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Pale eoliche

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Messaggio  Admin Gio 1 Gen - 23:06

Pale eoliche Eolica

Negli ultimi tempi sembra che in Calabria le pale eoliche spuntino come i funghi in Sila. Sento dire che la Calabria esporta energia altrove e che ne produce piu' di quanto ne consuma, tuttavia diverse amministrazioni comunali sognano i compensi per poter impinguire le casse comunali a scapito naturalmente del paesaggio, anche se i grandi profitti come al solito li fanno le lobbies che favoriscono le multinazionali e la sempre presente 'ndrangheta.
Puo' essere l'energia eolica nel futuro di Sellia?
Con un po' di immaginazione gia' li vedo: giganti di ottanta metri con pale rotanti di trenta che si stagliano all'orizzonte del cocuzzolo di Pergolacci, risalendo sul crinale del monte fino ad arrivare vicino all'antenna per poi ridiscendere dall'altro versante. Evil or Very Mad
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Messaggio  007 Ven 2 Gen - 19:35

L'alternativa al petrolio,passa anche dalle pale eoliche,nella zona del catanzarese andando verso Lamezia se ne vedono a decine.
In effetti non e' un bello spettacolo,d'altronde la nuova tecnologia si sta orientando in questo senso,se anche Sellia sara' scelta per questa nuova tecnologia ,credo che la popolazione verra' messa al corrente da chi di dovere, il paese verra' ripagato dal deturpamento delle propie colline?A parte i propietari dei terreni... Smile
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Messaggio  Admin Ven 2 Gen - 20:28

Bisognerebbe fare delle distinzioni sulle zone dove queste pale vengono messe per esempio il WWF Calabria e' contrario a quelle messe ed a altre in progetto nel punto piu' stretto d'Italia che e' infatti la zona della quale parli tra CZ e Lamezia, qui ogni autunno migliaia di rapaci migrano attraversando l’area che rappresenta per loro un vero e proprio collo di bottiglia ed e' una di quelle aree strategicamente vitali per la salvaguardia degli uccelli. I rapaci non sono in grado di vedere le pale eoliche che girano e il rischio è proprio quello che avvicinandosi ai piloni rimangano colpiti.
Certo che tra l'energia eolica e quella prodotta da centrali a carbone o metano sceglierei la prima perche' inquina di meno, o meglio, per tagliare la testa al toro, tutti dovrebbero cominciare a pensare ad installare pannelli solari sui tetti.
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Messaggio  U CAVUNA Dom 18 Gen - 12:29

Admin ha scritto:
Pale eoliche Eolica

Negli ultimi tempi sembra che in Calabria le pale eoliche spuntino come i funghi in Sila. Sento dire che la Calabria esporta energia altrove e che ne produce piu' di quanto ne consuma, tuttavia diverse amministrazioni comunali sognano i compensi per poter impinguire le casse comunali a scapito naturalmente del paesaggio, anche se i grandi profitti come al solito li fanno le lobbies che favoriscono le multinazionali e la sempre presente 'ndrangheta.
Puo' essere l'energia eolica nel futuro di Sellia?
Con un po' di immaginazione gia' li vedo: giganti di ottanta metri con pale rotanti di trenta che si stagliano all'orizzonte del cocuzzolo di Pergolacci, risalendo sul crinale del monte fino ad arrivare vicino all'antenna per poi ridiscendere dall'altro versante. Evil or Very Mad
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L'ultimo respiro di questo paesello è il paesaggio!!!!!!!....................................vorrei che almeno questo venga salvato
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Messaggio  Admin Mer 21 Gen - 23:09

Un articolo sul Quotidiano dice che il consiglio comunale ha gia' approvato l'uso di energia alternativa e questo presumo che significhi le installazioni di pale eoliche. Question

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Messaggio  scuotitore Dom 25 Gen - 16:04

Se...ma u dè cca perdimu a fatica eu e dirramatora?Cu tuttu u ventu chi fanu si pali, rabbit l'olivi un vala ra pena mi derramamu....
T'immaggini vaju ara vigna e signu attorniatu e pali chi sbruffanu ventu..e chi fanu burdellu....e ra pacia di senzi duv'è???
Magari n'azamu a matina e ni trovamu verzu u mara ca si pali n'anu fattu vulara a tutti affraid !!!!
Chi ne penzi dirramatò? Cool cheers
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Messaggio  Ospite Dom 25 Gen - 17:22

maledetti pali ruvinaru u paisa ancor prima ma si mintanu?

