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IL VANGELO DI OGNI GIORNO COMMENTATO

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Messaggio  Ospite Ven 30 Apr - 14:16

Carissimi amici del forum,
con il primo giorno di Maggio voglio prendere un impegno con tutti voi e, in particolare, con tutti coloro che lo desiderano. Di cosa si tratta? Mi impegnerò ogni giorno, in modo molto semplice a dare un commento al vangelo del giorno. Spero che a qualcuno possa ritornare utile.

Buona meditazione

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Messaggio  lux Ven 30 Apr - 14:21

Splendida iniziativa.........................io leggo sempre quello scritto da Natuzza! Non mancherò di riflettere al suo di commento!
lux
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Numero di messaggi : 6054
Data d'iscrizione : 12.10.09

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Messaggio  Ospite Ven 30 Apr - 14:32

Primo giorno del mese di Maggio: Sabato

Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me?
1 MAGGIO (Sabato Gv 14,7-14)


La conoscenza vera del Padre è dalla conoscenza vera del Figlio. Se il Figlio è conosciuto, anche il Padre è conosciuto. Se il Figlio è ignorato, anche il Padre sarà per noi uno sconosciuto. Il Padre è per tutti noi come una galassia che dista dalla nostra terra qualche migliaio di anni luce. Con occhi nudi si può scoprire e vedere ben poco. Se invece i nostri occhi si lasceranno aiutare da un potentissimo telescopio, allora riusciremo a vedere qualcosa.
Cristo è per noi più che un potente telescopio. Egli è la visibilità stessa del cuore del Padre, la sua vera immagine reale, storica, incarnata, che ha posto la sua dimora in mezzo noi. Del Padre, Lui ci ha rivelato ogni cosa: il suo cuore, la sua volontà, i suoi desideri, le sue attese. Del Padre, Gesù ci ha mostrato tutta la verità, la santità la misericordia, la carità, il perdono, la compassione, la sua divina paternità adottiva.
Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto». Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse. In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre. E qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.
Cosa avrebbe dovuto vedere Filippo del Padre in Gesù? Prima di ogni cosa le opere. Poi le parole. Quelle di Gesù erano tutte parole ed opere di carità, verità, compassione, luce, perdono, misericordia, infinito amore.
Quelle di Gesù erano tutte parole ed opere che avevano un solo fine: mostrare ad ogni uomo tutta l’onnipotenza di verità e di grazia che è nel cuore del Padre e che dal Padre è stata tutta riversata in Lui, perché fosse Lui a riversarla nel cuore dell’uomo, iniziando dal cuore dei suoi Apostoli.
Come la verità del Padre è Cristo Gesù, così oggi e sempre, fino al termine della nostra storia, la verità di Cristo Gesù è ogni suo discepolo. Come potrà essere il discepolo vera immagine, vera presenza, vera visibilità nel mondo di Gesù Signore?
Imitando Cristo. Cristo Gesù si è fatto obbediente al Padre e il Padre gli ha concesso di fare opere che mai nessuno ha fatto e di dire parole che mai nessuno ha proferito.
Il discepolo di Gesù, entra nella Parola di Cristo Gesù, la vive per intero, diviene con essa una sola cosa, Cristo Gesù dona al suo discepolo di compiere le sue stesse opere e di dire le sue stesse parole, anzi gli concederà di fare opere ancora più grandi di quelle da Lui operate.
È la nostra fede che mostrerà al mondo intero la presenza di Cristo in noi, anzi che farà di noi la presenza di Cristo in mezzo a nostri fratelli. La fede è conoscenza, ascolto, vita secondo il Vangelo. La fede è trasposizione in carne e in storia della Parola.
La Vergine Maria, Madre della Redenzione, Lei, attraverso la quale, per la sua fede, Dio ha realizzato l’opera delle opere, l’opera dell’Incarnazione del suo unico Figlio, ci conceda una fede forte e una obbedienza fino alla morte di croce, in modo che anche in noi Cristo Gesù, per opera dello Spirito Santo, prenda misticamente corpo e carne.
Gli Angeli e i Santi del Cielo ci ottengano la grazia di fare della Parola di Gesù la nostra stessa carne, il nostro stesso sangue. Saremo così la visibilità e la presenza di Gesù nel mondo.

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Messaggio  Ospite Sab 1 Mag - 21:32

Secondo giorno del mese di Maggio: domenica

Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui
2 MAGGIO (Domenica Gv 13,31-33a.34-35)


Dio è glorificato in Cristo Gesù. Come? Per mezzo della sua obbedienza fino alla morte di croce. Sottomettendosi alla divina volontà, Cristo Gesù rende gloria a Dio. Lo confessa e lo testimonia dinanzi agli uomini come il suo solo ed unico Dio, suo solo ed unico Signore, suo solo ed unico Padre, cui è dovuto ascolto creaturale e filiale.
Dio è glorificato in Gesù con il dono dell’intera sua vita. Questa non è stata mai di Gesù. È stata sempre del Padre, nell’eternità e nel tempo, prima della creazione e dopo. Da sempre così il Figlio ha glorificato il Padre e per sempre così lo glorificherà.
Anche il Padre glorifica il Figlio suo Unigenito, il Verbo della vita che si è fatto carne nel seno della Vergine Maria. Come lo glorifica? Risuscitandolo dal sepolcro, donandogli un corpo incorruttibile, glorioso, immortale, spirituale, facendolo sedere alla sua destra nell’alto dei Cieli, costituendolo Signore e Giudice del genere umano, suo Unico Redentore, Salvatore, Mediatore. La glorificazione, che avverrà subito dopo la morte in croce, priverà i discepoli e il mondo della presenza visibile di Gesù Signore. Ora Gesù è in mezzo a noi, ma in modo invisibile. La sua presenza è vera, reale, corporea – Cristo ora esiste solo così: con il suo vero corpo glorioso – ma secondo la modalità dell’invisibilità.
Quando fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri».
Con l’Incarnazione è avvenuto qualcosa di unico, singolare, ma non irripetibile. Cristo Gesù attraverso la sua carne ha manifestato visibilmente e udibilmente il Padre. Gesù diceva le parole del Padre e compiva le sue opere, rivelava il suo cuore, lo rendeva udibile e visibile, così anche la sua volontà ed ogni suo desiderio. Chi vedeva Cristo Gesù, vedeva il Padre. L’invisibilità del Padre era resa visibilità dal corpo di Gesù.
Nel Battesimo noi siamo divenuti una cosa sola con Cristo Gesù. Siamo un solo corpo. Cristo nel suo corpo glorioso è ora invisibile. Come il Padre, purissimo spirito, era reso visibile da Cristo Gesù nel suo corpo di carne, così deve operare ora ogni suo discepolo: deve rendere visibile Gesù che è nel suo corpo glorioso attraverso il corpo di carne, di materia che lui possiede.
Il corpo di carne, di materia del cristiano deve rendere presente, quindi visibile, tangibile, il corpo glorioso di Gesù Signore. È un compito quotidiano da assolvere. È la missione cristiana per eccellenza. Non ci sono altre missioni. Tutte le altre servono per rendere perfetta questa unica che è di tutti, nessuno escluso.
Come potrà avvenire questa visibilità? Alla stessa maniera che è avvenuta in Cristo Gesù. Cristo Gesù ha amato il Padre con il dono di tutta la sua vita. I discepoli di Gesù devono amarsi reciprocamente allo stesso modo che Gesù li ha amati, compiendo cioè solo e sempre la volontà del Padre. Si obbedisce a Cristo, si compie la sua volontà, si amano i suoi discepoli. In questo amore e per esso Gesù è reso visibile al mondo intero. Tutti lo potranno vedere. L’amore è la sola opera che Gesù dona per rivelare, manifestare al mondo intero che loro appartengono a Lui e non più al mondo. Il mondo non conoscere l’amore. Solo chi ama Gesù lo potrà conoscere e testimoniare.
La Vergine Maria, Madre della Redenzione, ci aiuti ad amare Cristo Gesù allo stesso modo che Cristo Gesù ama il Padre. È la sola via per renderlo presente attraverso il nostro corpo di carne.
Gli Angeli e i Santi del Cielo ci conducano ad un amore vicendevole sempre più grande. Il mondo ci riconoscerà come discepoli di Gesù e noi lo renderemo visibile.

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Messaggio  Ospite Lun 3 Mag - 19:27

terzo giorno del mese di maggio: Lunedì

Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta»
3 MAGGIO (Lunedì Gv 14,6-14)


Vedere Dio è il desiderio ardente dell’uomo. Mosè chiese al Signore di poter vedere il suo volto. Ancora prima Giacobbe, dopo una notte di lotta misteriosa, domandò il suo nome. I Salmi sono una preghiera persistente e un desiderio incancellabile di cuori che bramano vedere e contemplare il volto di Dio. Tutta la speranza cristiana è orientata alla contemplazione di Dio nella sua luce eterna.
Il desiderio di vedere Dio manifesta e rivela la volontà dell’uomo di trascendersi, elevarsi, andare oltre la materialità della sua umana esistenza, superare il carcere della contingenza, elevarsi fino alla contemplazione di Dio che ricolma il cuore di pace e dona alla mente l’acqua che la disseta e la ristora. L’oggetto proprio della mente è solo Dio e nessun’altra realtà.
Oggi questo desiderio di vedere il Padre è scemato nei cuori e nelle menti. L’uomo si è come materializzato nel suo cuore, nel suo spirito, nella sua anima. Oggi è l’era della materia e basta. L’uomo vive di solo corpo, sola carne, sola materia, solo fisicità. È questa la povertà più triste, dolorosa. È la povertà della sua stessa natura. Da persona chiamata a sottomettere la carne allo spirito, ora è divenuta persona che ha annullato lo spirito ed è tutto corpo e per il corpo, materia e per la materia.
Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto». Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse. In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre. E qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.
Questo disastro, o catastrofe umana, è la più triste di tutti i tempi. Essa non coinvolge solamente il mondo pagano o dei non cristiani. Essa ha investito in modo quasi universale tutto il mondo cattolico. È proprio il cristiano che oggi manca di questo desiderio di eternità, cielo, contemplazione di Dio, immersione nel soprannaturale.
È il cristiano che è venuto meno nella sua missione. Ma qual è esattamente la missione cristiana? Essa è questa, solo questa: essere nel mondo la visibilità di Cristo, che è a sua volta la visibilità del Padre. Come il Cristo ha mostrato ai suoi contemporanei il volto del Padre, che è verità, misericordia, pietà, compassione, giustizia eterna, santità, così anche il discepolo deve mostrare il volto di Cristo, che è amore sino alla fine, consumazione e olocausto per la redenzione dell’umanità.
È una missione che dobbiamo riprendere, la dobbiamo rimettere sulle nostre spalle, ognuno deve fare la sua parte, deve mostrare il volto santo di Cristo, perché è lui oggi il volto santo di Gesù attraverso il quale si vede il volto del Padre e nasce nei cuori il desiderio di conoscerlo, vederlo, incontrarsi con Lui, sostare e abitare con Lui per sempre. Il mondo non ha alcun’altra possibilità di conoscere il vero Dio se non attraverso il vero discepolo di Gesù.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, per Te il mondo ha conosciuto l’Autore della vita. L’ha conosciuto per la tua fede e la tua obbedienza. Aiuta noi, smarriti, confusi, dispersi nel dedalo dei nostri pensieri infernali, a ritrovare la via della fede e della più pura e santa obbedienza. Angeli e Santi di Dio otteneteci il dono di una sete e di una fame insaziabili del nostro Dio e Signore.

