettrodomestici, materiali da riporto e putridume, tristi visioni di "civilta' industriale".