cip cip gnam gnam come dice un mio amico

a buon intenditore poche parole

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Messaggio  dirramatore Lun 26 Gen - 9:08

Caro scuotitore se procede di questo passo e a "dirramare" provvederanno le pale eoliche, credo che dovrai posare lo scuotitore ed io dovrò posare "u vriganta" ....... e pò ni mintimu ma coggjimu ....
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Messaggio  uragano Mar 27 Gen - 16:34

Mi inserisco anch’io sul problema delle pale eoliche che dovrebbero essere installate nel territorio del nostro Comune. Premetto a scanzo di ogni equivoco, che anche al sottoscritto non piacciono nel modo più assoluto . Fatta questa premessa, però è necessario che ognuno di noi faccia delle considerazioni : intanto è opportuno verificare quello che vogliamo fare da grandi, nel senso che ognuno di noi dovrebbe soffermarsi un po’ su che cosa si intende per produzione di energia da fonti pulite e rinnovabili. Tutti sappiamo, che il nostro pianeta, si sta continuamente surriscaldando ( buco dell’ozono) con conseguenze inimmaginabili che già cominciano ad intravedersi( vedi cambiamenti climatici ) tutto questo dovuto al continuo inquinamento che le emanazioni di gas di produzione petrolifera ed altro provocano. I governi di tutte le nazioni , stanno cercando, con molte difficoltà di mettersi d’accordo per cercare tutti insieme di eliminare progressivamente tali fonti di inquinamento.
Per eliminare le fonti di inquinamento, tutti ognuno escluso, e, quindi anche la minuscola Sellia dovrebbero fare la propria parte. Mi domando: siamo disposti a non usare le automobili ( una delle fonti principali di inquinamento) considerato che ormai in ogni nucleo familiare ci sono 4 0 5 macchine ? . siamo disposti ad eliminare i riscaldamenti delle case( anch’essi sono fonti di inquinamento, specialmente quelli alimentati a gasolio); Siamo disposti ad eliminare dalle nostre case gli impianti di condizionamento?; siamo disposti ad eliminare i telefonini ( anch’essi producono onde elettromagnetiche) che oramai hanno invaso tutti compreso i bambini neonati , ai quali siamo al paradosso,il primo regalo è un telefonino, o si arriva all’assurdo, quando,certe future mamme appoggiano al pancione il telefonino per fare sentire il papa’; siamo disposti a non usare gli l’Aerei ( i quali bruciano sulle nostre teste milioni di mc di kerosene)? E così di seguito. Per eliminare queste ed altre forme di inquinamento le strade che attualmente la ricerca scientifica ha individuato sono solamente due: IL SOLE e il VENTO, cioè gli impianti FOTOVOLTAICI e gli impianti EOLICI . Questo significa, che ogni Nazione, gradatamente, deve adeguarsi per cercare di utilizzare il più possibili queste fonti di energia PULITA e RINNOVABILE a discapito di altre fonti quali petrolio , Gas ed altro, i quali oltre ad essere altamente inquinabili vanno ad esaurimento. Vedete, cari amici del Forum, l’anno scorso ho fatto un viaggio in Francia ed in Spagna, ho potuto notare che entrambi i paesi erano pieni di impianti fotovoltaici ed impianti eolici. Vi dirò di più, non so se vi ricordate il problema delle centrali nucleari , che il nostro paese ( Italia) ha rifiutato in modo quasi plebiscitario di inastallarli nel proprio territorio . Bene, quando si entra in Francia, dopo una decina di Km dal confine si vedono le centrali nucleari Francesi che producono energia elettrica. Il Risultato l’ho sapete qualè ?: Che Italia che ha rifiutato l’installazione delle centrali nucleari nel proprio territorio, è costretta a comprare l’energia dalla Francia e contemporaneamente si trova le centrali in Casa ( cioè cornuti e mazziati) . Bella scoperta! Ora, tornando a Sellia; ammettiamo il caso che il Comune non accetta l’installazione di queste pale in modo da non rovinare giustamente il paesaggio . Ma, se i comuni limitrofi ( Zagarise, Magisano, Pentone,Albi, Soveria Simeri , Sersale e Catanzaro ecc. )dovessero decidere ( come è molto probabile) di installare nei loro territori le pale eoliche senza che noi possiamo in nessun modo impedirlo. Cosa succederebbe ? che questi comuni, avrebbero un bel vantaggio economico ( pare che si tratta di parecchi svariati migliaia di euro ) che consentirebbe loro di dare un bel pò di ossigeno ai loro bilanci comunali , mentre noi ci godremmo felici e contenti lo spettacolo e , quindi , anche in questo caso : CORNUTI E MAZZIATI . Quindi, a mio modesto avviso, fermo restando il fatto che a nessuno possa fare piacere una cosa di questo genere , sono convinto che se il Comune abbia già preso questa decisione ritengo che abbia fatto bene,anche perché con l’introito che entrerebbe nelle non floride casse comunali ( che state attenti, possono utilizzarlo anche le amministrazione future! ) si potrebbe tentare di diminuire le tasse oppure utilizzarlo per creare nuovi servizi per la collettività. Tutto questo, anche perché il territorio, che al momento verrebbe certamente offeso, potrebbe, ritornare come prima trattandosi di qualcosa che non è irreversibile,in quanto, gli impianti possono essere sempre smontati quando, la ricerca scientifica ( che ormai fa passi da gigante ) dovesse scoprire altre nuove fonti di energia. Tutto questo, quanto prima succederà con i ripetitori TV ecc. i quali con i satelliti e con la TV digitale terrestre, saranno, quanto prima dismessi). Questo è il mio pensiero che deve essere considerato come un contributo in direzione di questa problematica ,fermo restando che lo stesso può anche non essere condiviso.
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Messaggio  scuotitore Mar 27 Gen - 17:46