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Messaggio  Ospite Mar 4 Mag - 11:02

Quarto giorno del mese di maggio: martedì

Come il Padre mi ha comandato, così io agisco
4 MAGGIO (Martedì Gv 14,27-31a)


Gesù dona la pace ai suoi discepoli. La pace di Gesù è perdono, riconciliazione, rigenerazione, nuova creazione, elevazione alla dignità di figli adottivi di Dio, partecipazione della natura divina, amicizia e accoglienza nella sua familiarità, dono di ogni grazia e verità senza misura, incorporazione in Lui, abitazione dello Spirito Santo in noi, vera fratellanza degli uni verso gli altri.
Dinanzi a questa ricchezza divina, che dona all’uomo un nuovo essere e una nuova vita, la vita stessa di Dio, la pace che dona il mondo è ben misera cosa. Il mondo mai potrà dare la vera pace, perché non è in grado di rifare l’uomo, di modificarlo nei suoi pensieri, nel suo cuore, nella sua anima, nel suo stesso corpo.
La pace che Cristo ci dona è il frutto del suo sacrificio sulla croce. È il dono che il Padre ci elargisce a causa dell’obbedienza di Gesù fino alla morte. Se la vera pace è questo frutto della carità di Cristo verso il Padre che si fa obbedienza, chi vuole dare la pace ai suoi fratelli deve percorrere lo stesso itinerario. Deve amare così tanto Cristo Gesù da divenire con Lui una sola obbedienza al Padre, obbedienza ai suoi Comandamenti, alle sue Beatitudini, ad ogni sua Parola. La pace è il frutto della nostra grande carità che si fa piena e totale obbedienza a Cristo Gesù.
Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate. Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il principe del mondo; contro di me non può nulla, ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre, e come il Padre mi ha comandato, così io agisco.
Perché Gesù deve al Padre una carità così grande da trasformarsi in Lui in totale e piena obbedienza fino alla morte di Croce? Gesù deve tutto al Padre perché tutto ha ricevuto dal Padre. È questa la su carità: il dono di sé stesso al Padre perché il Padre tutto ha dato a Lui, con la generazione eterna. Gesù è il Figlio Unigenito del Padre, da Lui generato prima di tutti i secoli. La vita di Cristo è dalla vita del Padre. Al Padre deve tutta la sua vita. Tutto Cristo è sempre tutto del Padre e di nessun altro.
Non solo per generazione eterna Gesù è dal Padre. Lo è anche per obbedienza perenne. Nello Spirito Santo Gesù è in eterna contemplazione del Padre, in eterno ascolto di Lui. Gesù vive per ascoltare il Padre. In questo ascolto divino ed umano, nell’eternità e nel tempo è la sua vita. Lui per ascoltare. Vive di ascolto.
Satana lo tenta, lo mette alla prova. Vorrebbe che Cristo fosse da lui, fosse dal mondo, fosse dagli uomini, fosse dalle cose della terra. Provandolo e tentandolo, Satana altro non fa che permettere a Cristo Gesù di testimoniare ad ogni uomo che Lui è solo e sempre dal Padre. Per essere dal Padre è disposto anche a spogliarsi del suo corpo, della sua carne, di tutto ciò che in Lui appartiene alla creazione.
Attraverso la prova della croce, il mondo ora sa che Gesù obbedisce solo al Padre. Lui fa la volontà del Padre. Come il Padre gli comanda, così Lui agisce. È questo il segreto di Cristo Gesù: la sua divina ed umana carità che si fa divina ed umana obbedienza.
Il cristiano è colui che è chiamato ad imitare Cristo Gesù. È questa la vocazione: realizzare la carità e l’obbedienza di Gesù nella sua vita. La prova e la tentazione a questo servono: perché lui attesti al mondo intero che è da Cristo e non dal mondo.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli e Santi di Dio venite in nostro soccorso. Vogliamo essere veri imitatori di Cristo Gesù e per questo aiutateci a superare ogni prova, ogni tentazione, ogni ostacolo che ci potrebbe separare dal nostro Maestro e Signore.

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Messaggio  Ospite Mer 5 Mag - 10:52

Quinto giorno del mese di Maggio: Mercoledì

Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore
5 MAGGIO (Mercoledì Gv 15,1-Cool


Nessuno forse lo sa: la nostra vita è in tutto come un elettrotreno. Perché l’elettrotreno possa correre veloce verso la meta non solo ha bisogno di due robuste e forti rotaie, ha anche bisogno dell’elettricità che perennemente deve attingere con il pantografo in modo che il motore doni forza alle ruote della motrice.
Così è per la nostra vita: essa ha bisogno non solo di due robuste e forti rotaie morali che sono i Comandamenti e le Beatitudini, ma anche e prima di tutto di una potente energia spirituale costante, che deve dare forza al nostro motore spirituale, in modo che la nostra vita possa camminare spedita verso il Cielo.
Le regole morali non possono essere vissute senza le regole spirituali. Sono le regole spirituali che danno forza, impulso, energia, vitalità, spinta in avanti alle regole morali o di ascesi. Senza le regole spirituali noi siamo in tutto come un elettrotreno in una discesa ripida. Non solo non progrediremo mai in avanti, quanto anche precipiteremo sempre più giù fino a toccare il fondo dell’immoralità e della depravazione etica.
Queste regole spirituali sempre da osservare sono: la preghiera, l’Eucaristia, la confessione, il grande amore per Cristo Gesù e per il Cielo tutto, la meditazione, la lettura spirituale, il confronto con la Sacre Scritture, la direzione spirituale, il quotidiano esame di coscienza.
Se una sola di queste regole viene omessa, tralasciata, a poco a poco la nostra vita morale accusa delle falle, delle incrinature. Il castello morale resta sguarnito da un lato ed è facilmente attaccabile. Un’ala conquistata, tutto l’edificio viene conquistato ed è la rovina spirituale, morale, etica di tutto l’uomo.
È questo l’errore di oggi: si vede la dilagante immoralità, l’invadente notte etica dell’umanità e si vorrebbe intervenire con la sola legge. Nessuno invece pensa che debba essere curato lo spirito. Nessuno vuole che venga curato. Nessuno conoscere le regole per la sua cura. Nessuno le vuole applicare. È il disastro.
Gesù parte invece dallo spirito, dal cuore, dalla coscienza, dall’anima. Parte dalla comunione vitale con Lui. La nostra sana e santa moralità è dall’unità di vita tra noi e Lui, dalla creazione di questa unica e sola vite.
“Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli”.
L’osservanza delle regole morali a questo deve condurci: a formare con Gesù un solo corpo, una sola vita, un solo albero fruttifero, una sola verità, una sola grazia, una sola carità, una sola speranza, una sola santità. Cristo deve essere tutto in noi. Noi dobbiamo essere interamente in Cristo Gesù. Se ci separiamo da Lui, siamo tralci secchi, incapaci di produrre un qualsiasi frutto di bene. Le sue parole sono chiare. “Senza di me non potete fare nulla”. È questa la tragedia dei nostri giorni: ci siamo recisi da Gesù e pretendiamo fare cose buone, belle, sante. Questa è solo illusione e menzogna di Satana, inganno del principe del mondo.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli e Santi del Cielo, sostenete la nostra volontà di crescere spiritualmente seguendo tutte le regole della vita interiore. Vogliamo percorrere la via della vita fino in fondo.

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Messaggio  Ospite Gio 6 Mag - 10:16

sesto giorno del mese di maggio: giovedì

Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi
6 MAGGIO (Giovedì Gv 15,9-11)


Il Padre ha amato ed ama Gesù con un amore di generazione, di dono di vita. La vita del Figlio è dall’eternità dalla vita dal Padre. Gesù è dal Padre per generazione eterna. È dal Padre per un dono eterno di vita, della sua stessa vita.
Gesù ama i suoi discepoli generandoli nell’acqua e nello Spirito Santo ad una vita nuova, alla sua stessa vita, poiché li rende partecipi della natura divina, li fa suo corpo, tempio vivo dello Spirito Santo, casa della Beata Trinità sulla terra.
I discepoli sono perennemente dalla vita di Cristo Gesù, dalla sua carità, dal suo amore, dalla sua grazia e verità.
Cristo Gesù ha amato ed ama il Padre facendo sempre la sua volontà: “come in cielo così in terra”. Cosa è l’obbedienza in Cristo Gesù? È ascolto per amare secondo il cuore del Padre. È ascolto per portare sulla terra tutto l’amore del Padre, tutta la sua vita, tutta la sua verità, tutta la sua essenza eterna.
I discepoli hanno amato ed amano Gesù se faranno per sempre la sua volontà, allo stesso modo che Lui ha fatto sempre la volontà del Padre. L’obbedienza nei discepoli è ascolto per portare nel monto, per rivelarla, per mostrarla, per renderla vivente in loro tutta la carità del padre, che è carità del Figlio, tutta la verità del Padre che è verità del Figlio. Attraverso l’obbedienza ad ogni Parola di Gesù, il discepolo diviene Gesù che vive e dona tutto se stesso al mondo per la sua redenzione eterna.
Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.
Amando con un amore di obbedienza e di ascolto perfetto, il discepolo di Gesù entra nella gioia di Gesù, riceve la gioia di Gesù. La gioia è il cuore che sente di essere pieno di Dio, che sa di essere in Dio e di vivere solo di Lui e per Lui. Il discepolo di Gesù non cerca la gioia nelle cose. Queste non saziano il cuore. Le cose sono come l’acqua del mare. Più uno ne beve e più ha sete, a motivo del sale che mette nel suo corpo. Le cose producono una gioia avvelenata.
La tristezza del mondo attuale è proprio questa: la sua incapacità di ascolto e di obbedienza. È la tristezza di chi non sa più amare. Non si ama Dio. Non si amano i fratelli. Si “amano” solo le cose. Le cose non si possono amare e neanche gli animali. Non li possiamo amare perché loro non sono il nostro Dio e Signore. Se li amiamo facciamo di essi degli idoli. L’idolatria è la caratteristica peculiare del nostro tempo.
L’idolatria a questo conduce: al disprezzo di ogni obbedienza, di ogni ascolto, di ogni riferimento ad una autorità costituita che ci indica la via del più grande bene personale, sociale, dell’intera comunità degli uomini. L’idolatria è negazione di Dio e degli uomini, chiamati ad avere nella società il posto di Dio, sia civilmente che religiosamente.
La particolarità dell’idolatria attuale è una sola: ogni uomo ha elevato se stesso a prendere il posto e il trono di Dio. L’adorazione del vero Dio conduce alla comunione e alla vera comunità. L’adorazione degli idoli porta al singolarismo, all’individualismo, al settarismo, alla frantumazione e polverizzazione di ogni unità, unione, comunione. L’adorazione del vero Dio inizia con l’osservanza dei Comandamenti di Gesù Signore.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Donna dalla perfetta e totale obbedienza, facci obbedienti come te. Vogliamo amare come Gesù ha amato ed ama noi.
Angeli e Santi di Dio, custoditi i nostri cuori nel più puro ascolto di ogni Parola che è uscita ed esce dalla bocca di Cristo Gesù.

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Messaggio  Ospite Sab 8 Mag - 14:12

Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi
8 MAGGIO (Sabato Gv 15,18-21)


L’ignoranza di Dio genera un cuore idolatra. Un cuore idolatria è un persecutore, un uccisore, un omicida, se non lo è fisicamente, lo è sempre spiritualmente. Sovente, quasi spesso è l’omicida spirituale che ben presto si trasforma in omicida fisico e sempre l’omicidio fisico è preceduto dall’omicidio spirituale. L’idolatra prima uccide nel cuore e poi nel corpo, prima nello spirito e nell’anima e poi nella carne.
Quando Cristo Gesù venne sulla nostra terra si scontrò con un popolo idolatria, con un popolo cioè che non conosceva più il Signore. Come ai nostri giorni. L’uomo non consce più il suo Signore. Ma è stato sempre questo il grido dei Profeti: “«Ho allevato e fatto crescere figli, ma essi si sono ribellati contro di me. Il bue conosce il suo proprietario e l’asino la greppia del suo padrone, ma Israele non conosce, il mio popolo non comprende». Guai, gente peccatrice, popolo carico d’iniquità! Razza di scellerati, figli corrotti! Hanno abbandonato il Signore, hanno disprezzato il Santo d’Israele, si sono voltati indietro” (Is 1,2-4).
Il primo frutto della non conoscenza del Signore è l’odio contro coloro che lo conoscono e vivono secondo la verità di questa conoscenza. L’odio attesta la volontà cattiva e perversa del mondo dell’idolatria che si fa persecuzione prima spirituale e poi anche fisica contro coloro che adorano il vero Dio e insegnano ad amarlo e a servirlo.
L’odio degli idolatri è eterno, perenne, senza sosta. Si manifesta in un crescendo sempre più violento. Giunge fino all’eliminazione fisica degli amici di Dio e di Cristo Gesù. La Croce di Cristo è il segno eterno di quest’odio che non si estinguerà neanche nell’inferno. Infatti l’inferno altro non è che odio eterno contro Dio e i suoi eletti. È un odio incancellabile che genera disperazione e morte eterna.
Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo, per questo il mondo vi odia. Ricordatevi della parola che io vi ho detto: “Un servo non è più grande del suo padrone”. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma faranno a voi tutto questo a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato.
Gesù sa dove sta mandando i suoi apostoli: in un mondo di idolatri e di ignoranti nella conoscenza del vero Dio; in un mondo di empi e di ribelli a Dio; in un mondo in cui l’uomo ha usurpato il posto di Dio e si è autoproclamato Dio lui stesso.
Gesù sa che li sta mandando nel mondo dell’odio e lo dice: hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi. Si sono rifiutati di ascoltare la mia parola, si rifiuteranno di ascoltare anche la vostra. Hanno messo in croce me, metteranno anche voi. Addirittura avverrà che chi vi ucciderà, penserà, crederà di rendere gloria a Dio.
Gesù ha scelto i suoi apostoli e scegliendoli ha già fatto di loro dei martiri. Loro lo sanno. La sorte del loro Maestro sarà anche la loro. La croce di Gesù sarà in eterno la loro croce. L’idolatria e l’ignoranza di Dio non tollera veri profeti nel suo campo. Se li tollera, se li cerca, è perché li riconosce come falsi profeti e per questo li vuole.
Se noi riconosciamo il mondo, il mondo ci riconosce. Se noi lo crocifiggiamo con la luce della verità, esso ci crocifigge con le tenebre dell’odio, dell’invidia, della violenza. A noi la scelta: se camminare dietro l’infamia di Cristo o seguire l’effimera gloria del mondo.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Tu che fosti trafitta dall’idolatria e dall’ignoranza della conoscenza del vero Messia del Signore, aiutaci a fare la tua stessa scelta: seguire Gesù fino alla croce. Angeli e Santi di Dio, siate al nostro fianco adesso e nell’ora della nostra croce.

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Messaggio  Ospite Sab 8 Mag - 21:59

9 giorno del mese di maggio: domenica

Chi non mi ama, non osserva le mie parole
9 MAGGIO (Domenica Gv 14,23-29)


In principio, all’origine vi è l’amore. Dio crea perché è amore. Redime perché è amore. Giustifica e santifica perché è amore. Va alla ricerca dell’uomo peccatore perché è amore. L’amore è la sua stessa divina essenza. Dio è carità. È amore. L’amore muove il suo cuore, la sua mente, i suoi pensieri, guida ogni sua azione, ogni sua opera.
Ogni uomo è stato fatto ad immagine della divina carità. La carità di Dio è l’impronta che caratterizza la creatura fatta a somiglianza del suo Creatore. Con il peccato questa carità si è spezzata, frantumata, perché l’uomo ha voluto amare più se stesso che il suo Creatore, ha voluto amarsi a tal punto da prendere il posto del suo Dio, proclamandosi e facendosi Dio lui stesso.
Gesù è venuto. Ha donato all’uomo il suo Spirito, il quale ha riversato e riversa nel cuore del discepolo di Gesù tutta la carità di Dio, tutto l’amore divino. Colmato del suo Signore, l’uomo ritorna in condizione di poter ascoltare il suo Dio e Creatore che gli chiede una cosa sola: rimanere nella sua verità, restare nella sua condizione di creatura, come creatura amare il suo Creatore ed ogni suo fratello.
L’amore è prima dell’obbedienza, prima dell’osservanza della Legge, perché è l’amore la fonte, la sorgente di ogni obbedienza e di ogni osservanza della Legge di Dio.
Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto. Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate.
L’errore della moderna società è uno solo: pensare che una Legge sia sufficiente per il buon vivere tra gli uomini. La Legge, anche se ottima, perfetta, santa, anche se è purissima spiegazione dei Comandamenti di Dio, è inutile quanto al cambiamento del modo di agire di ogni uomo. Se la Legge potesse cambiare l’umanità, non avremmo bisogno di Cristo Gesù. Dio prima creò Adamo e poi vide che non era cosa buona per l’uomo non avere un aiuto che gli fosse corrispondente e per questo creò la Donna. Fece l’Antica Alleanza, ma poi vide che la Legge da sola non era sufficiente e per questo fece il Nuovo Patto, che è sostanzialmente differente dal Primo. Dalla Legge Dio passa al dono della grazia e della verità, passa al dono del cuore nuovo capace di amare, passa all’effusione nei cuori dello Spirito senza misura.
È questa la nostra costitutiva stoltezza: pensare che basti una raccomandazione per cambiare il nostro stile di vita, per divenire obbedienti. La moderna società ci dice la totale inutilità della Legge e di ogni altra prescrizione. Occorre che il cuore sia ricolmato di amore e chi dona questo amore è solo Cristo Gesù. Gesù ci dona il suo amore, noi con questo amore divino ed umano insieme amiamo Lui, amando Lui osserviamo i Comandamenti, viviamo nella sua Santa Legge, trasformiamo il nostro modo di essere e di operare, di vedere e di agire, perché l’amore ci spinge ad ogni obbedienza.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, dal tuo cuore pieno di amore per il nostro Dio e Padre, chiedi al Tuo divin Figlio che ci inondi della sua divina ed eterna carità.
Angeli e Santi di Dio fate che i nostri cuori siano sempre ricolmi di vero ed intenso amore per Gesù e per tutti i nostri fratelli.