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Messaggio  DomenicoPassante Lun 2 Feb - 12:51

Mi associo con il tuo pensiero uragà l'importante che ne possano beneficiare tutti i cittadini, pultroppo come si dice:" tra due mali si sceglie il minore". Io nel mio intimo mi piacerebbe vedere Sellia in uno sviluppo Turistico e di produzioni tipiche, come hanno fatto altri paesi che si trovavano peggio del nostro. Ci vuole nuova linfa giovanile al nostro piccolo paese che non ha niente da invidiare a nessuno.
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Messaggio  Ospite Lun 2 Feb - 16:56

uraga' vi ca si parri ancora e sti pali eoliche staiu ncuminciannu ma ti sgamu

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Messaggio  uragano Lun 2 Feb - 18:10

Spruzzo, se ci riesci vuol dire che sei..... bravo....... bravo... bravo.....!
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Messaggio  Admin Mar 3 Feb - 19:45

La disanima di Uragano sulle pale eoliche mi sembra accurata e in linea di massima sono d'accordo anche io; si sceglie il male minore, anche se nel caso di Sellia l'apporto all'inquinamento globale e' nullo.
Il paragone fatto sul possibile uso delle pale eoliche di altri paesi non mi trova molto d'accordo perche' credo che Sellia abbia un panorama unico da tutelare, paragonato ai paesi limitrofi. Sellia si trova geograficamente su una collina nel bel mezzo di un anfiteatro naturale ed i suoi orizzonti dovrebbero essere tutelati, in proiezione di un possibile sviluppo futuro che non si fermi alle installazioni delle pale. Il sogno che tu hai fatto sullo sviluppo turistico di Sellia non includeva nessuna pala, ma se proprio non se ne puo' fare a meno, penso che dovrebbero essere messe dove il paesaggio non ne risenti.
Le installazioni delle pale eoliche porterebbero qualche beneficio economico di breve durata e non necessariamente per il bene comune. E' solo la mia opinione.

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Messaggio  Ospite Mar 3 Feb - 23:03

Ciao a tutti. A Spruzzo dico che ormai Uragano è sgamato....Non avevo dubbi che fosse esperto in ...........Avete capito........Io l'avevo capito da tempo e lui lo sa anche se svia sempre le indagini......
Uragano voleva conoscere il mio parere sulle pale eoliche. L'avevo già accennato un altro post....L'energia eolica è energia pulita, lo sappiamo.....ma devono essere posizionate lontano dal paesaggio e dal centro abitato sia perchè sono brutte da vedere sia per il rumore e per l'inquinamento acustico. Invece vengono installate nei terreni.........non aggiungo altro......
La stessa precauzione dovrebbe essere presa nell'installare le antenne telefoniche e televisive. Spero che tutte queste onde elettromagnetiche non abbiano conseguenze sulla nostra salute e che il livello soglia previsto non sia superato realmente....
Ciao a tutti e buona notte....

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Messaggio  uragano Mar 3 Feb - 23:09

Albachiara, stasera è una serata da ridere. Io non sono esperto in nessuna cosa figurati in quello che pensi tu. Comunque ancora una volta sei completamente fuori strada. Mi dispiace ... tempo al tempo.
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Messaggio  aldo59 Mer 4 Feb - 16:57

[
spero ce ne mettono tante specialmente nei terreni miei così mi pagano, e anche su sellia così almeno qualcosa si muove. capito? ah... non parliamo di deturpazione dell'ambiente perchè chissà quanti tralicci di energia elettrica,telefonica e televisiva ci sono in giro per la calabria sellia compresa (vedi tralicci edison) che passano proprio nel nostro comune.-ciao a tutti i selliesi.-
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Messaggio  uragano Mer 4 Feb - 20:42

Albachiara, scusa ma se le pale non l'installano nei terreni dove li devono insallare? Fammi capire.
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Messaggio  Ospite Gio 5 Feb - 9:59

Se guardi bene il post...dopo la parola "terreni" ho messo i puntini sospensivi.........Volevo dire "i terreni di determinate persone selezionate........, senza considerare che il terreno si trova vicino al paesaggio". Pensavo che lo avessi capito. Ciao.

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Messaggio  uragano Gio 5 Feb - 10:22

Albachiara, io non vado a guardare tutte queste sottigliezze, non mi interessano. Io ho fatto delle considerazioni di carattere generale La scelta dei luoghi, ritengo sia oggetto di valutazioni tecniche che riguarda penso una fatto di esposizione al vento e quindi soggetti ad uno studio particolare.
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Messaggio  sbavantusu Gio 5 Feb - 11:30

Uragà..... comu jamu???
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Messaggio  uragano Gio 5 Feb - 11:37

Jamu bunu e tu? - Veramente pensavo che intervenivi sul problema in oggetto. Comunque va bene lo stesso. Ciao
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Messaggio  U CAVUNA Gio 5 Feb - 16:56

Mi fa rabbrividire l'inerzia della gente e l'arroganza nel prendere una decisione del genere.La popolazione è stata sentita prima di autorizzare una cosa del genere oppure si porocede come al solito....???
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Messaggio  Admin Gio 5 Feb - 18:09

Effettivamente questo e' un argomento che fa girare le pale... scratch

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Messaggio  U CAVUNA Sab 7 Feb - 11:34

IMPATTO AMBIENTALE


PREMESSA

Le localizzazioni predilette degli impianti sono, a causa della situazione della ventosità, i crinali montano-collinari dell’Appennino e delle grandi isole. La realizzazione delle centrali e delle opere ad esse accessorie ha come primo, più vistoso ed evidente effetto, la devastazione irreversibile dei valori paesaggistici e panoramici. Tale impatto viene notevolmente amplificato dal fatto che gli impianti, progettati separatamente, vengono poi spesso aggregati in aree di confine tra più comuni. Un esempio drammatico in tal senso è rappresentato dalla Valle del Fortore nel Sannio, al confine tra le regioni Campania, Puglia e Molise, dove diverse amministrazioni pubbliche hanno imprudentemente consentito l’installazione ognuna di una certo numero di pale eoliche cosicché oggi i crinali di tutto il comprensorio ospitano quasi 600 torri. L’effetto visivo e prospettico da qualsiasi punto si osservi la vallata è tale che l’intero aspetto dei luoghi risulta pesantemente trasformato e ciò, unitamente alla rumorosità delle pale, fa decadere in modo definitivo qualsiasi valenza turistica del territorio. A tale proposito si evidenzia che alcuni recenti progetti dovrebbero interessare le ultime coste rocciose ancora intatte, come ad esempio nella Puglia meridionale (Salento).Una situazione analoga a quella della Valle del Fortore si sta venendo a creare con la messa in opera, già in fase avanzata, di centinaia di torri eoliche in provincia di Chieti, nei comuni di Castiglione Messer Marino, Schiavi d’Abruzzo e altri vicini.