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Messaggio  Ospite Mar 11 Mag - 10:55

giorno 10 del mese di Maggio: Lunedì

Viene l’ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio.
10 MAGGIO (Lunedì Gv 15,26-16,4a)


La Chiesa conserva nel suo seno la conoscenza di Gesù in un modo sempre più pieno e più vero non a motivo delle sue pergamene e di ogni altro manoscritto famoso di questa o di quell’altra biblioteca del mondo. La Chiesa possiede la memoria viva di Cristo a motivo della “Pergamena vivente e perennemente aggiornata all’ultimo istante” che è lo Spirito Santo di Dio.
Lo Spirito di Dio ogni giorno svela ai cuori il mistero di Gesù Signore. Lo svela in modo vivo, perfetto, vero, santo, aggiornato, completo. Lo svela oggi per oggi. Domani aggiungerà ciò che serve per domani e così di giorno in giorno. Il cristiano si immerge nello Spirito Santo e per Lui sarà avvolto dal mistero di Gesù Signore, lo conoscerà, in esso progredirà di conoscenza in conoscenza, esso anche attualizzerà perché lo trasformerà in suo corpo, in suo sangue, in sua vita.
Se non avessimo lo Spirito Santo la Chiesa sarebbe eternamente senza presente divino. Vivrebbe ancorata ad un passato che non appartiene all’uomo. Questo sempre succede nella storia della fede. Quando una persona vive senza lo Spirito di Dio, vive fuori di Lui, contro di Lui, in opposizione a Lui, questa persona non ha il presente di Dio, non possiede l’attualità di Dio e quindi non è nella pienezza della verità e della grazia. Vive nel carcere di una passato inesistente o nella fluidità di un presente senza alcuna consistenza di verità e di santità.
Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio. Vi ho detto queste cose perché non abbiate a scandalizzarvi. Vi scacceranno dalle sinagoghe; anzi, viene l’ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio. E faranno ciò, perché non hanno conosciuto né il Padre né me. Ma vi ho detto queste cose affinché, quando verrà la loro ora, ve ne ricordiate, perché io ve l’ho detto.
Lo Spirito Santo viene, ci dona la verità di Cristo Gesù nella quale è racchiusa la verità di Dio e dell’uomo. C ricolma il cuore di amore perché noi possiamo obbedire al nostro Dio e Padre. Ci elargisce la grazia di Cristo perché noi possiamo seguire Cristo, percorrendo le sue orme, camminando come Lui verso il Golgota.
Il mondo è senza lo Spirito di Dio e di conseguenza è nella falsità di Dio e dell’uomo. Vive di una menzogna costitutiva su Dio e sull’uomo. Ignora l’essenza stessa di Dio e dell’uomo. Di conseguenza vivrà agendo contro la sua stessa natura creata ad immagine del suo Creatore. Il discepolo di Gesù che vive nello Spirito di Dio, è nell’amore di Cristo e nella sua obbedienza. L’amore e l’obbedienza fanno la differenza con il mondo. Il mondo non sa amare. Non sa essere vero. Non sa e neanche può, dal momento che è privo della divina carità che solo lo Spirito versa nei cuori.
Il cristiano che vive dell’amore di Gesù nel suo cuore porta una luce nuove nel mondo, luce di verità, di carità, di speranza, di saggezza e di sapienza celesti. Il mondo non vuole essere illuminato, vuole rimanere nelle sue tenebre e nella sua menzogna costitutiva e per questo si scaglia contro il discepolo di Gesù per spaventarlo, incutergli timore, perché la smetta di essere e di vivere da cristiano. Questa persecuzione può giungere anche all’eliminazione fisica in nome della Legge di Dio o per rendere gloria all’Onnipotente Signore del Cielo e della terra. Ora il cristiano sa cosa lo attende nel momento in cui sceglie Cristo Gesù: venire ucciso anche in nome di Dio.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, ora che sappiamo che il martirio è vita della nostra fede, aiutaci ad andare incontro alla morte con l’amore più grande, immenso.
Angeli e Santi Dio, voi che avete lottato per rimanere nell’amore di Dio e nella sua verità, otteneteci la forza di imitarvi e di combattere il buon combattimento della verità.

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Messaggio  Ospite Mar 11 Mag - 10:57

giorno 11 del mese di Maggio: martedì

Ma io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada
11 MAGGIO (Martedì Gv 16,5-11)


La morte è la verità della nostra vita. La vita è la verità della nostra morte. Il fine della nostra vita è la morte. Noi viviamo per portare a compimento la nostra esistenza terrena. Questo compimento ha un solo nome: morte.
Come pensiamo la nostra morte così viviamo la nostra vita. Come pensiamo la nostra vita diviene la verità che vogliamo dare alla nostra morte. Nessuno però può dare da se stesso la verità alla sua vita, perché nessuno la potrà mai donare alla sua morte. Morte e vita hanno una finalità ben precisa e questa finalità viene da Dio, solo da Lui.
La finalità della vita di Cristo Gesù è stata una sola: amare noi fino alla morte, dopo la stessa morte, nel tempo e nell’eternità. Lui visse una vita di amore. Sigillò questa vita di carità con la morte che è stata in Lui il supremo atto della carità e dell’amore.
La finalità della morte di Gesù voluta dal Padre è questa: salire in Cielo affinché dal Cielo mandasse sopra i suoi discepoli lo Spirito Santo. Lo Spirito Santo che Gesù manda dal Cielo è però il frutto della sua vita e della sua morte. È lo Spirito che sgorga dal suo costato aperto sotto il simbolo dell’acqua che deve inondare la terra per vivificarla, risanarla, rendere piena di frutti.
Ora però vado da colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda: “Dove vai?”. Anzi, perché vi ho detto questo, la tristezza ha riempito il vostro cuore. Ma io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito; se invece me ne vado, lo manderò a voi. E quando sarà venuto, dimostrerà la colpa del mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio. Riguardo al peccato, perché non credono in me; riguardo alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; riguardo al giudizio, perché il principe di questo mondo è già condannato.
Dalla vita e dalla morte di Cristo Gesù scopriamo anche quale dovrà essere la nostra vita e la nostra morte. La vita dovrà essere una “produzione” ininterrotta di carità, di amore sino alla fine, di misericordia e di pietà senza interruzione. La morte dovrà essere per il mondo intero la “sorgente” dello Spirito Santo.
Il cristiano consegna lo Spirito Santo che il Padre gli ha dato affinché il Padre con esso inondi il mondo di verità, di giustizia, di santità. Lo inondi della verità di Gesù Signore. Lo doni perché tutti accolgano la verità di Cristo e la sua carità e facciano della loro vita un albero che sa solo produrre verità e carità, luce e vita vera per ogni uomo.
Il cristiano è chiamato a donare alla sua vita una dimensione tutta soprannaturale e alla sua morte un significato salvifico universale. La vanità del mondo non può essere il fine della nostra esistenza. La sterilità spirituale non può essere il frutto della nostra morte.
Qual è la finalità della vita del cristiano di oggi? L’effimero. Solo l’effimero. Il tempo. Solo il tempo. Il corpo. Solo il corpo. L’immediatezza. Solo l’immediatezza. Le cose. Solo le cose. La vanità. Solo la vanità. La caducità. Solo la caducità. L’immanenza. Solo l’immanenza. La terra. Solo la terra.
Il discepolo di Gesù possiede una vocazione alta: lui deve vivere per ricolmare la terra di carità. Deve morire per inondarla di Spirito Santo. Se non ricolmiamo la terra di carità in vita, non possiamo mai inondarla di Spirito Santo con la nostra morte.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, aiutaci a realizzare perfettamente la finalità della nostra vita e della nostra morte.
Angeli e Santi di Dio, fate che tutto della nostra vita risplenda della più grande carità e dalla nostra morte si riversi nel mondo tutta la potenza dello Spirito Santo.

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Messaggio  Ospite Mer 12 Mag - 10:43

giorno 12 del mese di maggio: mercoledì

Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità
12 MAGGIO (Mercoledì Gv 16,12-15)


Lo Spirito Santo è l’attualità di Dio dall’istante della creazione, fino alla consumazione dei secoli ed anche nell’eternità.
È l’aggiornamento costante della volontà di Gesù. Tutti possiamo sapere cosa Gesù vuole personalmente da ciascuno di noi grazie allo Spirito Santo che ci è stato donato.
È l’Intelligenza sempre attuale della Parola. Per Lui entriamo nella verità contenuta nella Parola e la comprendiamo nella sua più pura essenza, che è sempre infinita, impenetrabile, abissale, mai compresa in pienezza secondo tutta la verità in essa contenuta.
È la Guida che apre sentieri di verità e di giustizia per ogni singolo uomo. Per Lui il discepolo di Gesù lascia il passato, vive nell’oggi, entra nel futuro di Dio, che è il suo eterno presente.
Lo Spirito Santo è la memoria vivente della vita di Cristo Signore e della sua verità. Per Lui il discepolo di Gesù non si trova dinanzi ad un “monumento”, ad una “colonna”, ad un fatto del passato, di ieri, che è solo ricordo interpretato dalla fantasia di chi guarda. Si trova invece sempre dinanzi alla presenza viva di Gesù. Per lo Spirito Santo Gesù oggi nasce, vive, muore, opera.
Lo Spirito Santo dona a tutti i discepoli la contemporaneità con Cristo Signore. Cristo Gesù per lo Spirito Santo è il Vivente oggi in mezzo a noi. Per lo Spirito Santo non abbiamo più il Cristo Morto. Abbiamo il Cristo Vivo, Operante, Presente, di oggi, anzi di questo stesso istante.
Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà.
Lo Spirito Santo è l’attualizzazione, oggi e sempre, del nostro passato di fede. È per lo Spirito del Signore che noi possiamo vivere con una fede sempre aggiornata, attuale, vivente, non morta, non di ieri. Per Lui viviamo una fede che è, non una fede che fu.
Lo Spirito Santo fa sì che la fede non sia un evento di ieri, bensì di oggi, di domani, un evento che oggi si deve compiere nella pienezza della sua verità. È Lui la vitalità oggi della nostra fede, perché è Lui la verità eterna di essa.
Lo Spirito Santo è l’attualità di Cristo Gesù. Per Lui sempre, in ogni angolo della terra, ogni discepolo vivrà con il suo Maestro un rapporto attuale, di questo istante.
Per lo Spirito del Signore Cristo Gesù oggi parla al cuore, oggi illumina le menti, oggi manifesta la sua volontà, oggi cammina con noi per indicarci il sentiero della vita.
Lo Spirito Santo è la novità perenne del cristiano. È Lui la colonna di fuoco e la nube che deve accompagnare i cristiani dietro Gesù Signore. Senza la sua luce e la sua ombra, non c’è cammino, c’è smarrimento e confusione, c’è dispersione e morte.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, fate sì lo Spirito del Signore abiti sempre nel nostro cuore e lo fecondi di Cristo, allo stesso modo che ha fecondato il vostro grembo Verginale. Angeli e Santi del Cielo, aiutateci. Vogliamo essere con lo Spirito Santo una cosa sola, il suo tempio vivente, la sua casa per sempre.