Alla devastazione del paesaggio si accompagna il grave danno arrecato all’ambiente naturale, nelle sue varie componenti. Spesso le aree scelte per la realizzazione degli impianti costituiscono habitat di elevato pregio naturalistico, che in molti casi, proprio per il loro valore ambientale di importanza spesso non solo regionale ma nazionale ed internazionale, ricadono in aree protette dalla legislazione interna (parchi nazionali e regionali, riserve naturali) o in siti d’importanza comunitaria, o in entrambe le situazioni. I progetti che si stanno proponendo non tengono in nessun conto i principi di conservazione acquisiti in questi ultimi decenni nel nostro Paese e in Europa e che hanno trovato espressione giuridica in fondamentali norme nazionali come la legge quadro sulle aree protette n.394 del 1991, nella cosiddetta legge Galasso su vincoli e piani paesistici, oggi convertita nel D.L. 490 del 1999, nonché nelle relative leggi regionali in materia.

I siti di importanza comunitaria (SIC) ospitano specie animali e habitat minacciati e meritevoli di misure speciali di tutela e, per tale motivo, sono riconosciuti di rilevanza europea sulla base di convenzioni internazionali e di norme comunitarie come la Direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche, recepita in Italia con il D.P.R. 8 settembre 1997 n.357 e la Direttiva 79/409/CEE concernente la conservazione degli uccelli selvatici del 2 aprile 1979, recepita in Italia con la legge n.157 del 1992.

Le suddette Direttive prevedono l’istituzione di una rete europea di aree protette denominata NATURA 2000 e i siti individuati ai fini della loro inclusione, elencati nel Decreto del Ministro dell’Ambiente del 3 aprile 2000, furono a suo tempo individuati dalle Regioni sulla base di studi naturalistici appositamente condotti. Oggi, paradossalmente, molte Amministrazioni pubbliche avvallano ed autorizzano la distruzione dei beni naturalistici da loro stesse inventariati. A questo proposito è bene chiarire come ai sensi del DPCM 3 settembre 1999, gli impianti per la produzione di energia eolica che ricadono, anche parzialmente, all’interno di aree naturali protette (inclusi i SIC) debbano essere obbligatoriamente soggetti a preventiva valutazione d’impatto ambientale (VIA). Se l’impianto progettato ricade al di fuori di un’area protetta la regione competente ha l’obbligo di effettuare la valutazione di assoggettabilità alla VIA, detta anche "screening preliminare".

Nel quadro della tutela delle aree protette è fonte di notevole preoccupazione il Protocollo d’intesa "L’energia dei Parchi" firmato il 27 febbraio 2001 da Enel, Ministero dell’Ambiente – Servizio Conservazione della Natura, Legambiente e Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali, che favorisce ed incentiva lo sfruttamento, nelle aree protette, delle fonti di energia rinnovabile ovverosia il vento e quindi le centrali eoliche, vista la situazione italiana di quasi monopolio dell’eolico rispetto alle altre forme di energia rinnovabile. Il Protocollo costituisce inoltre un pericoloso precedente, un alibi, per quanti al di fuori delle aree protette vorranno realizzare centrali eoliche in aree naturalisticamente di pregio.

FLORA E FAUNA

L’insieme delle torri e delle infrastrutture che accompagnano necessariamente le centrali eoliche realizzate in aree naturalisticamente significative, esercita un impatto pesantemente negativo su flora e fauna. Ogni centrale richiede la realizzazione di strade, di manufatti, di scavi per la posa dei cavi, di cabine di trasformazione (una per ogni torre),ecc. Sono opere che vanno a perturbare gravemente gli equilibri degli ecosistemi e che comportano la distruzione di intere comunità animali e vegetali. Vista la localizzazione degli impianti progettati risultano particolarmente a rischio associazioni vegetali considerate, ai sensi della succitata Direttiva 92/43/CEE, prioritariamente meritevoli di tutela a livello europeo come ad esempio le "formazioni erbose secche naturali su substrato calcareo caratterizzate dalle fioriture di orchidee" e le "formazioni substeppiche di graminacee e piante annuali". Pur essendo le centrali eoliche collocate in aree aperte la costruzione delle strade di accesso e delle linee per il collegamento alla rete di trasmissione nazionale non può non interessare anche gli ambienti boschivi limitrofi.