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Messaggio  Ospite Gio 13 Mag - 10:11

giorno 13 del mese di maggio: giovedì. Madonna di Fatima

Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia
13 MAGGIO (Giovedì Gv 16,16-20)


È questa l’onnipotenza del nostro Dio: cambiare il nostro pianto il gioia, la nostra disperazione in speranza, la nostra morte in vita, la solitudine in comunione, la povertà in ricchezza, la miseria in abbondanza, la sconfitta in vittoria eterna.
Ma è anche questa l’Onnipotenza del nostro Dio: cambiare la gioia effimere del mondo in pianto, la speranza fallace in disperazione eterna, la vita vana in morte per sempre, la compagnia mondana in solitudine infernale, la ricchezza in penuria, l’abbondanza in miseria, la vittoria del peccato in sconfitta senza mai più rinascita.
Questa verità dell’Onnipotenza di Dio, che è anche la verità della sua giustizia, è stata abolita, cancellata, radiata dalla mente e dal cuore dei suoi discepoli.
Chi ha fatto questo, novello Satana e Seduttore dei suoi fratelli, non è il mondo dei pagani che non possiede la vera fede nel Dio di Gesù Cristo, sono stati invece gli stessi cristiani, che da veri profeti della verità del loro Dio e Signore si sono strasformati in falsi profeti, falsi maestri, falsi dottori, falsi teologi, falsi insegnanti, falsi catechisti, falsi catecheti, falsi educatori.
Le verità di Dio è oggi maltrattata, umiliata, flagellata, schernita, condannata a morte, crocifissa come il suo Autore Cristo Gesù, Signore nostro.
Un poco e non mi vedrete più; un poco ancora e mi vedrete». Allora alcuni dei suoi discepoli dissero tra loro: «Che cos’è questo che ci dice: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”, e: “Io me ne vado al Padre”?». Dicevano perciò: «Che cos’è questo “un poco”, di cui parla? Non comprendiamo quello che vuol dire». Gesù capì che volevano interrogarlo e disse loro: «State indagando tra voi perché ho detto: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”? In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia.
I danni di ogni verità abolita e cancellata sono ingenti. Le catastrofi spirituali e materiali che una sola verità cancellata produce è più di mille uragani che si abbattono sulla nostra terra. Più che mille terremoti e maremoti distruttori della nostra vita del corpo.
Ogni verità cancellata attesta la non abitazione dello Spirito Santo in noi. Chi è nella pienezza dello Spirito Santo è nella verità piena di Cristo Gesù. Chi è tempio vivo dello Spirito Santo è anche tempio vivo di tutta la verità di Gesù Signore.
La falsità della nostra teologia, del nostro essere teologi, catechisti, catecheti, maestri, dottori, attesta e rivela che noi non siamo nello Spirito Santo di Dio. Siamo invece con il nostro spirito traviato e contorto. Ma se lo Spirito Santo di Dio non abita in noi è un cattivo, brutto segno: in noi abita e regna il peccato. Abita e regna la trasgressione dei Comandamenti. Abita e regno il vizio, dal più semplice al più cattivo e nefando.
È un falso teologo e un falso maestro chi cancella anche una sola delle verità di Cristo Gesù. Cancellata una sola verità, tutte le altre perdono di valore e di significato.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, vieni in nostro aiuto e porta anche nella nostra casa dell’anima lo Spirito Santo e riversalo tutto sopra di noi come hai fatto con tua Cugina Elisabetta. Questa conobbe tutta la tua verità e la verità di tuo Figlio Gesù.
Angeli e Santi di Dio, sostenete la nostra volontà facendo sì che mai per mezzo nostro una sola verità di Gesù venga cancellata, radiata, umiliata, schiaffeggiata. Voi ci aiuterete e noi proclameremo in pienezza di santità tutta la Parola del Vangelo, dalla quale è la nostra redenzione oggi e per l’eternità beata.

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Messaggio  Ospite Ven 14 Mag - 7:41

giorno 14 del mese di maggio: Venerdì

Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici
14 MAGGIO (Venerdì Gv 15,9-17)


È questo il grande passaggio che Cristo compie per la sua carità: da servi diveniamo suoi amici, da schiavi siamo fatti liberi; da creature siamo elevati alla dignità di figli adottivi; da estranei siamo costituiti concittadini dei santi e famigliari di Dio; da persone che camminavamo nelle tenebre e nell’ombra della morte siamo stati portati nel regno della luce; da morti siamo stati resi persone viventi nel Signore.
Questo passaggio che avviene a livello sacramentale, nel momento in cui noi siamo immersi nelle acque del Battesimo, deve essere poi fatto passaggio perenne, quotidiano, della volontà, del cuore, della mente, dello spirito, dello stesso corpo. Ogni discepolo di Gesù è chiamato a vivere secondo questa nuova essenza che gli è stata donata, conferita. Il cristiano riceve una vocazione eterna: vivere momento per momento da figlio della luce e non più da figlio delle tenebre.
La via per stabilizzarsi, crescere, elevarsi in questa nuova dignità è una sola: rimanere nell’amore di Cristo Gesù. Come si rimane in questo suo amore? In un solo modo: osservando i suoi comandamenti? Come si devono osservare i suoi comandamenti? Allo stesso modo che Lui ha osservato i Comandamenti del Padre suo. Leggiamo:
Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri.
Gesù ha fatto della volontà del Padre il suo cibo e la sua acqua. Come il corpo si nutre di pace e di acqua, così Gesù nutriva il suo spirito, la sua anima, la sua volontà, i suoi desideri di volontà del Padre. Gesù è vissuto per fare la volontà del Padre. Sappiamo che la fece fino alla morte di croce.
Facendo la volontà di Gesù, il discepolo entra nel cuore del suo Maestro. Nel cuore di Cristo Gesù vi è ogni ricchezza di conoscenza, di rivelazione, vi è il Padre e lo Spirito Santo, vi è anche ogni uomo da amare e da condurre alla salvezza. È rimanendo nel cuore di Cristo che il discepolo giorno per giorno si sprofonda nel suo abisso divino di amore e di carità e dalla profondità di esso conosce tutto l’amore che vi è in quel cuore.
Gesù al discepolo rivela l’amore che perennemente lo spinge verso il Padre e verso i fratelli nello Spirito Santo. Immerso in questo amore di Cristo anche il suo discepolo è perennemente spinto verso il Padre e verso i suoi fratelli da salvare, sempre nello Spirito Santo, del quale lui è divenuto casa e tempio in mezzo agli uomini. Separato dall’amore di Cristo, il discepolo si trasforma subito in un albero secco. È solo un legno da bruciare. Nulla di più.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, dacci un po’ del tuo amore e della tua immensa carità, perché possiamo sempre rimanere in Cristo e nei suoi comandamenti. Angeli e Santi di Dio aiutateci a fare della volontà di Gesù la nostra volontà e del suo cuore il nostro cuore per tutti i giorni della nostra vita.

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Messaggio  Ospite Sab 15 Mag - 13:21

giorno 15 del mese di maggio: sabato

Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena
15 MAGGIO (Sabato Gv 16,23b-28)


Con Cristo Gesù nasce una relazione nuova con il Padre celeste: in Lui, il Padre suo è anche il Padre nostro, il Dio suo è anche il Dio nostro. Ogni relazione di Cristo Gesù con il Padre e con lo Spirito Santo è anche nostra relazione, ad una condizione: che noi rimaniamo sempre in Cristo, nel suo cuore, nella sua vita, nella sua obbedienza.
Chiedere al Padre nel nome di Gesù non è dire la formula liturgica: “Per Cristo nostro Signore”. Questa è formula liturgica e basta. Chiedere nel nome di Gesù possiede un altissimo significato di unità, di comunione, di solidarietà, di essenza, di solo corpo, di sola carne, di sola vita con Gesù Signore. Si chiede per Cristo, in Cristo e con Cristo. Si chiede per Cristo, divenendo con lui una sola obbedienza al Padre, una sola carità verso i fratelli, un sola comunione con lo Spirito Santo, una sola vita con Dio.
Chiedere per Cristo significa essere in Cristo e dal cuore di Cristo innalzare la nostra preghiera al Padre. Non si è però nel cuore di Cristo, se prima non si è nella volontà di Cristo, nei suoi Comandamenti, nella sua verità, nella sua santità, nella sua fede, nella sua speranza, nella sua missione, nel suo Vangelo.
Nessuno potrà chiedere per Cristo se non vive una vita evangelica e non sente nel suo cuore il desiderio di Gesù di offrire anche lui la vita al Padre per la conversione dei cuori. In fondo la preghiera è una richiesta di un qualche dono, fondata però sull’offerta del nostro dono a Dio. Noi gli diamo la nostra vita e il Padre ci offre la sua. Noi gliela diamo nella nostra povertà e miseria, Lui ce la dona nella sua ricchezza celeste. Cristo ha chiesto al Padre, ma prima ha dato tutto al Padre suo.
In verità, in verità io vi dico: se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà. Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena. Queste cose ve le ho dette in modo velato, ma viene l’ora in cui non vi parlerò più in modo velato e apertamente vi parlerò del Padre. In quel giorno chiederete nel mio nome e non vi dico che pregherò il Padre per voi: il Padre stesso infatti vi ama, perché voi avete amato me e avete creduto che io sono uscito da Dio. Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio di nuovo il mondo e vado al Padre».
Ecco il segreto dell’esaudimento di ogni preghiera: Cristo ama il Padre. Il Padre dona ogni cosa a Cristo Gesù. Il discepolo di Gesù ama Cristo con lo stesso amore di donazione e di offerta attraverso il quale Cristo ama il Padre. A motivo di questo amore che il discepolo nutre per Cristo, il Padre ama il discepolo di Cristo e lo esaudisce in ogni sua richiesta. Lo esaudisce perché lo vede una sola volontà, una sola carità, una sola missione, un solo comandamento con Cristo Gesù.
Se noi non amiamo Cristo Gesù – e non lo amiamo se non facciamo la sua volontà, se non osserviamo i suoi Comandamenti – noi per il Padre siamo estranei a Cristo, siamo fuori di Lui, senza di Lui. Il Padre non può riversare su di noi l’onnipotenza creatrice, salvatrice e redentrice del suo amore, perché noi siamo fuori di Cristo. È Gesù l’oceano infinito nel quale il Padre riversa tutto il suo amore. Chi è in Cristo viene sommerso da questo suo amore. Chi è fuori di Cristo, rimane nell’arsura e nella desolazione.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, ottienici da Cielo la grazia di essere una cosa sola con Cristo, per essere una sola cosa con il Padre e lo Spirito Santo. Così l’immensità dell’amore del Padre è in noi e noi possiamo amare con lo stesso cuore di Gesù. Angeli e Santi del Cielo, fate che la nostra obbedienza cresca di giorno in giorno così anche il nostro amore crescerà e il mondo saprà che noi siamo di Cristo e in Lui.

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Messaggio  Ospite Sab 15 Mag - 13:24

giorno 16 del mese di maggio: DOMENICA DELL'ASCENSIONE

Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo
16 MAGGIO (Domenica Lc 24,46-53)


Gesù oggi porta a compimento la sua missione. Quanto il Padre gli ha comandato di fare, Lui lo ha fatto con obbedienza perfetta e con intelligenza sempre illuminata, confortata, mossa dallo Spirito Santo.
Non si obbedisce a Dio facendo puramente e semplicemente l’opera comandata. Questa non è obbedienza. L’obbedienza è intelligenza, sapienza, saggezza, conoscenza anche delle più piccole modalità secondo le quali la cosa comandata va fatta. La luce dello Spirito Santo è essenziale nell’obbedienza, altrimenti possiamo correre il rischio di eseguire formalmente un comando, ma non essenzialmente. Lo possiamo eseguire umanamente, ma non divinamente. In questo errore cadono tutti coloro che sono senza lo Spirito Santo. È senza lo Spirito Santo tutti quelli che vivono fuori del Comandamenti di Cristo Gesù.
Possiamo anche comandare, obbedire, legiferare, fuori dello Spirito Santo. Ogni cosa che facciamo non rispecchia però la volontà di Dio, perché non conosciamo la luce vera di sapienza, saggezza, prudenza, accortezza, temperanza, secondo la quale ogni cosa va fatta a suo tempo. Oggi viviamo in una crisi perenne di intelligenza e di sapienza soprannaturale. Viviamo di una crisi di luce dello Spirito Santo.
«Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto». Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio.
Gesù ha terminato la sua missione ed è salito al Cielo. Inizia la missione dei suoi discepoli. Qual è questa missione? Ma prima ancora: come potranno e dovranno portarla a compimento? Non c’è missione se non nello Spirito Santo, con la sua potenza di luce e di forza, di verità e di santità. Poiché lo Spirito Santo è lo Spirito di Gesù, il discepolo per essere abitato dallo Spirito di Gesù, deve divenire una cosa sola con Gesù: un solo corpo, una sola volontà, un solo cuore, una sola obbedienza, una sola vita, una sola missione, un solo mistero.
Il discepolo di Gesù è chiamato a mostrare al vivo il mistero del suo Maestro che è mistero di morte e di risurrezione, perché mistero di vita totalmente consegnata al Padre. Quella del discepolo è una vita che non gli appartiene più. La sua vita è di Cristo e Cristo ne ha fatto già un dono al Padre.
Rimanendo nello Spirito Santo, il discepolo compie la missione con la sua luce di verità, la quale ci insegna che conversione e perdono dei peccati sono una cosa sola, una sola inscindibile, inseparabile realtà. Senza conversione non c’è perdono dei peccati. Senza perdono dei peccati, mai vi potrà essere vera e reale conversione. Oggi è proprio questa la tristezza cristiana, segno che lo Spirito Santo non è più la nostra luce: si grida il perdono, ma senza la conversione; si grida la remissione dei peccati, ma senza il ritorno nella Casa del Padre. Si annunzia la giustificazione, ma rimanendo ognuno nella sua lordura di vizio e di trasgressione della volontà di Gesù Signore.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, viviamo in questa grande guerra di ignoranza e di non conoscenza della verità perché privi della luce dello Spirito Santo, vieni in nostro aiuto con i tuoi Angeli e Santi e liberate il nostro cuore da ogni falsità.

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Messaggio  Ospite Lun 17 Mag - 10:57

giorno 17 del mese di Maggio: lunedì

Nel mondo avete tribolazioni, ma abbiate coraggio: io ho vinto il mondo!
17 MAGGIO (Lunedì Gv 16,29-33)


Gesù non vuole che i suoi discepoli vivano di falsa sicurezza. La più triste di questa false sicurezze è questa: pensare che nel momento della prova, della difficoltà, della suprema testimonianza da rendere al Vangelo e alla volontà di Dio che ci anima dentro, vi sia qualcuno che ci possa sostenere.
L’abbandono, la solitudine, il tradimento, il rinnegamento sempre si possono abbattere su di noi e quanti erano vicino a noi non ci sono più, sono spariti, addirittura possono anche essere contro di noi, per farci del male indicibile. Questa falsa sicurezza mai deve abitare nel nostro cuore. Mai si deve impossessare della nostra anima. Sarebbe la nostra morte spirituale, la nostra delusione, il nostro sconforto, la nostra disperazione. Potrebbe provocare in noi anche dei sentimenti di ostilità, di odio, di repulsione degli altri e quindi viziare l’offerta della nostra vita a Gesù e al Padre per la conversione del mondo.
La nostra solitudine umana deve essere sempre messa in conto. Il nostro cuore e il nostro spirito si deve preparare a questa evenienza. Gesù ci insegna come camminare verso la nostra morte, sapendo che potremmo essere abbandonati a noi stessi, lasciati interamente soli nel momento della prova.
Gli dicono i suoi discepoli: «Ecco, ora parli apertamente e non più in modo velato. Ora sappiamo che tu sai tutto e non hai bisogno che alcuno t’interroghi. Per questo crediamo che sei uscito da Dio». Rispose loro Gesù: «Adesso credete? Ecco, viene l’ora, anzi è già venuta, in cui vi disperderete ciascuno per conto suo e mi lascerete solo; ma io non sono solo, perché il Padre è con me. Vi ho detto questo perché abbiate pace in me. Nel mondo avete tribolazioni, ma abbiate coraggio: io ho vinto il mondo!».
Ecco il grande segreto della non solitudine di Cristo Gesù: Lui è con il Padre. Il Padre è con Lui. Il Padre è la sua forza, la sua luce, la sua verità, la sua saggezza, la sua carità, il suo amore, la sua speranza, ogni sua certezza. Il Padre è con Gesù perché Gesù ama il Padre, al Padre ha consacrato la sua vita, al Padre ha donato tutto il suo corpo. Niente che è di Gesù, è di Gesù, perché tutto è stato dato in dono al Padre, perché il Padre ne facesse un dono per la redenzione del mondo.
Gesù non è solo perché è nel cuore del Padre ed il Padre è nel suo cuore. Cristo Gesù affronta la passione e la morte con un solo principio operativo: amare il Padre fino alla consumazione di sé. Ecco la sua forza, la sua fede, la sua speranza, la sua carità.
In questa comunione e unità di amore, Gesù abbraccia tutto il mondo in un gesto di redenzione e di salvezza, di giustificazione e di grazia, di effusione dello Spirito Santo.
Anche il discepolo di Gesù non sarà mai solo se è nel cuore di Cristo e diviene con Lui una sola carità, un solo amore, un solo sacrificio, un solo dono al Padre per la redenzione dei cuori. È dall’amore di Gesù che la nostra vita deve essere vissuta, offerta, donata. È dalla sua carità che dobbiamo superare l’ora della prova. È dall’essere con Lui un solo mistero di salvezza e di redenzione che viene a noi l’intelligenza, la sapienza, la fortezza di andare incontro alla morte. Questa unità e unione, comunione e sola vita, va edificata ogni giorno sul fondamento della carità che è obbedienza ad ogni suo comando.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, tu con Cristo, anche visibilmente sei stata una sola carità, un solo amore, una sola vita. Ai piedi della Croce con Lui sei stata martire di amore e di carità. Angeli e Santi di Dio guidateci perché vogliamo realizzare con Cristo la stessa comunione e unità che ha saputo realizzare la Madre sua.

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Messaggio  Ospite Mar 18 Mag - 13:51

giorno 18 del mese di maggio: martedì

Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi
18 MAGGIO (Martedì Gv 15,18-21)