La presenza di decine e più di queste strutture, con pale in movimento di giorno e di notte, esercita un pesante impatto sulla fauna. Le zone individuate per le centrali sono per lo più molto importanti per numerose specie di rapaci sia come zone di caccia sia come punti di concentrazione durante le migrazioni. E’ noto e documentato il rischio diretto per gli uccelli rapaci costituito dalle pale dei generatori oltre che dal degrado ambientale generale connesso. Quasi tutte le specie di rapaci italiani sono incluse nell’allegato I della Direttiva 79/409/CEE, che comprende le specie particolarmente meritevoli di tutela per le quali gli Stati membri (art.4) sono tenuti all’adozione di misure speciali di conservazione dei loro habitat di vita per " … garantire la sopravvivenza e la riproduzione di dette specie nelle loro aree di distribuzione". La realizzazione delle centrali eoliche in tali ambienti costituirebbe quindi un’evidente infrazione a precisi obblighi comunitari. Negli Stati Uniti varie ricerche scientifiche testimoniano come la presenza dei generatori in aree critiche costituisca un forte fattore di minaccia per la conservazione di molte specie di rapaci. In particolare uno studio condotto in un’area della California ha verificato che il 38% della mortalità dell’aquila reale era dovuto all’impatto con le turbine eoliche. Considerando l’impatto con gli elettrodotti, il cui sviluppo si presuppone sia proporzionato nelle aree sensibili alla produzione dell’energia eolica, tale percentuale di mortalità sale al 54%. Da un altro studio più recente effettuato nelle medesime località risulta che in soli undici mesi sono stati uccisi, a causa delle collisioni con pale eoliche, 139 esemplari di uccelli rapaci, tra cui 74 poiane, 5 aquile reali e 1 gufo reale. E’ evidente che l’aquila reale, come molte altre specie di rapaci già rari in Italia poiché minacciati da molteplici altri fattori, difficilmente potrebbe sopravvivere nelle zone interessate dagli impianti eolici. Poiché questi sono progettati di preferenza proprio negli ultimi territori dove sopravvivono aquile reali, aquile del Bonelli, avvoltoi, nibbi reali, gufi reali e altri rapaci rari, intere popolazioni di uccelli da preda potrebbero subire un ulteriore e forse definitivo tracollo vanificando così il lavoro di decenni nella battaglia per la loro salvaguardia. Ancora più minacciati degli adulti risultano essere i giovani da poco involati dai nidi ed ancora poco esperti nel volo.

Non solo i rapaci diurni e notturni ma anche altre specie come il corvo imperiale (quasi estinto nell’Appennino centro-settentrionale ed in via di reintroduzione), il gracchio alpino (il passeriforme a maggior rischio di estinzione nell’Appennino Centrale), il gracchio corallino (incluso nell’allegato I della sopraricordata Direttiva 79/409/CEE), la coturnice, ed altre specie ancora, subirebbero danni assai gravi dalla realizzazione delle centrali eoliche nei loro ambienti di vita. Inoltre un recente lavoro condotto sempre negli Stati Uniti ha riscontrato una sensibile riduzione della densità di uccelli passeriformi nidificanti fino ad una distanza di 180 metri dalle turbine. Il rischio di collisione con le pale sarebbe inoltre elevato per gli uccelli migratori soprattutto durante il passaggio notturno ed in condizioni di nebbia. Molte specie di uccelli migrano prevalentemente od esclusivamente nelle ore notturne.

Va messo in evidenza come le ricadute negative coinvolgerebbero l’intera comunità animale sia a causa degli effetti indotti sulla vegetazione e quindi sulla disponibilità delle risorse alimentari, sia a causa della mortalità diretta a carico dei rapaci che svolgono un indispensabile ruolo di controllo ecologico, sia a causa di fattori indotti come il disturbo e il bracconaggio favoriti dalla nuova viabilità. Anche i pipistrelli, particolarmente utili per la loro dieta insettivora, verrebbero falcidiati dal movimento delle pale.