L’ignoranza di Dio genera un cuore idolatra. Un cuore idolatria è un persecutore, un uccisore, un omicida, se non lo è fisicamente, lo è sempre spiritualmente. Sovente, quasi spesso è l’omicida spirituale che ben presto si trasforma in omicida fisico e sempre l’omicidio fisico è preceduto dall’omicidio spirituale. L’idolatra prima uccide nel cuore e poi nel corpo, prima nello spirito e nell’anima e poi nella carne.
Quando Cristo Gesù venne sulla nostra terra si scontrò con un popolo idolatria, con un popolo cioè che non conosceva più il Signore. Come ai nostri giorni. L’uomo non consce più il suo Signore. Ma è stato sempre questo il grido dei Profeti: “«Ho allevato e fatto crescere figli, ma essi si sono ribellati contro di me. Il bue conosce il suo proprietario e l’asino la greppia del suo padrone, ma Israele non conosce, il mio popolo non comprende». Guai, gente peccatrice, popolo carico d’iniquità! Razza di scellerati, figli corrotti! Hanno abbandonato il Signore, hanno disprezzato il Santo d’Israele, si sono voltati indietro” (Is 1,2-4).
Il primo frutto della non conoscenza del Signore è l’odio contro coloro che lo conoscono e vivono secondo la verità di questa conoscenza. L’odio attesta la volontà cattiva e perversa del mondo dell’idolatria che si fa persecuzione prima spirituale e poi anche fisica contro coloro che adorano il vero Dio e insegnano ad amarlo e a servirlo.
L’odio degli idolatri è eterno, perenne, senza sosta. Si manifesta in un crescendo sempre più violento. Giunge fino all’eliminazione fisica degli amici di Dio e di Cristo Gesù. La Croce di Cristo è il segno eterno di quest’odio che non si estinguerà neanche nell’inferno. Infatti l’inferno altro non è che odio eterno contro Dio e i suoi eletti. È un odio incancellabile che genera disperazione e morte eterna.
Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo, per questo il mondo vi odia. Ricordatevi della parola che io vi ho detto: “Un servo non è più grande del suo padrone”. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma faranno a voi tutto questo a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato.
Gesù sa dove sta mandando i suoi apostoli: in un mondo di idolatri e di ignoranti nella conoscenza del vero Dio; in un mondo di empi e di ribelli a Dio; in un mondo in cui l’uomo ha usurpato il posto di Dio e si è autoproclamato Dio lui stesso.
Gesù sa che li sta mandando nel mondo dell’odio e lo dice: hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi. Si sono rifiutati di ascoltare la mia parola, si rifiuteranno di ascoltare anche la vostra. Hanno messo in croce me, metteranno anche voi. Addirittura avverrà che chi vi ucciderà, penserà, crederà di rendere gloria a Dio.
Gesù ha scelto i suoi apostoli e scegliendoli ha già fatto di loro dei martiri. Loro lo sanno. La sorte del loro Maestro sarà anche la loro. La croce di Gesù sarà in eterno la loro croce. L’idolatria e l’ignoranza di Dio non tollera veri profeti nel suo campo. Se li tollera, se li cerca, è perché li riconosce come falsi profeti e per questo li vuole.
Se noi riconosciamo il mondo, il mondo ci riconosce. Se noi lo crocifiggiamo con la luce della verità, esso ci crocifigge con le tenebre dell’odio, dell’invidia, della violenza. A noi la scelta: se camminare dietro l’infamia di Cristo o seguire l’effimera gloria del mondo.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Tu che fosti trafitta dall’idolatria e dall’ignoranza della conoscenza del vero Messia del Signore, aiutaci a fare la tua stessa scelta: seguire Gesù fino alla croce. Angeli e Santi di Dio, siate al nostro fianco adesso e nell’ora della nostra croce.

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Messaggio  Ospite Mer 19 Mag - 7:56

giorno 19 del mese di maggio: mercoledì

Padre santo, custodiscili nel tuo nome
19 MAGGIO (Mercoledì Gv 17,11b-19)


Tutto è dal Padre. Gesù è venuto sulla terra per rivelarci il Padre. Ce lo ha rivelato dicendo le Parole del Padre, compiendo le opera che il Padre gli ha comandato. Tutto in Gesù è dalla volontà del Padre. Gesù è l’obbediente perfettissimo. Mai ha detto e ha fatto qualcosa che non fosse esplicito comando del Padre suo.
Il Padre suo vuole che la sua missione continui fino alla consumazione dei secoli e per questo ha donato al Figlio i Dodici Apostoli. Li ha scelti Gesù i suoi discepoli, ma sotto indicazione del Padre, nello Spirito Santo. La vocazione è un dono di amore che il Padre fa sempre al Figlio. Il dono è di Dio perché la persona umana è di Dio. Nessun uomo è del Figlio, anche se creato attraverso il Figlio. Ogni uomo è del Padre. Al Padre appartiene. Il Padre ne ha fatto dono al Figlio. Alcune di queste persone il Padre ha stabilito dall’eternità che fossero i continuatori della missione di Gesù e per questo li ha donati al Figlio in un modo del tutto singolare, particolare, speciale.
Il Figlio ha ricevuto il dono del Padre. Lo ha custodito. Lo ha formato. Lo ha educato. Lo ha preparato. Ha svelato al dono ricevuto il suo mistero, la sua vita. Ora loro sanno cosa dovranno fare: tutto quello che hanno visto compiere al Maestro, secondo le modalità stesse del Maestro. A ciò che hanno visto nulla dovranno aggiungere e nulla togliere. La fedeltà al Maestro è il fine stesso della loro missione.
Ora però Gesù dovrà lasciare questo mondo. Dovrà fare ritorno al Padre. Chi potrà custodire i suoi discepoli dal male? Chi potrà vigilare su di loro perché mai perdano o smarriscano quanto hanno ricevuto? Sulla terra non vi è nessuno che potrà farlo. Come Adamo ed Eva nel giardino dell’Eden sono esposti alla tentazione. Possono cadere in essa e svolgere una missione che non appartiene a Cristo Gesù.
Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi. Quand’ero con loro, io li custodivo nel tuo nome, quello che mi hai dato, e li ho conservati, e nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si compisse la Scrittura. Ma ora io vengo a te e dico questo mentre sono nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia. Io ho dato loro la tua parola e il mondo li ha odiati, perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li custodisca dal Maligno. Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Consacrali nella verità. La tua parola è verità. Come tu hai mandato me nel mondo, anche io ho mandato loro nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità.
Gesù sa l’astuzia e l’arte del tentatore. Anche Lui è stato tentato. Anche a Lui Satana aveva suggerito una via autonoma, fuori della volontà di Dio. Lui però forte di Spirito Santo, perfetto conoscitore della volontà del Padre, aveva respinto ogni assalto di Satana. Aveva resistito. Ha resistito fin sulla croce, fino all’ultimo respiro. Sapendo questo, Gesù consegna i suoi discepoli al Padre. Vuole che sia Lui a custodirli nel suo nome, nella sua verità, volontà, carità, desiderio di salvezza e di redenzione.
È per questa custodia del Padre che i discepoli di Gesù potranno rimanere fedeli a Lui per tutti i secoli. Se però, per una loro scelta sciagurata che sempre potrà avvenire, si sottrarranno alla custodia del Padre, cesseranno di essere discepoli di Gesù, perché non svolgeranno più la loro missione secondo le regole e le modalità di Cristo Signore.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli ei Santi di Dio, aiutate ogni discepolo di Gesù a rimanere sempre nella custodia del Padre. Fate che non cada mai nella tentazione di farsi un cammino autonomo e fuori del comando di Cristo Gesù.

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Messaggio  Ospite Gio 20 Mag - 11:16

giorno 20 del mese di maggio: giovedì

Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità
20 MAGGIO (Giovedì Gv 17,20-26)


Gesù e il Padre sono una cosa sola, perché sono una eterna, perfetta, santissima comunione di volontà, carità, sapienza, saggezza, verità, intelligenza nello Spirito Santo. Sono una cosa sola, vivono di perfetta unità, perché Cristo Gesù è dono eterno al Padre e il Padre dono eterno a Cristo Gesù.
Questa stessa unità Gesù vuole che regni tra i suoi discepoli. Ogni discepolo dovrà essere per l’altro discepolo questo dono perenne di verità, carità, amore, sapienza, saggezza, intelligenza nello Spirito Santo. Dovrà essere, se vuole realizzare questa perfettissima unità, dono senza peccato, dono senza vizi, dono senza trasgressione, dono senza alcuna appropriazione di vita. Come la vita di Gesù è del Padre e la vita del Padre è di Gesù, nella comunione di amore e di verità dello Spirito Santo, senza che il Padre trattenga qualcosa per sé e senza che il Figlio si appropri di qualcosa, che non sia tutto del Padre, così deve essere di ogni discepolo del Signore.
La vita di ogni discepolo è interamente di ogni altro discepolo, in una santità ed elevazione spirituale, morale, culturale, mistica e ascetica che mai si deve arrestare. Potranno però fare questo se tutta la vita del discepolo è donata come dono d’amore, di sacrificio, di oblazione e di olocausto al loro Maestro e Signore, perché sia Lui a farne un dono al Padre.
Dare la vita al Padre è fare però un vero atto di esproprio. Dobbiamo espropriare la nostra vita al possesso di noi stessi. Dobbiamo liberarla di ogni appartenenza alle altre creatura. Soprattutto dobbiamo toglierla ad ogni influsso del male, del peccato, della trasgressione, della disobbedienza. Dobbiamo viverla tutta nel Vangelo, nella Parola.
Non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in me mediante la loro parola: perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato. E la gloria che tu hai dato a me, io l’ho data a loro, perché siano una sola cosa come noi siamo una sola cosa. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità e il mondo conosca che tu mi hai mandato e che li hai amati come hai amato me. Padre, voglio che quelli che mi hai dato siano anch’essi con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che tu mi hai dato; poiché mi hai amato prima della creazione del mondo. Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto, e questi hanno conosciuto che tu mi hai mandato. E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l’amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro».
Questa unità non è mai compiuta. È sempre da compiere. Questa unità non è mai perfetta. È sempre da perfezionare. È questa la scienza e l’intelligenza, la saggezza e l’accortezza del discepolo di Gesù: costruire la sua vita in questa unità, perché è da essa che scaturisce la salvezza per il genere umano. Gesù ha costruito questa unità con il Padre e fu la salvezza dell’uomo. Il discepolo costruisce questa unità con il suo Maestro ed è la redenzione dei suoi fratelli.
Questa unità si può costruire solo in una vita senza peccato. È il peccato la causa di ogni scisma, ogni rottura, ogni divisione, ogni separazione, ogni lesione, anche piccolissima, che è prodotta in seno alla comunità dei discepoli di Gesù. Il peccato è personale e comunitario. Il peccato ha un influsso che non si ferma alla persona che lo commette. Esso travalica la singola persona e avvolge il mondo intero nelle sue spire.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli e Santi di Dio, fate che la nostra vita sia senza peccato. Fate che possiamo elevarci di ogni elevazione spirituale, sapienziale, ascetica. È questa la sola via per essere perfetti nell’unità.

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Messaggio  Ospite Gio 20 Mag - 23:35

giorno 21 del mese di maggio: venerdì

Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?
21 MAGGIO (Venerdì Gv 21,15-19)


Oggi Gesù chiede a Simon Pietro: “Simone, Figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?”. S’intende più di tutti gli Apostoli, presi uno ad uno ed anche nel loro insieme. A Pietro viene chiesto oggi un amore per Gesù che superi quello di tutti gli Apostoli messi insieme. Più dello stesso Giovanni che si definisce: “L’Apostolo che Gesù amava”. Pietro è cosciente della sua imperfezione nell’amore. Lui ama Gesù, ma ancora non come dovrebbe. È assai distante dalla richiesta del Maestro. Tuttavia sente nel suo cuore che lui ama Gesù, nonostante lo avesse rinnegato dinanzi a dei servi nella casa del sommo sacerdote. Gesù accoglie l’amore di Pietro e lo costituisce Pastore dei suoi agnelli, cioè di tutti i suoi discepoli, di quanti avrebbero creduto nel suo nome.
Gesù ancora chiede a Pietro: “Simone, figlio di Giovanni, mi ami?”, questa volta omettendo però la frase: “Più di costoro”. Pietro ripete quanto già ha detto precedentemente. Ecco la risposta di Gesù all’affermazione di Pietro: “Pasci le mie pecore”. Le pecore sono le madri degli agnelli. Sono i Pastori, gli stessi Apostoli. Tutto il gregge è posto con queste parole sotto la guida di Pietro. È Lui dovrà prendersi cura di Pastori e fedeli fino alla consumazione del mondo.
Per la terza volta Gesù chiede di nuovo a Pietro che faccia pubblica professione del suo amore. Pietro si addolora. Vede il peccato del suo rinnegamento. Non sa cosa pensare. Ignora che Gesù gli sta facendo compiere un atto di vera umiltà dinanzi agli altri Apostoli come riparazione, espiazione, risanamento della sua colpa, in modo che da questo istante nessuno mai possa dubitare del suo amore per il suo Maestro. Pietro questa volta fa appello al cuore di Gesù. Gesù che sa del suo amore, ancora una volta lo costituisce pastore delle sue pecore. La riparazione si completa con la profezia sulla morte di Pietro, che seguirà il Maestro e sarà martire come Lui. Questa volta non rinnegherà il suo Signore. Per Lui verserà il suo sangue. Per questo Gesù oggi lo chiama a seguirlo.
Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».
Gli insegnamenti contenuti in questo dialogo tra Gesù e Pietro sono tanti, molti. A noi oggi ce ne deve interessare uno in particolare: nessuno potrà mai essere sopra gli altri, per il servizio, nella Chiesa di Dio se non ama Gesù più di tutti gli altri, singolarmente presi ed anche nel loro insieme. Come Gesù servì i suoi discepoli fino alla fine a motivo del suo amore che superara quello di tutti loro messi insieme ed anche quello di tutto il mondo nella sua totalità fino alla sua consumazione, così dovrà essere di ogni suo Ministro. Il Papa deve amare più che tutta la Chiesa. Il Vescovo più che tutta la Diocesi. Il Parroco più che tutta la Parrocchia. Il padre la madre più che tutti i figli. E così per ogni altro che voglia svolgere un ministero a beneficio dei loro fratelli.
La Vergine Maria, Madre della Redenzione, gli Angeli e i Santi ci ottengano da Cristo un amore per Lui che superi infinitamente quello di tutti i suoi discepoli messi insieme.

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Messaggio  Ospite Dom 23 Mag - 14:27

Signore, che cosa sarà di lui?
22 MAGGIO (Sabato Gv 21,20-25)


La vocazione è personale. È unica e irripetibile, perché unico e irripetibile è il disegno di Dio sopra ogni cuore. Essendo personale la vocazione è anche particolare, unica ed irripetibile la missione. Pur essendo identico il ministero, unico però è il modo di portarlo a compimento, a causa dell’unicità e della singolarità della volontà di Dio che avvolge fin dall’eternità ogni uomo.
Pietro è Apostolo del Signore. Anche Giovanni lo è. Pietro è stato chiamato a seguire Gesù sulla via della crocifissione, del martirio, del versamento del sangue per rendere gloria Dio, per attestare la sua Signoria sulla sua persona e sul mondo intero. Giovanni non è stato chiamato ad essere martire. Lui avrà un'altra missione da assolvere. Dovrà percorrere un’altra via pr entrare nel Paradiso. Seguirà Cristo Gesù ma non passando dalla croce. Lo seguirà allo stesso modo della Madre di Gesù che adesso è sua vera Madre: “Rimanendo sempre ai piedi della croce, subendo perennemente il martirio dell’anima, a causa della spada che rimarrà sempre fissa nel suo cuore”.
Pietro vorrebbe sapere cosa ne sarà del discepolo che Gesù amava. Gesù gli risponde che il mistero della persona lo può conoscere solo la persona che lo vive e che lo porta a compimento. Nessun è in grado di conoscere il futuro, e neanche il presente, della vita di un suo fratello. Ognuno si deve inchinare dinanzi all’altro e rispettare in lui la volontà di Dio, sconosciuta e misteriosa, non conoscibile e impenetrabile.
Pietro si voltò e vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, colui che nella cena si era chinato sul suo petto e gli aveva domandato: «Signore, chi è che ti tradisce?». Pietro dunque, come lo vide, disse a Gesù: «Signore, che cosa sarà di lui?». Gesù gli rispose: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa? Tu seguimi». Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa?». Questi è il discepolo che testimonia queste cose e le ha scritte, e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera. Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere.
Oggi la confusione regna sovrana. Non c’è più rispetto per il mistero scritto da Dio nel cuore dei suoi figli. Non si riesce a comprendere e ad accettare che l’unicità del ministero mai potrà essere unicità di vita, di spiritualità, di missione, di relazioni, di comportamento, di santità. Non si vuole accogliere la verità che la santità è personale e che non esistono due santi uguali. Mai potranno esistere. Ed anche se si cammina in cordata, ognuno segue una strada tutta sua per amare il Signore e per servire i fratelli.
La confusione giunge al punto di ignorare anche la particolarità del carisma e la sua singolarità e unicità. Non è il ministero che fa il carisma. È invece il carisma che dona vita propria, speciale, singolare al ministero. Così come non sono le virtù teologali che danno vita alle virtù cardinali. Sono invece le virtù cardinali forma e modalità della verità delle virtù teologali. Un amore imprudente non è amore. Un amore ingiusto non è amore. Un amore debole non è amore. Un amore senza temperanza non è amore.
La vita del singolo è un mistero. Nessuno è padrone, signore, manipolatore di essa. Tutti dobbiamo prostrarci in adorazione dinanzi ad una vita e metterci a sua disposizione, a suo servizio – è questa la vera carità – perché si possa sviluppare secondo il germe di vita eterna in essa contenuta e produrre molti frutti.
La Vergine Maria, Madre della Redenzione, gli Angeli e i Santi, ci facciano servi gli uni degli altri, rispettosi tutti del grande mistero dei nostri fratelli.

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Messaggio  Ospite Dom 23 Mag - 14:32

Lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto
23 MAGGIO (Domenica Gv 14,15-16.23b-26)


Gesù non vuole lasciare i suoi discepoli confusi, smarriti, soli, abbandonati a se stessi, prigionieri del loro cuore e soprattutto della loro mente e dei loro pensieri. Gesù sa cosa c’è nel cuore dell’uomo e nella sua mente: un abisso di falsità, incongruenze, errori, menzogne, idolatria, empietà, non vera conoscenza di Dio, attaccamento al passato, incapacità di camminare verso il futuro della verità tutta intera. Nel cuore e nella mente dell’uomo vi è un mare di umanità peccatrice, di immanenza traditrice, di mondanità sovvertitrice, di religiosità selvaggia, che sempre ritardano o sviano dal vero cammino verso l’acquisizione o la ricerca della verità che libera e salva.
Se Gesù lasciasse i suoi discepoli abbandonati a se stessi, da soli, dopo un istante niente rimarrebbe del suo insegnamento, dei suoi ammaestramenti. Vi sarebbe un ricordo sterile di Lui, infruttuoso, vano. Ce lo attestano i due discepoli di Emmaus che già avevano abbandonato gli altri per ritornarsene alla loro quotidianità senza speranza. Ce lo rivelano anche gli altri discepoli chiusi nel Cenacolo per paura dei Giudei. Ce lo attesta la storia della Chiesa. Un solo minuto da soli e i cristiani hanno prodotto sempre i più grandi disastri: scismi, eresie, separazioni, alterchi infiniti, contrapposizioni, divisioni, disunioni, guerre di religione e cose del genere. Ce lo rivelano anche le Lettere di San Paolo. Assente Paolo, subito si passava ad un altro Vangelo, dal Vangelo della fede a quello della circoncisione e della legge di Mosè.
Sempre senza lo Spirito Santo vi è involuzione, ritorno indietro, regresso, infiniti ritardi, non cammino, stasi, acquiescenza. Senza lo Spirito Paraclito la fede si riveste di ogni vizio, ogni errore, ogni falsità. Lo Spirito Santo è la vita stessa della verità e della fede.
Gesù rassicura i suoi. Possono non rimanere da soli. Possono perennemente essere ricolmati di forza dall’alto. Possono vivere in comunione con la sua verità. Possono.
Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre. «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.
Possono i discepoli, devono però vivere una condizione posta da Gesù ed essa vale per tutti, per ogni giorno, per ciascuno singolarmente. La condizione è questa: osservare i comandamenti di Gesù. Vivere il Santo Vangelo. Rimanere perennemente nella sua Parola. Fare della sua volontà il nostro cibo quotidiano.
Noi viviamo di Parola e Cristo Gesù dal Cielo attimo per attimo pregherà per noi il Padre perché ci mandi lo Spirito Santo affinché ci illumini, ci renda saggi e intelligenti, ci doni la sua divina sapienza, la sola che ci permette di conoscere Cristo in pienezza di verità, ci elargisca la sua fortezza con la quale possiamo sconfiggere i dardi infuocati della tentazione che vuole condurci fuori della purissima verità del Vangelo, ci infonda ogni altro dono perché possiamo crescere ed abbandonare in ogni opera buona.
La preghiera di Cristo Gesù deve sostenere interamente il nostro cammino nella sua verità. Quotidianamente abbiamo bisogno dello Spirito Santo e per questo dobbiamo sempre rimanere e vivere la Parola del Vangelo. Un giorno senza Vangelo è un giorno senza Spirito Santo. Un giorno senza Parola vissuta è un giorno senza luce divina.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli e Santi di Dio, unite la vostra preghiera a quella di Gesù Signore, così l’abbondanza dello Spirito Santo sarà sempre su di noi.

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Messaggio  Ospite Mar 25 Mag - 21:18

sul sito della nostra parrocchia, dal 24 maggio alla pagina vangelo del giorno si può ascoltare in formato audio e contemporaneamente leggere il vangelo del giorno.

www.parrocchie.it/sellia

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