SUOLI, ACQUE E TERRITORIO

Lo sviluppo di questa capillare rete stradale di servizio, proporzionata per giunta all’accesso di mezzi pesanti di eccezionali dimensioni, non solo rompe la continuità dei delicati ambienti prativi di alta quota ma altera fortemente il drenaggio dei terreni provocandone mutamenti nella loro composizione vegetale e conseguentemente nelle comunità animali che ne dipendono. L’apertura delle strade di servizio che dovrebbero necessariamente raggiungere ogni singola torre non potrebbe non arrecare danni alla stabilità dei suoli favorendo l’erosione ed alterando la circolazione superficiale delle acque. E’ notorio poi come in Italia le vie di penetrazione negli ambienti più selvaggi ed incontaminati aprano la strada al fenomeno del bracconaggio, alle discariche abusive, alla cementificazione, al traffico di fuori strada e motociclette fuori pista, ai furti di bestiame, ecc.

Bisogna sottolineare poi che, come già avvenuto in molte località, i materiali inerti che vengono adoperati nelle imponenti strutture di fondamenta delle pale eoliche vengono prelevati in cave, spesso abusive, limitrofe agli impianti o, ancor peggio, nei letti fluviali dei bacini circostanti. Si vanno quindi ad alterare non solo le superfici direttamente interessate dagli impianti ma l’intero territorio con possibili gravi conseguenze anche sull’assetto idrogeologico.

Le dimensioni degli aereo generatori (molti modelli dell’ultima generazione arrivano a superare le 200 tonnellate l’uno) e delle relative fondamenta in cemento, rendono proibitivi i costi di rimozione di queste strutture, una volta che queste non venissero più utilizzate a causa degli eccessivi costi di manutenzione o dell’obsolescenza dovuta al progresso tecnologico. Come già avvenuto altrove, ad esempio in California, si avrebbero cimiteri di centrali eoliche abbandonate al degrado ed al disfacimento, monumenti più che eloquenti all’insipienza, per non dire altro, dei responsabili della gestione del territorio. Un aspetto ancora abbastanza sconosciuto ma che richiederebbe ulteriori approfondimenti è quello connesso con l’alterazione delle falde provocate dai plinti di ancoraggio dei generatori che raggiungono notevoli profondità nelle porzioni di territorio più delicate per il drenaggio delle acque e quindi per l’approvvigionamento idrico dei bacini.

CONCLUSIONI

* Le centrali eoliche sono veri e propri impianti industriali, e pertanto già in quanto tali la loro ubicazione in aree ambientalmente pregevoli risulta del tutto incompatibile con la vocazione spiccatamente naturalistica di questi territori, caratterizzate inoltre dal fatto che, essendo per lo più realizzate in aree remote, comportano la costruzione di infrastrutture di servizio, come strade e linee elettriche, che ne accrescono il già notevole impatto sull’ambiente e sulle sue varie componenti.
* Non è accettabile che, come invece è diventata prassi usuale, la localizzazione e la dimensione degli impianti vengano decise solo in base a contrattazioni tra le ditte produttrici ed i comuni interessati, che spesso svendono per pochi soldi i valori ambientali più significativi dei loro territori, tra l’altro con danni anche economici assai notevoli per l’agriturismo, il turismo naturalistico, l’allevamento del bestiame, eccetera.
* Occorre che le Regioni varino piani energetici accurati che tengano conto dei valori ambientali e che, in attesa di tali piani, venga imposta una moratoria alla realizzazione di nuovi impianti eolici. Vanno inoltre incoraggiate altre forme di produzione di energia da fonti rinnovabili come il solare termico ed il solare fotovoltaico.
* E’ necessario che il Ministero dell’Ambiente e gli altri enti coinvolti ritirino il Protocollo d’intesa "L’energia dei Parchi", firmato nel febbraio 2001, che ha effetti diretti ed indiretti molto dannosi nei confronti della salvaguardia degli ultimi ambienti naturali del nostro Paese.
* Vi è un alto livello di disinformazione in merito alle centrali eoliche vista da molti, anche titolari di responsabilità decisionali in questo settore, come a basso impatto ambientale ed assai utili per la riduzione dell’effetto serra. Occorre quindi un’attenta opera di sensibilizzazione e di informazione in merito alla situazione reale.


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